Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.
 Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IN RETE CORRETTEZZA O «GIOCO SPORCO»?

 

 di Nicola Martella

 

Abbiamo presentato altrove alcune «norme di fair-play» e abbiamo sviluppato insieme il tema «Confrontarsi per maturare insieme». Abbiamo presentato anche le nostre ragioni per non voler aprire un «forum»: ► Perché non hai aperto un forum?. Qui di seguito aggiungiamo alcune riflessioni, nate dall'esperienza, riguardo alla correttezza necessaria quando si parla tra cristiani. Purtroppo si constata però che i forum — spesso loro malgrado — diventano per alcuni il luogo anonimo, in cui togliersi l'habitus di cristiani e le sue qualità (amore, timor di Dio, fede, rispetto, lealtà, ecc.) e in cui, trincerati dietro a un nickname (o soprannome), si fa il «gioco sporco» (p.es. denigrazione invece di veri argomenti) o almeno il «gioco duro» (p.es. pre-giudizio programmatico verso chi la pensa diversamente, senza aver probabilmente neppure capito il suo punto di vista). Internet è certamente una grande chance per i cristiani per tutti i servizi che offre e le possibilità che dà, ma può contenere molte trappole per chi gestisce e per chi partecipa. Rendersene conto è già un gran passo per evitare di diventare vittima o carnefice. Infatti, quando si diventa colpevoli, poi si dovrà rendere conto a Dio. In rete è quindi necessario essere responsabili e agire come essendo alla presenza di Dio.

 

Forum: luogo per sfogarsi anonimamente?

     In genere intervengo raramente nei forum e normalmente non rispondo su «Fede controcorrente» a ciò che altri dicono altrove: gioco sempre a carte scoperte. Laddove faccio riferimento a qualcosa d’esterno, sono sempre sollecitato dalla domanda di qualche lettore; in questi casi avviso sempre le persone coinvolte, invitandole a replicare su «Fede controcorrente».

     Tempo fa Luciano Leoni mi ha scritto: «Posso dirti che ritengo ben oculata la tua scelta di non aprire un forum». Giorni dopo ha aggiunto a ciò, tra altre cose, quanto segue: «Sono rimasto profondamente amareggiato dall’atteggiamento posto in essere sul forum “XXX” [nome omesso, N.d.R.]. Altre volte ho rinunciato a portare avanti alcune questioni per evitare inutili diatribe ma non si può sempre tacere. Ho deciso di abbandonare questi luoghi ove si pratica uno strano modo di dialogo cristiano». Non posso che dargli ragione!

     Mi è arrivata anche la seguente riflessione di Nicola Berretta: «Francamente questi “blog” [e/o forum, N.d.R.] con dialoghi a due o tre sulla rete non mi piacciono, proprio perché spesso (e direi quasi inevitabilmente) sfociano nella rissa o nelle affermazioni banali. Il sito “Fede controcorrente” può avere il limite di essere in qualche modo… “filtrato”, ma almeno non ci sono “sfoghi” approssimativi. […] In rete è pieno di gente che scrive di tutto e del contrario di tutto».

     C’è bisogno di persone integre e oneste, sia nella vita, sia negli interventi su uno dei tanti forum. Dio apprezza tali uomini e li onora. A volte, leggendo su qualche sito cristiano le pagine, che qualche lettore mi segnala, non posso che avere il cuore pieno di tristezza, non solo perché viene fatto il nome di qualcuno a sproposito (il mio e di qualcun altro che conosco personalmente), ma anche per i motivi che seguono.

     Su tali forum persone si permettono di mettere alla gogna altre che non conoscono veramente, né di persona, né nelle convinzioni. Si parla dell’altro, chiamandolo «il signor XXX ha detto», «il Tizio / questo tizio» o facendo battute col sul nome e mettendo in dubbio, senza prove, che sia un «fratello in Cristo», un «vero credente» o cose del genere!

     Sono rimasto meravigliato che alcuni un giorno ti scrivono personalmente: «Caro fratello XXX»; poi leggi casualmente che ti denigrano su vari forum, scrivendo: «Il signor XXX ha detto». Che morale è questa proprio di quei cristiani che pretendono d’avere unicamente la «sana dottrina»!? È proprio vero che i cristiani in Italia, non avendo avuto la Riforma come retaggio culturale, sono rimasti prigionieri d’una doppia morale, sorretta dalla religiosità corrente (ciò vale anche per neo-riformati e neo-calvinisti).

     Su tali forum è triste che ognuno si sfoga come si sente, nascondendosi dietro a un nickname. Per me è vergognoso che fanno ciò, specialmente quando ingiuriano o denigrano altri, senza prendersi la responsabilità di firmare tutto ciò col loro proprio nome. Questa è una forma di doppiezza d’animo, se non di personalità.

 

Lusso della scorrettezza per motivi dogmatici?

