1. ENTRIAMO IN TEMA: Qui di
seguito parleremo di gossip o pettegolezzo. Penso che la prima immagine
che ci possa venire in mente è quella delle comari di paese, che si
scambiano notizie riguardo a fatti presunti della vita altrui. È un fenomeno
abbastanza comune in molte culture e possiamo definirlo in questo modo: «Con il
termine pettegolezzo s’intende una serie di chiacchiere ritenute inopportune o
indiscrete nei confronti di altre persone».
È una comune tendenza all’interno del gruppo di consociati a parlare di fatti
altrui in modo maligno o nel riportare dicerie, che sono trasmesse di
bocca in bocca, ma che sono false. Parafrasando una canzone di Fabrizio De
Andrè, potremmo dire che il pettegolezzo è un vero virus che «come una freccia
dall’arco scocca e vola veloce di bocca in bocca». Proprio così una notizia
viene magari distorta e poi accentuata, creando curiosità nell’altro. Questo
voyeurismo comunicativo attecchisce, perché è comune concentrarsi sulle
mancanze degli altri, anziché sui propri errori. Come ebbe a dire Erica Jong,
«Il pettegolezzo è l’oppio dell’oppresso».
Conversazioni banali, che portano al piacere dei conversatori, possono avere
effetti devastanti; infatti, la maldicenza può ferire gravemente il soggetto
o i soggetti, che sono oggetto dello scambio di battute. Una malalingua può
dividere gli amici migliori, rovinare una carriera oppure disseminare odio nelle
famiglie.
Ci proponiamo di esaminare attentamente questo fenomeno non solo per un
fine analitico, ma nell’esposizione vogliamo proporre, tenendo conto
dell’insegnamento biblico, quale sia il giusto atteggiamento per non ferire e
soprattutto quale sia il parere di Dio sulle parole, che feriscono gli altri.
2. UN FENOMENO IN CONTINUA EVOLUZIONE:
Una volta, il gossip era fenomeno relegato alle piazze di paese, dove il
pettegolezzo si propagava mediante il passaparola; oggi ha una diffusione più
penetrante. Possiamo pensare agli SMS oppure alle e-mail. Non
mancano interi siti, che sono usati per denigrare una persona. Ormai
bastano pochi click per diffondere le notizie e sempre più persone tramite i
social network non si fanno scappare l’occasione per un pettegolezzo digitale.
È un fenomeno che coinvolge anche i più giovani. È ormai divenuta popolare la
serie TV «Gossip Girl», molto seguita dai teenager, in cui delle giovani
ragazze usano lo strumento del gossip in modo alquanto innovativo, creando
suspense tra gli spettatori; la storia segue un plot abbastanza intricato dove
il pettegolezzo e la bugia diventano un «arma» per conquistare la persona amata.
È sicuramente devastante poter denigrare una persona, facendo leva sul
pettegolezzo, che spesso viene alimentato dal desiderio di vendetta o
dalla gelosia. Questo fenomeno ha grande rilevanza anche per la nostra
giurisprudenza, che non solo vieta il gossip nei luoghi d’ufficio come atto,
che viola la privacy,
ma la suprema Corte di Cassazione ha dichiarato: «Ma non è certo la semplice
curiosità del pubblico a poter giustificare la diffusione di notizie sulla vita
privata altrui, perché è necessario che tali notizie rivestano oggettivamente
interesse per la collettività» (Cass., sez. V, 10 dicembre 1997, Novi, m.
209804). Tenendo conto che le nostre parole o le cose che scriviamo, potranno
avere rilevanza penale (ex. Art. 594 CP ingiuria) ovvero in quella più
grave, di cui all’art. 595 CP (diffamazione). Sicuramente questo deve indurci a
riflettere, prima di «sparare» con la nostra bocca verso qualcuno o di essere
degli «Speedy Gonzales» della tastiera, inserendo su internet delle parole
lesive.
3. LA «LINGUA» E LA BIBBIA:
Abbiamo visto come questo fenomeno sia in fase d’espansione. Esso è presentato
quasi come moralmente accettabile per raggiungere il proprio fine. Mi è capitato
di leggere queste parole che hanno un significato pregnante riguardo il tema che
stiamo trattando: «Il pettegolezzo è l’arma subdola per ferire gli altri,
e rimanere impuniti». Questo pensiero ci permette di fare due considerazioni
poiché in parte è vera, essendo il pettegolezzo un’arma distruttiva; ma d’altra
parte bisogna chiedersi: «Ciò che dico non avrà nessuna rilevanza?».
A volte la
legge non interviene in determinate fattispecie, non considerando rilevanti
alcune parole. Questo però non ci deve indurre a pensare che le nostre parole
non hanno alcun peso. Dio tiene conto di ogni nostra parola, nella Bibbia
troviamo scritto: «Io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta,
gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio» (Matteo 12,36). Le
Sacre Scritture ci dicono chiaramente che l’Eterno pone una grande attenzione su
ciò, che diciamo, ed è importante valutare il contenuto delle nostre
conversazioni.
Se dovessimo «riascoltare» le conversazioni, che abbiamo fatto nell’ultimo
periodo, quante parole abbiamo usato per fare del gossip? Ragioniamoci sopra e
vediamo quante volte abbiamo fatto del pettegolezzo, ovvero quante volte abbiamo
parlato male di questa o quella persona. La Parola di Dio usa il verbo
katalalèo che significa «parlare contro», ovvero in modo malevolo e ostile
(cfr. 1 Pt 2,12, 3,16). Molte volte ci lasciamo trascinare da giudizi erronei o
da critiche ingiustificate. Giacomo nel capitolo 4 al versetto 11 dice: «Non
sparlate
gli uni degli altri, fratelli. Chi dice male del fratello, o chi giudica il
fratello, parla male della legge e giudica la legge. Ora, se tu giudichi la
legge, non sei uno che la mette in pratica, ma un giudice» (cfr. Salmo
50,20). Prima di parlare, verifichiamo come stanno i fatti e vediamo se
corrispondono a verità (Efesini 4,25); a ciò si aggiunga che è meglio parlare di
meno e saper ascoltare di più, poiché il saggio medita ciò che dice (Proverbi
10,19). Una conversazione può degenerare, trasformandosi in una vera e propria
calunnia, che danneggia l’onore e la reputazione di una persona.
Come evidenziato, il pettegolezzo attrae le persone; vi è una comune
tendenza a sentire parlare negativamente, poiché alimenta il giudizio e ci può
far
sentire superiori. La Bibbia dice: «Le parole del maldicente sono come
ghiottonerie» (Proverbi 18,8). Questo circolo vizioso e perverso crea
negatività e spesso crea danni anche dentro la chiesa. «L’uomo
perverso semina contese, il maldicente disunisce gli amici migliori»
(Proverbi 16,28). Dio etichetta chiaramente come segue chi parla senza usare il
senno: «Chi dissimula l’odio, ha labbra bugiarde; e chi sparge calunnie, è
uno stolto» (Proverbi 10,18). Usare il proprio tempo per seminare il
pettegolezzo, è un spreco; bisogna imparare a coltivare parole
d’incoraggiamento, che possono dare dei buoni frutti nella vita d’altri.
4. CONCLUSIONI: Abbiamo
potuto vedere che il gossip si può trasformare in una vera arma. A volte
possiamo essere noi l’oggetto di maldicenze. Questo sicuramente può creare tante
ferite, ma non bisogna agire con rabbia poiché rischieremo di
commettere molti errori dettati dal furore (Proverbi 14,17).
D’altra parte è utile per non alimentare le voci, avere una condotta
eccellente. Un ultimo consiglio pratico da tenere a mente per evitare di
diventare bersaglio del gossip è quello di evitare le cattive compagnie;
un amico mi diceva sempre: «Guardati da chi parla male degli altri, molto
probabilmente farà la stessa cosa parlando male di te con altri». È una
cosa molto saggia e che possiamo trovare anche negli scritti sapienziali: «Chi
va sparlando, palesa i segreti; perciò non t’immischiare con chi apre troppo le
labbra» (Proverbi 20,19). Non prestiamo attenzione a chi parla male degli
altri e facciamo nostra la preghiera di Davide: «Signore, poni una guardia
davanti alla mia bocca, sorveglia l’uscio delle mie labbra» (Salmo 141,3).
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Il gossip o pettegolezzo? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Gossip_UnV.htm
28-01-2012; Aggiornamento: 01-02-2012 |