Per guidare un automezzo, si necessita di una patente; si diventa padre e
coniuge, senza alcuna «scuola guida». A ciò si aggiunga che chi non ha avuto
modelli positivi di genitori, trova fatica a fare egli stesso il genitore e il
coniuge. Quando ci si converte a Cristo, si scopre nella fede un nuovo modello
di comportamento. Nella pratica non è comunque sempre facile essere ciò che si
vorrebbe o di dovrebbe essere. Anche per un credente il «mestiere» di marito e
di padre resta uno dei più difficili. Non solo bisogna combattere con la propria
«carne» e le proprie debolezze, ma anche con quelle dei propri cari.
Questo scambio epistolare è nato spontaneamente. Esso potrebbe servire di
riflessione per altre persone che si trovano nella stessa situazione. È un
discorso iniziato, ma non ancora concluso… non solo con il mio interlocutore, ma
anche con i lettori.
Solo formalmente ho diviso l'epistolario in quatto tornate. Nell'ultima, oltre a
una risposta conclusiva del mittente, c'è un catalogo di domande su cui i
lettori possono riflettere per formulare i loro eventuali contributi. |
Prima tornata
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■ Missiva:
Caro Nicola, la scorsa domenica sera a casa è stato estremamente pesante. Mio
figlio Alberto aveva litigato con la fidanzata ed era intrattabile. Io, a un
certo punto, mi sento male con il cuore, o forse è stato un crollo fisico e
mentale; Clara, mia moglie, è stata costretta a darmi molte gocce di
tranquillanti. Ad un certo punto, è riesplosa la furia tra Clara e Alberto:
Clara gli urlava, Alberto gli urlava in faccia male parole, io stavo in mezzo
cercando di dividerli, Clara gli urlava d’andarsene via di casa... E io in
mezzo.
Alle altre batoste, si è aggiunta anche questa. Che devo fare, caro fratello?
Alberto è mio figlio, Clara è mia moglie. Ma penso che Clara non si possa
permettere di dirgli d’andarsene di casa. Come sai, lei non è la madre naturale.
Al limite potrei dirglielo io, ma cosa ha fatto di così grave?
Non lo so, caro fratello. Sto in una situazione seria. E tre minuti fa, sentendo
Clara, mi ha detto che ce l’aveva con me!!! Ma dove siamo! Dovrei andare a casa
e prenderli a calci nel sedere tutti e due?! Non sarà biblico, ma è tanto
salutare. T’assicuro che se vedo cose strane li caccio di casa tutti e due.
Sono molto stanco, caro fratello, e i pesi nel cuore straziano. A ciò si
aggiungono i problemi che sai. Ad oggi sto sotto un treno. Domani si vedrà. Dio
ti benedica. {Franco Castelli, ps.; 26 maggio 2008}
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Risposta: Caro Franco, mi dispiace per la tua situazione personale
e domestica. Di là che ognuno debba prendersi le sue responsabilità, sia Clara
sia Alberto (che tu), certo non è facile una tale situazione: furbizie, malizie,
carnalità, liti, eccetera. Da persone che hanno conosciuto Cristo ciò non va e
dà pure cattiva testimonianza nel palazzo. Non è certo tutta colpa di tua moglie
Clara, ma ella proprio per amore di Cristo e perché è più matura, dovrebbe dare
l’esempio e perché Alberto, tuo figlio, non si perda... Certo Alberto ha le sue
furbizie e le sue maschere; anche lui deve prendersi le sue responsabilità ed
essere cooperativo in casa, non può essere solo chi riceve e non dà.
Che Dio ti dia saggezza, fratello. Ne hai proprio bisogno. Che ti dia
d’accostarti a Dio e di resistere al diavolo (Gcm 4,7s); che così faccia anche
Clara. Non posso che pregare per te e per voi. Se posso fare di più, dimmelo.
Per il resto confida nel Signore che appiana le vie. Dietro alle nubi c’è sempre
il sole e dopo un po’ riapparirà.
Ti lascio con due versi che mi hanno parlato stamani e che potrebbero servire
anche a te:
■ «Dipartiti dal male e fa’ il bene; cerca la pace, e procacciala» (Sal
34,14).
