Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.
 Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL GOSSIP O PETTEGOLEZZO

 

 di Vincenzo Russillo

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Qui di seguito parleremo di gossip o pettegolezzo. Penso che la prima immagine che ci possa venire in mente è quella delle comari di paese, che si scambiano notizie riguardo a fatti presunti della vita altrui. È un fenomeno abbastanza comune in molte culture e possiamo definirlo in questo modo: «Con il termine pettegolezzo s’intende una serie di chiacchiere ritenute inopportune o indiscrete nei confronti di altre persone».[1] È una comune tendenza all’interno del gruppo di consociati a parlare di fatti altrui in modo maligno o nel riportare dicerie, che sono trasmesse di bocca in bocca, ma che sono false. Parafrasando una canzone di Fabrizio De Andrè, potremmo dire che il pettegolezzo è un vero virus che «come una freccia dall’arco scocca e vola veloce di bocca in bocca». Proprio così una notizia viene magari distorta e poi accentuata, creando curiosità nell’altro. Questo voyeurismo comunicativo attecchisce, perché è comune concentrarsi sulle mancanze degli altri, anziché sui propri errori. Come ebbe a dire Erica Jong, «Il pettegolezzo è l’oppio dell’oppresso».

     Conversazioni banali, che portano al piacere dei conversatori, possono avere effetti devastanti; infatti, la maldicenza può ferire gravemente il soggetto o i soggetti, che sono oggetto dello scambio di battute. Una malalingua può dividere gli amici migliori, rovinare una carriera oppure disseminare odio nelle famiglie.

     Ci proponiamo di esaminare attentamente questo fenomeno non solo per un fine analitico, ma nell’esposizione vogliamo proporre, tenendo conto dell’insegnamento biblico, quale sia il giusto atteggiamento per non ferire e soprattutto quale sia il parere di Dio sulle parole, che feriscono gli altri.

 

 

2.  UN FENOMENO IN CONTINUA EVOLUZIONE: Una volta, il gossip era fenomeno relegato alle piazze di paese, dove il pettegolezzo si propagava mediante il passaparola; oggi ha una diffusione più penetrante. Possiamo pensare agli SMS oppure alle e-mail. Non mancano interi siti, che sono usati per denigrare una persona. Ormai bastano pochi click per diffondere le notizie e sempre più persone tramite i social network non si fanno scappare l’occasione per un pettegolezzo digitale. È un fenomeno che coinvolge anche i più giovani. È ormai divenuta popolare la serie TV «Gossip Girl», molto seguita dai teenager, in cui delle giovani ragazze usano lo strumento del gossip in modo alquanto innovativo, creando suspense tra gli spettatori; la storia segue un plot abbastanza intricato dove il pettegolezzo e la bugia diventano un «arma» per conquistare la persona amata.

     È sicuramente devastante poter denigrare una persona, facendo leva sul pettegolezzo, che spesso viene alimentato dal desiderio di vendetta o dalla gelosia. Questo fenomeno ha grande rilevanza anche per la nostra giurisprudenza, che non solo vieta il gossip nei luoghi d’ufficio come atto, che viola la privacy[2], ma la suprema Corte di Cassazione ha dichiarato: «Ma non è certo la semplice curiosità del pubblico a poter giustificare la diffusione di notizie sulla vita privata altrui, perché è necessario che tali notizie rivestano oggettivamente interesse per la collettività» (Cass., sez. V, 10 dicembre 1997, Novi, m. 209804). Tenendo conto che le nostre parole o le cose che scriviamo, potranno avere rilevanza penale (ex. Art. 594 CP ingiuria) ovvero in quella più grave, di cui all’art. 595 CP (diffamazione). Sicuramente questo deve indurci a riflettere, prima di «sparare» con la nostra bocca verso qualcuno o di essere degli «Speedy Gonzales» della tastiera, inserendo su internet delle parole lesive.

 

 

3.  LA «LINGUA» E LA BIBBIA: Abbiamo visto come questo fenomeno sia in fase d’espansione. Esso è presentato quasi come moralmente accettabile per raggiungere il proprio fine. Mi è capitato di leggere queste parole che hanno un significato pregnante riguardo il tema che stiamo trattando: «Il pettegolezzo è l’arma subdola per ferire gli altri, e rimanere impuniti». Questo pensiero ci permette di fare due considerazioni poiché in parte è vera, essendo il pettegolezzo un’arma distruttiva; ma d’altra parte bisogna chiedersi: «Ciò che dico non avrà nessuna rilevanza?».

