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1.
Il punto di vista d’un uomo (Vincenzo Russillo)
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2.
Il punto di vista d’una donna (Daniela Totaro)
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3.
Analisi e osservazioni (Nicola Martella) |
Tempo fa, feci una
ricerca con Vincenzo Russillo e Daniela Totaro, due giovani adulti, che erano
ancora singoli. Avevo chiesto loro quale fosse per loro il partner ideale in
qualità di seguaci di Cristo. Ai loro rispettivi punti di vista seguono, alla
fine,
le mie analisi e le mie
osservazioni. L'obiettivo è di stimolare altri giovani cristiani biblici a porsi
tali questioni nella ricerca di un coniuge per la loro vita. {Nicola Martella}
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1.
IL PUNTO DI VISTA D’UN UOMO
(Vincenzo Russillo)
Criteri generali
La domanda principale è la seguente: «Dio ci guida
nella scelta del nostro partner?». Sicuramente sì. Tuttavia non certo è facile
capire come interviene. Parto da un evento
che fa parte della mia vita. Durante la relazione con la mia ex ragazza, ho
posto al Signore questa domanda: «Mio Dio, è questa la ragazza giusta per me?
Guidami tu». Dopo un paio di mesi mi lasciò, in modo abbastanza traumatico.
Questo piccolo spaccato della mia vita può far luce sui metodi con cui il nostro
Padre ci guida in ogni situazione.
Principalmente, secondo la mia opinione, non c’è un
modello perfetto di partner. Tuttavia la Bibbia ci dice di unirci a una
credente: «Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per
voi; infatti che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione
tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione
c’è tra il fedele e l’infedele?» (2 Cor 6,14-15).
Innanzitutto la premessa è che una compagna ideale
abbia
accettato Cristo nella propria vita; e in secondo luogo si deve avere la
stessa visione su molte questioni riguardo la fede, la dottrina e la vita
quotidiana (p.es.: educazione dei figli, prospettive lavorative, rapporto con i
suoceri ecc.). Il
percorso per arrivare al matrimonio non è facile, è importante
frequentarsi e osservare le reazioni in diverse circostanze e le amicizie che si
frequentano (1 Corinzi 15,33). Sicuramente il primo impatto è visivo, quindi
l’attrazione fisica è una componente molto forte. Guai però a soffermarsi, a
tale elemento! Un cristiano che voglia costruire la sua relazione su fondamenta
forti, deve osservare altre caratteristiche: gli obiettivi spirituali, lo
stesso amore per Dio e, come dicevo, prima le convinzioni dottrinali.
La
mia donna ideale
Se dovessi rispondere che caratteristiche deve avere la
mia donna ideale, sicuramente non mi soffermerei tanto sull’aspetto fisico
(se pur ritengo che sia importante), ma principalmente sul carattere: una
caratteristica che ritengo importante è la pazienza. Se non si sa
ascoltare l’altra persona, ogni occasione sarà uno scontro. In secondo luogo
bisogna anche far riferimento alla Bibbia: «Allo stesso modo, le donne
siano dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in ogni cosa» (1 Timoteo
3,11). Bisogna quindi trovare innanzitutto della affinità, poi
sicuramente i difetti si modelleranno con il tempo, anzi saranno
fondamentali perché la donna giusta imparerà ad accettare il proprio partner per
quello che è realmente.
Volontà e guida di Dio
Fin qui ho presentato per sommi capi le caratteristiche
che dovrebbe avere la mia moglie ideale: caratteriali e spirituali. Tornando al
punto iniziale, è Dio che guida la nostra scelta. Di certo non bisogna
essere passivi e aspettare che la donna giusta cada dal cielo né essere
troppo ossessivi. Innanzitutto è importante capire la volontà di Dio per noi: «Trova
la tua gioia nel Signore, ed egli
appagherà i desideri del tuo cuore» (Salmo 37,4). Non bisogna essere
frettolosi nelle scelte, perché i tempi di nostro Signore non sono i nostri.
