Il
titolo originario del seguente articolo è «Il complesso di Ester», un’eroina
della Bibbia che, al suo tempo, sotto la pressione morale del suo parente Mardocheo, da donna abituata alle agiatezze divenne intrepida, mettendo a
rischio la sua vita nell’intento di salvare il suo popolo, Israele. Tale forte
identificazione, tipica dell’adolescenza, con un’eroina in una specifica
circostanza dovette essere sacrificata sull’altare di un altro eroismo più
persistente: quello di una moglie e madre, che vuole onorare Dio, resistendo
senza indietreggiare nella «trincea» domestica e nel servizio per il Signore!
Per l’autrice, Maria di Nazareth esprime al meglio la nuova identificazione. È
un articolo, di cui consiglio la lettura a tutti! {Nicola Martella} |
1. ATTESE E REALTÀ: Eccomi, sono di nuovo qui che
rimescolo il pentolone! I
capelli, lavati stamattina, sanno già di nuovo di ragù. E sulla maglietta,
appena messa, c’è già una scia di liquido non meglio identificato, proveniente
dallo starnuto di mio figlio. Eccomi, quindi: faccia stanca, occhiaie, messaggi
di richiesta riguardo a compiti da rispondere, la secondogenita al tavolo che
vuole fare un lavoretto...
Eppure, quando
avevo 20 anni e andavo all’università, i sogni e le ambizioni per
la mia vita erano un po’ diverse... Intanto non ho mai voluto fare la cuoca,
eppure tre volte al giorno c’è una famiglia, che è seduta intorno al tavolo e
vuole essere nutrita. In secondo luogo, ero abituata che quando riordinavo una
cosa, quella rimanesse al suo posto e non tornasse «magicamente» per terra; o
quando pulivo una stanza, quella rimanesse pulita almeno per una settimana e non
per appena 5 minuti. Pensavo che avrei fatto la differenza: avrei salvato tutti
i bambini del mondo dalla povertà, avrei vissuto una vita avventurosa e sempre
in viaggio.
È singolare come le aspettative, che abbiamo da giovani, siano spesso diverse
dalla realtà.
2. O FOSSI STATA ESTER!: Un’altra cosa che ricordo è che dei personaggi
femminili della Bibbia, quella cui avrei voluto somigliare di più, era la
regina
Ester. Non so se avete mai letto la sua storia. Da essa scopriamo che lei era
così estremamente bella, da essere scelta tra tante, per diventare moglie del re Assuero. Inoltre, pensate che le fu dato addirittura un intero anno, per
rendersi ancora più bella e profumata! E al riguardo le vennero forniti tutti i
trattamenti e i prodotti di bellezza dell’epoca! ...e pensare che io devo
piangere, per avere 5 minuti per andare in bagno da sola! Come se non bastasse,
divenne anche una sorta di eroina nazionale; e in sua memoria ancora oggi gli
Ebrei festeggiano la festa dei Purim, ogni anno! Era bella e famosa insomma; mi
poteva bastare come obbiettivo! ☺
3. ALTRO MODELLO CERCASI: Crescendo, invece, ho scoperto che essere come Ester
era solo un’utopia. Così ho cominciato ad apprezzare di più un’altra donna della
Bibbia, che mi rispecchia di più nella realtà, perché mamma e casalinga e sulla
quale da giovane non mi ero mai fatta molte domande. Parlo di Maria, madre di
Gesù.
Se posso azzardare un confronto, credo che anche lei per la maggior parte della
sua vita odorasse di cibo cucinato! E se per me è un’utopia riuscire a farmi un
bagno rilassante in tutta calma, il dispiacere si affievolisce, pensando che lei
non aveva neppure un bagno nella stalla, in cui ha partorito. Dalla Bibbia non
risalta la sua bellezza ma la sua umiltà e sottomissione, la dedizione alla
famiglia e la cura per i suoi figli. Durante la sua vita sono stati più i
problemi e le sofferenze che la fama e il benessere; eppure le era stato
affidato un compito grandissimo: mettere al mondo Gesù e con esso crescerlo,
curarlo, educarlo, lavargli i vestiti, spazzare la sua camera...
4. EVIDENZE RISULTANTI: A questo punto mi fermo, non voglio ora fare un paragone
tra le due donne, tra Ester e Maria, perché ritengo che ognuna abbia la sua
importanza, la sua storia, il suo scopo datole da Dio, ma voglio comunque
puntualizzare alcuni ragionamenti che mi sono venuti, guardando le loro vite.
■ Come donne possiamo avere un
grande compito nella nostra vita. Non è detto che
sia un compito eclatante e visibile come Ester, che ha salvato il suo popolo; ma
potrebbe essere un compito svolto in silenzio e umilmente e che per anni non ci
darà un contraccambio, come nella vita di Maria.
■ Non è detto che la bellezza e una
vita sotto i riflettori sia il destino di
ogni donna e che solo questo potrà rendere felice la sua vita. Ci sono altre
doti più intime e nascoste, che tu e io possiamo possedere e che dobbiamo
coltivare per vivere una vita appagata.
■ La
fama e il riconoscimento, che possiamo ottenere qui sulla terra, può essere
bello e gratificante. Tuttavia, non è detto che tante cose, che facciamo e che
nessuno nota, non vengano invece notate da Dio, che tutto vede. E, un giorno,
sarà proprio Lui a dirci: «Brava! Ben fatto!». Egli ci premierà per la nostra
dedizione e il nostro impegno, e ciò vale sia per le cose eclatanti, sia per
quelle nascoste e umili di ogni giorno.
■ Non dobbiamo vivere la nostra vita con il «complesso di Ester», ovvero con il
desiderio di diventare una donna di successo e famosa. Non dobbiamo vivere
pensando alle opportunità sprecate, vere o presunte che siano, a causa delle
nostre ambizioni troppo alte! Affrontiamo, invece, con passione ed energia ogni
sfida, che ci si presenta, sia grande e visibile, sia piccola e umile.
Va bene,
torno al mio ragù! Lo mescolerò con molto impegno, lo assaggerò e
aggiusterò di sale, come se dovesse essere servito a un re. E dopo laverò la
pentola, facendola risplendere come l’argento... E farò tutto con amore: per la
mia famiglia, per Dio che mi ha dato il compito di curarla, per me stessa.
Infatti, sarò felice di aver svolto bene e fino in fondo il mio compito di oggi.
Fonte originale:
Il complesso di Ester
(articolo usato con permesso; per questa versione elaborata e adattata: ©
Punto°A°Croce).
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Eroina_casa_GeR.htm
01/03/2018; Aggiornamento:
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