Un giorno mia figlia, studentessa universitaria di Matematica, mi dice che a una
lezione di Geometria il professore gli ha raccontato e rappresentato in un
diagramma cartesiano la seguente storia:
«Ci sono quattro tipi di persone:
■ Colui che fa del bene a sé stesso e il male agli altri. È il farabutto.
■ Colui che fa il male a sé stesso e il bene agli altri. È il virtuoso.
■ Colui che fa il bene a sé stesso e il bene agli altri. È l’onesto.
■ Colui che fa il male a sé stesso e il male agli altri. È lo stupido».
Senza saperlo, il professore ha raccontato, leggermente modificata, un’antica
storia ebraica. In un vecchio testo rabbinico che contiene le opinioni dei saggi
che hanno vissuto e insegnato in Israele prima e dopo Gesù, troviamo il seguente
detto:
«Ci sono quattro tipi di persone:
■ 1. Colui che dice: “Quello che è mio è mio, e quello che è tuo è tuo”. Questa
è la persona normale.
■ 2. Colui che dice: “Quello che è mio è tuo, e quello che è tuo è mio”. Questo
è il sempliciotto.
■ 3. Colui che dice: “Quello che è mio è tuo, e quello che è tuo è tuo”. Questa
è la persona santa.
■ 4. Colui che dice: “Quello che è mio è mio, e quello che è tuo mio». Questa è
la persona malvagia» (Mishnah, Avot 5,10).
A proposito del primo tipo di persona, colui che dice: «Quello che è mio è mio e
quello che è tuo è tuo», i rabbini hanno offerto un’altra interpretazione:
«Questo è il Sodomita» (ossia l’abitante di Sodoma).
Un cristiano può pensare che questa seconda opinione sia piuttosto particolare o
forse completamente fuori posto. Tuttavia, i rabbini erano dei lettori molto
attenti della Bibbia, e quest’opinione è sorta da una lettura attenta del testo.
Il profeta Ezechiele dichiarò agli abitanti di Gerusalemme: «Ecco, questa fu
l’iniquità di tua sorella Sodoma: lei e le sue figlie vivevano nell’orgoglio,
nell’abbondanza del pane e in una grande indolenza, ma non sostenevano la mano
dell’afflitto e del povero» (Ez 16,49). Considerato alla luce delle parole
d’Ezechiele, quella seconda interpretazione risalta come un incisivo commento su
Ez 16,49.
L’evangelista Luca ha registrato una storia riguardo un certo uomo ricco e un
povero di nome Lazzaro. Vivendo nello splendore, l’uomo ricco godeva della sua
ricchezza, mentre Lazzaro languiva fuori la porta di casa del ricco. La storia
dà l’impressione che l’uomo ricco ha fatto molto poco per alleviare il dolore di
Lazzaro. Probabilmente egli ha pensato che quello che era suo era suo, e quello
che era di Lazzaro era di Lazzaro.
Nei paesi occidentali, molti godono del privilegio di vivere nella prosperità
economica e molti hanno visto crescere la propria ricchezza personale. Dato che
il reddito netto dei cristiani occidentali è aumentato, e così anche
l’inseguimento alle cose belle della vita, la nostra preoccupazione verso gli
indigenti è anch’essa aumentata di conseguenza? Hanno i nostri sforzi verso il
benessere alleviato la sofferenza del povero con la stessa velocità? Se la
risposta è negativa, non dobbiamo né essere sorpresi né essere imbarazzati. Come
i vecchi rabbini hanno già suggerito, siamo semplicemente delle persone normali,
o al peggio, stiamo emulando le vie di Sodoma.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Persone_tipi_Lv.htm
23-03-2007; Aggiornamento: 06-07-2010 |