Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Offensiva intorno a Gesù 1

 

Discepolato

 

 

 

 

«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SEQUELA E CARO PREZZO (LUCA 14,25-35)

 

 di Nicola Martella

 

Una lettrice ci ha presentato le seguenti questioni.

 

Caro Nicola, ho un dubbio su come intendere il passo di Luca 14,25-35, dove Gesù parla di come deve comportarsi il vero discepolo. Quello che non mi è chiaro, in realtà, è il motivo per cui Gesù utilizza gli esempi di colui che edifica la torre e d’un re che va in battaglia. Prima, nel versetto 26, dice che chi non «odia» i sui legami terreni non può essere suo discepolo, e poi fa questi due esempi, con cui io non vedo un chiaro nesso. Che vuol dire che bisogna «calcolare», prima di seguire Gesù? Non è una cosa che si deve fare e basta? Forse per chi non ha una famiglia è più semplice, perché può decidere di restare così e servire Dio a tempo pieno. Ma chi ce l’ha, cosa deve fare?

     Io ho anche pensato che si riferisse a quelli che sono i piani di vita che uno si fa. Infatti sono molti quelli che proclamano di voler essere tanti «apostoli Paolo» e poi si ritrovano (cioè si fanno) con una famiglia a carico e debbono ricredersi sui loro precedenti «obiettivi» (parola molto usata dai credenti della mia età). Non saprei proprio, mi puoi aiutare tu? {Giada Pietrangeli; 05 novembre 2009}

 

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito.

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Per la sua rivoluzione del nuovo patto, Gesù voleva contare su seguaci che facevano sul serio con lui. Egli era circondato da opportunisti, da ladri (Giuda), da gente che lo voleva strumentalizzare per i propri scopi politici (lo volevano fare re) o semplicemente per i loro comodi (uno che li sfamasse, guarisse, intrattenesse, ecc.).

     Gesù quale Messia non offriva un Evangelo a poco prezzo né una sequela a buon mercato. Inoltre sapeva che le masse sono imprevedibili, inaffidabili e facilmente influenzabili: un giorno possono gridare «alleluia», un altro giorno «crocifiggilo!». Qui egli affrontò proprio le turbe (v. 26), mettendo l’accento sui singoli (uno, chi) e lanciò decisive sfide a chi voleva essere suo discepolo. Si noti che si rivolse qui direttamente ai maschi, in quanto figli, mariti e fratelli di qualcuno (v. 26); forse perché essi erano i più reticenti a seguire il Signore. Egli usò la trattazione negativa, ossia dichiarò chi non poteva essere suo discepolo.

 

 

2.  DISAMINA DEL TESTO

 

Le dichiarazioni discriminanti (vv. 26s)

     ■ Il Messia richiedeva un amore che superasse gli affetti naturali (familiari, matrimoniali) e l’amor proprio (v. 26). Altrimenti si era inservibile come discepolo.

     ■ Gesù richiedeva il sacrificio totale (v. 27). Altrimenti si era inidoneo a essere suo discepolo.

 

Le illustrazioni (vv. 28-32)

     La sequela a caro prezzo fu illustrata da Gesù per esprimere segue.

     ■ La prima illustrazione riguardò il costruttore di una casa. Prima di iniziare un’impresa, si fa bene a farsi i calcoli in tasca, per verificare obiettivamente, realisticamente e concretamente se «il gioco vale la candela», se si è veramente in grado di andare fino in fondo, cominciando, portando avanti e terminando l’opera (vv. 28ss). Infatti, oltre al proprio fallimento, che segnerà tale persona, ci sarà l’umiliazione sociale per essere considerati un uomo da niente, incapace e inaffidabile.

     ■ La seconda illustrazione riguardò la strategia militare. Se un re a tavolino si rende contro che non può vincere un altro re, che è più forte di lui, sarebbe stolto muovergli guerra, ma farebbe bene a trattare con lui la pace. Anche qui il significato è lo stesso: bisogna farsi bene prima i conti in tasca! Allo stesso modo, chi vuole entrare nella milizia di Gesù, deve sapere prima che, una volta iniziata la battaglia, non ci si può più tirare indietro dinanzi a un nemico potente.

 

Le implicazioni finali (vv. 33-35)

     Tali implicazioni sono mostrate dal «così dunque» di Gesù. Chi lo voleva seguire come Messia, doveva pensarci bene prima. Egli voleva seguaci che, una volta che avevano puntato tutto su di Lui, non avessero altri ripensamenti.

     ■ La dichiarazione discriminante riguardava chi non rinunciava a tutto quello che aveva (v. 33).

     ■ La dichiarazione squalificante: Chi non ha le qualità richieste (sale) e non le mantiene nel tempo (diventando insipido), non servirà più a niente e sarà destinato a essere squalificato e disprezzato (vv. 34-35s).

