Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Malattia e guarigione 1

 

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La salute fra scienza, religioni e ideologie — Malattia e guarigione 1:

   Ecco le parti principali:
■ La questione della medicina e delle sue alternative
■ Guarigione e problematica
■ La medicina e la Bibbia

 

Dizionario delle medicine alternative — Malattia e guarigione 2:

   Ecco il procedimento usato per i singoli temi:
■ Presentazione del metodo o della problematica
■ Analisi critica scientifica, medica, razionale
■ Punto di vista biblico e valutazione della questione nel cristianesimo
■ Possibili alternative.

 

Inoltre ci sono anche queste parti:
■ Fatti, casi ed eventi nella paramedicina
■ Registro delle voci
■ Registro ragionato delle voci

 

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FINE VITA E TESTAMENTO BIOLOGICO

 

 di Nicola Martella

 

Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni.

 

Un lettore mi ha inviato una richiesta di chiarimento dal titolo «Eutanasia, testamento biologico e dintorni...»: Caro fratello Nicola, non so se hai già pubblicato qualcosa al riguardo, ma non sono riuscito a trovare questi riferimenti. Volevo sapere cosa dice la Bibbia a proposito dell’eutanasia, del mantenere in vita artificialmente una persona ritenuta clinicamente morta o in stato vegetativo e cosa dovrebbe chiedere un discepolo di Cristo nel suo «testamento biologico» nel caso, in cui dovesse trovarsi in una di queste nefaste condizioni.

     Che Dio ti benedica e grazie per il tempo che dedicherai a questa domanda. {Alessio Guida; 26-03-2011}

 

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito.

 

 

1.  ALCUNE QUESTIONI DI BASE: Anche altri nel passato hanno posto tale domanda. Il tema, però, è troppo complesso e controverso e gli animi si riscaldano presto per argomenti del genere.

     Per onestà bisogna ammettere che la Bibbia non affronta mai la questione dell’eutanasia, il mantenere in stato vegetativo persone clinicamente morte o l’allungamento artificiale della vita per persone affette da gravi patologie. Per tali motivi, un esegeta deve dire dapprima: «La Bibbia non lo afferma, perciò io non posso saperlo». In questa, come in altre questioni, di cui la Bibbia non afferma nulla di specifico, si dovrà procedere per analogia e per deduzione all’interno di un orizzonte molto più vasto.

     Tali questioni non rientravano nell’orizzonte delle persone dell’AT e del NT per il semplice motivo che la medicina a quei tempi non era in grado di allungare la vita in modo artificiale. Per eutanasia si intendeva semplicemente il suicidio autoindotto con sostanze letali, ma ciò non era legato alle questioni odierne sul «fine vita», ma spesso ad altre questioni ricorrenti a tutte le età (crisi, depressione, disperazione, sventure, disonore, ecc.). La vita seguiva il suo corso con salute e malattie; e i credenti potevano sperare solo nella guarigione e nel ristabilimento da parte del Signore (cfr. Ezechia; 2 Re 20,1-11). L’allungamento della vita in modo artificiale non era cosa conosciuta né probabilmente immaginabile allora.

     Penso che bisogna distinguere la morte indotta (eutanasia) dal rifiuto dell’accanimento terapeutico, ossia di essere tenuto in vita artificialmente con macchine o medicinali, allungando così solo l’agonia e diminuendo così la qualità di vita e la dignità di persona.

     Quali siano i confini in tutto ciò, è difficile stabilirlo per legge e come norma valida oggettivamente per tutti. Ogni situazione è diversa sia oggettivamente, sia soggettivamente. Certo si possono raggruppare insieme certe categorie e quadri clinici e creare per loro dei protocolli medici particolari per ogni tipologia.

     Non è sbagliato fare il proprio «testamento biologico» per un cristiano, tanto più perché ha una speranza, che va ben di là dalla vita attuale. In ogni modo, l’inizio della vita e la fine della vita sono accompagnati da tante incognite, e ogni cristiano deve rispondere per sé dinanzi a Dio e alla propria coscienza che cosa metterci nel proprio «testamento biologico».

 

 

2.  ALCUNE RIFLESSIONI BIBLICHE: Non ho al riguardo chiare risposte valide per tutti, ma ho fatto le seguenti riflessioni per me stesso. Esse possono servire ad altri per riflettere e per la discussione in merito.

     ■ La vita è un dono di Dio (Gb 33,4; Ec 8,15; At 17,25). Lo stesso dicasi di una vita lunga e prosperosa (Pr 3,2). Il salmista chiedeva: «Qual è l’uomo che prenda piacere nella vita, e ami lunghezza di giorni per godere del bene?» (Sal 34,12). Nella malattia si crede di avere poca vita dinanzi a sé e ci si rende conto della propria fragilità (Sal 39,4ss).

 

     ■ Nessuno ha sicurezze in se stesso sullo svolgimento e sulla fine della propria vita. Per questo il salmista pregava: «O Eterno, fammi conoscere la mia fine e qual è la misura dei miei giorni. Fa’ ch’io sappia quanto sono fragile» (Sal 39,4).

 

     ■ Bisogna prepararsi alla propria fine. «Noi finiamo gli anni nostri come un soffio. I giorni dei nostri anni arrivano a settant’anni; o, per i più forti, a ottant’anni; e quel che ne fa l’orgoglio, non è che travaglio e vanità; perché passa presto, e noi ce ne voliamo viaInsegnaci dunque a così contare nostri giorni, che acquistiamo un cuore savio» (Sal 90,9s.12).

 

     ■ Nessuno può programmare con precisione il modo come morirà, le circostanze e lo stato clinico al momento della sua morte. Ci sono calamità improvvise (cfr. Gr 6,26; Ez 24,26), mali che diventano subito gravi e portano in breve tempo alla morte (1 Re 17,17) e malattie lunghe e dolorose (2 Cr 21,19).

 

     ■ Si può confidare nel Signore, che sosterrà i suoi fedeli fino alla fine, sia che siano in salute o nella malattia. Ad esempio, «Abrahamo spirò in prospera vecchiaia, attempato e sazio di giorni» (Gn 25,8); come «vecchio e sazio di giorni» morirono anche Isacco (Gn 35,29), Davide (1 Cr 23,1; 29,28), Jehoiada (2 Cr 24,15), Giobbe (Gb 42,17). Lo stesso Giobbe, però, dovette ammettere: «L’uomo, nato di donna, vive pochi giorni, e sazio d’affanni. Spunta come un fiore, poi è reciso; fugge come un’ombra, e non dura» (Gb 14,1s). Non pochi salmisti si lamentarono col Signore, supplicandolo per l’aiuto, trovandosi in grave malattia (Sal 41,5-8 «Quando morrà?... Un male incurabile, essi dicono»). Anche altri uomini di Dio si ammalarono mortalmente. «Eliseo cadde malato di quella malattia, che lo doveva condurre alla morte» (2 Re 13,14). Come abbiamo visto, in alcuni casi Dio guarì chi era malato a morte (2 Re 20,7 Ezechia), altri casi no (2 Sm 12,14s; 2 Cor 12,9). Davide cantava del fedele: «L’Eterno lo sosterrà quando sarà nel letto della infermità; tu trasformerai interamente il suo letto di malattia» (Sal 41,3).

 

     ■ I credenti biblici sanno che anche l’attimo della morte è un momento particolare agli occhi di Dio. «Cosa di gran momento è agli occhi dell’Eterno la morte dei suoi diletti» (Sal116,15).

 

     ■ Vita e morte sono relativizzati dalla fede in Cristo, essendo diventato il credente uno con Cristo nella sua morte e nella sua risurrezione. «Con ogni franchezza, ora come sempre Cristo sarà magnificato nel mio corpo, sia con la vita, sia con la morte. Poiché per me il vivere è Cristo, e il morire guadagno… Io sono stretto dai due lati: ho desiderio di partire e d’essere con Cristo, perché è cosa di gran lunga migliore; ma il mio rimanere nella carne è più necessario per voi» (Fil 1,20s). «Noi portiamo sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo; poiché noi che viviamo, siamo sempre esposti alla morte per amore di Gesù, affinché anche la vita di Gesù sia manifestata nella nostra carne mortale» (2 Cor 4,10s). «Se viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore; sia dunque che viviamo o che moriamo, noi siamo del Signore» (Rm 14,8).

 

     ■ Allungare la vita non è l’obiettivo dei figli di Dio nel nuovo patto, visto che la morte arriverà comunque e che solo la risurrezione porterà il necessario e risolutivo cambiamento. «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morrà mai» (Gv 11,25s; cfr. 1 Cor 15).

 

     ■ L’importante è come si vive rispetto Dio, mentre il mistero del morire e della morte possiamo lasciarli nelle mani del Dio misericordioso. «Ma io non faccio alcun conto della vita, quasi mi fosse cara, pur di compiere il mio corso e il ministero, che ho ricevuto dal Signor Gesù, che è di testimoniare dell’Evangelo della grazia di Dio» (At 20,24). «Sii fedele fino alla morte, e io ti darò la corona della vita» (Ap 2,10; cfr. Gcm 1,12). «Quanto a me io sto per essere offerto a mo’ di libagione, e il tempo della mia dipartenza è giunto. Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede; del rimanente mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione» (2 Tm 4,6ss; cfr. Fil 3,12ss).

 

Spero che queste semplici riflessioni potranno aiutare il lettore nell’orientamento. Un tema affine è il seguente: «Suicidio di un cristiano». In esso ragioniamo sul senso della vita e della morte per un cristiano biblico.

 

Fine vita e Testamento biologico? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Testamento_biologico_MeG.htm

28-03-2011; Aggiornamento: 30-03-2011

 

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