Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Uniti nella verità

 

Strutture paraecclesiali

 

 

 

 

Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.
 Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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SOSTANZA E FORMA IN INTERNET

 

 di Nicola Martella

 

Un lettore ci ha presentato la seguente questione.

 

Carissimo Nicola, partendo dai link posti in un contributo di uno dei lettori del tuo sito, sono arrivato su un sito evangelico (credo si chiami [***]). Con mio sommo stupore ho potuto notare una marea di errori grammaticali, che sovrastavano la totale mancanza di verità bibliche. Alcune volte, succede anche a me di fare errori di tastiera, ma credimi quelli puzzavano d’ignoranza da molto lontano.

     Invece d’insegnare dottrine fasulle, i vari «pastori» italiani non farebbero bene a insegnare un po’ di grammatica italiana? Non dico tanto i congiuntivi quanto proprio le cose elementari. Come si fa a tentare di evangelizzare un «ateo» acculturato, quando si dimostra tanta ignoranza? Non c’è il pericolo di diventare «poco credibili»? In effetti, la Parola di Dio, pur essendo stata scritta da uomini, alcune volte non culturalmente elevati, presenta sempre una correttezza grammaticale, oltre che di sapienza. Un abbraccio fraterno. {Maurizio Marino; 03-08-2010}

 

Ad aspetti rilevanti di tale questione rispondiamo qui di seguito.

 

Ha ragione questo lettore. Se sapesse quante «prediche» faccio a vari fratelli, che gestiscono blog, siti o social network, perché curino di più la forma: la struttura degli articoli, l'ortografia, la grammatica, la sintassi e così via. Se sapesse anche quanto mi costa correggere gli errori di vario genere negli articoli e contributi che mi arrivano, prima di metterli in rete! Poi c’è chi, intento ad argomentare, confonde «gnostico» e «agnostico» (proprio il contrario!), «spiritualista» e «spiritista» (che offesa sentirsi dire quest’ultimo!), e cose simili. Eppure aprono temi in rete e pretendono di gestirli. Quante volte ho detto a questi credenti: «Le idee sono buone, ma fai correggere da qualcuno i temi prima di metterli in rete! Altrimenti la gente non prenderà sul serio ciò che scrivi o, addirittura, ti darà dello sprovveduto o cose del genere».

     Se ciò non bastasse, mi trovo spesso a confrontarmi con gente che, pur essendo sgrammaticata e illogica nel suo pensiero, vuol fare il dottore della legge o lo «scriba ammaestrato per il regno dei cieli» (Mt 13,52). Inoltre, persone, che necessitano di latte, la fanno da maestri (Eb 5,12ss). Così pure individui, che pur scrivendo senza grammatica né logica, non sanno controllare la loro logorrea né la loro condotta fuori le righe, si permettono di dirne di tutti i colori, si vestono volentieri da maestri (Gcm 3,1ss) e usano ogni occasione per parlare dei due o tre temi a loro cari, che ci stanno o meno nel tema di discussione corrente.

     Il loro livello culturale si mostra dal linguaggio non letterario tipo SMS, a cui si associano altri elementi come i tre puntini usati ogni tre parole, se non per ogni altro segno d’interpunzione, le frasi oceaniche senza capo né coda, la mancanza di maiuscole nei nomi propri o all’inizio di frase o, al contrario, dall’uso esclusivo o prevalente di maiuscole; e così via. Leggere tali contributi, temi o scritti diventa un supplizio per occhi e cervello. Eppure tali provetti scrittori pretendono di trasmettere un messaggio importante e di essere presi sul serio; cerco di capire, ma dopo un po’ il cervello va in tilt. Se poi a ciò si accompagna un linguaggio paternalistico (predichette moraleggianti) e di rimprovero per questo o quello o addirittura impertinenza e arroganza, la misura della longanimità diventa presto piena… e lascio il campo.

     Gli scrittori biblici, sia quelli eruditi ma con problemi di vista, sia quelli con limiti culturali (non spirituali!), ebbero l’umiltà di servirsi di segretari, a cui dettarono i loro libri e le loro lettere (Gr 36,4.6.18.27.32; 45.1 Baruc; Rm 16,22 Terzio; 1 Pt 5,12 Silvano).

     Quando vengo invitato a leggere un n articolo altrui e lo trovo senza struttura o con errori di vario genere, dopo un po’, il mio cervello si rifiuta di proseguire la lettura. Spesso scrivo all’autore, mandandogli alcune regole del buono scrivere, oltre a link per miei articoli di approfondimento. [► Come analizzare uno scritto; ► Introduzione allo scrivere un tema] Alcuni le apprezzano e le usano, altri ringraziano (semmai lo fanno), ma continuano come prima.

     Non mi resta da dire che chi ritiene di avere un grande messaggio da trasmettere, si curi di saperlo trasmettere nei modi e nelle forme che lo rendano attraente, leggibile, recepibile, comprensibile e, poi, trasmissibile. Chi non comprende subito di che cosa si tratta in un qualsiasi scritto, passa subito oltre; o addirittura prende fischi per fiaschi, facendosi una falsa immagine dei credenti.

     Un’ultima nota va a quei cosiddetti «articoli», che consistono in stragrande maggioranza in miscele assortiti di versetti biblici, spesso pure male organizzati. Eppure tali autori pretendono di aver scritto un articolo! Eppure in tale indebita versettologia non si capisce spesso dove sia il capo e la coda. La cosa singolare è quando alcuni credono di rispondere a un articolo o al contributo di qualcuno con una tale lista versettologica, che appaiono a volte pure fuori tema, come i cavoli a merenda.

     Ho dovuto pensare ai sapienti d’Israele che formulavano massime precise e concise per trasmettere la sapienza derivante dal timor di Dio e dalla meditazione sulla Torà e sulla vita; non c’era nulla di improvvisato, di sgrammaticato o senza forma appropriata. Ecco uno di loro come conclude il suo libro: «L’Ecclesiaste, oltre a essere un sapiente, ha anche insegnato al popolo la conoscenza, e ha ponderato, scrutato e messo in ordine un gran numero di sentenze. L’Ecclesiaste s’è applicato a trovare delle parole gradevoli; esse sono state scritte con dirittura, e sono parole di verità. Le parole dei sapienti sono come degli stimoli, e le collezioni delle sentenze sono come dei chiodi ben piantati; esse sono date da un solo pastore» (Ec 12,11ss). Non c’è quindi spazio alle goffe improvvisazioni…

 

Sostanza e forma in Internet? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Sostanza_forma_Internet_UnV.htm

31-08-2010; Aggiornamento: 02-09-2010

 

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