Egli metterà il desiderio della ricerca in noi e nella donna che stiamo
cercando. Bisogna pregare e a tempo debito ci porterà la ragazza che
corrisponde ai nostri desideri e alla nostra personalità, poiché la Bibbia ci
dice: «Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri»
(Proverbi 3,6).
Aspetti conclusivi
Concludendo queste riflessioni, direi che è essenziale
basarsi sul volere di Dio nelle nostre scelte (Proverbi 3,5) ed essere
pazienti, perché quel che ci è stato promesso lo avremo (Ebrei 6,12).
{26-10-2009}
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2.
IL PUNTO DI VISTA D’UNA DONNA
(Daniela Totaro)
Criteri generali
Come cercare il partner giusto? Bella domanda!
Mi diverte immaginare un annuncio sul giornale
celeste: «Cercasi marito ideale, che ami Dio, pieno d iniziativa, sensibile, che
ami la famiglia, che riesca in tutto e tutto sappia fare; forte, tenace, che non
abbia paura di niente, valoroso… (e quante ancora!)». Noi donne siamo molto
brave a fare un elenco ben fornito su come deve essere il nostro «superman»! Ma
forse, un primo passo per «cercare», sarebbe quello di scendere un attimo dal
nostro fantasioso e fiabesco sogno e di preparare prima di tutto la nostra mente
e il nostro cuore a «cercare» un uomo reale
e non un principe azzurro!
Sicuramente ognuna di noi donne ha un tipo di
carattere, oltre all’aspetto esteriore, che piace di più un ragazzo.
Anch’egli, a suo modo, può attirarci di più, ma dobbiamo tenere sempre presente
che è una persona esattamente come noi, con i propri difetti e mancanze, non
potrà mai essere l’uomo perfetto! Saranno però proprio le sue imperfezioni che
s’incastreranno perfettamente con le mie. Comunque sia, ci sono delle
caratteristiche spirituali che sicuramente non vanno prese sotto gamba ma
vanno valutate bene. Riguardo al partner ideale ritengo che sia fondamentale che
ami Dio e che abbia qualcosa da insegnarci. Spesso mi ritrovo a farmi una serie
di domande che m’aiutano a capire, se chi ho davanti possa essere o no quello
giusto. Spesso noi donne tendiamo a mettere troppo i sentimenti davanti e
non riusciamo a vedere chiaro la persona di fronte com’è veramente, perché lo
idealizziamo e gli diamo una forma di bellezza e incanto pari alle favole. Così,
per tornare con i piedi per terra, mi piace pormi queste domande: «Questo
ragazzo che ho davanti, si è dato da fare per il Signore anche prima di
conoscermi?». «Mi è d’aiuto nella crescita spirituale, mi è di stimolo?».
«Oppure è d’intralcio al servizio che ho per il Signore?». «Condivide i mio
stesso servizio, o comunque simile?». «Vorrei come moglie essere sottomessa a
lui?». E una serie di domande simili.
Volontà e guida di Dio
Se questa persona, che abbiamo valutato, è in sintonia
con noi caratterialmente e spiritualmente, non vedo perché non possa essere
quella giusta! Naturalmente è scontato e fondamentale che avanti a ogni cosa ci
sia la guida costante di Dio e il mettere ogni cosa ai suoi piedi.
Infatti, alla fine, quello che coronerà il tutto sarà la
sua volontà. «Quel che fa ricchi è la benedizione dell’Eterno, il
tormento che uno se ne dà non le aggiunge nulla» (Pr 10,22). Può succedere
che a noi questa persona ci appaia «perfetta» come carattere e che sia un bravo
credente, ma non per questo è automatico anche il volere di Dio. Lui è l’unico
che conosce ogni cosa e sa come sarò io nel tempo e come sarà lui nel tempo, e
se insieme potremo dargli gloria e servirlo come Lui vuole!
