Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il Levitico 1

 

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Il Levitico — Libretto di studio:

   Dopo le istruzioni d’uso e l’introduzione generale, seguono le domande sul testo, che rimarcano le parti principali del Levitico:
■ I sacrifici (Lv 1-7)
■ Il sacerdozio (Lv 8-10)
■ Purificazione del popolo (Lv 11-15)
■ Giorno della riconciliazione (Lv 16)
■ Ordinamenti per il popolo (Lv 17-20)
■ Ordinamenti per il sacerdozio (Lv 21-22)
■ Ordinamenti per le feste (Lv 23-24)
■ Ordinamenti per il paese (Lv 25-26)
■ Appendice: voti e decime (Lv 27).

 

Il Levitico — Libretto di testo

   Si tratta di una traduzione letterale che ricalca da vicino l’ebraico e che è strutturata secondo le parti evidenti del libro. Può risultare molto utile per chi vuole studiare il Levitico in modo profondo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Il Levitico 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ERO INCINTA, MA HO PERSO IL BIMBO

 

 a cura di Nicola Martella

 

Certamente non posso capire fino in fondo che cosa significhi per una donna essere rimasta incinta e poi perdere il bimbo, ma posso tentare. Mia moglie e io ci siamo trovati due volte in questa situazione; ambedue le volte sono state abbastanza drammatiche e pesanti per le complicanze fisiche, psichiche ed esistenziali e per la salute.

     Quando una donna rimane incinta e accetta la gravidanza, il suo corpo e la sua mente sperimentano un mutamento in tanti sensi. La psiche si abitua a questa nuova presenza, che si sta sviluppando. I pensieri girano spesso intorno al bimbo, che nascerà; l’ansia e l’attesa si alternano. Quando, poi, accade che la gravidanza si interrompe improvvisamente o drammaticamente, è come se il mondo stesso traballasse e crollasse. Subentrano l’angoscia, il lutto e la depressione. Ci si chiede: «Perché?».

     Nel primo contributo riportiamo l’esperienza personale di una donna, mia cara amica, che è passato per tale particolare prova. In mezzo a vari problemi esistenziali, ella parla della gioia della gravidanza, del conflitto con un marito, che rifiutava tutto ciò, della minaccia d’aborto e della perdita del bimbo. Poi, descrive il tipico corso del lutto da perdita e il cammino con Dio verso la liberazione e la pace. Tale cammino personale può essere d’aiuto per altre donne, che si trovano nella stessa situazione. Volentieri aggiungeremo le voci di altre donne, che sono passate per tale «valle dell’ombra della morte».

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Carmela Trombacco

2. Fortuna Fico

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1. {Carmela Trombacco}

 

Era il 1993 e, da un anno, mio marito se n’era andato di casa, per convivere con un’altra donna. Immaginate come potevo sentirmi, completamente sola con due ragazzi adolescenti da crescere. La prima cosa che avrei voluto fare, era sicuramente vendicarmi; ma non è così facile se credi nel matrimonio e ami quella persona, che credevi di conoscere così bene, da stare tranquilla che quel matrimonio non sarebbe mai finito.

     Così mi rimboccai le maniche per ricostruire le nostre vite, ma da sola non riuscivo ad andare avanti. Ci volle tutta la pazienza di mia madre, che da anni mi parlava di un Dio pieno d’amore per me, e finalmente un bel giorno aprii il mio cuore a Lui; ed Egli mi dette tanto amore, che non si poteva contenere.

     Mi sentii subito un’altra persona, cambiata, più forte per affrontare le prove della vita. E non si fecero attendere. Mentre pensavo di vivere sopra una bella nuvoletta, arrivò il primo esame da affrontare.

     Dopo un anno e mezzo circa, mio marito si rifece vivo, dicendomi che voleva ritornare con noi, per ricostruire la famiglia; io ne fui felice e lo feci tornare a casa. Le sue intenzioni non erano però così buone; lui aveva solo bisogno di una casa e di un lavoro, visto che non aveva più né l’uno né l’altro. Lo accogliemmo con tanto amore, ma non ci fu ripagato; e, mentre aspettavamo un segno positivo, io rimasi incinta.

