Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Entrare nella breccia 1

 

Riuscire nella vita

 

 

 

 

In prima linea — Entrare nella breccia 1:

   Qui sono contenuti i principi di cura d’anime generale. Ecco le parti principali:
■ Gli aspetti generali
■ La consulenza
■ Gli aspetti dottrinali
■ I problemi della consulenza

 

Fare fronte — Entrare nella breccia 2:

   Si tratta della consulenza specifica al problema dell’occultismo. Eccole parti principali:
■ Consulenza specifica
■ Approfondimento delle problematiche
■ Aspetti critici
■ Fatti, casi ed eventi
■ Dizionarietto dei termini
■ Fogli d’analisi
■ Excursus: Rimostranze verso fratelli  

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

Entrare nella breccia 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PUÒ UN CRISTIANO ESSERE DEPRESSO?

 

 di Tonino Mele

 

Anche a rischio di far crollare qualche mito, dobbiamo rispondere a questa domanda come segue: Purtroppo è possibile che un cristiano sincero, che ha fatto sul serio con il Signore, possa cadere nella depressione.

     Il dott. Hyder, uno psichiatra cristiano francese, ha così descritto questo fenomeno: «Benché non abbiamo molta voglia di riconoscerlo, la depressione può attentare anche i credenti, come i non credenti... il cristiano sofferente di depressione è molto più oppresso del non cristiano. Il suo triste umore gli dà l’impressione di essere separato non solo dai suoi simili, ma anche da Dio. Egli dubita della sicurezza della sua salvezza. Egli si domanda se è realmente un vero credente! I suoi peccati sono stati realmente perdonati? Egli studia le Scritture e fa esattamente il contrario di quel che potrà aiutarlo a uscirne. Egli si pente, confessa la sua colpa, si riprende, ma continua a sentirsi depresso. Più passa il tempo in preghiera, più egli concentra i suoi pensieri su sé stesso, sui suoi sentimenti e sui propri problemi. Egli diviene egoista nella preghiera...» (da «La nostra salute mentale»)

     Nell’Antico Testamento, possiamo trovare vari personaggi che avevano consacrato la loro vita a Dio e che Dio aveva usato, che parlano con il linguaggio tipico di chi è depresso e hanno atteggiamenti tipici di chi si trova nella depressione, ad esempio: l’autocommiserazione e il desiderio di farla finita. Tra questi possiamo citare: Giobbe (3,1,3s.6.10s); Mosè (Nu 11,10-15); Elia (1 Re 19,4.10); Giona (4,1.3); Geremia (15,10.17s); Davide (Sal 13,1ss; 38,1-14; 42,3.5s.9ss; ecc.).

     Anche Martin Lutero, il grande riformatore tedesco, cadeva in profondi stati depressivi, talché la moglie lo ammoniva dicendo che Dio non era morto.

     La storia della chiesa cristiana ci tramanda che anche grandi uomini di Dio del passato, grandi pionieri dell’Evangelo e grandi missionari, furono vittime della depressione. Fra questi ricordiamo: Davide Braynerd, Hudson Taylor e Adoniram Judson.

     Davide Brainerd è stato forse il più grande missionario fra i pellerossa, gli indiani d’America, eppure spesso nei suoi diari si può leggere dei suoi insuccessi e dei suoi frequenti stati di malinconia e depressione. Eppure Dio lo usò parecchio. La stessa cosa si può dire di Hudson Taylor, fondatore della missione per l’interno della Cina. Grande fu la sua fede, il suo impegno e il suo zelo, eppure anche questo grande missionario, così dicono gli storici, era soggetto a «frequenti depressioni e finì i suoi giorni «isolato in Svizzera con un forte esaurimento fisico e mentale», curato da sua moglie Jennie (da «Verso le estremità della terra», p. 205)

