Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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INDAGINE SU GENERI E AMICIZIA

 

 a cura di Nicola Martella

 

3. COMUNICARE ALTRO

 

Oltre ai meccanismi di comunicazione razionale, quali altri meccanismi consci e inconsci si instaurano? Spiegazione: I livelli della comunicazione sono vari. Di là da ciò che comprendiamo e vogliamo con la mente, esi-stono altri livelli di comunicazione (p.es. verbale e non verbale) e altri meccanismi (desideri, aneliti, paura, ecc.) che sfuggono al controllo razionale. Inoltre, di là dai se-gnali che noi mandiamo, esistono i filtri interpretativi in chi li riceve; fraintendersi è facile.

 

     ■ Oltre i meccanismi di comunicazione verbale o comunque corporea (p.es. il gesticolare). Il nostro corpo può captare o emanare altri livelli di comunicazione inconsci. Spesso tra amici dove vi sono delle similarità caratteriali o simpatia, possono instaurarsi rapporti d’intesa. Ma ancor più si può arrivare all’empatia ovvero la comprensione emozionale dell’altra persona. Ciò si ha quando vi ha un forte legame affettivo. Spesso inconsciamente proprio per il forte rapporto d’intesa inconsciamente potremmo anche «capire» in anticipo come reagisce l’altro a una determinata situazione. Nella fattispecie in un rapporto tra persone di sesso opposto, quando il legame psichico arriva un coinvolgimento totale e si ha unità d’intenti si può arrivare a un rapporto che va oltre l’amicizia. Spesso l’uomo, recependo principalmente i segnali corporei della donna potrebbe «intendere» alcuni modi di porsi come un tacito consenso a un legame più forte: portando a un desiderio di legarsi a quella donna. Una donna per maggiore selezione, cercherà di scansare degli uomini che non si confanno alle proprie scelte. Proprio questo momento d’intesa, potrebbe creare nelle donne maggiore paura nel legarsi a un uomo anche in un rapporto d’amicizia (Vincenzo Russillo).

 

     ■ Credo che la tua spiegazione abbia risposto appieno la domanda! È naturale che si possano creare questi meccanismi di comunicazione e questo indipendentemente dalla persona che ci sta davanti, che sia del sesso opposto o meno! Perché ognuno di noi comunichiamo qualcosa che, a volte, l’altro fraintende, anche se è accettabile il fatto che nell’amicizia tra uomo e donna è più facile cadere in questo. La soluzione secondo me è essere il più possibile sinceri e schietti (Daniela Totaro).

 

     ■ Penso che bisogna discernere che cosa sia per te la partner che hai davanti. Io sono sposato, e credo di capire mia moglie semplicemente «da uno sguardo». Credo che si sviluppino delle «empatie» che vanno ben aldilà delle comunicazioni verbali (Stefano Frascaro).

 

     ■ Difficile è capire il linguaggio dell’altro pianeta se s’applica la sola nostra conoscenza del nostro pianeta. Per natura, siamo degli alieni nell’altro pianeta e, quindi, non solo non ne conosciamo tutto il linguaggio, ma non siamo neanche capiti, se non se ne studia la lingua o se non abbiamo un interprete. La comunicazione verbale è differente. I desideri e le emozioni sono diversi. Senza poi mai dimenticare che c’è quella fatale attrazione che, se non conosciuta e/o controllata, rischia il corto circuito come quell’elettrico del contatto tra due poli opposti (Guerino De Masi).

 

     ■ Altri meccanismi consci e inconsci che s’instaurano sono gli sguardi reciproci, malattie psicosomatiche (nel senso che tali malattie spesso nascondono un desiderio di comunicare agli altri i propri bisogni interiori), a volte reazione di tipo violento. Su quest’ultimo aspetto, oggigiorno sentiamo, ad esempio, di diversi giovani (naturalmente parlo in un ambito non cristiano) che sparano all’impazzata ai loro coetanei, a folle promiscue, ai loro genitori o alla loro fidanzata; tutto ciò rileva a volte un bisogno di comunicare soppresso, un modo di sfogare la propria rabbia per non essere stati capiti, ma solo fraintesi, e a volte per aver visto calpestati i loro sentimenti (Silvano Creaco).

 

     ■ Credo che nella comunicazione uomo-donna influisca molto l’istinto passionale o sensuale (uomo) e l’istinto emotivo e intuitivo (donna), che sono «istinti» che cercano una soddisfazione (desideri, aneliti), più che meccanismi (paura). I «meccanismi» mi pare che rispondano più a un bisogno di difesa per traumi sopraggiunti nel vissuto della persona, proprio in relazione con l’altro sesso, ma non solo. Anche questi comunque influiscono nella comunicazione uomo-donna e, con i primi, viaggiano in modo parallelo alla comunicazione razionale, finendo spesso per soppiantarla, con l’approfondirsi del rapporto (Tonino Mele).

 

     ■ Sì, direi che è molto facile fraintendersi. Se non ci s’apre realmente, l’altro, questi sa solo quello che tu lasci trapelare, o quello che tu vuoi che sappia. Chiaramente questo può variare da persona a persona, perché se si ha sensibilità, si può capire l’altro solo con uno sguardo. Ma ciò dipende da con chi si ha a che fare. La sincerità è la base d’un rapporto, di qualsiasi tipo di rapporto (Michela Morgana, ps.).

 

     ■ Ci sono gli sguardi, i gesti. Si può mostrare ugualmente dei sentimenti, anche se non si parla. L’interpretazione è differente qualche volta, perché ci sono delle persone che non sanno interpretare veramente quello che le altre persone vogliono dire e questo è un problema (Rachel T. Garcia).

 

     ■ Fraintendersi è facile se si desiderano delle cose, ma a parole se ne dicono altre. La paura di confessare all’altro cosa sentiamo veramente, ci porta inconsciamente ad avere atteggiamenti diversi da quelli che vorremmo. Bisogna essere sinceri con se stessi e con l’altro, se vogliamo che l’amicizia continui (Caterina Annone, ps.).

 

     Verissimo, bastano poche parole dette per rabbia, per rovinare qualsiasi comunicazione; un esempio eclatante è la mia esperienza personale: dopo quasi 20 anni continuo a sentirmi rifiutata da mio figlio (Maddalena Bissioni).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/GeA03-Comunica_altro_EnB.htm

24-12-2009; Aggiornamento: 19-02-2010

 

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