     ■ Ho potuto constatare su tali forum e su certuni siti che alcuni cristiani, invece di argomentare in modo corretto e rigoroso, sono tanto pieni d’ideologia che ci si prendono il lusso di «etichettare» gli altri a priori come si vuole: «eretici», «seguaci d’una teologia non biblica» o d’una «dottrina senza verità», ecc. E questo solo perché quanto afferma l’altro va contro ai propri schemi ideologici-dottrinali, nati vari secoli fa e che oggi si vogliono acriticamente continuare a perpetuare. La cosa strana è che tutti coloro che praticano una filosofia dogmatica, si credono «biblici» e ritengono d’avere Dio dalla parte loro; perciò, sebbene la loro sovrastruttura dogmatica di riferimento sia diversa da persona a persona, reagiscono e argomentano tutti allo stesso modo verso i «diversi», ossia disprezzando e denigrando a priori chi pone delle questioni controcorrente! Facendo così, credono di dover difendere il loro status di «eletta nomenklatura» e di «intellighenzia illuminata e razionalistica».

     ■ Constato purtroppo che in Italia non si sa nulla d’una «teologia storico-biblica» fondata su una corretta e rigorosa esegesi. Questo è il dramma dei cristiani italiani. Perciò le varie parti vogliono che a tutti i costi ti schieri con loro, ossia con la loro sovrastruttura dogmatica di riferimento e contro le altre. È curioso (e triste) vedere che non fanno differenza tra la Bibbia e la loro «dichiarazione di fede», formulata in un momento storico particolare quale sintesi di una «formula di concordia»; anzi chi non interpreta la Bibbia mediante la loro specifica «confessione di fede», è considerato fuori dottrina, eretico, senza verità, e così via.

     ■ Purtroppo in Italia si giudica prima del tempo (pre-giudizio) le persone e il loro pensiero, senza aver fatto uno sforzo di capire prima ciò che dicono veramente gli altri. Il pensiero diverso dai loro schemi lo inquadrano subito con le loro linee dogmatiche, invece d’andare fin in fondo alle questioni. La propria sovrastruttura dogmatica tranquillizza e incoraggia altresì l’ozio di chi pensa d’aver capito tutto e che non c’è ormai più nulla da scoprire.

     ■ Purtroppo in Italia di gente disposta a praticare una chiara, corretta, rigorosa e profonda esegesi ce ne sono ben poche! È più facile per loro ragionare per schemi filosofici e sovrastrutture dottrinali! Ma non per me.

 

La via stretta della correttezza

     Esistono vie facili o larghe che vengono praticate anche dai cristiani, da cui però bisogna liberarsi. Eccone alcune qui di seguito.

     ■ Tempo fa, per il sito «Fede controcorrente» ricevetti un contributo di un cristiano ben conosciuto su un certo tema di discussione; lo pubblicai e risposi alle sue argomentazioni, invitandolo poi a continuare il discorso e a inviarmi la sua eventuale risposta. Non seppi più nulla. Con mia meraviglia, constatai che la sua risposta alle mie osservazioni si trovava su un forum consono alle sue convinzioni dottrinali! Se un fratello non me l’avesse segnalato, non l’avrei mai saputo. Che modo è mai questo di fare? È questo il modo di essere «irreprensibili e schietti, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la Parola della vita»? (Fil 2,15).

     ■ Un altro punto è quello di vedere, dietro segnalazione di qualcuno, che le pagine del sito «Fede controcorrente» compaiono su altri siti, senza che mai alcuno abbia chiesto il permesso di farlo e senza neppure indicare i relativi URL d’origine. Questo vale chiaramente anche per il materiale di siti di altre persone. Anche per i cristiani sembra che non esista una «proprietà letteraria» (o intellettuale). Alcuni articoli in rete sono un patchwork o mix di altri articoli, scritti da altre persone, ma senza indicare con le virgolette il testo altrui e senza aggiungere dati come autore, titolo dell’articolo e opera o l’URL d’origine, se si tratta di scritti presenti in internet. Nella Parola di Dio non solo è scritto «Non rubare» (Es 20,15), ma anche «Non concupire… alcuna cosa che sia del tuo prossimo» (v. 17). È strano difendere la verità biblica proprio barando sui metodi! Chi si veste con le «piume» altri, prima o poi verrà scoperto. Io ho rifiutato vari contributi di persone che non avevano la competenza di scriverli né il buon senso di citare correttamente il lavoro altrui.

     ■ Una delle esperienze che abbiamo fatto io e altri credenti che sono intervenuti su gruppi di discussione e forum su certi argomenti, che contrastavano con le tesi del gestore, è la seguente: dopo poche ore o giorni tale contributo è stato semplicemente cancellato. Le argomentazioni altrui vengono semplicemente cancellate, sebbene non contengono offese o illazioni, ma argomenti; invece di rispondere in modo adeguato, il gestore preferisce censurare ciò che va contro la sua linea!

