Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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NOIA A SCUOLA, SEGNALE AI GENITORI

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  IL PROBLEMA: L’anno scolastico è iniziato da poco, dopo la lunga pausa estiva. Il ritorno a scuola è pieno di sorprese per i ragazzi e per i genitori. Mi ha raggiunto la seguente lettera di un genitore preoccupato, persona di mia conoscenza, che mi ha chiesto un consiglio.

     Caro Nicola, quest’anno scolastico per il nostro caro figlio Simone non è cominciato nel migliore dei modi: tre note per non aver svolto i compiti a casa; e le maestre mi hanno detto che a scuola è un po’ distratto. Tuttavia, quando con Annarita abbiamo letto il tema svolto in classe (intitolato «che noia»), abbiamo deciso d’andare a parlare con le maestre, visto che ci deve essere un problema, speriamo risolvibile.

     Non so se ci possa essere lo spunto per affrontarlo con la guida della Parola, per questo mi rivolgo a te. Dopo aver letto il tema di Simone (che ti invio), se puoi dammi un consiglio (possibilmente biblico, e se vuoi puoi anche chiedere aiuto ai tuoi lettori del sito). Se puoi rispondici prima possibile, perché credo che entro fine settimana dovremmo incontrare le maestre. Che il Signore ci guidi… {Sandro Carini; 6 ottobre 2009}.

 

Ecco il tema svolto dal figlio, un bambino di 9 anni che frequenta la 4a elementare:

Che noia andare a scuola con la stanchezza. Il primo giorno di scuola mi sono annoiato molto perché abbiamo subito fatto lezione. Come se fossimo alla fine dell’anno, con tante verifiche da fare e soprattutto che noia stare tutto il pomeriggio dentro casa a studiare e fare i compiti. Che noia poi i compiti di matematica a scuola! Che noia sentire sempre le maestre che urlano. Che noia stare a scuola senza fare niente e che noia non giocare a ricreazione. Che noia disegnare e colorare tutta la pagina, perché a me proprio non piace disegnare. Ne ho già abbastanza di questa scuola, che neanche un giorno mi lascia libero di giocare, senza compiti, studiare, disegnare e colorare. Vorrei fare tutto a modo mio, ma è impossibile perché non posso comandare. Uffa «che noia» questa scuola! {Simone; ho evidenziato in maiuscoletto alcuni termini chiave; si noti inoltre: 8 volte «noia» + 1 «annoiato»}

 

 

2.  ALCUNE OSSERVAZIONI: Premetto che, come mi ha ricordato qualcuno, Simone è un «grande» fin da quando era piccolissimo. Io lo chiamo «piccolo profeta» per la spontaneità, con cui ha sempre pregato nelle nostre riunioni di chiesa. Faccio anche notare che è difficile valutare cose che non si conoscono a fondo (p.es. il rapporto con le maestre) ed è altresì difficile entrare nei delicati meccanismi di una famiglia, che ha le sue regole, le sue convenzioni, i suoi pregi e difetti e sempre i suoi pesi e contrappesi. Spero di entrare in tale «santuario» in punta di piedi, visto che sono stato invitato a dare una valutazione, e di non creare reazioni indebite da parte loro come verso un estraneo.

 

2.1.  IL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO: «Che noia sentire sempre le maestre che urlano», scrive Simone. È difficile per me verificare il comportamento delle maestre e il loro rapporto verso gli alunni e particolarmente verso Simone. Perciò farò un discorso più generale.

    Un problema del sistema scolastico italiano, legato al clima mediterraneo, è la lunga pausa estiva. Non è che all’estero abbiano meno ferie, ma esse sono distribuite più o meno omogeneamente in tutto l’arco dell’anno scolastico. Sebbene in Germania in ogni stato federale le ferie scolastiche oscillano di qualche giorno, esse mostrano questa conformazione e distribuzione (prendo il caso della Baviera):

 

Ferie estive

2009

Ferie autunnali

2009

Ferie natalizie

2009

Ferie invernali

2010

Ferie pasquali

2010

Ferie a

Pentecoste 2010

03.08 - 14.09

02.11 - 07.11

24.12 - 05.01

15.02 - 20.02

29.03 - 10.04

25.05 - 05.06

 

Prendiamo a confronto la regione Lazio:

 

Ferie estive

2009

Ferie autunnali

2009

Ferie natalizie

2009

Ferie invernali

2010

Ferie pasquali

2010

Ferie a

Pentecoste 2010

13.06 - 13.09

--

23.12 - 06.01

--

29.03 - 06.04

--

 

A ciò si aggiungano, ad esempio, l’1/11 (tutti i santi), l’8/12 (concepimento di Maria), il 25.04 (festa della liberazione), l’1/05 (festa del lavoro), il 10/05 (festa della mamma), il 2/06 (festa della repubblica) e le feste patronali. Il 27/12 (santo Stefano) e il 31/12 (capodanno) rientrano nelle ferie natalizie. Il 15 d’agosto è compreso nelle ferie estive. In ogni modo anche le altre nazioni hanno giorni particolari civili e religiosi da festeggiare; ci risparmiamo la lista.

     Come si vede, il primo problema è la distribuzione delle ferie durante l’anno scolastico e la lunga pausa estiva.

 

2.2.  IL RIADATTAMENTO AI RITMI: È chiaro che un ragazzo di 9 anni, che ha trascorso tre mesi nella completa libertà dalla scuola, veda traumatico o noioso il ritorno in ritmi e occupazioni coercitivi, che non lasciano tempo e spazio all’autodeterminazione, al gioco e alla fantasia.