■ «Del resto, fratelli, rallegratevi, fatevi perfezionare, fatevi esortare,
abbiate un medesimo sentimento, conservate la pace; e il Dio dell’amore e della
pace sarà con voi» (2 Cor 13,11).
Un saluto in Gesù Messia... {Nicola Martella}
Seconda tornata
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■ Missiva:
Caro Nicola, hai ragione, le responsabilità stanno sempre nel mezzo. Quello che
non capisco però è il fatto che Clara ora non parla a me!
Cercare la pace? Ma esiste pace in questo mondo?
Farmi esortare? È ciò che cerco, con tutta la forza che posso, in ogni momento
della mia vita. {Franco Castelli, ps.; 27 maggio 2008}
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Risposta: Caro Franco, la porta è «stretta» e la via è «angusta»,
ma è l’unica che permette di mettersi in salvo. T’auguro la «sapienza» (capacità
di riconoscere l’ordine e d’adeguarsi a esso), i cui elementi essenziali sono
timor di Dio e disciplina (Sal 11,10; Pr 1,7; 9,10; 15,33; cfr. Is 11,2).
In ogni modo, avete bisogno di coinvolgere qualcuno di vostra stima. Finché vi
muovete all’interno della vostra scacchiera, rischiate d’entrare continuamente
in stallo. Quando ognuno di voi deve farsi capire da un «estraneo», deve mettere
a nudo parte dei propri «labirinti» e già ciò è terapeutico. Ognuno avrà le sue
ragioni, ma si rischia di vedere solo quelle e non i propri doveri. Se continui
così, rischi fra poco di doverti decidere per l’uno o per l’altra, oppure di
perdere ambedue, oltre che te stesso.
Fammi pensare a voce alta. È probabile che Clara si senta «tradita» da te
come suo capo morale? Che tu non faccia il tuo dovere morale verso di lei (e i
figli) fino in fondo?
In ogni modo, tieni presente che non puoi mettere sullo stesso piano un figlio e
una moglie. Un figlio che non onora la madre (sebbene non biologica), nonostante
le sue ragioni, è comunque da condannare e da sanzionare. Se tu proteggi un
figlio oltre misura, rischi di fare un’ingiustizia e d’alimentare la sua
arroganza e l’eventuale empietà (nascosta). Il figlio pensa che in fondo possa
permettersi d’agire così, visto che fa parte delle «regole» familiari:
rispondere alla madre (tua moglie!) con arroganza, gridarle in faccia delle
cose, trattarla come gli pare, eccetera; e tu fai il «paciere», come se questo
fosse il tuo compito primario, e come se un figlio e una moglie stiano sullo
stesso piano. Tua moglie è la tua carne, con cui sei «uno» (Gn 2,24; Mc 10,7ss);
verso di lei hai dei doveri particolari (Ef 5) che superano quelli verso i
figli.
Continuo a pensare ad alta voce. E se il tuo cercare d’essere equidistante
fra figlio e moglie è una delle cause di tale malessere? Un marito può essere
comprensivo, ma non equidistante. Per prima cosa dev’essere giusto e fare il
proprio dovere di marito e padre. Un figlio, prima o poi, se ne andrà; la moglie
è e rimane la tua carne. A un certo punto, bisogna poter dire a un figlio: «Qui
sei benaccetto, ma se vuoi rimanere, solo a queste condizioni».
Io personalmente non avrei mai permesso a un figlio d’agire così verso mia
moglie. Il fatto che Clara non sia la madre biologica di Alberto, è un argomento
ormai desueto e inaccettabile. Alberto deve onorare la moglie del proprio padre,
senza se e senza ma, deve portarle rispetto e deve anche ubbidirle per il ruolo
che riveste. Il rapporto che Alberto ha verso Clara è tua responsabilità, è
quello che tu hai permesso come capo della casa. Quindi penso che il primo che
debba riflettere e cambiare sei proprio tu. Un regno diviso in se stesso non può
durare (Mt 12,24) e «una casa divisa contro se stessa, va in rovina» (Lc
11,17); e se un re non riesce a tenere il tutto sotto controllo, rischia di
perdere questo o quello e addirittura il suo trono.
