7.
PAURA E ATTESE
Che ruolo ha nell’amicizia
promiscua la paura che l’altra parte travalichi i limiti di una normale amicizia
e voglia avere di più? Può non essere così, ma la persona interpreta i segnali
in tale modo.
■
Questo può variare dalle aspettative e dall’età. Io credo che la paura può
diventare un potente inibitore, ovvero le amicizie si fondano sul rispetto
reciproco. Ma quando si vuole superare quel comune confine, ci si può chiudere a
riccio o ci si può aprire. La paura è dettata appunto da cosa si vuole dal
rapporto (Vincenzo Russillo).
■ È difficile determinarlo,
dipende da persona a persona. Però c’è da dire che, se in una delle parti c’è
questa paura, il rapporto inevitabilmente s’inclina! Perché non si sente più a
suo agio e magari cerca modi indiretti per lanciare segnali opposti e il
rapporto di amicizia ne risente, mettendo i due in una condizione di confusione
e incertezza su cosa esattamente stia accadendo (Daniela Totaro).
■ Per i punti di cui sopra,
credo relativamente poca (Stefano Frascaro).
■ Ebbene, la paura in questi
casi forse non è poi così cattiva. Bisognerebbe forse chiamarla analisi e
prevenzione del rischio. Generalmente, quando si fa un’attenta analisi del
rischio, poi si prendono le precauzioni necessarie per prevenire i danni
(Guerino De Masi).
■ Credo che ciò dipenda
molto dalla personalità d’ambedue e da un chiarimento verbale che viene fatto a
priori, quando nasce l’amicizia. Ad esempio, si può mettere in chiaro: «Guarda
che io e te usciamo insieme, ma fra noi due non potrà che esserci che solo una
semplice e pura amicizia; ti dico questo, perché non voglio che tu t’illuda e
poi magari ci rimani male a un mio “no, per me sei solo un ottimo/a amico/a”»
(Silvano Creaco).
■ Se per «paura» intendiamo
un preciso «meccanismo di difesa» dovuto a un vissuto traumatico, allora ha un
ruolo predominante: «l’interpretazione dei segnali» s’impone sulla «realtà»
degli stessi. In un’amicizia meno «compromessa» credo che sia più facile
decodificare i segnali e sentire meno il peso di tale «paura» (Tonino Mele).
■ Suppongo che se l’amicizia
è reale, chi sente solo questa, abbia molta paura solo se vede che dall’altra
parte c’è qualcosa di più. Certo a volte può essere solo una sensazione, ma è
difficile; in genere si capisce. (Michela Morgana, ps.).
■ La paura c’è. Ma se si
chiarisce le cose prima, penso che non s’arrivi alla richiesta di volere di più.
Questo, secondo me, può avvenire solo all’inizio d’un rapporto amichevole,
quando non si sono chiarite delle posizioni. Anche se, a volte, non si può
chiarire tutto a priori, perché non sai come le cose andranno, e si rischia,
come dire, di «peccare di presunzione»… Rendo l’idea? (Carla Illiano, ps.).
■
La paura ha un ruolo molto importante perché,
se una persona vuole avere più d’una amicizia, questa soffrirà nell’insicurezza
se l’altra persone vuole la stessa cosa o semplicemente l’amicizia; se uno dei
due s’innamora, l’amicizia sarà difficile (Rachel T. Garcia).
■ Un ruolo molto importante: In ogni situazione non chiara, l’importante è
chiarirsi immediatamente con l’altro (Caterina Annone, ps.).
■ All'inizio la paura
non sussiste, ora con internet è molto facile scambiare i segnali che una
persona lancia con amicizia, basta chiarire bene che si cerca solo
amicizia online e nulla di più (Maddalena Bissioni).
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/GeA07-Paura_attese_Mds.htm
24-12-2009; Aggiornamento: 19-02-2010
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