Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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   Qui sono contenuti i principi di cura d’anime generale. Ecco le parti principali:
■ Gli aspetti generali
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   Si tratta della consulenza specifica al problema dell’occultismo. Eccole parti principali:
■ Consulenza specifica
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■ Fogli d’analisi
■ Excursus: Rimostranze verso fratelli  

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

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ACCUSE DI CALUNNIA? PARLIAMONE

 

 di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l’articolo « Accuse di calunnia: Quando non si comprende l’apologetica biblica». Qui di seguito riporto un contributo di un lettore, che mostra tutta la dinamica, descritta nell’articolo e, rispondervi, è un buon esercizio di apologetica biblica e di applicazione dei principi mostrati nell’articolo. Invito i lettori ad applicarsi come «lezione». Esso è nato come contributo al tema «Testo e musica dello Spirito Santo 2» ma, essendo così generico, è classico per questo scopo. Ecco, quindi, tale contributo (grassetto redazionale).

 

Se avete una parola di edificazione ditela, se no tacete, guadagnerete stima e rispetto, non state a giudicare il prossimo come facevano i farisei, i quali credendosi insegnanti della legge, si credevano giusti. Ma non vi dice nulla: «Prima di togliere la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, togli la trave che si trova nel tuo occhio»? Siete così puri da potere giudicare gli altri, non avete letto: «Tu che giudichi, non sarai scusato»?

     Credendo di rendere pubbliche le mancanze altrui, fate un buon servizio all’Evangelo? Ma non capite che vanno letti da fedeli e infedeli?

     Se avete qualche giusta lamentela contro qualcuno, fatela al diretto interessato, oppure nella adunanza dei santi, come la Scrittura c’insegna, di ammonirci gli uni e gli altri e, se questo va fatto pubblicamente, va fatto fra fedeli, i quali possono pregare, affinché il trasgressore possa, se fosse possibile, ravvedersi. Questo è comportamento da cristiani: pregate con digiuni e lacrime davanti a Dio e lo Spirito Santo farà l’opera sua.

     Perdonate questo sfogo, ma sono stanco di leggere accuse contro altri fedeli, solo perché non agiscono in piena sintonia con le sacre Scritture, tacciandoli, anche se non palesemente, di eresia.

     Non capite che, se non hanno peccato contro lo Spirito Santo, sono recuperabili. Credetemi so di che cosa parlo, per esperienza personale, così facendo se il fratello e sull’orlo di un precipizio, lo aiuterete sì, ma a cadere nel baratro. […] {Mario Tuttobene; 14-07-2010}

 

Rimando al primo contributo per la mia analisi. Mi premette specificare che a me premeva trattare l'argomento in sé; gli esempi riportati sono quelli più recenti, evitando di metterci quelli con un linguaggio da bettola con indicibile cacofonia e violenza verbale. Lo scopo, però, non è quello di favorire un sondaggio sulla mia persona, ma quello di approfondire le questioni di base, quando si accusa un altro di calunnia, sebbene egli abbia invece semplicemente analizzato criticamente lo scritto (articolo, libro) o le parole (filmato) alla luce dell'esegesi contestuale del nuovo patto. Qui ci interessa semplicemente l'apologetica biblica, il suo diritto a esistere, la sua pratica scritturale e il suo valore.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Nicola Martella

2. Gianni Siena

3. Jonathan De Felice

4. Salvatore Paone

5. Raffaele Di Bari

6. Pietro Calenzo

7. Matteo Lanata

8. Pietro Calenzo

9. Dario Lacqua

10.

11.

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Nicola Martella}

 

Qui di seguito analizzo il contributo riportato sopra e vi do risposta. Di per sé ho trattato tutti questi aspetti già nell’articolo di riferimento. Si noti l’accusa nell’introduzione e l’accostamento con i Farisei. La questione viene riportata dapprima al piano interpersonale e privato, al «non giudicare» (pagliuzza; abbastanza puri; guarda che non sarai scusato).

     Poi c’è il classico leitmotiv: rendere pubbliche le mancanze altrui dinanzi a fedeli e infedeli. Gli altri possono scrivere (libri, articoli) e affermare (filmati) pubblicamente tutto ciò che vogliono, ai loro critici questo non viene concesso! Singolare logica!