Forse questo discorso può sembrare strano, ma ho potuto
costatare per esperienza che a volte è così. Un ragazzo che ho avuto modo
di conoscere come amico, aveva attirato la mia attenzione e mi chiedevo: «Può
essere lui?». La mia valutazione su di lui non faceva una grinza; c’era una
grande sintonia come carattere, ci aiutavamo a vicenda ed eravamo uno stimolo
nella crescita, il suo stesso modo d’essere m’incoraggiava a lavorare con più
gioia e lena per Dio. Pregai per lui per vari mesi, per comprendere se era lui
la persona giusta, ma più io pregavo e più le cose s’allontanavano, non vedevo
alcuna benedizione divina. Mi ritrovai a costatare che Dio benediceva solo la
nostra amicizia e non la nostra unione.
Aspetti conclusivi
Riassumendo direi che con un atteggiamento umile e non
utopistico, farei delle considerazioni graduali: ▪ 1. Valuterei se lui
caratterialmente è compatibile con me (spesso viene automatico comprendere se si
è in sintonia). ▪ 2. Se ciò và bene, passerei a valutare se mente rispecchia
quello che è nel pensiero di Dio. ▪ 3. Oltre a ciò, ma non meno importante, se
Dio benedice!
Forse può sembrare una valutazione semplice e, anche se
ho dovuto cercare d’essere sintetica, non mi dispiace esserlo stata. A volte per
alcune di noi donne, tendiamo sempre a rendere tutto più complicato, ma
la migliore cosa è agire con semplicità e lasciare che Dio guidi ogni cosa.
Io credo che ogni cosa che viviamo, le esperienze che
attraversiamo sono utili per formare anche i nostri stessi desideri e interessi.
Perciò credo che non dobbiamo rammaricarci se la prima volta che c’innamoriamo,
la seconda o anche la terza non è «quella giusta»; Dio permette questo per
educarci ad arrivare al suo stesso pensiero e a desiderare quello che vuole
ed è buono per noi. «Io so i pensieri che medito per voi, pensieri di pace e
non di male per darvi un avvenire e una speranza» (Geremia 29,11).
Infine giusto una considerazione che ho fatto
ultimamente. Lavorando con il vetro, ho potuto sperimentare che tagliando
due vetri e accostandoli vicini, si notavano spesso imperfezioni che non
permettevano loro di combaciare, rendendo l’effetto non proprio bello. Tuttavia,
se prendevo questi due vetri e li mettevo nel forno ad alta temperatura,
s’univano e diventavano una stessa cosa. Così un uomo e una donna che sono
imperfetti, quando vengono messi a contatto col calore della benedizione di Dio,
la loro composizione s’addolcisce e l’uno riesce ad amalgamarsi con l’altra,
diventando una stessa cosa, un unico elemento bello e brillante che non può far
altro che riflettere la luce di Dio.
Ancora più interessante è vedere che, se i due vetri
accostati sono di composizioni diverse o «incompatibili» (come usiamo
dire nel nostro campo), quando sono messi nel forno, proprio perché sono vicini,
creano delle spaccature e rotture e anche delle opacità tali che portano a
decidere che il vetro debba essere solo buttato via, perché inutilizzabile!
Quant’è importante lasciare che Dio scelga ciò che è
perfetto e giusto per noi! {27-10-2009}
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3.
ANALISI E OSSERVAZIONI
(Nicola Martella):
Qui di seguito, come da accordo con i miei interlocutori, faccio
un’analisi dei loro testi e faccio seguire a essa delle osservazioni.
Penso che sia importante far notare che questo
confronto è nato spontaneamente all’interno di una discussione chat, a cui erano
partecipi in diversi. Conoscendo loro due, sono stato io a spingerli a formulare
le loro tesi. Mi ha sorpreso vedere quanti punti in comune essi abbiano nei loro
contributi. Ciò dipende eventualmente anche dal fatto che qui viene
sintetizzato, ognuno per parte sua, il lungo confronto che hanno avuto sul tema.
