La questione del lettore ▲
Mi sconcerta leggere fitte pagine su Benny Hinn, curate oltre tutto da
pastori evangelici e credenti cristiani.
Non voglio parlarne né pro né contro, ma vorrei farvi
sottolineare alcune cose: Vi siete mai chiesti in Italia quanti pastori
evangelici vivono nel benessere con i ricavati delle decime e offerte, e di
commercio di libri, DVD, audio cassette a prezzi sbalorditivi? Vi siete mai
chiesti quanti pastori evangelici camminano con auto lussuose, e risiedono in
belli appartamenti o ville con il ricavato sempre delle pecorelle? Vi siete mai
chiesti che tutti sono a tempo pieno sulle spalle dei credenti, mentre nelle
stesse chiese ci sono membri e famiglie intere nel bisogno più degradato e che
non vengono aiutati per niente? Vi siete mai chiesti che certi rinomati pastori
quante centinaia di milioni hanno buttato inutilmente per abbellire i loro
edifici di culto, quando molta povera gente anche credenti muoiono di fame? Dio
forse sarebbe interessato ad apprezzare l’edificio o il prossimo? (Atti degli
apostoli 2,37.47).
Gesù, sarebbe nato in un palazzo reale o dentro una
grotta? Gesù calpestava l’oro oppure il fango? la stessa cosa per gli apostoli e
discepoli.
Non credete che oggi invece ci troviamo in una fase
religiosa molto babilonese, in cui si sta superando la religione cattolica? Non
credete che in Italia ci sono più religiosi farisei che cristiani? Non credete
che Satana, travestito da «angelo di luce», stia facendo un buon lavoro anche
nell’ambiente evangelico-pentecostale? Concludendo la missiva, sapete quanti
Benny Hinn abbiamo in Italia? Visto che lui è considerato di contro corrente
cristiana! da accusatori evangelici!
Non pensate sia meglio dedicarci alle profondità della
preghiera e
proclamare l’Evangelo di Cristo con la potenza dello Spirito Santo al
mondo, anziché perdere tempo a scrivere interi pagine su internet
additando gli altri, ma nello stesso tempo ci si rappresenta di scandalo a chi
non conosce Cristo? Il nemico si combatte con la preghiera unta della potenza
dello Spirito Santo, che a quando pare in varie chiese non esiste più questa
spiritualità!! {Angelo di Fini; 02-07-2007}
La risposta ▲
Pur avendoci riflettuto sopra per giorni, devo ammettere di non aver capito fin
in fondo il senso e l’obiettivo di questa lettera. Il lettore vuole difendere
Benny Hinn? Getta tanto fango sui «servitori del Signore» (pastori, conduttori,
anziani, missionari) per mostrare in qualche modo che, in fondo, neppure Benny
Hinn è poi tanto male? [►
Carismaticismo: Benny Hinn]
Devo ammettere che la lettera ha suscitato in me una
certa irritazione e indignazione. Non so quali servitori del Signore egli
conosca, ma io viaggiando per le chiese in Italia, non conosco la realtà che lui
dipinge. Conosco coppie di «servitori» che vivono al limite della sopravvivenza
per poter servire il Signore; essi vivono secondo 1 Tm 6,6ss (pietà con animo
contento) e si sono decisi contro 1 Tm 6,9s (l’amore del danaro). La maggior
parte di loro ha un lavoro secolare per poter vivere e, dopo tante ore di
lavoro, si danno da fare per pascere la loro chiesa locale. Quanti di loro sono
a pieno tempo, i loro introiti sono controllati da una cassa centrale o da un
responsabile delle finanze della chiesa; e la stragrande maggioranza di loro non
vive certo nell’oro.
Potrei qui elencare tutti i sacrifici fatti da me e mia
moglie per l’opera del Signore. Mi limito a un solo episodio. Quando Dio ci mise
in cuore di iniziare in loco una chiesa locale, rinunciammo a comprarci i mobili
e altre cose, di cui avevamo urgentemente bisogno per la nostra giovane
famiglia, tirammo la cinghia ancora di più (anche a discapito dei nostri tre
piccoli bambini) e comprammo un vecchio garage. Poi lavorammo un anno per
metterlo a posto e infine lo usammo per l’opera nascente. Dio ha grandemente
benedetto la sua opera.
