Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Sesso & affini 1

 

Ministeri ecclesiali

 

 

 

 

Sesso & affini

Sessualità e contestiSesso & affini 1: Qui è trattata la sessualità nella società e nella Bibbia. Ecco le parti principali:
■ La questione della sessualità
■ Società e sesso
■ Sessualità e Bibbia
■ Etica e Bibbia
■ Fra etica ed estetica
■ Sessualità e istruzione
■ Singolarità dei due sessi

 

Tenerezza e fedeltàSesso & affini 2: Qui sono presentati alcuni consigli per vivere una sessualità matrimoniale felice. Ecco le parti principali:
■ Fra rinuncia e attesa
■ Prima del matrimonio
■ Il matrimonio
■ Matrimonio e sesso
■ Questioni di sessualità coniugale
■ La procreazione
■ Relazioni eterosessuali proble-matiche

 

Disturbi e abusiSesso & affini 3: Qui sono trattati i problemi del sesso e le sue deviazioni. Ecco le parti principali:
■ Aspetti della consulenza
■ I disturbi della sessualità
■ Le deviazioni sessuali
■ L’abuso sessuale
■ Sesso e consumismo
■ Dipendenza da sesso
■ Casi ed esempi
■ Dizionarietto dei termini
■ Una lettura del Cantico dei Cantici
■ Foglio d’analisi

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

Sesso & affini 2

 

Sesso & affini 3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PASTORATO FEMMINILE: TESI A CONFRONTO 1

 

 Antonella Valenti - Nicola Martella

 

1. La tesi {Antonella Valenti}

2. Osservazioni e obiezioni {Nicola Martella}

 

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La lettrice prende qui posizione riguardo all’articolo «Il pastorato femminile?». Il seguente contributo avrebbe potuto trovare posto all’interno del tema di discussione «Il pastorato femminile? Parliamone 1», ma a causa della sua lunghezza e della risposta, abbiamo preferito metterlo extra.

 

 

1. La tesi {Antonella Valenti}

 

Caro fratello Nicola, ho ricevuto la tua mail riguardo il pastorato femminile e ho letto successivamente i tuoi commenti in riferimento al cristianesimo se fosse nato a Sparta. Di solito non raccolgo le provocazioni (perché tale mi sembra! in quanto donna che serve attivamente nella chiesa) ma, in questo caso, mi sorge dal cuore una domanda da porti:

     «Perché, se la base del messaggio di Gesù è l’amore e il metterlo in pratica, ti stai accanendo in questo modo (...hai scritto anche un libro al riguardo!), avvalendoti persino di formule comunicative sarcastiche, per screditare e annullare quello che Dio vuole suscitare nelle e con le donne?». Conosco la Parola di Dio e quante volte, nonostante la cultura nelle varie epoche storiche, Dio non si sia mai conformato alla convinzione che la parola d’una donna non avesse valore, ma ha suscitato varie donne nel ministero (Anna, Ester, Febe, Maria Maddalena, ecc.). Io credo che tutta la Parola è ispirata da Dio e nulla va tolto ne aggiunto ma certo anche che, con la guida dello Spirito Santo, va letta tenendo presente il contesto storico per poterla comprendere. Secondo te poteva Gesù scegliere discepole donne sapendo che il valore della loro testimonianza era zero e non sarebbero state credute? Nella sua immensa sapienza, non ha voluto togliere nulla alle donne, ma al contrario le ha coinvolte nel suo ministero attraverso il servizio, infatti alcuni dei discepoli erano sposati (p.es. in Matteo si parla della suocera di Pietro malata, ciò significa che Pietro aveva una moglie) e le loro mogli erano di certo coinvolte non solo nel servizio pratico ma anche spirituale (p.es. Marta e Maria: Gesù apprezzò di Maria la sua predisposizione ad ascoltare le sue parole ritenendo questo più importante d’ogni altra cosa). Se, grazie a Dio, oggi le donne possono dire la propria opinione e possono votare è di certo una conquista e ciò non toglie nulla agli uomini... è solo una ricchezza in più! Vedila così. Che fastidio ti dà essere ammaestrato da una donna, che differenza fa per te che Dio usi una donna piuttosto che un uomo... vuoi forse limitare le scelte di Dio? Ho visto l’unzione dello Spirito potente sopra delle donne nel ministero e ti garantisco che io non sono nessuno per giudicare Dio e le sue scelte!! Se Lui ritiene per i nostri tempi d’avvalersi anche delle donne, gloria a Lui! Perché siamo negli ultimi tempi e insieme, tutti insieme, non importa se uomini o donne, tutti insieme, in armonia proclamiamo la grandezza di Dio e portiamo al mondo la manifestazione dei suoi figli come il mondo sta da tempo aspettando. Io desidero vedere un risveglio in Italia, ma quello che vedo nelle chiese d’oggi è un morboso attaccamento alla dottrina più che all’amore di Cristo in noi e attraverso di noi! Vedo muri e barricate creati dal giudizio e dalle etichette religiose, dalle diverse interpretazioni bibliche che dividono le chiese! Il Diavolo ci gioca con queste cose e ruba energie, tempo e risorse per fare si che la Sposa di Cristo rimanga ferma e inconcludente! Basta! Sono stanca d’ascoltare ragionamenti vani e umani e desidero fermamente che venga il Regno di Dio in mezzo a noi... uomini e donne, senza distinzione di valore, pronti ad agire come Dio comanda! L’amore è la chiave. Accogliamo quello che Dio usa, così come Pietro, negli Atti, fu invitato da Lui a mangiare di tutto... e cominciò a predicare anche ai Gentili!

     Così anche noi lasciamo a Dio la libertà d’azione come il vento dello Spirito che agisce ed è imprevedibile! Accanirsi contro il ministero delle donne secondo me è solo una perdita di tempo e non ha senso! Anche Gesù disse di lasciare predicare quelle persone, anche se non erano suoi discepoli: se non parlavano contro di lui, allora erano con lui, e ciò era buono! Secondo te una donna che predica con la sua guida è contro di lui? Perché spegnere ciò che Dio stesso ha suscitato, anche in modo soprannaturale! Chi siamo noi, piccoli individui, a giudicare quello che Dio fa e come lo fa!

     Sicuramente avrai da ribattere… ma sarei felice di rendere pubblica questa e-mail perché anche altri possano riflettere. In ogni caso tieni presente che quello che risponderai non sarà indirizzato tanto a me (che non sono nessuno) quanto invece a Colui che ha creato l’universo e decide per ogni cosa! Con affetto. {06-12-2007; Antonella Valenti è responsabile nella Chiesa Evangelica «Il Tabernacolo» di Milano e cantautrice del CD «Seguirti davvero»}

 

 

2. Osservazioni e obiezioni (1) {Nicola Martella}

 

Se non mi fosse arrivata per un paio di volte un invito a partecipare nel Palermitano alla consacrazione a pastore di una ragazza di 19 anni all’interno di una chiesa locale in cui i suoi genitori fungono ambedue già come pastori, non avrei mai pensato di scrivere un tale articolo. Mi sono sentito in obbligo, visto che oggigiorno tali cose fanno «tendenza» e li si assume in altre chiese, senza fare un lavoro rigoroso di ricerca sul testo biblico.

     Premetto anche che ho una grande rispetto per le donne cristiane che da due millenni servono il Signore con dedizione e sacrificio nelle chiese e in missione. Senza di loro l’opera di Dio sarebbe impensabile. Qui non si discute il potenziale che Dio ha messo in loro né la dedizione del loro servizio. Ho scritto un intero libro (Generi e ruoli) per mostrare l’importanza delle donne nella storia biblica, nei secoli e nella dottrina del nuovo patto. Anche nel mio libro di esegesi dei primi capitoli della Genesi (Le Origini) ho mostrato che in Gn 2 non bisogna tradurre semplicemente «aiuto convenevole» (oggi s’intende ben altro), ma «soccorritrice che gli sta a fronte», quindi valida partner.

     La questione è un’altra e ha a che fare con la struttura dei due generi. Nel libro «Sesso & Affini 1» (Sessualità e contesti) ho mostrato che esiste un «Pianeta donna» (pp. 324-328) e un «Pianeta uomo» (pp. 328ss), poi mostro «i generi a confronto» (pp. 331-338) con i loro punti di forza e le loro debolezze specifiche, mostro le loro differenze fisiche (pp. 339-351), psichiche (pp. 352-359) e il loro specifico rapporto con la realtà (pp. 360ss).

     La questione è quindi che nella Bibbia e specificamente nell’economia del nuovo patto non esiste un «unisex ministeriale». Se si parte dalla convenienza, dai desideri, dal consenso di gruppo, dal rincorrere tendenze sociali o da altri parametri sociologici, è una cosa; se si vuole essere sottomessi alla sacra Scrittura, è un’altra.

     È indubbio che Dio ami tutti e ricolmi di amore uomini e donne perché lo riversino sugli altri. È indubbio che in ogni tempo ci siano state donne coraggiose e che hanno servito Dio con dedizione e sacrificio. Il punto è un altro: i ministeri di primo piano hanno un carattere discriminativo sia per uomini sia per donne. Conduttore di una chiesa può diventare solo chi rispecchia nella totalità i prerequisiti ingiunti dall’apostolo Paolo a Timoteo (1 Tm 3) e a Tito (Tt 1). Una conduzione al femminile era assolutamente esclusa e le motivazioni non erano contingenti né culturali, ma assolute: come Dio aveva riservato il sacerdozio nell’AT ai soli Leviti, così ha riservato il ministero di conduzione di chiesa ai soli uomini che rispecchiano certe specifiche caratteristiche. Il servizio del Signore è aperto a tutti (e a tutte), il ministero di conduzione no.

     È vero che Gesù veniva servito da pie donne che lo seguivano (Mt 27,55s) e che diversi apostoli erano sposati (1 Cor 9,5), ma né Gesù né gli apostoli si sognavano di mandarle in giro a predicare a due a due (cfr. Lc 10,1) né a insediarle come conduttrici di chiesa. Al riguardo ci vuole onestà verso la Parola; il potenziale delle cristiane era altrove, ad esempio nelle buone opere e nelle opere di misericordia (cfr. At 9,35.39 Tabita; 1 Pt 3,1ss).

     La mia interlocutrice afferma: «Che fastidio ti dà essere ammaestrato da una donna, che differenza fa per te che Dio usi una donna piuttosto che un uomo... vuoi forse limitare le scelte di Dio?». È una questione di verità: Dio non ha previsto che una donna ammaestri pubblicamente la chiesa: «La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. 12Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né d’usare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio» (1 Tm 2,11s). Non si tratta quindi di voler «forse limitare le scelte di Dio», come chiede la mia interlocutrice, perché Dio non sceglie alcunché in contrasto con la sua volontà mostrata chiaramente nelle sua Parola. È chiaro che qui bisogna fare una scelta fra fedeltà alla Parola di Dio e «sentir comune» all’interno del proprio gruppo d’appartenenza! La donna può nell’assemblea solenne pubblicamente pregare e profetare (1 Cor 11,5), ma non può giudicare il parlare ispirato altrui, poiché significherebbe insegnare (1 Cor 14,29.34s), né rivestire cariche di primo piano (conduzione, predicazione, insegnamento).

     Sinceramente, se devo scegliere fra una soggettiva percezione di una «unzione dello Spirito potente sopra delle donne nel ministero» e una corretta e rigorosa esegesi della sacra Scrittura, scelgo quest’ultima; infatti non sarà «l’unzione» altrui a darmi il plauso o il biasimo dinanzi al trono di Cristo, ma la mia ubbidienza personale alla Scrittura (Gv 12,48; cfr. 5,24; 8,31s). (Si noti che il termine «unzione» è estraneo al NT nel senso usato da vari credenti oggi! Tutti i credenti hanno l’unzione, poiché «cristiano» significa «unto»! 1 Gv 2,20.27.)

     Ora, se Dio contraddice la sua stessa Parola, che è la base delle nostra fede e della nostra condotta, come gli si può più credere in alcun punto? La questione non risiede però in Dio, ma negli uomini che per motivi apparentemente «spirituali» e ritenendo di dare così «maggiore gloria» a Dio, stanno svuotando da dentro l’ordine e i comandamenti di Dio per il nuovo patto!

     Proprio per gli ultimi tempi la Parola annuncia l’insorgere di falsi profeti che relativizzeranno la Parola di Dio, cercheranno di sedurre gli eletti (Mt 7,15; 24,11.24) e di creare una grande disaffezione dalla fede (apostasia; 2 Ts 2,3). In tale contesto Gesù avvertì: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21). A quelli che si presenteranno con una particolare «unzione» (v. 22), Gesù dichiarerà: «Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità» (v. 23). Non è un caso che per la fine dei tempi Gesù stesso abbia parlato non solo di Nicolaiti e Baalamiti (ambedue «dominatori di popolo», particolari «unti»), ma anche di «quella donna Jezabel, che si dice profetessa e insegna e seduce i miei servitori perché commettano fornicazione e mangino cose sacrificate agli idoli» (Ap 2,20). È un dato di fatto che molte false dottrine sono sorte nel corso della storia della chiesa proprio mediante donne mistiche che, dopo aver ritenuto di aver avuto in visione tali cose, le hanno propagate fra il popolo. C’è da aspettarsi che così sarà alla fine dei tempi, poiché le donne per loro natura sono più permeabili da parte di spiriti guida.

