Abbiamo presentato altrove alcune «norme di fair-play» e abbiamo sviluppato insieme il tema «Confrontarsi per maturare insieme». Abbiamo presentato anche le nostre ragioni per non voler aprire un «forum»:
►
Perché non hai aperto un forum?. Qui di seguito aggiungiamo alcune
riflessioni, nate dall'esperienza, riguardo alla correttezza necessaria quando
si parla tra cristiani. Purtroppo si constata però che i forum — spesso loro malgrado —
diventano per alcuni il luogo anonimo, in cui togliersi l'habitus di cristiani e le sue qualità (amore, timor di
Dio, fede, rispetto, lealtà, ecc.) e in cui, trincerati dietro a un nickname
(o soprannome), si fa il «gioco sporco» (p.es. denigrazione invece di veri
argomenti) o almeno il «gioco duro» (p.es. pre-giudizio programmatico verso
chi la pensa diversamente, senza aver probabilmente neppure capito il suo punto
di vista). Internet è certamente una grande chance per i cristiani per tutti i servizi che
offre e le possibilità che dà, ma può contenere molte trappole per chi gestisce
e per chi partecipa. Rendersene conto è già un gran passo per evitare di
diventare vittima o carnefice. Infatti, quando si diventa colpevoli, poi si
dovrà rendere conto a Dio. In rete è quindi necessario essere responsabili e
agire come essendo alla presenza di Dio.
Forum: luogo per
sfogarsi anonimamente?
In genere intervengo raramente nei forum e normalmente non rispondo su «Fede
controcorrente» a ciò che altri dicono altrove: gioco sempre a carte scoperte.
Laddove faccio riferimento a qualcosa d’esterno, sono sempre sollecitato dalla
domanda di qualche lettore; in questi casi avviso sempre le persone coinvolte,
invitandole a replicare su «Fede controcorrente».
Tempo fa Luciano Leoni mi ha scritto: «Posso dirti che ritengo ben oculata la
tua scelta di non aprire un forum». Giorni dopo ha aggiunto a ciò, tra altre
cose, quanto segue: «Sono rimasto profondamente amareggiato dall’atteggiamento
posto in essere sul forum “XXX” [nome omesso, N.d.R.]. Altre volte ho rinunciato
a portare avanti alcune questioni per evitare inutili diatribe ma non si può
sempre tacere. Ho deciso di abbandonare questi luoghi ove si pratica uno strano
modo di dialogo cristiano». Non posso che dargli ragione!
Mi è arrivata anche la seguente riflessione di Nicola Berretta: «Francamente
questi “blog” [e/o forum, N.d.R.] con dialoghi a due o tre sulla rete non mi
piacciono, proprio perché spesso (e direi quasi inevitabilmente) sfociano nella
rissa o nelle affermazioni banali. Il sito “Fede controcorrente” può avere il
limite di essere in qualche modo… “filtrato”, ma almeno non ci sono “sfoghi”
approssimativi. […] In rete è pieno di gente che scrive di tutto e del contrario
di tutto».
C’è bisogno di persone integre e oneste, sia nella vita, sia negli interventi su
uno dei tanti forum. Dio apprezza tali uomini e li onora. A volte, leggendo su
qualche sito cristiano le pagine, che qualche lettore mi segnala, non posso che
avere il cuore pieno di tristezza, non solo perché viene fatto il nome di
qualcuno a sproposito (il mio e di qualcun altro che conosco personalmente), ma
anche per i motivi che seguono.
Su tali forum persone si permettono di mettere alla gogna altre che non
conoscono veramente, né di persona, né nelle convinzioni. Si parla dell’altro,
chiamandolo «il signor XXX ha detto», «il Tizio / questo tizio» o facendo
battute col sul nome e mettendo in dubbio, senza prove, che sia un
«fratello in Cristo», un «vero credente» o cose del genere!
Sono rimasto meravigliato che alcuni un giorno ti scrivono personalmente: «Caro
fratello XXX»; poi leggi casualmente che ti denigrano su vari forum, scrivendo:
«Il signor XXX ha detto». Che morale è questa proprio di quei cristiani che
pretendono d’avere unicamente la «sana dottrina»!? È proprio vero che i
cristiani in Italia, non avendo avuto la Riforma come retaggio culturale, sono
rimasti prigionieri d’una doppia morale, sorretta dalla religiosità corrente
(ciò vale anche per neo-riformati e neo-calvinisti).
Su tali forum è triste che ognuno si sfoga come si sente, nascondendosi dietro a
un nickname. Per me è vergognoso che fanno ciò, specialmente quando
ingiuriano o denigrano altri, senza prendersi la responsabilità di firmare tutto
ciò col loro proprio nome. Questa è una forma di doppiezza d’animo, se non di
personalità.
Lusso della
scorrettezza per motivi dogmatici?