3.1. ANALISI DEL PUNTO DI VISTA D’UN UOMO: Un elemento
ricorrente è, all’inizio e alla fine, la ricerca della guida di Dio e
della sua volontà. Direi che così comincia col piede giusto un giovane che sta
nella sequela di Gesù. Poi gli ingredienti del dolce (rapporto) sono: la
futura compagna dev’essere credente, deve avere la stessa visione della sana
dottrina e della sana etica, ci dev’essere attrazione fisica e gli stessi
obiettivi spirituali.
Una caratteristica del carattere della donna ideale di Vincenzo è, oltre
a quelle usuali (affinità e qualità scritturali), la pazienza, specialmente di
saper ascoltare; è probabile che questo sia dettato dalle esperienze poco felici
in famiglia.
Nel cercare e sperimentare la guida di Dio, mette in guardia sia dalla
passività che dalla fretta, e consiglia un’attiva e paziente ricerca
nella preghiera, orientandosi alla volontà di Dio, che mantiene le promesse
fatte ai suoi figli.
Non si può che concordare con questo giovane, che è entrato con serietà nella
sequela di Cristo. Con questa fiducia in Dio, egli vede anche nei
difetti reali dell’uomo l’occasione sia di accettazione da parte della donna
per quello che lui è realmente (vale però in ambedue le direzioni!), sia per
modellarsi reciprocamente col tempo.
Permettetemi qualche battuta finale, usando un tema, in cui Vincenzo sta
migliorando, ma in cui ha ancora qualche occasionale smagliatura: la
sintassi. Le regole sopra esposte della grammatica etica per discepoli
sono buone, c’è ora solo la speranza che tale «lui» e tale «lei» saranno in
grado di coniugare allo stesso modo i verbi fondamentali sopra elencati. Certo,
se ci si attiene a tali regole dell’etica biblica, non bisogna colpevolizzarsi
delle eventuali sgrammaticature e degli occasionali errori di sintassi
per via, se gli obiettivi sono chiari e li persegue con dedizione, onestà e
serietà. Spero che lui stesso se ne ricorderà, quando verrà quella ragazza
«giusta», che gli farà perdere la testa; e, come si sa, senza testa è
difficile pensare, e c'è da sperare che la ritrovi subito per coniugare il verbo
«ho bisogno di te» con «voglio imparare a farti del bene».
3.2.
ANALISI DEL PUNTO DI VISTA D’UNA DONNA: È raro che le donne scrivano su
questioni del genere in modo così introspettivo, serio e competente per un
pubblico promiscuo, sapendo che anche uomini leggeranno tali riflessioni. Certo,
ho dovuto fare un po’ di pressione, ma il limone ha dato il suo succo. In
genere, come si vede in rete, le ragazze e le donne preferiscono scrivere in
modo mielato, sentimentalista e romantico all’interno di «tribù» femminili
chiuse, in cui si lisciano a vicenda, si leccano le proprie ferite in
gruppo, si lamentano dell’insensibilità maschile a scoprirle nel loro
romanticismo, proiettano sullo stesso schermo o il loro comune narcisismo o
l’immagine mentale dell’uomo sognato, quello improbabile e sfuggente come un
sogno o una chimera.
Mi pare che trapeli l’immagine di una giovane donna timorata di Dio e
fidente in Lui, che perciò non si mette in fibrillazione rispetto al tempo che
passa. Ella è conscia del divario fra attese ideali e la realtà di
doversi confrontare con uomini concreti e che la natura non ha baciato con la
perfezione; ma anche riguardo a se stessa. La speranza è che l’incastro di due
metà imperfette produca un tutto tondo.
Oltre agli aspetti esteriori e del carattere («come noi», dice ella,
affetti da «difetti e mancanze»), Daniela pone l’attenzione sulle
caratteristiche spirituali, a cui dà particolare priorità. Ella è conscia
che i sentimenti sono un punto di forza, ma quando sono troppi e messi in primo
piano, spesso ingannano. Daniela mette tutto specialmente in relazione al
servizio per il Signore, ossia se tale «lui» è di stimolo o d’impedimento al
riguardo e nella crescita spirituale; la sottomissione volontaria a un tale uomo
dipende da ciò.