     A volte la legge non interviene in determinate fattispecie, non considerando rilevanti alcune parole. Questo però non ci deve indurre a pensare che le nostre parole non hanno alcun peso. Dio tiene conto di ogni nostra parola, nella Bibbia troviamo scritto: «Io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio» (Matteo 12,36). Le Sacre Scritture ci dicono chiaramente che l’Eterno pone una grande attenzione su ciò, che diciamo, ed è importante valutare il contenuto delle nostre conversazioni.

     Se dovessimo «riascoltare» le conversazioni, che abbiamo fatto nell’ultimo periodo, quante parole abbiamo usato per fare del gossip? Ragioniamoci sopra e vediamo quante volte abbiamo fatto del pettegolezzo, ovvero quante volte abbiamo parlato male di questa o quella persona. La Parola di Dio usa il verbo katalalèo che significa «parlare contro», ovvero in modo malevolo e ostile (cfr. 1 Pt 2,12, 3,16). Molte volte ci lasciamo trascinare da giudizi erronei o da critiche ingiustificate. Giacomo nel capitolo 4 al versetto 11 dice: «Non sparlate gli uni degli altri, fratelli. Chi dice male del fratello, o chi giudica il fratello, parla male della legge e giudica la legge. Ora, se tu giudichi la legge, non sei uno che la mette in pratica, ma un giudice» (cfr. Salmo 50,20). Prima di parlare, verifichiamo come stanno i fatti e vediamo se corrispondono a verità (Efesini 4,25); a ciò si aggiunga che è meglio parlare di meno e saper ascoltare di più, poiché il saggio medita ciò che dice (Proverbi 10,19). Una conversazione può degenerare, trasformandosi in una vera e propria calunnia, che danneggia l’onore e la reputazione di una persona.

     Come evidenziato, il pettegolezzo attrae le persone; vi è una comune tendenza a sentire parlare negativamente, poiché alimenta il giudizio e ci può far sentire superiori. La Bibbia dice: «Le parole del maldicente sono come ghiottonerie» (Proverbi 18,8). Questo circolo vizioso e perverso crea negatività e spesso crea danni anche dentro la chiesa. «L’uomo perverso semina contese, il maldicente disunisce gli amici migliori» (Proverbi 16,28). Dio etichetta chiaramente come segue chi parla senza usare il senno: «Chi dissimula l’odio, ha labbra bugiarde; e chi sparge calunnie, è uno stolto» (Proverbi 10,18). Usare il proprio tempo per seminare il pettegolezzo, è un spreco; bisogna imparare a coltivare parole d’incoraggiamento, che possono dare dei buoni frutti nella vita d’altri.

 

 

4.  CONCLUSIONI: Abbiamo potuto vedere che il gossip si può trasformare in una vera arma. A volte possiamo essere noi l’oggetto di maldicenze. Questo sicuramente può creare tante ferite, ma non bisogna agire con rabbia poiché rischieremo di commettere molti errori dettati dal furore (Proverbi 14,17).

     D’altra parte è utile per non alimentare le voci, avere una condotta eccellente. Un ultimo consiglio pratico da tenere a mente per evitare di diventare bersaglio del gossip è quello di evitare le cattive compagnie; un amico mi diceva sempre: «Guardati da chi parla male degli altri, molto probabilmente farà la stessa cosa parlando male di te con altri». È una cosa molto saggia e che possiamo trovare anche negli scritti sapienziali: «Chi va sparlando, palesa i segreti; perciò non t’immischiare con chi apre troppo le labbra» (Proverbi 20,19). Non prestiamo attenzione a chi parla male degli altri e facciamo nostra la preghiera di Davide: «Signore, poni una guardia davanti alla mia bocca, sorveglia l’uscio delle mie labbra» (Salmo 141,3).



[1]. Gian Carlo Oli, Dizionario della lingua italiana (Firenze, Le Monnier, 1971).

[2]. Sentenza nr. 44940/11 della Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione.

 

Il gossip o pettegolezzo? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Gossip_UnV.htm

28-01-2012; Aggiornamento: 01-02-2012

 

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