     Giorni fa Gaetano Nunnari mi ha scritto che il gestore di un forum, su cui era intervenuto contro le cose scorrette che aveva scritto, «ha cancellato la sua “cristiana” risposta al mio primo messaggio e la mia seconda replica alle sue “gentilezze” esposte. Certo che questo qui è proprio un esempio di onestà cristiana, eh?». È proprio vero: chi non sa argomentare in modo opportuno, cancella ciò che non sopporta!

     ■ Un caso particolare è quello di un cristiano che mi ha chiesto d’intervenire su un certo tema. Ho letto il suo contributo e ho reso meno «crudo» il suo linguaggio cacofonico, per evitargli inutili attacchi e polemiche. Poi l’ho messo in rete, aggiungendo la mia replica, l’ho avvisato del mio lavoro redazionale e gli ho inviato il link; così faccio sempre con tutti. Lui ha risposto, io e altri siamo intervenuti, sempre con lo stesso procedimento. Praticamente ha sparato a zero su tutto e su tutti, ma abbiamo cercato di continuare a dialogare con lui. Un giorno, invece dell’e-mail che cominciava con «Caro fratello Nicola» o qualcosa di simile, me ne arrivò uno scritto in terza persona: «Chiedo solo cortesemente che venga subito rimosso dal suo sito ogni mio intervento, in quanto non gradisco esservi presente». E questo dopo tanti sforzi da parte mia e di altri di dialogare con lui!? Gli risposi, tra altre cose: «È chiaro che non si può accontentare la tua richiesta anche perché nel sito è scritto in modo chiaro ed evidente nell’index e in altre parti quanto segue: “Attenzione: Le lettere inviate al gestore di ‘Fede controcorrente’ — a meno che non portino l’espressa dicitura ‘confidenziale’ o ‘privato’ — possono diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o di un contributo in uno dei temi già aperti”». Questo avviso è parte integrante del sito da tantissimo tempo e vuole contribuire alla trasparenza.

   Seguì un’e-mail scritta in stampatello e con tratti in rosso in cui, col linguaggio in terza persona, mi si intimava di togliere tutti i suoi contributi dal sito e mi si minacciava di rivolgersi, altrimenti, «alle autorità competenti per costringerla in modo coatto a farle togliere i miei interventi dal suo sito e il mio nome che non voglio che appaia tra le pagine del suo sito». Se penso che tutto era cominciato su sua iniziativa e così: «Carissimo fratello Nicola, ho letto con attenzione sul tuo sito i pensieri di vari credenti in merito a… […]. A tal proposito gradirei interagire anch’io se mi è concesso». Meno male che in questo caso avevo conservato tutte le sue e-mail; sono esse che fanno testo.

   Come se ciò non bastasse, un credente mi avvisò tempo dopo che tale altro cristiano, di cui abbiamo appena parlato, aveva copiato l’intero tema di discussione e l’aveva pubblicato sul suo forum (quindi senza chiedere nulla) e vi aveva aggiunto tutto ciò che il suo senno gli suggeriva. Qualcuno di mia conoscenza tentò di intervenire, ma i suoi contributi furono sistematicamente cancellati.

 

Aspetti conclusivi

   La via della correttezza è stretta, ma necessaria. I cristiani si riconoscono anche da ciò. Essi devono confrontarsi con verità e fedeltà, con giustizia e lealtà. Barare getta discredito sui cristiani e, di riflesso, sulla verità biblica. Trincerarsi dietro a un nickname per gettare fango o discredito sugli altri è riprovevole. L’alternativa legittima è di capire veramente le questioni e i punti di vista, presentati da un altro, e — se si è in disaccordo — fare osservazioni, obiettare e argomentare in modo degno di un cristiano, rendersi anche responsabile di ciò che si crede, usando il proprio nome.

   Chi gestisce un forum, un sito o un gruppo di discussione deve agire anch’egli con timore di Dio. Anche lui deve accettare consigli, esortazioni e ammonizioni da parte di altri credenti. Così eviterà di diventare un piccolo «papa», un piccolo dittatore, un santone o un guru. Invece di cancellare i contributi altrui, risponda con competenza o si avvalga di chi ne è in grado su tale argomento.

   A ciò si aggiunga che chi gestisce un forum, un sito o un gruppo di discussione deve avere una grande moralità e delle qualità che lo rendano irreprensibile non solo in rete, ma anche nella vita. Purtroppo si constata che alcune persone che si vantano della propria ortodossia in rete, non sempre hanno un cammino limpido e trasparente dal punto di vista morale nella vita, come invece la sacra Scrittura comanda. È triste scoprire a volte tale discrepanza morale in alcune persone. Alcuni di loro non hanno neppure una vita regolare di chiesa e non sono sottoposti a nessuna comunità. Il loro mondo è, secondo i casi un forum, un sito o un gruppo di discussione, di cui sono gestori e, in certi casi, il guru.

 

In rete correttezza o «gioco sporco»? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Rete_correttezza_UnV.htm

26-09-2007; Aggiornamento: 26-10-2007

 

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