Devo ammettere che non conosco nessun «servitore del
Signore», che si è arricchito, tanto meno con la pubblicazione di libri. Anch’io
ho una piccola casa editrice e, nonostante tutti i miei sforzi, se riesco a
ricavare le spese per pubblicare un libro e pagare tutte le tasse, mi ritengo
fortunato. Per stampare ogni nuovo libro, mi devo indebitare. Le ultime due
opere (Origini 1-2; Escatologia 1-2) sono state possibili solo con l’aiuto di
cristiani che, sospinti dal Signore, si sono impegnati a comprare un certo
numero di libri prima della pubblicazione pur di spingermi a pubblicarli. Almeno
una volta al giorno mi dico che devo chiudere la casa editrice; ora che le spese
superano i ricavi, forse è proprio giunto il momento. Già altrove abbiamo
affrontato questo tema spinoso. [►
I costi dell’opera di Dio]
Su questo sito si trova la testimonianza di un altro
fratello editore (Antonio Consorte) che, per portare avanti l’opera, ha dovuto fare grandi
debiti; leggerla è molto istruttivo. [►
Il travaglio di un editore] Quello che dice il lettore getta quindi fango su tanti uomini di visione che,
pur di portare avanti l’opera di Dio, mettono a rischio la loro propria esistenza finanziaria.
È un’accusa gratuita che ci siano «servitori del
Signore» qui in Italia che a spese delle «pecorelle» vivrebbero nel lusso (auto
lussuose, ville, ecc.). Io personalmente non ne conosco alcuno. Mentre Benny
Hinn e qualche altro show master suo affine hanno ranch da milioni di dollari,
si spostano con un aereo privato e per ogni shopping spendono migliaia di
dollari — io conosco solo persone che per fede fanno grandi sacrifici per
l’opera. Se il lettore conosce in Italia tali pastori, che per mantenersi il
lusso sfruttano le loro «pecorelle», faccia i nomi e denunci i fatti. Paolo
scrisse infatti a Timoteo: «Non ricevere accusa contro un anziano, se non
sulla deposizione di due o tre testimoni. 20Quelli che peccano,
riprendili in presenza di tutti, affinché anche gli altri abbiano timore» (1
Tm 5,19s). Quindi il lettore ha due possibilità: o agisce biblicamente come
prescritto (ossia portando prove concrete nel singolo caso) o si taccia, potendo
essere accusato di maldicenza e falsa testimonianza.
Il lettore parla che «tutti sono a tempo pieno sulle
spalle dei credenti». Personalmente ne conosco proprio pochi a pieno tempo,
mentre la stragrande maggioranza di conduttori, pastori e anziani di chiesa qui
in Italia vivono del loro proprio lavoro. Ma ciò è un segno della tirchieria dei
credenti e un danno per l’opera di Dio, che così è costretta ad andare a rilento
qui in Italia.
Forse non ha letto nel NT che «il Signore ha
ordinato che coloro i quali annunziano l’Evangelo vivano dell’Evangelo» (1
Cor 9,14). E ancora: «Colui che viene ammaestrato nella Parola faccia parte
di tutti i suoi beni a chi l’ammaestra. 7Non v’ingannate; non ci si
può beffare di Dio; poiché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà»
(Gal 6,6s). E ulteriormente: «Ho spogliato altre chiese, prendendo da loro
uno stipendio, per poter servire voi; 9e quando, durante il mio
soggiorno fra voi, mi trovai nel bisogno, non fui d’aggravio a nessuno, perché i
fratelli, venuti dalla Macedonia, supplirono al mio bisogno» (2 Cor 11,8s).
Personalmente non conosco tali «rinomati pastori» che
hanno buttato inutilmente «centinaia di milioni per abbellire i loro edifici di
culto». Non spetta a me biasimarli o difenderli. Chi sono? Non sapevo che i
locali di culto appartengono ai conduttori! Non sapevo neppure che essi possano
fare tutto ciò senza l’approvazione delle loro chiese.
Sì, le persone vengono prima degli edifici. Ma facendo
di tutta l’erba un fascio, ci si accolla una grave responsabilità dinanzi a Dio.
Ora ci manca solo che i conduttori siano responsabili della fame nel mondo e di
varie catastrofi mondiali!