     L’altra peculiarità ricorrente è l’ingiunzione a esporre la critica al diretto interessato. Anche qui non si è in grado di distinguere il piano personale e privato da quello pubblico e dottrinale o morale. Faccio comunque notare la mia delusione, quando ho mandato in esclusiva il link di un articolo ancora blindato al diretto interessato, chiedendo di fare osservazioni e obiezioni prima di pubblicarlo, cosicché lo potessi emendare. Ho ricevuto solo rifiuti e scusanti (non ho tempo, sono indaffarato con altro, ecc.) o risposte ironiche. Ciò è successo più volte proprio con Corrado Salmé, a cui questo lettore fa riferimento nel resto della sua nota, ma ho sempre mietuto il suo rifiuto; poi, però, intervenne malamente suo padre; anche con quest'ultimo cercai di dialogare, ma anche lui rifiutò. Ciò che accade pubblicamente (libri, filmati, ecc.), influenzando così le masse, può essere oggetto di analisi critica altresì pubblicamente.

     A questo lettore pare poco che persone in vista nel cristianesimo scrivano e dicano cose pubblicamente e, così facendo, «non agiscono in piena sintonia con le sacre Scritture»; anche noi siamo stanchi, ma di leggere e sentire i loro spropositi dottrinali.

     Quando Paolo vide in pericolo la sana dottrina, non si preoccupò tanto della recuperabilità dei falsi maestri, ma di difendere l’Evangelo e i discepoli (Gal 1,6-9; 2 Cor 11,3s.13ss). Un serio avvertimento pubblico può impedire che una tale persona cada nel baratro o cada ancora più in basso (1 Tm 5,19s; Gal 2,11; 1 Cor 5,1-5.12).

     Il nostro dovere è però di essere vigili e di avvertire seriamente (2 Tm 4,2.5) coloro che «non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno insegnanti secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno ai miti» (vv. 3s). A noi interessa combattere «strenuamente per la fede, che è stata trasmessa una volta per sempre ai santi» (Giuda 1,3). Per il resto rimando all’articolo.

 

 

2. {Gianni Siena}

 

Nicola ha un atteggiamento che definirei «ideologicamente ostile» a pentecostali e carismatici (= alle loro idee), ed è scontato. Chiaramente ognuno di noi può sbagliarsi, almeno in qualche dettaglio. Ma quando si tratta della difesa della dottrina, affermo che solo chi non va al mulino, non s’infarina!

     Non mi piace la sua «attività redazionale» (= censoria) sulle mie lettere, che ritengo ingiusta, gliel’ho spesso detto e protestato.

     Ch’egli abbia calunniato (= forse, involontariamente) altri, è un rischio che è ben presente sul suo sito: anch’io, credo, d’aver sbagliato ma, sia concesso, in buona e sincera fede. Nessuno è perfetto e se qualcuno non ritiene di mangiare il suo «cibo», può sempre cambiare ristorante!

     Non lo sto lodando e nemmeno demonizzando, cerco di essere obiettivo, dicendo la mia verità sul suo conto: «opinioni» personali. Ma, per quanto indigeste e, talvolta, inaccettabili biblicamente (a parer mio) le espressioni delle sue vedute, non ritengo ancora di dovergli ritirare la mia stima.

     Come cristiano mi sono sempre confrontato con chi la pensa diversamente, analizzandone le critiche e i suggerimenti, qualche volta v’ho riscontrato i miei stessi dubbi: quale pentecostale (!) ne ho ricavato del bene. Il confronto con una «testa di legno» (nel senso buono) del genere può essere stimolante e positiva. Ciò non significa essere d’accordo con lui, accettare le sue affermazioni: le amicizie vere nascono da posizioni distanti e opposte, talvolta. Non siamo «amici», ma abbiamo fatto delle buone cose insieme. {17-07-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): Aggiungo soltanto qualche breve appunto. Non mi ritengo «ideologicamente ostile» ai pentecostali della prima ondata, sebbene io non condivida tutto, e ciò l’ho scritto (qui) e Gianni Siena stesso li ha differenziati dai carismaticisti (o neopentecostali; qui). Cerco di non buttare mai via il bimbo con tutta l’acqua sporca.

