1. IL CASO CONCRETO: Ecco
la lettera che mi ha scritto un servitore a pieno tempo, che è stato abbandonato
dalla moglie, la quale convive con un altro uomo.
Caro fratello Martella, apprezzo molto i tuoi scritti che evidenziano un’ottima
preparazione biblica. Sono un servitore del Signore a pieno tempo e conosco
molto il panorama delle chiese italiane, visitandone tante ogni anno.
Purtroppo dopo quasi 25 anni di matrimonio mia moglie mi ha abbandonato
dicendomi che non m’amava più e parlando d’incompatibilità di carattere. Io ho
sempre amato molto mia moglie e ho continuato a pregare per lei e a sperare che
ritornasse a casa. Un paio di volte gliel’ho anche proposto e lei mi ha risposto
che era presto per pensarci o usando scuse simili. Dopo 5 anni ho scoperto che
aveva un altro uomo da 6. A quel punto sono crollato e ho acconsentito al
divorzio. Purtroppo la legge italiana prevede tre anni di separazione ai quali
si devono aggiungere le lungaggini della burocrazia e dell’iter della giustizia.
Se Dio vuole, sarò divorziato fra un paio d’anni.
Il mio è solo uno dei tanti casi che sembra si stiano moltiplicando ultimamente,
o forse semplicemente se ne parla di più anche nelle chiese. Purtroppo noto una
forte reticenza da parte delle chiese ad affrontare il problema e soprattutto a
preparare adeguatamente i credenti a queste tematiche.
Io credo nell’indissolubilità del matrimonio, ma di fatto mia moglie lo ha
rotto. Sia ben chiaro che non voglio addossare tutte le colpe dei nostri
insuccessi a lei, ma questo non giustifica assolutamente il suo atto. Non posso
più considerarmi una sola carne con lei perché ora lei lo è con un altro. Gesù
stesso, pur dichiarando che il matrimonio è indissolubile, ne
autorizza il divorzio in caso di fornicazione. Da semplice quale mi ritengo,
penso che divorzio significhi rottura del matrimonio, quindi mi chiedo perché
s’afferma, spesso prendendo versetti a sproposito, che non ci si debba più
risposare. Mi sembra che queste dichiarazioni siano più un uso consolidato nelle
nostre chiese che una chiara dottrina biblica.
Il motivo per cui ti scrivo
è che mi sono innamorato d’una sorella e lei si è innamorata di me. Ho pensato
molto alle implicazioni che può provocare questo fatto per il mio lavoro. Ne ho
parlato al nostro comune pastore e lui non ha niente in contrario, ne ho parlato
ai responsabili della missione e con i miei collaboratori e anche loro non sono
contrari. Temo però che molte chiese in Italia per causa mia possano avere una
brutta considerazione per la missione che m’onoro di rappresentare.
La cosa che mi turba
maggiormente è che quando parlo con alcuni che sono contrari al divorzio e
soprattutto alle nuove nozze, mi sento disorientato. Non mi sento condannato da
Dio, ma mi sento condannato da tanta gente. S’aggiunga poi la sofferenza dovuta
alla lunga attesa (e la Parola di Dio è chiara riguardo ai rapporti al di fuori
del matrimonio, e io mi sono attenuto a ciò).
Quello che ti chiedo è uno studio riguardo a questo problema che oltre a me
possa essere utile a tanta altra gente nelle mie condizioni.
Ti chiedo scusa se ti ho annoiato con la mia lunga storia ma credo che sia tempo
d’affrontare adeguatamente questo problema nella Chiesa italiana.
Data la mia posizione però, se ne farai uno studio pubblico ti prego di non
citare il mio nome, né quello della missione che rappresento.
Ti ringrazio per tutto ciò che potrai fare per il bene di tanti fratelli che
come me vengono discriminati. Dio ti benedica {Gastone Canapa, ps.; 29-07-2008}
2. LA TRATTAZIONE DEL CASO:
Questo caso specifico mi ha spinto ancora una volta a trattare l’argomento in
modo sistematico, elaborando l’articolo «Divorzio
e nuove nozze». Potremmo dire che quanto scritto potrebbe già
bastare. In ogni modo, vogliamo dare una risposta al problema specifico di
questo credente e servitore del Signore a pieno tempo. Ci atteniamo a pochi
fatti conclusivi, rimandando per i dettagli all’articolo su citato. Voglio
premettere che anch’io credo nell’indissolubilità del matrimonio. Qui però non
ci troviamo dinanzi a un caso generale o normale.
2.1.