Mi chiedo quanto il lettore conosca la situazione degli
evangelici in tutta l’Italia. La loro percentuale è sotto l’1%. In genere si
tratta di gruppi piccoli (da 20 a 50 membri) che si radunano in locali in
affitto. Sono guidate da conduttori che hanno un lavoro secolare. Quando sono a
pieno tempo, vivono al limite del minimo dell’esistenza. Poiché molti non
riescono a vivere in modo decoroso, spesso ritornano a lavorare. Come una
rondine non fa primavera, forse la situazione particolare che ha in mente il
lettore non è rappresentativa dell’intero panorama evangelico italiano.
Per me che viaggio fra le chiese, la «fase religiosa
molto babilonese», ossia il materialismo e l’edonismo, si trova tra tutti i
cristiani, parlando in genere e con le dovute eccezioni di tanti cristiani che
vivono servendo il Signore con sacrificio. Basta vedere le case di tanti
credenti, come vivono, che cosa comprano, che cosa buttano via, come e quando
vanno in ferie… poi basta vedere quanto danno per l’opera di Dio! Devo pensare
ai Giudei al tempo di Aggeo che dicevano come scusa: «Il tempo non è giunto,
il tempo in cui la casa dell’Eterno dev’essere riedificata» (Ag 1,2). Mentre
Dio rinfacciava loro: «È tempo per voi stessi d’abitare le vostre case ben
rivestite di legno mentre questa casa giace in rovina?» (v. 4).
L’opera del Signore in Italia va a rilento perché pochi
sono gli operai nella messe, i cristiani vivono nel materialismo e sono troppo
tirchi per l’opera di Dio. «E come udiranno, se non v’è chi predichi? E come
predicheranno se non sono mandati?» (Rm 10,14s).
Per mia esperienza, quelli che non comprano un libro
cristiano perché troppo caro, poi vanno al chiosco o al bar e spendono senza
badarci. Quelli che additano i «servitori del Signore» (di là da qualche «pecora
nera» tutta da dimostrare), poi non si danno briga per l’opera di Dio e per il
fatto che in Italia ci sono innumerevoli luoghi mai raggiunti dall’Evangelo,
poiché nessuno manda lì operai. Non è questa una discrepanza?
Si afferma che in Italia ci sarebbero «più religiosi
farisei che cristiani». Questa è una grave accusa, di cui il lettore si prende
la responsabilità dinanzi a Dio. Trovo gravissimo che in Italia, oltre al
materialismo e all’edonismo fra i cristiani, ci sia una diffusa disattenzione
del grande mandato del Signore (Mt 28,18). La maggior parte dei giovani
cristiani non fa una gran bella figura. I molti giovani che bruciano per il
Signore e vanno di luogo in luogo a evangelizzare, perché mandati e sostenuti
dalle loro chiese, li stiamo ancora attendendo.
Strano che il lettore chiudi la sua missiva ritornando
a Benny Hinn. Mi sembra quasi di trovare conferma al mio sospetto iniziale:
gettiamo fango sugli evangelici e specialmente sui «servitori del Signore» per
riabilitare in qualche modo tale show master. Allora, caro lettore, «quanti
Benny Hinn abbiamo in Italia»? Dove stanno? Come si chiamano? Chi di loro ha un
ranch da 10 milioni di dollari? Chi va da uno show a un altro col suo aereo
privato? Chi di loro spende solo per lo shopping migliaia di dollari?
Io, dal canto mio, devo confidare mese per mese nel
Signore per poter andare avanti nell’opera che mi ha affidato. Così tanti altri.
Nel NT viene ingiunto certamente di pregare (e
vegliare; Mc 14,38; Ef 6,18; Col 4,2) e di predicare l’Evangelo (2 Tm 4,2). Ma
il lettore che sta giudicando le pagine che scriviamo nei libri e in internet,
dimentica che un dovere di tutti i servi di Dio è di provare «gli spiriti per
sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo»
(1 Gv 4,1; cfr. 2,19 «sono usciti di fra noi»). Un altro loro dovere è di
difendere la sana dottrina, distruggendo le menzogne: «Noi distruggiamo i
ragionamenti e ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di Dio, e
facciamo prigioniero ogni pensiero traendolo all’ubbidienza di Cristo» (2
Cor 10,5). Il nemico non si combatte soltanto in preghiera;
l’apologia cristiana è stata in tutti i secoli necessaria per l’opera di Dio
accanto agli altri elementi (preghiera, evangelizzazione, insegnamento, ecc.).