     La mia «attività redazionale» non è facile, ma necessaria. I contributi proprio di Gianni Siena sono, in genere, estremamente lunghi, contengono elementi discutibili e sono spesso per circa la metà fuori tema. Se non amputo tali parti, lasciando intatto il suo pensiero nel merito del tema, le discussioni scadono di qualità e si induce altri lettori a prendere posizione non sulla pietanza principale, ma su contorni accessori.

     Io mi sforzo a non calunniare nessuno, ma a citare correttamente gli scritti o le parole (nei filmati) delle persone, con cui mi confronto. Fin’ora, sebbene da me richiesto, nessuno mi ha ancora convinto di averlo calunniato, ossia di aver detto il falso nei suoi confronti. Gli equivoci possono sempre nascere, ma si possono chiarire, se si ama la verità. Dopo attenta e soddisfacente risposta da parte di coloro, che ho interpellato preventivamente, mandando loro il link, ho tolto dal sito non pochi articoli, pur di non danneggiare la reputazione loro o della loro opera. Un libro pubblicato in Italia o addirittura in varie lingue o un filmato messo in rete sono di pubblico dominio e accessibili a tutti; è ovvio che una recensione o un’analisi critica sia pubblica in questi casi.

     Io non pretendo che i miei interlocutori la pensino come me, ma mi aspetto da loro rigore e onestà intellettuali, lealtà e rispetto, di là se poi siamo amici o meno; sulla verità biblica, evinta con l’esegesi contestuale, non bisogna fare sconti a nessuno, neppure a se stessi. Su certi temi solo un vasto raggio di opinioni possono illustrare più compiutamente la realtà. Sarebbe per me più facile scrivere tanti articoli, ma impiego molto tempo per correggere e redigere i contributi altrui e per rispondere loro. Al confronto non c’è alternativa fra cristiani maturi.

 

 

3. {Jonathan De Felice}

 

Pace fratello Nicola, ho letto con interesse l’articolo. Certamente non stai cercando qualcuno che ti compatisca o prenda le tue parti, ma che prenda posizione per la verità. A mio rammarico, noto che molti non la prendono, perché non vedono o non vogliono vedere. Per non offendere il fratello o per sentirsi sempre con la coscienza pulita, evitano di esprimere giudizi o pareri personali.

     Parlo così, perché vorrei condividere la mia esperienza. Comincio ringraziando Dio, perché fino a questo punto Egli mi ha preservato e mi ha custodito. Purtroppo, per cause di forza maggiore, cioè non dipendenti da me, durante la mia crescita personale e spirituale, non mi sono mai integrato nella mia comunità precedente; non ho mai avuto un rapporto, se si può dire, di «co-dipendenza», di quella fiducia che mi permetteva di crescere secondo gli insegnamenti e la visione di quella comunità. Diciamo, che, per certi aspetti, non ne ho mai preso lo stampo. Avevo e ho tuttora stima del pastore, ma, in qualche modo, il distacco era sufficiente da evitare che certe falsità entrassero in me e si trasformassero in convinzione; questo detto col senno di poi. Lascio giudicare a voi, ma posso assicurarvi che, malgrado alcuni errori dottrinali, ho sofferto la mancanza della famiglia di Dio nella mia vita e di sentirmi parte di quella famiglia. Lo dico piangendo. Perciò, sono cresciuto da solo, io con la mia Bibbia, sto imparando a prendere da essa e a dipendere da essa. Il Signore mi sta insegnando il discernimento biblico in ogni situazione, in ogni predicazione e in ogni servizio di culto, a prescindere dal predicatore. Non me ne vanto, sarei uno stolto, come affermò anche Paolo, ma è solo ciò che lo Spirito sta facendo in me, secondo la prescienza di Dio.