Ella ci tiene a evidenziare che non basta una sintonia caratteriale e
spirituale, poiché ciò potrebbe bastare anche solo per un’amicizia, ma ci vuole
l’approvazione divina, la quale sola è garanzia di benedizione, di guida e
di riuscita, anche in vista di servire e glorificare Dio.
Tutto ciò è condensato quindi nelle sue considerazioni graduali: ▪ 1.
Compatibilità caratteriale; ▪ 2. Sintonia spirituale e col pensiero di Dio; ▪ 3.
La volontà di Dio, da cui dipende la benedizione.
La lettrice è conscia di un atteggiamento femminile di complicare la realtà,
che riassumo con questo motto: «Perché fare le cose facili, quando si possono
fare difficili?». Perciò ritiene che la cosa più semplice è permettere che sia
Dio a guidare ogni cosa. Infatti Dio usa anche le esperienze più di delusione
per educare i suo figli alla sua benefica volontà.
Il suo doppio esempio, derivante dalla sua esperienza con il vetro, è
lampante: ciò che ha la stessa natura, si fonde insieme; ciò che ha una natura
dissimile porta a tensioni tali nei due materiali che, se la crepatura non
avviene sotto temperatura, si realizzerà al raffreddamento, quando i due
materiali tireranno ognuno dalla sua parte. Avendo studiato meccanica e chimica
industriale e avendo prestato, in gioventù, servizio volontario all’interno di
una comunità di recupero, in cui c’era un laboratorio di ceramica, conosco la
problematica. Parafrasando un proverbio, mi viene da dire: «Per chi si mette in
una relazione ineguale: chi rompe, paga e i cocchi sono… d’entrambi».
Mi sento quindi di sottoscrivere completamente le riflessioni sincere e oneste
di Daniela. Mi verrebbe da dire: «Beata chi se la sposa!», visto che chi trova
una moglie timorata di Dio e con tali buoni propositi, ha ottenuto un gran bene
e soprattutto il favore del Signore (cfr. Pr 18,22).
Tuttavia, permettetemi qualche battuta finale, con l’hobby di vetraia che
fa Daniela, ogni scapolo che ha le caratteristiche menzionate, deve comunque
sincerarsi se gli conviene finire sotto una «campana di vetro» dai colori
scintillanti. A qualcuno certo piacerà e si sentirà in una «botte di ferro»,
anche perché lei è una donna molto pratica, diciamo tipo «Proverbi 32» (più o
meno)!
Con tante composizioni fragili in giro nella vita di Daniela, lei farebbe bene a
non sposarsi con qualcuno tipo «elefante in un negozio di porcellane».
3.3.
ASPETTI CONCLUSIVI: Alla fine di tali loro saggi e condivisibili
discorsi, mi verrebbe da ricordare loro, con una battuta, questo
saggio consiglio biblico: «Cercate e troverete» (Mt 7,7)... o,
almeno, non siate difficili da trovare per chi vi cerca come «anima gemella».
Non preoccupatevi, però, poiché tale persona non avrà forse il navigatore
satellitare, ma ha certo la «guida dall’Alto», che non sbaglia mai.
Certo non vorrei neppure ricordare qui quel credente in pieno alluvione, a cui arrivarono ben tre
canotti, ma lui rifiutò di salirci sopra poiché si aspettava altro da Dio.
Infine, arrivato al cospetto del Signore, lo rimproverò per non averlo aiutato;
al che Dio gli ricordò di avergli mandato ben tre canotti! (i dettagli della
storia sono
qui: al lemma «Segnali ignorati»).
►
Il partner ideale per un seguace di Cristo 2 {Nicola Martella} (A)
►
Il partner ideale per un seguace di Cristo? Parliamone {Nicola Martella} (A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Partner_ideale_seguace_GeR.htm
01-12-2009; Aggiornamento: 04-02-2011 |