Non capire questo è pericoloso per l’opera di Dio. Paolo e la sua squadra hanno
dovuto spesso mettere a nudo le opere della carne e denunciarle pubblicamente e
hanno dovuto chiudere la bocca ai falsi apostoli (2 Cor 11,13) e agli avversari.
Paolo ingiunse a Tito: «Vi sono molti ribelli, cianciatori e seduttori di
menti, specialmente fra quelli della circoncisione, ai quali bisogna turare
la bocca;
11uomini che sovvertono le case intere, insegnando cose che non
dovrebbero, per amor di disonesto guadagno» (Tt 1,10s).
Quanto al fatto se si è di «scandalo a chi non conosce
Cristo», ciò è una frase gratuita che può valere per tutto e per il contrario di
tutto. Ognuno badi quindi a se stesso! Solo chi non cerca seriamente il Signore
si scandalizza e chi è bambino nella fede, non chi è un uomo fatto e conosce la
sacra Scrittura e il segreto del «buon combattimento» (1 Tm 6,12; 2 Tm 4,7).
Paolo non si preoccupava molto di tali «pietismi», che colpiscono alcune anime
sensibili d’oggi, ma aveva questa convinzione riguardo al doppio effetto del suo
messaggio: «Noi siamo dinanzi a Dio il buon odore di Cristo fra quelli che
sono sulla via della salvezza e fra quelli che sono sulla via della
perdizione; 16a questi, un odore di morte, a morte; a
quelli, un odore di vita, a vita» (2 Cor 2,15s). Sarà sempre così.
Alla fine mi è saltato all’occhio una contraddizione
vistosa nel lettore. All’inizio spara a zero sui pastori (da quello che ho
capito, specialmente pentecostali), gettando fango su di loro; poi si rifugia in
uno spiritualismo contemplativo (p.es. «preghiera unta» come la
soluzione). Singolare, molto singolare. Sarebbe molto interessante sapere che
cosa pensano di lui, i cristiani che lo conoscono più da vicino, se è veramente
questo esempio di coerenza. Noi ce lo auguriamo per lui: un giorno bisogna
renderne conto dinanzi a Dio.
Un lettore ha scritto
▲
Purtroppo neanche io sono riuscito a capire appieno il senso dell’articolo di
Angelo di Fini. Mi sembra che l’autore cerchi di difendere Benny Hinn, accusando
i cosiddetti «pastori» che vivono nel lusso. Personalmente posso dire che
effettivamente ho conosciuto dei cosiddetti pastori carismaticisti che non se la
passano affatto male. Come Benny Hinn predicano ciò che vogliono ricevere, e
ahimè ci riescono. Infatti appoggiano anche Benny Hinn. Forse l’autore non ha
capito bene chi sono i collaboratori del sito «Fede controcorrente», consiglio
quindi di leggere la dichiarazione di fede.
Per prima cosa voglio dire che bisogna scrivere
assolutamente contro tali falsi profeti, lupi rapaci che sovvertono l’evangelo
di Gesù Cristo. Benny Hinn è un falso profeta e come tale va combattuto
confutando le sue dottrine demoniache attraverso la Parola di Dio.
Per seconda cosa da ciò che ho compreso, l’autore non
conosce appieno l’ambiente evangelico. Lo confonde con l’ambiente carismatico
non cattolico, credendolo una ramificazione del primo. Negli ambienti
evangelici, al contrario di quelli carismaticisti non ci sono ricconi con auto
di lusso e ville suntuose. E non si spogliano le «pecorelle» perché negli
ambienti evangelici non si predica il «vangelo della prosperità», facendo leva
sul dare soldi affinché se ne ricevi cento volte tanto.
Per concludere inviterei Angelo di Fini a essere un po’
più chiaro, giusto per capire meglio il senso del suo articolo. Mi fermo qui, in
attesa d’una migliore spiegazione del suo pensiero. {Gaetano Nunnari}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Servitori_accusa_MeG.htm
04-07-2007; Aggiornamento: 06-07-2010 |