     Durante la mia adolescenza (ho 23 anni compiuti) ho fatto di tutto. Sono stato in campeggi, sono stato per tre o quattro anni agli eventi «Infuocati per Dio» in Sicilia, sono andato alle conferenze di Benny Hinn, anni fa ho partecipato a un evento a Caserta con Carlos Annacondia. Ho persino provato la famigerata «santa risata» importata dagli USA e, a tal proposito, posso dire che è inutile soggettivamente e oggettivamente. La gioia di Dio non si esprime in quel modo; è più educata, più sublime ed è spirituale. E posso affermare con certezza che, se vedete qualcuno cadere sotto l’effetto della «santa risata», è per iperventilazione, non per altro. Nella mia crescita ho anche difeso alcuni predicatori, di cui ho pure fatto menzione prima, su altri siti web che ne volevano «smascherare la vera identità».

     Ora, però, grazie a Dio, ultimamente il mio grido di battaglia è diventato Efesini 4,1-16. Sto imparando che la santa Chiesa di Dio non deve essere contaminata da false dottrine, falsi pensieri, visioni personali o pensieri carnali imputati allo Spirito Santo. Ho visto anche le danze, i balletti e le bandiere sventolate ai vari «Infuocati per Dio»... non voglio giudicare la spiritualità dei singoli, ma del contesto e, credetemi, è mera coreografia, non spiritualità. Non aggiunge nulla e non toglie nulla, è inutile e distrae gli uditori, facendo porre gli occhi su qualcosa che è vano e materiale, invece di concentrare la mente, il cuore e le forze su Cristo e sull’opera dello Spirito Santo in noi e intorno a noi. Posso affermare che tante dottrine, che hanno avuto l’inizio in Peter Wagner e simili, che trovano forza in Carlos Annacondia e nei «grandi profeti» di questo ultimo periodo, tra i quali Cindy Jacobs & company, sono umane e carnali; così è con Kenneth Hagin, con il decretare nello Spirito, la confessione positiva, che trova radici nella metafisica [esoterica, N.d.R.]... Anzi leggendo la descrizione de «Il decreto», uno dei pilastri fondamentali della metafisica [paranormale, N.d.R.], su uno di questi siti di questa corrente di pensiero, ho notato che alcune cose scritte lì, le ho sentite in prima persona predicate dai pulpiti! Della metafisica [esoterica, N.d.R.] fanno parte i wiccan, i maghi e altri simili. Queste sono dottrine di demoni!

     Ma perché allora, con un relativismo accecante e un falso buonismo, le facciamo passare nelle chiese? Perché giustifichiamo questi insegnamenti, affermando che queste persone «sono amate da tutto il mondo evangelico»? Ma credete che basti? Ma stiamo scherzando? Perché stiamo qua a prendere paura, se uno cerca di smantellare queste blasfemie? Perché questi personaggi possono scrivere liberamente libri e promulgare la scempiaggine delle loro parole e noi dobbiamo stare in silenzio e lasciare che infanghino la sana dottrina di Cristo e la verità della Parola di Dio? Quando Gesù disse in Giovanni 17,17: «Santificali nella tua verità; la tua parola è verità», scherzava? La verità è una, e in questa verità dobbiamo essere santi, appartati, non contaminati perché, come dice nel v.16, noi non siamo di questo mondo.

     Il mondo dice che «tutto è relativo», «tutto va bene», e così facciamo anche noi nelle nostre chiese, la filosofia di questo mondo permea da ogni poro e da ogni spiraglio. Sapete perché? Perché la Chiesa, la Sposa di Cristo, ha perso di valore ai nostri occhi. Lasciamo che si sporchi con le menzogne del maligno e noi ci sguazziamo dentro come bambini felici, a cui il papà ha comprato la piscina nuova. Ricordate, che chi ha comprato la piscina è il padre della menzogna. Ma noi no, queste cose sono tabù! Jonathan, non si parla così, sei esagerato, vedi il male dappertutto. No, no e no. Il problema è che tutti, cominciando da me, abbiamo annacquato il Vangelo di Dio e lo abbiamo abbassato ai nostri standard, piuttosto che elevare i nostri standard al Vangelo. Ormai la cecità è tale da non riuscire a vedere neanche la luce. Svegliamoci, perché siamo negli ultimi tempi e, come Paolo disse a Timoteo, lo dico anch’io a tutti noi: «Ti scongiuro, dunque, davanti a Dio e al Signore Gesù Cristo, che ha da giudicare i vivi e i morti, nella sua apparizione e nel suo regno: predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, rimprovera, esorta con ogni pazienza e dottrina. Verrà il tempo, infatti, in cui non sopporteranno la sana dottrina ma, per prurito di udire, si accumuleranno maestri secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità per rivolgersi alle favole. Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, fa’ l’opera di evangelista e adempi interamente il tuo ministero» (2 Tim 4,1-5).