DIVORZIO E NUOVE NOZZE: Se la moglie si fosse separato da lui per
problemi di incompatibilità pervenuta o per contrasti non più ricomponibili,
nonostante l’intervento di fratelli maturi, e lei fosse rimasta così senza
contrarre altri legami, si sarebbe potuto applicare qui 1 Corinzi 7,10s. Sebbene
una separazione è possibile, i coniugi non devono contrarre un altro vincolo
matrimoniale né avere rapporti sessuali con un’altra persona; qui l’unica
alternativa è la riconciliazione.
Questo caso specifico però non rientra più nella circostanza normale descritta
da Paolo. Anzi non rientra neppure nell’eccezione prevista da Gesù in
corrispondenza a Dt 24,1 (`ërewat dābār «nudità di una cosa /
parola»): Mt 5,32
parentòs lògou porneías «a eccezione della parola [o cosa, fatto, motivo] di
fornicazione»; Mt 19,9 mè epì porneía «se non a causa di fornicazione».
Infatti non si tratta soltanto d’indecenza verbale o formale (atteggiamenti
licenziosi, lussuria).
Questo caso specifico rientra nella costellazione dell’adulterio, per il quale
la legge mosaica prevedeva solo la morte (Lv 20,10; Dt 22,22). Questa era
anche la convinzione al tempo di Gesù, di lui stesso, degli apostoli e quindi
della chiesa. Paolo affermò: «Se, mentre vive il marito, ella passa a
un altro uomo, sarà chiamata adultera» (Rm 7,3a). L’adulterio a quei tempi
rendeva in fretta vedovi e nessuno poteva impedire a un vedovo o a una vedova di
risposarsi: «Se il marito muore, ella è libera di fronte a quella legge,
cosicché che non è adultera se diviene moglie d’un altro uomo» (Rm 7,3b).
L’episodio di
Gesù con l’adultera mostra che in casi analoghi gli adulteri venivano
messi a morte: «Maestro, questa donna è stata colta in flagrante adulterio.
Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare queste tali; e tu che ne
dici?» (Gv 8,4). Scribi e i Farisei, che in altri casi avrebbero sentenziato
da sé la condanna per questo e altri casi (cfr. Stefano in At 7), andarono da
Gesù solo «per metterlo alla prova, per poterlo accusare» (v. 5). Gesù
pose il problema morale: dove c’è un’adultera, c’è un adultero, che essi però
non portarono; e quelli stessi che volevano lapidare la donna, non erano essi
stessi lindi al riguardo (v. 7), talché furono «ripresi dalla loro coscienza»
(v. 9). Gesù era cosciente che tali accusatori avrebbero potuto condannare a
morte la donna e ella stessa lo sapeva (v. 10s). Gesù non giustificò la donna né
affermò che ella non meritasse di morire secondo la legge mosaica, ma dinanzi a
tale ingiustizia giuridica di scribi e i Farisei, Gesù non volle pronunciare un
verdetto di condanna a morte, ma le diede una nuova chance (v. 11).
Abbiamo visto che al tempo del NT, la parte lesa da un adulterio diventava in
fretta vedovo o vedova, poiché il coniuge fedifrago veniva lapidato a piazza
pubblica (Lv 20,10; Dt 22,22; Gv 8). Quindi il problema delle nuove nozze era
scontato. Oggigiorno, non siamo più sotto la legge teocratica d’Israele né
viviamo nel primo secolo; perciò nell’Occidente non è permesso a nessuno di
mettere a morte gli adulteri (cosa che avviene ancora in Oriente e nell’Estremo
Oriente). Il principio però rimane anche nel nuovo patto: l’adulterio pone fine
di fatto al patto matrimoniale. Potremmo parlare in tali casi di «vedovanza
morale» e il divorzio come atto definitivo di morte del rapporto.
In questo caso specifico, la moglie di tale servitore del Signore ha abbandonato
quest’ultimo e convive da anni con unta terza persona; ha rifiutato la
possibilità del perdono e della riconciliazione, reclamando solo il divorzio.
Anche in questo caso, seguendo il procedimento suggerito da Gesù, il coniuge
fedifrago può essere considerato come «il pagano e il pubblicano» (Mt
18,17), ossia una persona contaminata, fuori della grazia di Dio e della
comunione con la chiesa. In tali casi, i conduttori della chiesa, dove lui si
trova, dopo aver accertato i fatti e dopo aver intrapreso dei tentativi di
chiarimento, possono infine legare sulla terra tali cose verso il fedifrago ed
esse «saranno legate nel cielo» (v. 18); potranno altresì sciogliere
sulla terra tali cose verso la parte lesa ed esse «saranno sciolte nel cielo».
Anche in questo caso, infatti, sarebbe ingiusto punire la parte lesa, prima
perché è stato abbandonato dal coniuge infedele e poi perché gli si impedisce di
ricostruirsi la vita.