     Ogni risveglio genuino durante la storia della chiesa è sorto sempre laddove si è tornati a investigare le Scritture, per verificare la volontà di Dio, e a metterle in pratica. I sentimentalismi, i propri desideri, le proprie «visioni» e quant’altro non hanno mai portato una riforma reale della chiesa.

     Non si tratta delle «diverse interpretazioni bibliche che dividono le chiese», ma di appurare quale sia la volontà di Dio nelle cose, ed essa è solo nella sua Parola! I «ragionamenti vani e umani» sono di chi vuole prescindere dai comandamenti di Dio e farsi una dottrina a propria immagine e somiglianza. Così non verrà mai il «Regno di Dio in mezzo a noi» ma solo «venti di dottrina» che sballotteranno qui e la i bambini nella fede (Ef 4,14). Il «Regno di Dio» si realizza alle condizioni di Dio, ed esse si trovano nella sua Parola.

     La mia interlocutrice parla di «uomini e donne, senza distinzione di valore, pronti ad agire come Dio comanda». Bisogna ribadire che una cosa è il valore e la dignità (è Dio che le elargisce alle sue creature), altra cosa è il tipo di ministero che devono svolgere. Chi è pronto «ad agire come Dio comanda» non andrà oltre a ciò che egli ha comandato nella sua Parola: in essa non ha previsto un ruolo ministeriale di primo piano all’interno dell’assemblea solenne!

     Si afferma che «l’amore è la chiave», ma l’amore senza verità diventa puro sentimentalismo. È vero che Dio ha detto a Pietro di mangiare tutto ciò che gli mostrò, ma non gli ha mai comandato di eleggere donne a conduttrici di chiesa e a insegnanti nelle assemblee solenni! Quando si confondono capri e cavoli, poi si arriva a falsi sillogismi che non onorano il Dio di verità.

     Quando «il vento dello Spirito» agisce in contrasto con la Parola — visto che il suo compito è di ricordare ciò che Cristo ha detto! — allora bisogna avere qualche dubbio che si tratti veramente dello Spirito di Cristo! Poi non si tratta di «accanirsi contro il ministero delle donne», ma di evidenziare quale sia nel progetto divino il vero «ministero delle donne» all’interno del nuovo patto; esso non è certo quello di conduzione e d’insegnamento nell’assemblea solenne.

     È vero che Gesù disse di non proibire a quelli di fuori di cacciare i demoni nel suo nome (Mc 9,38ss; non si trattava di «predicare» come erroneamente affermato!); ma ciò non ha nulla a che fare con l’ordine di Cristo per la sua chiesa.

     Sì, una donna che conduce una chiesa, predica e insegna in essa, è disubbidiente all’ordine rivelato da Dio e non è guidata da Lui. Dio stesso suscita solo ciò che è conforme alla sua volontà. Noi possiamo giudicare ciò che viene o meno da Dio, verificando ciò con la sua Parola; siamo chiamati a provare gli spiriti (1 Gv 4,1).

     Quanto a «Colui che ha creato l’universo e decide per ogni cosa», Egli ci ha dato la sua Parola, dove verificare la sua volontà. Paolo e i suoi accompagnatori volevano che i Corinzi, purtroppo dediti al misticismo e allo spiritualismo gnostico, imparassero «a praticare il “non oltre quel che è scritto”» (1 Cor 4,6). La Bibbia si chiude con il serio avvertimento a non aggiungere né a togliere. I Giudei di Berea furono considerati da Luca «più nobili di quelli di Tessalonica, in quanto che ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se le cose stavano così» (At 17,10s). Tutto il NT è pieno di esortazioni a uscire dall’infanzia della fede e di acquisire una fede matura (Ef 4,13ss; Col 1,28), forgiata sulla «sana dottrina» chiaramente rivelata.

     Ecco la previsione per il tempo della fine: «Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno insegnanti secondo le loro proprie voglie 4e distoglieranno le orecchie dalla verità e si rivolgeranno ai miti» (2 Tm 4,3s).

     Ogni conduttore di chiesa, che rispecchi i prerequisiti ministeriali, per contrastare ciò, dev’essere «attaccato alla fedele Parola quale gli è stata insegnata, affinché sia capace d’esortare nella sana dottrina e di convincere i contraddittori» (Tt 1,9).

     Che poi Dio nella sua immensa misericordia «scriva dritto sulle riga storte» della nostra vita e della storia, è altra cosa. Ma ciò non è una scusante per non riconoscere e praticare la verità, rivelata nella Parola immutabile di Dio!

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Pastorato_femminile_cfr1_S&A.htm

08-12-2007; Aggiornamento:

 

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