     Grazie a Dio, quindi, per persone a cui Dio aperto gli occhi e combattono «strenuamente per la fede, che è stata trasmessa una volta per sempre ai santi» (Giuda 1,3). Nel passo l’autore esorta tutti i fedeli a farlo; lo farai tu?

     Scusa la prolissità dell’articolo, ma non ho potuto farne a meno. Tante benedizioni, fratello Nicola, che Dio possa donarti sempre maggiore «conoscenza della sua volontà, in ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore, per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio, fortificati con ogni forza, secondo la sua gloriosa potenza, per ogni perseveranza e pazienza, con gioia, rendendo grazie a Dio e Padre, che ci ha fatti degni di partecipare alla sorte dei santi nella luce» (Col 1,9-12) {17-07-2010}

 

 

4. {Salvatore Paone}

 

Quante cose avrei da dire, ma mi limiterò solo a considerare alcuni aspetti già elencati da Nicola Martella nell’introduzione del suo articolo.

     Qui ci troviamo di fronte a una realtà che più o meno ogni giorno abbiamo da affrontare. Il fr. Nicola ha elencato alcune accuse o calunnie nei suoi confronti e di coloro che si prodigano a proclamare delle verità bibliche, che purtroppo oggi vengono accantonate o ignorate del tutto.

     Molto spesso ci si ritrova a commentare dei punti dottrinali molto importanti come la salvezza in Cristo (alcuni credono che si possa perdere), i «doni dello Spirito» (ci si sofferma solo sulla glossolalia), la doppia predestinazione (chi ne fa uso, fa capire che Dio sia parziale).

     Comunque non è di questo che voglio parlare, anche per non uscire fuori tema. Ci rendiamo conto che, quando si trattano alcuni argomenti con fratelli esegeti e biblisti, purtroppo alcuni «lattanti», invece di attingere insegnamenti e iniziare a cibarsi di cibo solido, cosa fanno? Con un modo spiritistico e, se me lo permettete, a volte, anche senza buona educazione, sparano a zero, calunniano, offendono e quant’altro.

     Tuttavia miei cari fratelli, amanti della verità, ricercatori, vi incoraggio nel nome del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo a continuare nel vostro ministero e nel vostro carisma di «dottore», così da poter insegnare a coloro che hanno sete e fame spirituale, per nutrirli, perché il Signore di voi si compiace. {17-07-2010}

 

 

5. {Raffaele Di Bari}

 

La dinamica in genere è questa: conosciamo dei fratelli o sorelle, nella nostra comunità, o perché sono nostri parenti o amici, che per qualche motivo si «espongono» attraverso video su YouTube o sui social network, rendendo così pubblico il loro ministero, una loro predicazione o un canto, che hanno scritto per il loro ultimo CD.

     Magari noi li conosciamo bene e quindi il nostro senso critico verso di loro è ovattato dal nostro sentimento verso di loro o dall’innato «spirito di parte» che c’è in ognuno di noi.

     Poi qualcuno, che non conosce né noi e né le persone in questione, si trova a esprimere una opinione sul loro operato, evidenziandone i punti controversi; e per noi, che vogliamo bene queste persone, ci sembra che siano state calunniate senza motivo, da chi «nemmeno li conosce».

     A volte conoscere una persona, in ambito di discernimento del suo operato pubblico in una chiesa (cosa molto importante, che non può andare da sé a ruota libera), risulta secondo me un limite, perché non ci permette spesso di avere una panoramica super partes; e questo capita soprattutto a chi è intorno a elementi carismatici (in senso sociologico e non denominazionale) e ai cosiddetti «leader».