2.2. IL
MINISTERO: Il fatto che la chiesa, il conduttore di questa e la missione
sono concordi nell’accettare il nuovo legame matrimoniale, dopo il divorzio, è
certamente una buona base di partenza per questo servitore del Signore. Che
possano subentrare difficoltà nel ministero fra le chiese, è prevedibile,
sebbene non scontato. I problemi nasceranno laddove si sapranno le cose e
laddove, poi, le spiegazioni che si daranno, non verranno fatte valere. Infatti,
ci troviamo in Italia e non all’estero, e qui la moralità è dettata ancora dalla
convenzione creata dal cattolicesimo ed essa domina anche nelle menti degli
evangelici.
In tali casi bisogna fare una scelta fra due distinte parole e opzioni
della Bibbia:
■ Astinenza: Dopo il brano sull’eccezione (Mt 19,9) e dopo le perplessità
dei discepoli (v. 10), Gesù aggiunse: «Non tutti comprendono questa parola,
ma [quelli] ai quali è dato. Infatti vi sono dei castrati che sono nati così dal
seno della madre; e vi sono dei castrati che sono stati castrati dagli uomini, e
vi sono dei castrati che si sono castrati da sé a causa del regno dei cieli. Chi
può comprendere, comprenda» (vv. 11s; traduzione propria dal greco).
■ Urgenza: «Ai celibi e alle vedove, però, dico che è bene per loro
che se ne stiano come sto anch’io. Ma se non si contengono, sposino; perché è
meglio sposarsi che ardere» (1 Cor 7,8s).
Conosco missionari
e servitori rimasti singoli o divenuti tali dopo un divorzio che non sentono il
bisogno di sposarsi. Essi ritengono che un coniuge rappresenterebbe un problema,
visto che sono abituati a gestire da soli la loro vita e il loro ministero.
Conosco missionari e servitori rimasti singoli o divenuti tali dopo un divorzio
che, avendo una grande vitalità, ardono e non sopportano la solitudine affettiva
e umana. Tutto ciò è per loro un impedimento a un servizio più effettivo ed
efficace. Pur avendo cercato di sublimare la loro vitalità e il loro bisogno
affettivo e umano con la devozione, la comunione fraterna e col servizio, ciò
non ha reso meno cocenti tali istanze.
In un modo o nell’altro bisogna far conto delle conseguenze. Chi, essendo a
pieno tempo nell’opera e divorziato, si risposa, può darsi che non avrà nessun
problema nel suo ministero itinerante. Può darsi che invece ne avrà. Chi può
dirlo? In tali casi bisognerà assumere un altro ruolo nella missione
d’appartenenza e spingere altri a occuparsi degli aspetti di relazioni pubbliche
mediante un ministero itinerante. Dopo il matrimonio, la cosa saggia sarebbe di
sospendere di visitare le chiese per un periodo ragionevole; in seguito, per un
altro periodo, farebbe bene a rinunciare a portare con sé la moglie nei viaggi.
Il tempo e la saggezza possono essere una buona medicina.
Per l'approfondimento si veda in Nicola Martella,
Tenerezza e fedeltà, Sesso & Affini 2 (Punto°A°Croce, Roma 1998),
gli articoli sulla concezione biblica del matrimonio e del divorzio: «La
relazione sessuale durevole», pp. 100-108; «Matrimonio e Bibbia», pp. 109-117;
«L’alta monogamia», pp. 118-120; «Matrimonio e patto», pp. 121-129; «Inizio ed
essenza del matrimonio», pp. 130-137; «Divorzio e seconde nozze», pp. 138-151.
Si veda pure in Nicola Martella,
Generi e ruoli 1 (Punto°A°Croce, Roma 1996), gli articoli sulla
concezione del matrimonio nella Bibbia nel suo contesto culturale: «Il
matrimonio nell’Antico Testamento», pp. 116-150 (pp. 143s Ripudio e divorzio);
«Il matrimonio nel Nuovo Testamento», pp. 151-164 (pp. 153s Ripudio e divorzio). |
►
Credente divorziato e penitente {Nicola Martella} (D)
►
Divorzio 1: Atto estremo per uscire da un labirinto? {Nicola Martella} (T)
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Divorzio 2: Interrogativi e tesi a confronto {Nicola Martella} (T)
►
Divorzio e ministero {Nicola Martella} (T)
►
Divorzio e nuove nozze {Nicola Martella} (A)
►
Divorzio e nuove nozze in Luca 16,18 {Argentino Quintavalle} (A)
►
Divorzio e seconde nozze {Nicola Martella} (D)
►
Divorzio e nuove nozze? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
Motivi biblicamente legittimi per il divorzio {Bartolomeo Ciociola - Nicola Martella} (T/A)
►
Tesi a confronto sul divorzio {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Servitore_risposarsi_S&A.htm
31-07-2008; Aggiornamento: 15-01-2009
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