     Non vi dico la mia gioia, questo figlio, pensavo, avrebbe cambiato le cose, ero una figlia di Dio e confidavo in Lui per questa cosa meravigliosa, che mi stava accadendo. Purtroppo però avevo fatto male i miei conti, infatti la notizia non fu accolta bene da mio marito e ci fu una brutta reazione da parte sua e quasi mi volle picchiare; e questa cosa mi provocò minacce di aborto.

     Per me cominciò così un periodo di grande dolore. Mi misi subito a letto per cercare di bloccare la situazione, ma purtroppo non ci fu nulla da fare e all’ottava settimana fu necessario un raschiamento.

     Tornai a casa dall’ospedale completamente disperata e sola. Cercai la forza di tirarmi su da questa esperienza per me devastante. Desideravo quel bambino con tutta me stessa, pensavo che avrebbe potuto riunirci, e invece fu il motivo di allontanamento totale da parte sua.

     Soffrivo cosi tanto, piangevo dalla mattina alla sera per quella piccola vita, che se ne era andata via da me; un dolore così grande in vita mia non l’avevo mai provato. Mi ripetevo che se era andata così, il Signore aveva un motivo, una ragione, ma io non l’accettavo e il dolore cresceva ogni giorno di più fino a ridurmi a uno straccio. Non mangiavo, non dormivo, volevo solo finire anch’io come il bimbo, che non c’era più.

     Poi, finalmente mi misi davanti a Dio, implorandolo di togliermi quel dolore, perché non ce la facevo più; e potei sperimentare la gioia della liberazione, l’amore di quel Padre, che soffre, se i suoi figli soffrono; e capii che la sua volontà era perfetta per me, così come erano avvenute tutte le cose.

     Sono passati tanti anni da quell’avvenimento, e ho potuto capire perché il Signore aveva permesso tutto quello. I suoi progetti erano altri, la sua volontà era un’altra e tante volte è proprio quella, che non riusciamo ad accettare. Pensiamo che come vediamo le cose e come le facciamo noi, siano le migliori, ma non è così! Solo se riflettiamo e capiamo che la sua volontà è perfetta, allora abbiamo pace.

     Così vorrei dirti cara amica, se stai attraversando un momento difficile, una prova grande, sappi che è tutto sotto la sua supervisione; ed anche se non capisci perché ti sta accadendo, mettiti nelle sue mani. Infatti, solo così potrai ritrovare la gioia, la pace nel cuore e soprattutto la liberazione dai pesi, che noi non possiamo assolutamente portare.

     Fatti coraggio e percorri la via, mano nella mano con Lui! {04-2007}

 

 

2. {Fortuna Fico}

 

Contributo: Anch’io ho vissuto la triste esperienza dell’aborto e conosco le profonde ferite, che lascia. La cosa, che non dimenticherò mai, è il dolore, che provavo nello stare nella stessa camera di madri che stringevano fra le braccia il frutto ripagato delle doglie, mentre io, con doglie provocate, rimanevo a braccia vuote, e il cuore ancora più vuoto. Ma alla fine, il Signore mi ha ricompensato con due splendide figlie, anche se, in fondo in fondo, c’è sempre il dolore per quella vita non nata! {05-04-2013}

 

Nicola Martella: Potresti descrivere meglio e più dettagliatamente il tuo «travaglio», avvenuto in concomitanza e dopo tale perdita. E poi come hai fatto a uscire da tale fase di lutto?

 

Fortuna Fico: Il travaglio psicologico è ben più doloroso di quello fisico. La natura dota la donna di una particolare sostanza chimica, che il cervello secerne, che le fa dimenticare l’effettiva entità delle doglie; altrimenti ci sarebbe l’estinzione della specie. Tuttavia, purtroppo, nessuna sostanza chimica fa dimenticare il dolore del travaglio psicologico. Quello rimane sempre così, anche dopo anni, nel momento in cui ci pensi, tu cerchi di rimuoverlo, ma esso ritorna con tutta l’intensità di allora. È doloroso portare dentro una vita per 4 mesi e poi sentire che il suo cuoricino non batte più. È un pezzo di te, che ti viene strappato. Ad esempio, ora che ne sto parlando, penso che oggi avrebbe 30 anni, che forse sarebbe stato il maschietto, che non ho mai avuto; e questo mi rende tanto triste. Quando si supera il lutto? Forse nel momento, in cui per la prima volta stringi tra le braccia tuo figlio! {05-04-2013}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Aborto_spontaneo_Lv.htm

26-04-2007; Aggiornamento: 11-05-2013

 

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