     Dovremmo forse invece cogliere gli avvertimenti proprio di chi viene da fuori, se è il caso, e se si tratta di fratelli o sorelle che hanno un evidente dono di discernimento. {17-07-2010}

 

 

6. {Pietro Calenzo}

 

Carissimo Nicola, in primo luogo miriadi di benedizioni in Gesù Cristo. Ho letto con molta attenzione, i tuoi pensieri su questo particolare tema. Personalmente sono rimasto amareggiato del come credenti, penso pento-carismatici, abbiamo potuto proferire tali pesanti inesattezze, direi con molta superficialità e immaturità.

     Al di là di quelli che possano essere i limiti di tutti noi credenti, la mitezza, la pacatezza, l’amore fraterno sono la cartina al tornasole della bontà e della maturità del singolo credente. Evidentemente ci sono credenti che, per la dimostrazione pratica e concreta, sono al loro primo latte spirituale. A ciò si aggiunga l’apologia acritica derivante dal fatto che sono seguaci del mondo carismaticista e di eventuali santoni o unti di riferimento. Tutto ciò fa sì che essi facciano del loro dire, non propriamente da galateo, il canone essenziale di una molteplicità di loro contributi.

     Personalmente ti ringrazio di aver trattato questo argomento poiché, in tal modo, siamo stati arricchiti scritturalmente ed esegeticamente, per così affrontare al meglio, e alla luce della Bibbia, eventuali insorgenti problematiche che potessero manifestarsi in qualsiasi assemblea. Quando, in molti casi, non si hanno modi, conoscenze, crescita spirituale, per difendere, affermare, confermare ciò che pubblicamente si annuncia, come nei casi che tu citi, e addirittura si arriva alla ineducazione civica, e in qualche caso, a espressioni ancora più pesanti, è bene non curarsi di loro, qualora tale comportamento si perpetui nel tempo.

     Dio continui la sua preziosa opera nella tua vita, e benedica sempre più i carismi che Egli ti ha donato, per il perfezionamento dei santi in Italia e oltre. Shalom. Benedizioni. {18-07-2010}

 

 

7. {Matteo Lanata}

 

Caro Nicola, credo che sia umanamente semplice tendere a dialettiche molto forti. In primo luogo, ti trovi a commentare cose che ci toccano nell’intimo e sulle quali abbiamo sudato tanto già all’epoca della conversione. Quindi, nessuno vuole «cedere» le sue sudate convinzioni, perché qualcuno magari ne smonta una buona parte. Infine, nessuno di noi è immune dall’errore, magari in piccolissima parte. E a quel punto, ti ritrovi una valanga di commenti un po’ «acerbi». Sicuramente, chi si scalda tanto, ha pure la coscienza che gli sussulta dentro e lo può portare a riconsiderare quello che crede.

     Io credo di aver fatto un grosso cammino di conversione, ma sono conscio del fatto che ho parecchie «aree cieche» e ringrazio Dio quando, a costo magari di litigare con fratelli, essi mi aiutano a vedere un aspetto «umano» di me e mi aiutano a sostituirlo con un principio divino.

     In poche parole: non ti scoraggiare! È sempre duro accettare il confronto, dove metti in gioco la tua intimità (a prescindere dal fatto che si possano condividere o meno le tesi che esponi). {19-07-2010}

 

 

8. {Pietro Calenzo}

 

Poniamo dei casi concreti. Allorquando Pietro stava simulando e giudaizzando con dei cristiani gentili, molti di essi erano appena convertiti, ma l’apostolo Paolo non si fermò e resistette in faccia a Pietro, ammonendolo pubblicamente davanti a tutti. Penso a ragione che molti degli astanti potessero essere, per una deduzione logica, solo simpatizzanti dubbiosi, ma Paolo non si fermò davanti a ciò, poiché era in gioco il punto cardine della salvezza per sola grazia.