     ■ La serietà del discorso: «Chi ha orecchi da udire, oda» (v. 35b).

 

 

3.  ASPETTI CONCLUSIVI: Gesù si sottrasse spesso alla dinamica incerta delle turbe. Egli non volle essere il loro re di comodo. Egli fece una discrimina fra grano e paglia, scandalizzando coloro che gli andavano dietro per i motivi più diversi.

     In altro luogo parlò della serietà della sequela sfidando i suoi seguaci a mangiare la sua carne e a bene il suo sangue come manna divina (Gv 6,48-58), sebbene Egli intendesse ciò in senso spirituale: «È lo spirito quel che vivifica; la carne non giova nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita» (v. 63). L’effetto fu che «molti dei suoi discepoli» furono duramente provocati e scandalizzati da tale discorso (v. 60s) e «d’allora molti dei suoi discepoli si ritrassero indietro e non andavano più con lui» (v. 66). Infatti «Gesù sapeva fin dal principio chi erano quelli che non credevano, e chi era colui che lo tradirebbe» (v. 64). Egli sfidò anche i dodici discepoli (v. 67) e sapeva che un di loro è un «diavolo» (vv. 70s). Gesù voleva contare su persone che facevano sul serio fino in fondo. Prima o poi anche Giuda Iscariota mostrò il suo vero volto e si squalificò.

     Anche altrove Gesù chiese una «sequela a caro prezzo» a coloro che lo volevano seguire, senza pensare a mire e vantaggi personali (Lc 9,57-62; Mt 20,20-23 figli di Zebedeo). Per evidenziare una decisione radicale e completa, Gesù rese chiaro quanto segue a chi lo voleva seguire: «Nessuno che abbia messo la mano all’aratro e poi riguardi indietro, è adatto al regno di Dio» (Lc 9,62). Penso che quest’ultimo verso riassuma bene Luca 14,25-35.

     Un monito necessario è il seguente. Gesù parlò a persone concrete in un contesto particolare in vista della rivoluzione che intendeva iniziare proprio con tali veri discepoli (il grano), separandoli dalla massa che lo seguiva per comodo o per interesse (la paglia). Gesù investì specialmente nei suoi discepoli particolari, che poi divennero gli apostoli, quindi i missionari. Non si fa bene ad applicare direttamente tali brani ai credenti d’oggi, essendo che noi ci troviamo non all’inizio della costruzione, ma sulle spalle di tali giganti della fede. Per altro Gesù non è più qui sulla terra, non è circondato dalle folle né dalle varie categorie di seguaci. Per non assolutizzare in modo indebito tali brani, ricordiamoci ad esempio che Pietro, gli apostoli e i fratelli del Signore in seguito visitavano le chiese, accompagnati ognuno dalla propria moglie (1 Cor 9,5) ed erano sostenuti dalle chiese (vv. 6ss).

     D’altra parte però, tenendo presente l’insegnamento degli apostoli, possiamo trovare in tutto ciò una sfida concreta per noi discepoli odierni. L’uno servirà il Signore meglio da sposato, se il coniuge è anche lui consacrato al Signore, l’altro da celibe o l’altra da nubile (1 Cor 7,28.32-35), infatti ognuno ha la sua chiamata, il suo carisma (= azione della grazia; v. 7) e la sua «misura della fede» (Rm 12,3). Le priorità rimangono, poiché «il tempo è ormai abbreviato. Per tale motivo, d’ora innanzi, anche quelli che hanno moglie, siano come se non l’avessero; e quelli che piangono, come se non piangessero; e quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero; e quelli che comprano, come se non possedessero; e quelli che usano di questo mondo, come se non ne usassero, perché la figura di questo mondo passa. Ora io vorrei che foste senza sollecitudine» (1 Cor 7,29-32).

     La sfida messianica rimane quindi anche oggigiorno. Anche nel nostro tempo bisogna farsi bene i calcoli, se si vuole essere veri seguaci di Gesù. Anche attualmente vale la sequela a caro prezzo, che osa sapendo che il Signore darà tutto ciò che si necessita per servirlo. Anche oggidì, il Messia vuole discepoli militanti da usare per il suo regno, sebbene la chiamata, il mandato, il carisma e la misura della fede possono essere differenti. Anche al giorno d'oggi, il Signore pone delle peculiarità discriminanti e ad alcuni deve dire: «…non può essere mio discepolo» o «non è adatto al regno di Dio». Chi vuol avere Gesù come Salvatore, ma non come Signore, non ha né l’uno né l’altro (Mt 7,21).

 

La sequela di Gesù: Il discepolato senza condizione (Luca 9,23-27) {P. Brancè} (A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Sequela_caro-prezzo_OiG.htm

11-11-2009; Aggiornamento: 20-12-2010

 

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce