Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Generi & ruoli 1

 

Generi e ruoli

 

 

 

 

L’uomo e la donna nella Bibbia— Generi e ruoli 1:

   Ecco le parti principali:
■ Entriamo nel tema (la problematica)
■ I generi nella Bibbia
■ Il matrimonio nella Bibbia

 

La donna nel Nuovo Testamento — Generi e ruoli 2

   Ecco le parti principali:
■ La posizione della donna nella chiesa
■ Il ministero della donna nella chiesa
■ Aspetti conclusivi
■ La mia donna  

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Generi & ruoli 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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MOGLIE CALORIFERO E MARITO GHIACCIOLO

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  LE QUESTIONI: Ciao, fratello. È da tanto tempo che volevo chiederti un consiglio. Mi chiedevo cosa passa nella mente di un uomo, quando non reagisce alle dolcezze della propria moglie.

     Una volta, un fratello mi disse: «Tu tratti Gino come un credente, ma non lo è... Da lui non ti puoi aspettare determinati comportamenti». È giusto, allora mi chiedo quanto sia difficile dare attenzioni, dimostrare in mille modi il proprio affetto.

     Vorrei fare alcuni esempi di quello, che dico e faccio con Gino. Sarò sincera perché ho bisogno di un fratello, maschio, che conosce la mente degli uomini, che mi dica se sono fuori di testa oppure no. Ultimamente sto leggendo il libro dei 40 giorni, quello tratto dal film del pompiere. Fin dal primo giorno, l’autore suggeriva di non rispondere di traverso, poi di essere gentili, di assecondare le sue decisioni anche se non ti piacciono, di fare qualcosa di carino (come per esempio massaggiare i piedi, preparare il dolce preferito, mettere in ordine il suo armadio), comprare qualcosa che gli ricordasse che durante la giornata l’hai pensato, fare una semplice telefonata per chiedere se si può essere utile in qualcosa, scrivere un biglietto che gli ricordava di averlo sposato per scelta e che dopo tanto tempo quella scelta era ancora confermata e felice, e così via. Allora mi chiedo come si può restare in silenzio davanti a tali comportamenti (fatti tutti giorno dopo giorno)?

     Senza perdere la calma, penso che le risposte possono essere due: ▪ 1. Lui non ci ha fatto caso, perché distratto da altre cose (silenzio anche quando vado dalla parrucchiera, metto un tacco alto o cambio trucco); ▪ 2. Ci ha fatto caso, apprezza, ma non verbalizza.

     In entrambi i casi non è corretto. Allora una sera gli faccio un esempio: «Un giorno tu porti a mia madre un cesto, ricco di leccornie, grande e infiocchettato ma, essendo lei in bagno, tu lo appoggi all’ingresso. Se lei uscendo ti salutasse senza accennare al regalo, tu cosa penseresti? ▪ 1. Che non ci ha fatto caso; ▪ 2. Che è una persona insensibile. Allora per sapere quale delle due risposte è giusta, le dici: “Guardi cosa ti ho portato!”. “Ah! Grazie”, fa lei e passa ad altro». «Caro Gino, tu come ci resteresti? Ti ricordo che a te piace che ti si facciano grandi feste! Proprio tu, quando fai qualcosa (p.es. quando cucini), chiedi spesso come è venuta, sebbene io ti abbia già ripetuto più volte con calore e partecipazione che è ottima. Lui, alla fine dell’esempio mi dice che ho ragione, poi però tutto va avanti come prima.

     Ora regna un po’ di confusione nel mio cuore:

     ■ Da una parte, la Bibbia mi dice che è buono interagire con proprio coniuge, che è buono avere con lui comunione passionale, che è bello scambiarsi tenerezze.

     ■ Dall’altra parte, la Bibbia m’insegna ad amare senza pretendere nulla in cambio, che l’amore vero è quello disinteressato, come quello di Gesù che amò perfino chi lo stava uccidendo... Allora sono io che sto sbagliando, aspettandomi qualcosa?

     Non sto crescendo nella direzione giusta, nelle direzione biblica, se nel mio cuore cerco un po’ di gratificazione!? La gratifica non la dobbiamo cercare negli uomini, ma in Gesù; e allora come fare? Come si può conciliare le due cose?

     Io non pretendo che Gino cambi; sono un po’ rassegnata a un relazione piatta, senza rapporti passionali. Il nostro rapporto non è noioso, ma in esso mi sento una come tante, non mi sento speciale, unica... Tu cosa ne pensi? {Giulia Ghisa, ps.;16-12-2010}

 

 

2.  LE RISPOSTE: Se non ricordo male, avevo già parlato di cose del genere con questa lettrice ma, come vedo, esse ritornano. Ecco alcuni semplici appunti di orientamento, che possono aiutarla.

     ■ È vero, non deve trattare il marito come un «rigenerato», ma solo come un simpatizzante. A un figlio di Dio si può richiedere la coerenza di fede e l’ubbidienza, a un simpatizzante bisogna essere una buona testimonianza e aspettare che si converta.

 

     ■ I modelli importati come «Fire proof» (a prova di fuoco) sono interessanti, ma quando li si vuole applicare come «ricetta», che funziona e guarisce, si può rimanere delusi; ci si accorge che certe cose funzionano soltanto nel contesto culturale originario. In altri contesti, tale ricettario potrebbe alimentare il martirio dell’uno, che si dà da fare, e l’egoismo dell’altro, che si adatta al bene del coniuge senza porsi troppe domande.

 

     ■ Quando si parla della vita e della dinamica di coppia, bisogna stare attenti alle facili ricette universali, poiché ogni coppia ha una sua miscela di caratteri e temperamenti, una sua dinamica, un suo equilibrio, una sua intesa o «complicità», e così via.

 

     ■ In una coppia due possono avere la stessa indole ed essere ambedue intellettuali o pragmatici, idealisti o razionalisti, dinamici o flemmatici, passionali (romantici) o distaccati (stitici di sentimenti), e così via. Oppure si può essere del tutto dissimili. Essere simili aiuta in tante cose, ma nel complesso si potrebbe fare acqua, poiché nessuno compensa gli aspetti mancanti nell’altro e si può andare alla deriva insieme. Essere diversi può essere problematico, potendo essere gli interessi abbastanza distanti e la voglia di fare cose insieme poca; ma se ci si arrangia e concerta insieme e si vede la diversità altrui come risorsa, tenendo in equilibrio autodeterminazione e rispetto altrui, si può creare una grande intesa.

 

     ■ Tornando alle cure unilaterali tipo «Fire proof», quantunque esse possano essere nobili, possono non sortire gli effetti desiderati. Uno dei problemi è che l’altro non ne sa nulla e non si pone il problema. Specialmente l’uomo potrebbe adattarsi presto al bene fatto dalla moglie e prenderlo per scontato.

     Quindi, in passo importante, dopo aver investito «a fondo perduto», è verbalizzare ciò che si intende, comunicarlo al proprio partner. Poiché, magari, l’uno si fa martire, ma l’altro non lo sa o non se ne fa pensiero.

 

     ■ Una delle cose più difficili nelle relazioni umane, quindi anche nella coppia, è la comunicazione. Alcuni hanno un certo «pudore» a comunicare al proprio coniuge che cosa vogliono; vorrebbero che l’altro intuisse i propri desideri, ma non è sempre così, specialmente se l’altro è diverso da noi. Per questo si fa bene a comunicare all’altro ciò che si vuole. Ad esempio, in una coppia in cui un coniuge è passionalmente una «stufa» e l’altro «ghiacciolo», quest’ultimo non si dà pena, mentre il primo soffre per mancanza di coccole. Il primo passo in tutte le cose, in cui l’altro ha un bisogno o una debolezza, è comunicarlo all’altro e, se necessario, stabilire insieme una regola per ogni cosa. Anche riguardo ai rapporti coniugali si può addivenire insieme a un «minimo sindacabile»; può apparire non romantico, ma una regola aiuta e poi, magari, l’appetito vien mangiando. In ogni modo, comunque si faccia, bisogna comunicare all’altro il proprio bisogno, quando l’altro ha un’altra indole.

 

     ■ In genere il quadro è opposto: uomini sessualmente caldi e donne più fredde. Il conflitto è spesso fra uomini, che fanno richieste e rivendicazioni passionali, e donne che sublimano nei figli o in altre cose. Avere una «donna tutta dolcezze» sarebbe il sogno di tanti uomini. Un uomo con poca vitalità sessuale ha chiaramente un problema ed esso può risiedere in vari settori: a livello fisico (poco testosterone, calo della libido), psichico (insoddisfazione del rapporto coniugale), esistenziale (fallimenti, preoccupazioni, ecc.), mentale (depressione), eccetera. Tali aspetti possono anche essere combinati fra loro. Di caso in caso, bisogna stabilire quale sia la diagnosi del soggetto. Anche qui il dialogo è importante per stabilire le cause.

     Una volta stabilita la vera causa di tanta refrattarietà dell’altro alle proprie attenzioni, si potrà cercare insieme una soluzione. Magari tale causa non è (ancora) cosciente a chi ha il problema. Oppure, c’è qualcosa che egli ritiene d’essere «indicibile» e incomunicabile all’altro. Magari è qualcosa del passato che blocca, un comportamento del suo coniuge al momento o qualche altra cosa, che costituisce tale misterioso «segreto». Alcuni, non sono abituati a essere trattati così bene, nutrono il sospetto che dietro a tali «dolci manovre» ci sia qualcosa o qualche strategia, con cui si può venir manipolati. In altri casi non c’è proprio nulla, ma le persone semplicemente non sono abituate per cultura familiare a recepire «smancerie» del genere, impermeabili come sono manco le sentono, e se le vedono pensano che si tratti di un tic del coniuge, che bisogna sopportare. Quindi, non solo bisogna fare il bene al proprio coniuge, ma bisogna accertarsi che capisca che cosa sta succedendo. Inutile trasmettere un programma, se l’altro ha la radio rotta o è sintonizzato su un’altra frequenza.

 

     ■ Inoltre, bisogna accettare che l’altro sia diverso da noi. Se uno è intellettuale ha un coniuge pragmatico, non ci potrà fare discorsi filosofici, poiché, pur ascoltandoti, dopo un po’ s’annoia o va in tilt. Se uno è molto attivo e ha un coniuge più riflessivo o flemmatico, potrà spingere quanto vuole all’azione, ma dopo un po’ all’altro mancherà il fiato per troppa attività e desidererà trovare un «luogo di rifugio» con se stesso. E così via. Se si è abbastanza diversi, è una pia illusione voler fare tutto insieme. In tali casi si fa bene ad accettare l’altro così com’è e cercare insieme una via onorevole per coniugare insieme autodeterminazione e comunione, libertà personale e legame comune, diritti e doveri. Sebbene alcune cose saranno costanti, chiaramente tutto ciò dovrà essere rivisto di tempo in tempo.

 

     ■ Nell’amore coniugale ci sono sempre differenti aspetti. Si fanno alcune cose per dovere, poiché si è entrati nel patto con l’altro. Si fanno altre cose semplicemente per il bene, che si vuole all’altro. Si investe nell’altro a fondo perduto, sapendo che è un investimento per il bene comune. Si ha anche il diritto di reclamare una contropartita o una compensazione, visto che è un patto comune e un cammino comune; se uno diventa vittima (chi sempre dà) e l’altro carnefice (chi sempre prende, senza un ritorno di fiamma), la corda primo o poi si spezza. Nel matrimonio c’è sia il sacrificio personale per il bene comune (rinunce, impegno, ecc.), sia la reciprocità di diritti e doveri.

     Quando ci si sposa, si consegna il proprio corpo nelle mani del coniuge e ognuno si impegna a dare all’altro ciò, che è dovuto (1 Cor 7,3ss). Certo ciò vale specialmente fra due credenti, ma si può applicare tale principio a ogni matrimonio. Il matrimonio è il luogo dove realizzare la propria gratificazione, certo non a spesse di quella dell’altro.

 

     ■ Per uscire dalla rassegnazione, bisogna stabilire chi si è e che cosa si vuole, chi è il coniuge e che cosa vuole lui; bisogna che ognuno lo sappia dall’altro. Se l’altro è «freddo» e «stitico di sentimenti», bisogna capire perché, che cosa lo blocca e che cosa fare per dargli nuova fiamma. Se l’altro è insensibile e ingrato, bisogna risalire alle cause; come detto, magari non ne è consapevole, oppure la sua cultura gli detta che è così che bisogna fare. Alcuni sono stati educati che mostrare i propri sentimenti è per persone deboli. Altri pensano che mostrare ciò, che si è, renda vulnerabili; e questo schema mentale viene usato anche nel matrimonio. È possibile dare la medicina appropriata al caso, soltanto dopo aver stabilita una corretta diagnosi.

     Se non si riesce da soli, bisogna trovare chi possa dare un aiuto. Il problema è che gli uomini sono restii a dire ad altri i fatti propri. A volte, però, può aiutare un dialogo spontaneo con coppie mature e preparate.

 

     ■ È difficile mettere insieme sotto lo stesso giogo un bue e un asino, vista la loro differente natura. Ciò vale già per l’indole differente. Poi rimane il problema della fede. Allora bisogna trovare il modo per «arrangiarsi», per tirare la corda dalla stessa parte e perseguire obiettivi comuni. Un credente accetterà le esortazioni e i comandi del Signore, il non-credente e il simpatizzante si comporterà differentemente: l’uno tollera, l’altro «abbozza» dando ogni tanto delle frecciate, l’altro ancora non ne vuol sapere e ce poi chi va sulle barricate.

 

     ■ In tali casi è meglio essere realisti; e spesso è più utile la strategia dei piccoli passi. Se si pigia troppo sul pedale dell’acceleratore, può succedere che l’altro coniuge si spaventi e chieda di fermare l’auto per proseguire a piedi. Chi è saggio, usa il discernimento, si mette al ritmo dell’altro coniuge per guadagnarlo e, interagendo intelligentemente con lui, crea le occasioni (o usa quelle, che avvengono), in cui l’altro si senta libero di pigiare sul pedale dell’acceleratore sia della fede, sia della passione.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Mogli-calor_marit-ghiacci_GeR.htm

20-10-2010; Aggiornamento: 11-05-2013

 

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