■ Ho potuto constatare su tali forum e su certuni siti che alcuni cristiani,
invece di argomentare in modo corretto e rigoroso, sono tanto pieni d’ideologia
che ci si prendono il lusso di «etichettare» gli altri
a priori come si vuole: «eretici», «seguaci d’una teologia non biblica» o
d’una «dottrina senza verità», ecc. E questo solo perché quanto afferma l’altro
va contro ai propri schemi ideologici-dottrinali, nati vari secoli fa e che oggi
si vogliono acriticamente continuare a perpetuare. La cosa strana è che
tutti coloro che praticano una filosofia dogmatica, si credono «biblici» e
ritengono d’avere Dio dalla parte loro; perciò, sebbene la loro sovrastruttura
dogmatica di riferimento sia diversa da persona a persona, reagiscono e
argomentano tutti allo stesso modo verso i «diversi», ossia disprezzando e
denigrando a priori chi pone delle questioni controcorrente!
Facendo così, credono di dover difendere il loro status di «eletta nomenklatura»
e di «intellighenzia illuminata e razionalistica».
■ Constato purtroppo che in Italia non si sa nulla d’una «teologia
storico-biblica» fondata su una corretta e rigorosa esegesi. Questo è il dramma
dei cristiani italiani. Perciò le varie parti vogliono che a tutti i costi ti
schieri con loro, ossia con la loro sovrastruttura dogmatica di riferimento e
contro le altre. È curioso (e triste) vedere che non fanno differenza tra la
Bibbia e la loro «dichiarazione di fede», formulata in un momento storico
particolare quale sintesi di una «formula di concordia»; anzi chi non interpreta
la Bibbia mediante la loro specifica «confessione di fede», è considerato fuori
dottrina, eretico, senza verità, e così via.
■ Purtroppo in Italia si giudica prima del tempo (pre-giudizio) le persone e il
loro pensiero, senza aver fatto uno sforzo di capire prima ciò che dicono
veramente gli altri. Il pensiero diverso dai loro schemi lo inquadrano
subito con le loro linee dogmatiche, invece d’andare fin in fondo alle
questioni. La propria sovrastruttura dogmatica tranquillizza e incoraggia
altresì l’ozio di chi pensa d’aver capito tutto e che non c’è ormai più nulla da
scoprire.
■ Purtroppo in Italia di gente disposta a praticare una chiara, corretta,
rigorosa e profonda esegesi ce ne sono ben poche! È più facile per loro
ragionare per schemi filosofici e sovrastrutture dottrinali! Ma non per me.
La via stretta
della correttezza
Esistono vie facili o larghe che vengono praticate anche dai cristiani, da cui
però bisogna liberarsi. Eccone alcune qui di seguito.
■ Tempo fa, per il sito «Fede controcorrente» ricevetti un contributo di un
cristiano ben conosciuto su un certo tema di discussione; lo pubblicai e risposi
alle sue argomentazioni, invitandolo poi a continuare il discorso e a inviarmi
la sua eventuale risposta. Non seppi più nulla. Con mia meraviglia, constatai
che la sua risposta alle mie osservazioni si trovava su un forum consono alle
sue convinzioni dottrinali! Se un fratello non me l’avesse segnalato, non
l’avrei mai saputo. Che modo è mai questo di fare? È questo il modo di essere «irreprensibili
e schietti, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e
perversa, nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la
Parola della vita»? (Fil 2,15).
■ Un altro punto è quello di vedere, dietro segnalazione di qualcuno, che le
pagine del sito «Fede controcorrente» compaiono su altri siti, senza che mai
alcuno abbia chiesto il permesso di farlo e senza neppure indicare i relativi
URL d’origine. Questo vale chiaramente anche per il materiale di siti di altre
persone. Anche per i cristiani sembra che non esista una «proprietà
letteraria» (o intellettuale). Alcuni articoli in rete sono un patchwork
o mix di altri articoli, scritti da altre persone, ma senza indicare con le
virgolette il testo altrui e senza aggiungere dati come autore, titolo
dell’articolo e opera o l’URL d’origine, se si tratta di scritti presenti in
internet. Nella Parola di Dio non solo è scritto «Non rubare» (Es 20,15),
ma anche «Non concupire… alcuna cosa che sia del tuo prossimo» (v. 17). È
strano difendere la verità biblica proprio barando sui metodi! Chi si veste con
le «piume» altri, prima o poi verrà scoperto. Io ho rifiutato vari contributi di
persone che non avevano la competenza di scriverli né il buon senso di citare
correttamente il lavoro altrui.
■ Una delle esperienze che abbiamo fatto io e altri credenti che sono
intervenuti su gruppi di discussione e forum su certi argomenti, che
contrastavano con le tesi del gestore, è la seguente: dopo poche ore o giorni
tale contributo è stato semplicemente cancellato. Le argomentazioni
altrui vengono semplicemente cancellate, sebbene non contengono offese o
illazioni, ma argomenti; invece di rispondere in modo adeguato, il gestore
preferisce censurare ciò che va contro la sua linea!
Giorni fa Gaetano Nunnari mi ha scritto che il gestore di un forum, su cui era
intervenuto contro le cose scorrette che aveva scritto, «ha cancellato la sua
“cristiana” risposta al mio primo messaggio e la mia seconda replica alle sue
“gentilezze” esposte. Certo che questo qui è proprio un esempio di onestà
cristiana, eh?». È proprio vero: chi non sa argomentare in modo opportuno,
cancella ciò che non sopporta!
■ Un
caso particolare è quello di un cristiano che mi ha chiesto d’intervenire
su un certo tema. Ho letto il suo contributo e ho reso meno «crudo» il suo
linguaggio cacofonico, per evitargli inutili attacchi e polemiche. Poi l’ho
messo in rete, aggiungendo la mia replica, l’ho avvisato del mio lavoro
redazionale e gli ho inviato il link; così faccio sempre con tutti. Lui ha
risposto, io e altri siamo intervenuti, sempre con lo stesso procedimento.
Praticamente ha sparato a zero su tutto e su tutti, ma abbiamo cercato di
continuare a dialogare con lui. Un giorno, invece dell’e-mail che cominciava con
«Caro fratello Nicola» o qualcosa di simile, me ne arrivò uno scritto in terza
persona: «Chiedo solo cortesemente che venga subito rimosso dal suo sito ogni
mio intervento, in quanto non gradisco esservi presente». E questo dopo tanti
sforzi da parte mia e di altri di dialogare con lui!? Gli risposi, tra altre
cose: «È chiaro che non si può accontentare la tua richiesta anche perché nel
sito è scritto in modo chiaro ed evidente nell’index e in altre parti quanto
segue: “Attenzione: Le lettere inviate al gestore di ‘Fede controcorrente’ — a
meno che non portino l’espressa dicitura ‘confidenziale’ o ‘privato’ — possono
diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o di un contributo in uno dei
temi già aperti”». Questo avviso è parte integrante del sito da tantissimo tempo
e vuole contribuire alla trasparenza. Seguì un’e-mail scritta
in stampatello e con tratti in rosso in cui, col linguaggio in terza persona, mi
si intimava di togliere tutti i suoi contributi dal sito e mi si minacciava di
rivolgersi, altrimenti, «alle autorità competenti per costringerla in modo
coatto a farle togliere i miei interventi dal suo sito e il mio nome che non
voglio che appaia tra le pagine del suo sito». Se
penso che tutto era cominciato su sua iniziativa e così: «Carissimo fratello
Nicola, ho letto con attenzione sul tuo sito i pensieri di vari credenti in
merito a… […]. A tal proposito gradirei interagire anch’io se mi è
concesso». Meno male che in questo caso avevo conservato tutte le sue e-mail;
sono esse che fanno testo. Come
se ciò non bastasse, un credente mi avvisò tempo dopo che tale altro cristiano,
di cui abbiamo appena parlato, aveva copiato l’intero tema di discussione e
l’aveva pubblicato sul suo forum (quindi senza chiedere nulla) e vi aveva
aggiunto tutto ciò che il suo senno gli suggeriva. Qualcuno di mia conoscenza
tentò di intervenire, ma i suoi contributi furono sistematicamente cancellati.
Aspetti
conclusivi
La via
della correttezza è stretta, ma necessaria. I cristiani si riconoscono anche da
ciò. Essi devono confrontarsi con verità e fedeltà, con giustizia e lealtà.
Barare getta discredito sui cristiani e, di riflesso, sulla verità biblica.
Trincerarsi dietro a un nickname per gettare fango o discredito sugli altri è
riprovevole. L’alternativa legittima è di capire veramente le questioni e i
punti di vista, presentati da un altro, e — se si è in disaccordo — fare
osservazioni, obiettare e argomentare in modo degno di un cristiano, rendersi
anche responsabile di ciò che si crede, usando il proprio nome. Chi
gestisce un forum, un sito o un gruppo di discussione deve agire anch’egli
con timore di Dio. Anche lui deve accettare consigli, esortazioni e ammonizioni
da parte di altri credenti. Così eviterà di diventare un piccolo «papa», un
piccolo dittatore, un santone o un guru. Invece di cancellare i contributi
altrui, risponda con competenza o si avvalga di chi ne è in grado su tale
argomento. A ciò si
aggiunga che chi gestisce un forum, un sito o un gruppo di discussione deve
avere una grande
moralità e delle qualità che lo rendano irreprensibile non solo in rete, ma
anche nella vita. Purtroppo si constata che alcune persone che si vantano della
propria ortodossia in rete, non sempre hanno un cammino limpido e trasparente
dal punto di vista morale nella vita, come invece la sacra Scrittura comanda. È
triste scoprire a volte tale discrepanza morale in alcune persone. Alcuni di
loro non hanno neppure una vita regolare di chiesa e non sono sottoposti a
nessuna comunità. Il loro mondo è, secondo i casi un forum, un sito o un gruppo
di discussione, di cui sono gestori e, in certi casi, il guru.
►
In rete correttezza o «gioco sporco»? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Rete_correttezza_UnV.htm
26-09-2007; Aggiornamento: 26-10-2007 |