     Ancora, quando Giovanni scrisse la sua terza lettera, ben sapeva che la sua epistola sarebbe stata letta da moltissimi cristiani o assemblee. Nemmeno l’apostolo Giovanni (noto come apostolo dell’amore) si astenne dal condannare l’atteggiamento settario di Diotrefe, anzi anticipò che avrebbe regolato questo problema successivamente. La lettera di Giovanni fu letta o ascoltata anche da simpatizzanti o ospiti di altre assemblee appena nate? Molto probabilmente sì.

     E che dire delle legnate spirituali di Paolo per la caotica chiesa di Corinto, come ad esempio per il caso d’incesto o dei partiti (sette), nati nell’assemblea. Senza dubbio questa lettera fu ascoltata da simpatizzanti e probabilmente da diversi non credenti.

     Per concludere, l’amore (agape), non è un sentimento sperimentale mieloso o di natura sentimentalista, ma è il vero Amore che viene dall’alto, che gioisce con la Verità e sempre la sposa. Paolo ordina di riprendere in presenza di tutti (lettere di Tito, Timoteo) coloro che propugnano falsi insegnamenti. Amore, sì, ma che gioisce con la Verità o che si coniuga con la sola Scrittura. {19-07-2010}

 

 

9. {Dario Lacqua}

 

Pace, fratello Nicola. Stavo leggendo delle accuse di calunnia e degli insulti, che ti vengono rivolti in modo pubblico. Volevo ricordare a te e agli altri lettori che in passato è successo che io non fossi d’accordo con te su termini ed espressioni, che avevi utilizzato, ma che abbiamo potuto chiarire il malinteso con le spiegazioni da parte tua della differenza che vedi fra carismatici e carismaticisti, e ho potuto continuare ad apprezzare il tuo ministero e la tua serietà.

     Non ricordo di essere mai stato insultato da te, e non ricordo nessun pretesto biblico (un testo fuori contesto è un pretesto) portato a presunta difesa delle tue posizioni, ma solo spiegazioni ragionevoli, che mi hanno fatto comprendere il punto di vista, secondo cui avevi scritto l’articolo e, anche non essendo completamente dello stesso avviso, ciò che scrivevi era giusto e accettabile.

     Solo questa differenza di base dovrebbe far comprendere a chi ti scrive il tipo di persona, a cui si rivolgono: prova a scrivere una critica a chiunque su internet si è autoeletto giudice dei fratelli (conosciamo bene alcuni di questi) e vedrai che il tuo commento viene spesso troncato o direttamente ignorato; e se ti sei permesso di far notare qualche incongruenza, allora sei immediatamente accusato di eresia, d’ignoranza, di mancanza di guida spirituale, cioè di tutto quello di cui gli scriventi di tali pagine fanno sfoggio davanti a tutti.

     Se scrivi a Nicola Martella invece, ricevi una risposta, e la risposta si riferisce a quello, su cui non vi trovate d’accordo e non a condanne spirituali di eresia e d’immaturità (calunnie) lanciate agli interlocutori senza alcun motivo.

     Posso in alcuni casi non essere d’accordo con te, ma ho capito che ogni cosa, che pubblichi, l’hai documentata e hai studiato tutte le fonti a tua disposizione, prima di esprimere un’opinione; e, inoltre, finora, qualsiasi opinione io abbia avuto, che non corrispondeva alle tue, non era su nulla, che potesse essere considerato un punto basilare della dottrina cristiana.

     Grazie, fratello Nicola, per l’impegno (e la cortesia), che metti nei tuoi studi e nelle tue risposte. Il Signore certo onora chi mostra il Suo carattere e credo proprio tu sia fra questi! Che il Signore continui a benedirti. {06-04-2012}

 

 

10. {}

 

 

11. {}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Davide Incardona: Caro Nicola, ho letto il tuo articolo sulle calunnie, che ho molto apprezzato. {17-07-2010}

 

Germano Zannoni: Caro Nicola, hai tutta la mia stima e la mia simpatia per il lavoro che stai facendo. Non so come fai a sopportare certi atteggiamenti, mi correggo: Lo so. Pregherò, anzi, pregheremo per te. Che il nostro Signore Gesù il Cristo ti benedica. {17-07-2010}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Accuse_di_calunnia_EnB.htm

17-07-2010; Aggiornamento: 20-06-2012

 

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