     Forse l’esempio più emblematico, però, anche se più bello per come è andata a finire, è quello di Adoniram Judson, eroico missionario nella Birmania. Così racconta la sua esperienza la storica Ruth Tucker: «La reazione immediata di Judson alla morte di Nancy (sua moglie) fu quella di affogare il suo dolore nel lavoro. Per più di un anno egli mantenne un ritmo frenetico nel lavoro di traduzione e nell’evangelizzazione, ma il suo cuore vagava altrove. Nel suo intimo covavano dolore e sensi di colpa, da cui aveva bisogno di essere liberato. Egli non riusciva a perdonarsi di non essere stato al fianco di Nancy nel momento in cui aveva avuto maggior bisogno di lui. Il dolore stravolgente che provava non diminuiva, anzi sembrava intensificarsi. Con l’aumentare della depressione egli cominciò a rendere meno anche nel lavoro. Cominciò a ritirarsi, passando lunghi periodi di meditazione, evitando qualsiasi contatto con gli altri. Evitava persino di mangiare con gli altri missionari nella casa della missione. Infine, quasi due anni dopo la morte di Nancy, tagliò i ponti con la società e si ritirò nella giungla, costruendosi una capanna e vivendo come un eremita. Arrivò persino a scavarsi una fossa dove vegliò per giorni e giorni riempiendo la sua mente di pensieri morbosi sulla morte. Una desolazione spirituale lo invase: “Dio è per me il Grande sconosciuto. Credo in Lui ma non lo trovo”. Fortunatamente il suo squilibrio mentale non fu definitivo. Non ci furono psichiatri, non ci furono psicoanalisti e non ci fu nessuna terapia di gruppo. Ci fu invece una valanga di amore e di preghiere da parte dei suoi colleghi e dei credenti indigeni. Inoltre, la sua fede, ben fondata, resistette anche nei momenti di dubbio più profondo. Lentamente venne fuori dalla paralisi a cui la depressione lo aveva costretto e uscendone, acquisì una rinnovata profondità spirituale che rese più incisivo il suo ministero. Cominciò a viaggiare per la Birmania, aiutando altri missionari nei loro avamposti. Ovunque andasse suscitava la stessa reazione: folle di persone alla ricerca della verità, conversioni e segni di crescita spirituale. Egli avvertiva un rinnovato spirito di interessamento in tutta la lunghezza e larghezza del paese».

     Ecco, ciò che Dio può fare anche in un cristiano che è stato depresso: Egli può rinnovarlo daccapo e renderlo più utile di prima. Forse è per questo che il salmista Davide, che pur conobbe la depressione, in un suo salmo dice: «È stato un bene per me l’afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti» (Sal 119,71). E l’apostolo Paolo altresì poté dire: «Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione» (2 Cor 1,3s).

     Non c’è dunque alcun motivo per non riconoscere che anche noi, pur essendo cristiani, possiamo passare nella valle della disperazione, dove stentiamo a rialzarci. Purtroppo il problema che il credente spesso si fa, è che in tale condizione di malinconia e di abbattimento non è più una testimonianza per il suo Signore e Salvatore Gesù Cristo, agli occhi del mondo. E questo è veramente, per il cristiano sincero un tormento, un qualcosa di cui si vergogna profondamente, e vorrebbe mille volte morire pur di non disonorare il suo Dio. La questione però, è che, quando cade nella depressione, difficilmente si può rialzare dall’oggi al domani, per cui tanto vale riconoscere e accettare il suo stato, come qualcosa che comunque Dio può risanare e sfruttare per la sua gloria, come abbiamo visto è stato il caso di Adoniram Judson. Dio è potente ed Egli può fare infinitamente al di là di ciò che immaginiamo e pensiamo.

 

Per l’approfondimento della depressione cfr. Nicola Martella, «I disturbi psichici e le loro cause», Entrare nella breccia(Punto°A°Croce, Roma 1996), pp. 141-161. Cfr. qui anche «Psicologia e cura d’anime», pp. 162-178.

 

Depressione e fede {Nicola Martella} (T)

Cause e cura della depressione {Egle Paolucci} (A)

Gesù è mai caduto in depressione? {Tonino Mele} (A)

 

URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Cristiano_depresso_EnB.htm

26-04-2007; Aggiornamento: 06-04-2010

 

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce