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2.  DOTTRINA E MORALE DEFICITARIE

     ■ Piano dottrinale: Martin Luther King non credeva, ad esempio, alle seguenti dottrine: all’ispirazione della Scrittura, alla Deità di Cristo, alla nascita da una donna vergine, alla morte sostitutiva di Gesù in croce, al ritorno visibile di Cristo, alla risurrezione dei morti e al giudizio finale. Inoltre, per lui i seguenti fatti narrati erano dei miti: il giardino dell’Eden e i fatti lì avvenuti (p.es. il serpente, che sedusse Eva) e il fuoco dell’Inferno. Tutto sarebbe provenuto dal paganesimo e sarebbe stato adattato alla religione della Bibbia.

     ■ Piano morale: Come pastore doveva sapere che cosa fosse la fornicazione e l’adulterio. Il migliore amico di King, Ralph Abernathy, scrive quanto segue nel suo libro «And The Walls Came Tumbling Down» [E le mura sono crollate] (Harper & Row, New York 1989): la notte prima di essere ucciso, ebbe degli incontri sessuali con due donne. Tale condotta era usuale per lui: di giorno arringava le folle, spesso riempiendosi la bocca con brani biblici, e di notte si portava a letto le sue ammiratrici.

3.  LUCI E OMBRE: Martin Luther King, essendo pastore protestante, poteva parlare qui in modo conforme alla Scrittura e lì in modo umanista, se non contrario alla Bibbia.

     ■ Luci in penombra: Questo articolo era già terminato da tempo e pronto alla pubblicazione, quando sul calendario «Il Buon Seme» (12/03/2015) de «Il messaggero cristiano» ho letto quanto segue: «Vorrei insistere perché diate la priorità alla ricerca di Dio. Lasciate che il suo Spirito penetri nel vostro essere. Per affrontare le difficoltà e le prove della vita, avete bisogno di Lui. Prima che la barca della vostra vita raggiunga l’ultimo porto, incontrerà delle tempeste lunghe e pericolose, venti sibilanti e impetuosi, mari agitati che fanno tremare il cuore. Se non avete una fede profonda e paziente in Dio, non avrete forza per affrontare le delusioni e le contrarietà che sono inevitabili. Senza Dio, tutti i nostri sforzi si ridurranno in cenere e le nostre aurore in notti profonde. Ma con Lui siamo in grado di lasciare le valli tempestose per raggiungere le alte cime della pace interiore e scoprire le stelle radiose della speranza nel profondo delle più deprimenti notti della vita. Sant’Agostino ha ben detto: “Tu ci hai fatti per Te, e il nostro cuore è senza riposto finché non riposa in Te”. Dove troviamo questo Dio? Dove, se non in Gesù Cristo? È un atto di fede in Lui che ci condurrà a una vera conoscenza di Dio» (senza fonte; grassetto nostro).

     Come si vede, Martin Luther King aveva una grande retorica, piena di suggestive illustrazioni. Il suo discorso è tipicamente esistenzialista. Il suo ragionamento potrebbe essere del tutto umanista, se non avesse indicato verso Gesù Cristo. Certamente, avente in mente la sua dottrina generale, sopra esposta, si rimane un po’ cauti con la sua retorica e i suoi contenuti. Non avendo la fonte né la data di pubblicazione di tale scritto, ipotizziamo che egli l’abbia scritto in una prima fase della sua carriera. Comunque, come vediamo, nella vita di Martin Luther King c’erano luci e ombre.

     ■ Il debole per le donne: Guardando alla vita di Martin Luther King, ho dovuto pensare a Sansone: una grande chiamata, una grande energia, un tallone di Achille, le donne, e una tragica fine. Non mi dilungo di più su tale giudice d’Israele (Gdc 13-16). Martin Luther King è il suo antitipo.

     Ho dovuto pensare anche a Salomone, un re in cui c’era la sapienza di Dio. Eppure essa non gli impedì di traviarsi moralmente e spiritualmente. Infatti è scritto che le tante donne, che ebbe, «gli pervertirono il cuore; cosicché, al tempo della vecchiaia di Salomone, le sue mogli gl’inclinarono il cuore verso altri dèi; e il suo cuore non appartenne tutto quanto all’Eterno, al suo Dio» (1 Re 11,3s).

     ■ La lezione per noi: Essa è la seguente: Si può cominciare bene, ma terminare male. Perciò, «chi pensa di stare in piedi guardi di non cadere» (1 Cor 10,12). E ancora: «E bada bene a te stesso, che talora anche tu non sii tentato» (Gal 6,1). E quindi: «Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, salvaguarderai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Tm 4,16).

4.  ASPETTI CONCLUSIVI: Abbiamo visto che Martin Luther King aveva rinunciato a molti cardini dottrinali della Riforma, diventando un «profeta» umanista. Portava a torto il titolo di pastore battista, visto che molti Battisti pagarono con angherie, persecuzioni e morte la loro fedeltà alla Scrittura e alle sue dottrine fondamentali. Per «fratelli» intendeva i membri dell’umanità.

     Quindi, Martin Luther King più che «l’arte di vivere come fratelli», aveva imparato l’estro di vivere con le «sorelle», che si portava a letto. Tale predicatore battista, oggigiorno festeggiato come «eroe», era un donnaiolo e si «consolava» spesso con qualche seguace del suo movimento pacifista.

     Questo i fan odierni di Martin Luther King o non lo sanno o lo rimuovono, per poterlo innalzare come «eroe». Riguardo al peccato, Dio non guarda in faccia a nessuno e non fa sconti, specialmente se una persona occupa posti di rilievo nelle chiese. Dio è misericordioso, longanime e lento all’ira, ma non tiene il colpevole per innocente (Es 34,6s). L’Onnipotente gli aveva dato tempo per ravvedersi, ma perfino nella notte prima che fosse ucciso, tradì sua moglie senza ritegno. Dio non gli usò più altre tolleranza (cfr. Am 7,8; 8,2), lo pesò, trovandolo mancante (cfr. Dn 5,25-28) e non fu più il suo protettore. Senza Dio come suo scudo, una mano balorda poté mettere fine alla sua vita, alla sua doppia vita.

Per l’approfondimento rimandiamo all’articolo «Martin Luther King: un modello da imitare?».

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-MLKing_cita_EdF.htm

02-01-2015; Aggiornamento: 18-03-2015