Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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IPERSENSIBILITÀ DEL «SISMOGRAFO» INTERIORE

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  LA SENSIBILITÀ: Un sismografo è un apparecchio usato per registrare graficamente le vibrazioni della crosta terrestre, ossia specialmente l’intensità e la durata dei movimenti sismici, ma anche la provenienza. La sua sensibilità dipende da come è tarato, cosa che lo rendo capace o meno di registrare le minime variazioni, perturbazioni e simili. Lo stesso vale, ad esempio, per una bilancia, che è tarata per i chilogrammi, per i decigrammi, per i grammi o, addirittura, per frazioni di grammo. Similmente si parla della sensibilità di un termometro o di un altro strumento di misurazione. Similmente esistono pellicole più o meno sensibili, ossia impressionabili dalla luce. Quindi, come uno strumento o un dispositivo sarà capace di registrare gli stimoli esterni, dipende dalla sua sensibilità. Lo stesso vale per i sensi naturali (vista, udito, tatto, gusto, olfatto) e per la reattività ad alcuni altri stimoli (dolore, piacere, solletico, caldo, freddo, ecc.).

     Tutti noi abbiamo una specie di «sismografo interiore». Anche qui come la mente (o l’interiore) sarà capace di percepire, attraverso i sensi, gli stimoli esterni o interni, dipende dalla sua sensibilità. Una persona è sensibile al caldo e un’altra al freddo. Similmente si è diversamente reattivi verso l’umidità, una sostanza o un medicinale. Lo stesso accade in campo artistico, naturalistico, degli affetti, delle emozioni, dei sentimenti propri o altrui, delle idee, degli interessi, delle inclinazioni e così via. L’uno sarà, ad esempio, più sensibile ai complimenti o alle adulazioni, l’altro no; ciò vale anche per altre cose.

     La sensibilità di una persone è dovuta a tanti fattori, ad esempio ai seguenti: velocità mentale di elaborazione dei dati, ormoni, età, genere sessuale, carattere, stress, affaticamento, maturità…

     Sensibile è chi possiede un’elevata emotività e impressionabilità. La sensibilità ha risvolti positivi e può riguardare l’attenzione, che si ha per gli altri (delicatezza, ricettività, empatia, tenerezza). Essa può anche avere risvolti negativi e palesarsi come suscettibilità, permalosità, irritabilità, quindi come ipersensibilità.

 

 

2.  IPOSENSIBILI E IPERSENSIBILI: Persone iposensibili ci mettono un bel po’ per recepire gli stimoli esterni, per elaborarli, per creare varie associazioni con i molti parametri e le variabili dell’esistenza e con se stesso e per reagire. Intanto altri stimoli raggiungono la mente ed, essendo essa affollata da questi ultimi, quelli passati sono oramai messi agli atti. Questi sono individui iporeattivi, con i filtri a maglia larga e a bassa sensibilità, almeno all’apparenza. Magari il loro problema è accumulare tutto in una diga e, quando il livello di guardia è superato, a valle succedono i disastri improvvisi e occasionali.

     Al contrario, ci sono persone ipersensibili, che rapportano a sé ogni cosa, che avviene fuori. Esse elaborano gli stimoli in modo tale da creare continuamente un rapporto molto personale con se stessi. Quindi, se la prendono abbastanza in fretta. Hanno una «pelle» interiore così sottile, che basta sfregarci sopra un po’ di più e sembra che sanguini subito. Hanno, come si dice, i nervi a fior di pelle. Il loro «sismografo» interiore si mette in movimento a ogni minima oscillazione.

 

 

3.  IL CASO CONCRETO: A volte mi scrivono persone ipersensibili e mi chiedono che cosa fare. Alcune di loro sono delle vere e proprie mimose, che in momenti particolari riferiscono tutto a sé e si turbano per le cose, che stanno a loro intorno o che le coinvolgono in qualche modo. Certamente bisogna vedere di caso in caso. Ecco che cosa ho scritto all’incirca a un giovane, che lascio qui nell’anonimato. Questo è l’apice di un lungo carteggio, in cui abbiamo trattato i suoi problemi specifici attuali.

     Secondo me hai ancora molto da maturare nella fede e come persona. Stai dando troppa importanza a cose, che oggettivamente non ce l’hanno. Sei troppo sensibile col tuo «sismografo» psichico.

     Inoltre, il tuo punto di vista è reale, ma non è tutto; lo stesso si può dire di quello delle persone, di cui parli; ognuno di voi ha alcune ragioni dalla sua parte, ma non tutte. Il puzzle si compone, tenendo presente tutte le tessere.

     Non stare lì a ricamare su tali cose, oggettivamente poco importanti. Concentrandoti troppo su tali cose e accumulandole insieme, ti convinci che ogni fiammifero sia un bosco in fiamme. Ossia la tua percezione delle cose è distorta. Inoltre, guarda tali cose a breve, medio e lungo termine; che resterà di tali cose fra un mese, fra un anno o fra un lustro?

     Guarda a ciò che puoi fare e cambiare un passo alla volta. Se puoi cambiare le cose, perché ti affanni? Fallo. Se non puoi cambiare le cose, perché ti affanni? Aspetta tempi migliori, e intanto fa’ altro.

     Perché ti tormenti con ciò che sta intono a te? Poniti degli obiettivi. Pensa a che cosa puoi fare dopo la prossima tappa, una volta che l’hai raggiunta. Da ciò dipendono molte altre cose e anche ciò che ora vedi come un problema. Se sei in una fase di cambiamenti, pazientati e fatti guidare dal Signore. A ogni tappa, che raggiungi, si modifica il tuo rapporto col percorso e con le cose intorno a te.

     Per il resto sii più longanime con gli altri; allora molti di loro lo saranno certamente con te. Non guardare a loro come fossero tuoi avversari, allora molti di loro non lo saranno verso di te. Se non ti aspetti nulla, puoi godere tutto come grazia. Inoltre, tara il tuo «sismografo» psichico in modo meno sensibile e non interpretare ogni minima variazione come una minaccia o catastrofe incombente. Se vuoi piacere al Signore e servirlo, devi avere le spalle larghe, il cuore grande e fare spesso buon viso a cattiva sorte.

     Se invece ogni piccola circostanza avversa ti fa sobbalzare, ti crea spasimi d’animo, ti rende suscettibile, ti crea apprensione e ti spinge a prendertela e magari poi a voler sempre chiarire tutto con gli altri, ciò ti farà apparire singolare e problematico. Il cristiano maturo è capace d’incassare, di coprire le cose col manto dell’amore, di passare sopra le offese, di patire anche qualche torto, di amare i fratelli nonostante tutto e così via. Penso che stai sulla buona strada, continua.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Ipersensibil_EnB.htm

08-02-2013; Aggiornamento:

 

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