     Non drammatizzerei più di tanto, visto che ci troviamo all’inizio dell’anno scolastico. Anche gli adulti, che ritornano al lavoro dopo un periodo di vacanze, hanno lì per lì uno choc di riadattamento e vedono nel lavoro una prigione o una noia.

    È probabile anche che la scuola non sia per lui veramente uno stimolo a causa del fatto che gli insegnanti non sappiano trasmettere uno spirito di entusiasmo, di passione e di scoperta. Può darsi che le maestre adattino il programma ai più deboli della classe e non ad alunni perspicaci come lui, che hanno bisogno di sfide maggiori, per non annoiarsi. Può darsi comunque che fra non molto il ritmo scolastico si sarà stabilizzato e tutto sarà più «normale». Allora può darsi che non ci sarà più luogo e tempo per la noia.

 

2.3.  IL SEGNALE AI GENITORI: È probabile che il segale della noia non valga tanto per le maestre quanto per i genitori. Annarita è impegnata col suo lavoro e Sandro col suo corso professionale; certamente cercano d’essere genitori premurosi e attenti. Per capire la particolare situazione di Simone, bisogna tener presente quanto segue. Davide, il fratello maggiore, è adolescente e riesce abbastanza bene in ciò che fa (p.es. liceo scientifico d'indirizzo linguistico, il conservatorio, gruppo musicale). Samuele ha appena compiuto tre anni, prende pressoché tutta l’attenzione dei genitori e, quando c’è, si vede e si sente, a causa del suo carattere forte, esuberante e per certi aspetti prepotente. Simone è un secondogenito e, come tale, sta già all’ombra di un fratello maggiore, ma qui si aggiunge che è costretto di stare all’ombra anche del fratello minore (i terzogeniti si comportano in genere come primogeniti di fatto); posso immaginarmi perciò che si senta come un coccio di creta fra vasi di metallo, fra il primo e l’ultimo figlio. Per esperienza so che un secondogenito si trasforma (parla, comunica, ecc.) non appena manca il primogenito; ma quando un terzogenito è così colonizzatore dei genitori ed è pressoché sempre presente, non ha possibilità di fiorire neppure per brevi momenti. Simone cerca in tutti i modi di tener testa a tutte e due, ha un grande amor proprio, è tenace, pensa di potersi sempre arrangiare nella vita (magari sviluppando certe furbizie nascoste), ha una grande dialettica, è facile a ritenersi ferito e trattato ingiustamente, e così via.

     In genere, tutti i genitori rischiano d’occuparsi dei figli che reclamano di più e trascurano, volenti o nolenti, quelli che credono che ce la possono fare da soli; se poi hanno delle continue apprensioni per i figli, esse determineranno i loro comportamenti. Probabilmente Annarita e Sandro dovrebbero dare più responsabilità a Davide, il figlio maggiore (la maggiore età arriva prima che si pensi!), sia in casa (collaborazione, aiuto ai fratelli, ecc.), sia fuori casa (autonomia, ecc.). Dovrebbero anche frenare «l’esproprio» da parte di Samuele, l’ultimo figlio. Inoltre dovrebbero dare ogni giorno un po’ di tempo a Simone, seguendolo nelle sue attività e nelle sue trasformazioni legate all’età; è probabile che lo facciano già, ma dovrebbero aiutarlo con regole precise e presenza diretta nella cosa che attualmente fa con poca passione: i compiti. Questi ultimi diventano una tribolazione quotidiana, proprio perché egli si distrae volentieri e fa tutt'altro; come detto, qui ci vuole una presenza diretta durante i compiti e regole chiare (p.es. «Finché non hai finito, non puoi fare...»).

     È probabile quindi che quella della «noia» sia solo un segnale ai grandi per dire che ha difficoltà legate all’età, per essere seguito più personalmente, per ricevere ordine mediante regole chiare, per ingranare la marcia giusta nella nuova situazione scolastica ed esistenziale, per essere incoraggiato a mettercela tutta e a farcela, per…

 

2.4.  ASPETTI BIBLICI: Inutile fare qui tutta una disamina biblica sui doveri dei genitori e dei figli. Cito un solo verso che è tutto un programma: «Inizia il fanciullo secondo la sua via; non se ne discosterà neanche quando sarà anziano» (Pr 22,6). Il verbo ebraico chanak significa «inaugurare, iniziare». I genitori devono dare ai figli la guida nei diversi aspetti della vita non secondo un metodo valido per tutti, ma secondo la loro propria indole personale; se faranno così, daranno loro un bagaglio di saggezza e i timor di Dio che li accompagnerà l’intera vita.

 

2.5.  INVITO AL DIALOGO: Mi fermo qui, sperando che possano intervenire altri di ambedue i sessi con la loro esperienza di genitore, di educatore, di pedagogo, di maestro e «psicologo» infantile. Anche Annarita e Sandro possono certamente, dopo aver meditato su quanto scritto, dare il loro parere su questa analisi e sugli eventuali interventi altrui.

 

Noia a scuola, segnale ai genitori? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

Rubriche utili:

Riuscire nella vita: Genitori e figli

Società: Famiglia

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Noia_scuola_genitori_GeR.htm

07-10-2009; Aggiornamento: 12-10-2009

 

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