Ho pensato a voce alta. E spero che, nei miei limiti, t’abbia aiutato nella
riflessione. Dio ti dia quindi sapienza e discernimento, disciplina mentale e
maturità. Prego per voi, ma specialmente per te. Šalôm... {Nicola Martella}
Terza tornata
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■ Missiva:
Caro fratello, ho letto con molto piacere la tua e-mail e l’ho trovata piena di
spunti di riflessione e sicuramente condivisibili. Ma su una cosa non mi trovo
in accordo con te. Quando dici «Io personalmente non avrei mai permesso a un
figlio d’agire così verso mia moglie…». E tu avresti detto a tuo figlio: adesso
esci di casa e vattene? Pur essendo conscio che non ha un tetto dove coprirsi e
ne di che mangiare? Io no caro fratello. Io non ci riuscirò mai a dire a
nessuno: «Esci e vattene». E figurati a dirlo proprio a mio figlio. E sono certo
che, prima d’affermare certe cose, ci si dovrebbe mettere nei panni del
genitore.
Guarda che io ad Alberto né lo coccolo e né lo giustifico, ma certe cose di
Clara sono estremamente esagerate. Grazie comunque per gli incoraggiamenti e i
buoni consigli. {Franco Castelli, ps.; 27 maggio 2008}
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Risposta: Caro Franco, prima delle decisioni drastiche verso un
figlio, si sono altri passi intermedi, come l’imposizione di regole certe e
d’una «disciplina di casa», che bisogna stabilire come genitori e accettare come
figli. È qui che Dio deve dare saggezza nel mettere regole e nel farle
rispettare. Saluti nel Signore... {Nicola Martella}
Quarta tornata
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■ Missiva conclusiva:
Caro Nicola, è vero che il Signore porta a compimento i suoi piani in maniera
anche dolorosa, ma sia a Lui la gloria. Finalmente ho riunito la famiglia
intorno a un tavolo e ho parlato.
Ho detto a mio figlio che mia moglie l’ho sposata perché la amo e desidero
condividere con lei la mia vecchiaia, e che non permetto a nessuno, tantomeno a
mio figlio di prenderla a male parole o non rispettarla.
Ho detto a mia moglie che mio figlio lo amo; ed essendo io il capofamiglia, ho
io il dovere di riprenderlo ed eventualmente a spronarlo a prendere la sua
strada.
Ho detto infine a me stesso di ricordarmi più frequentemente che il Signore mi
ha posto a capo della famiglia e che devo amare questa famiglia nel modo in cui
Gesù ha amata la chiesa.
Sono consapevole che tutto quello che è successo non ha onorato Dio e che, tra
le moltissime altre cose, me ne chiederà conto. Dio ti benedica {Franco
Castelli, ps.; 05 giugno 2008}
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Domande per la discussione: Lascio l’ultima parola a
Franco, visto gli incoraggianti passi da lui fatti. Ritengo che questo breve
cammino fatto insieme sia terapeutico e balsamico, sebbene — come in una lunga
collana — siano solo le prime perle.
Ora mi rivolgo ai lettori per alimentare la discussione. Che cosa ne
pensate della relazione fra Franco, sua moglie e suo figlio, che è diventato
maggiorenne? Che cosa non ha «funzionato» nel tempo nel ruolo d’ognuno di loro?
Che cosa bisognerebbe migliorare nel management durante le crisi di
coppia e di famiglia? Che cosa dovrebbero tener presente per venire a capo della
loro ricorrente situazione coniugale e familiare? Quali consigli aggiungereste
voi a quelli già dati? Se avete (avuto) una situazione simile, come fate (avete
fatto) per trovare il giusto bandolo della matassa e per arrivare a un
accettabile equilibrio nella questione, che coniughi giustizia e misericordia,
verità e amore, ordine e accettazione, responsabilità personale e clemenza? Che
cosa fareste (avreste fatto) al posto di Franco, di sua moglie o di suo figlio?
{Nicola Martella}
►
Difficoltà di marito e padre? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
Da marito a marito {Desiderio Bereani} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Marito_padre_difficile_GeR.htm
10-06-2008; Aggiornamento: 11-05-2013
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