■ Scusa, ma che cos’è «l’I.B.E.I.»? È
«l’Istituto Biblico Evangelico Italiano». ● Ah, qualcosa come una «Scuola
Biblica»!? E che ci fai tu là? Beh, devi sapere che quando ero ragazzo, era
il mio grande desiderio venirci per studiare la Parola di Dio e per prepararmi a
un eventuale ministero per il Signore. Per questo andai in Germania per
guadagnare i soldi sufficienti per poterci venire, poi però... ■ Ma allora, ci sei andato o no? Ora ti spiego!
Essendomi sposato in Germania, decidemmo di frequentare lì una Scuola Biblica
(sai, mia moglie è tedesca e allora non
spiccicava una parola d’italiano). Durante questo tempo passò da noi una
rappresentanza dell’I.B.E.I. e venne detto a noi studenti del grande bisogno di
insegnanti che c’era a Roma. Poi frequentai un’Accademia Teologica e, durante
questo tempo, presi contatti con la direzione dell’I.B.E.I.. Infine, per farla
breve, ci andai comunque all’I.B.E.I.... da insegnante. ■ Da quanto tempo sei già all’I.B.E.I. e che cosa
insegni? Nel 1984 sono arrivato a Roma con due intenti: di insegnare presso
l’I.B.E.I. e di fondare una chiesa: la grazia di Dio mi ha sostenuto insieme ad
altri per adempiere ambedue questi propositi. Vidi allora soprattutto due grandi
bisogni: l’Antico Testamento (AT) era molto trascurato in Italia e l’approccio
nelle chiese era specialmente di natura dogmatica. Per questo mi dedicai all’AT
(la mia grande passione) e all’esegesi. ■ Esegesi? È l’analisi del testo in modo
storico-biblico o storico-grammaticale. Ho coniato al riguardo questo motto: «Il
testo senza contesto è un pretesto che io contesto». Infatti, il rischio che
corrono diversi cristiani è quello di non spiegare il testo nel suo contesto
naturale (letterario, storico ecc.), nella dinamica dello sviluppo della
rivelazione e nella relazione fra i due Testamenti, ma di fare «versettologia».
● Versettologia?
La fa chi prende versetti qui e là in modo indifferenziato, spesso con buone
intenzioni o anche per portare avanti le sue tesi dottrinali. Io chiamo
l’esegesi «l’effetto minatore»: si scava e si trova quello che c’è
effettivamente in quel «filone» del testo biblico. Il contrario è l’eisegesi,
ossia la proiezione nel testo delle proprie convinzioni o del proprio modo di
vivere la fede; io chiamo ciò «l’effetto discarica»: si proietta nel testo
alcune opinioni e, basandosi spesso sul consenso di gruppo, si pensa che il
testo insegni proprio questo. ■ Beh, queste cose sembrano interessanti. Forse
dovresti spiegarmele meglio a voce. Ma che offrite come Istituto Biblico?
Per prima cosa devi sapere che l’I.B.E.I. è legato a un’agenzia europea per
l’accreditamento: ciò che uno studia in uno dei programmi dell’Istituto, viene
riconosciuto dagli altri Istituti membri in tutta l’Europa; tale agenzia
controlla regolarmente gli standard teologici e didattici. Sulla base di questi
accordi, l’I.B.E.I. offre lo studio di 1 anno per il certificato e di 3 anni per
il diploma. ● Mettiamo il caso che io volessi dedicarmi interamente allo
studio... Allora la cosa migliore è quella di frequentare la scuola
residenziale a Roma. Qui potrai studiare — oltre alle materie bibliche ed
esegetiche — anche il greco, l’ebraico, l’omiletica (come predicare), la
filosofia, la psicologia... ■ Interessante. Ma mettiamo che qualcuno della mia
chiesa non possa permettersi di abbandonare casa e chiesa: che alternative ci
sono? Il mezzo più semplice è di studiare con la nostra «Scuola a Distanza»:
l’I.B.E.I. offre così tutti i corsi per il certificato e diversi corsi per il
diploma, e si può studiare per corrispondenza. Al riguardo si può studiare sia
in modo accademico (facendo oltre ai compiti anche gli esami), sia in modo non
accademico (non facendo gli esami). Poi... ■ Scusa se ti interrompo. Ma se nella nostra zona ci
fossero, diciamo, fra 20 e 40 credenti che vogliono studiare con voi, che
dovrebbero fare? Appunto, stavo per dire che in tali casi, in accordo con le
chiese locali di una zona e in presenza di locali idonei, l’I.B.E.I. offre un
programma di «Scuola Succursale» che dura 2 anni, ma che si può estendere anche
a 3. Essa funziona come la Scuola Interna, solo che sono gli insegnanti a fare i
pendolari. ■ Certo questo ha il vantaggio che si può continuare
con i propri impegni di famiglia, di chiesa, di lavoro o di studio. Ma posso
immaginarmi che in tale ciclo possiate insegnare solo le materie del primo anno
della Scuola Interna. E se uno poi vuole continuare? Ci sono diverse
possibilità: può passare pienamente alla Scuola Interna, può venire a
frequentare saltuariamente le materie del 2° e 3° anno durante l’anno scolastico
(i corsi sono a blocchi) oppure può aderire ai seminari di fine settimana che
offriamo presso l’Istituto in una sessione autunnale e una primaverile. ■ Quando comincia la Scuola Interna? All’incirca
nella terza settimana di settembre e dura fino a circa metà giugno. ● E le
altre forme di studio? Alla Scuola a Distanza si può accedere quando si
vuole e si può scegliere, in parte, la sequenza dei corsi. Per la Scuola
Succursale in una determinata zona, bisogna che ce ne siano le reali condizioni. ■ Quanto mi hai detto, è molto interessante, ma c’è
— come si dice — troppa carne a cuocere. Come fare a informarsi più
approfonditamente? C’è il sito internet:
www.I.B.E.I..it. Lì ci sono anche molti articoli di carattere teologico che
si può consultare. ● E se anche dopo rimangono delle domande? Si può
scrivere un
e-mail, altrimenti
ecco l’indirizzo postale: I.B.E.I. – Via del Casale Corvio, 50 – 00132 Roma –
Tel. 06.20.76.22.93 – Fax 06.20.70.151. ■ Scusa, un’ultima domanda. Secondo te, qual è il
tema dell’intera Bibbia? Penso il ristabilimento di un rapporto legittimo
fra Dio e l’uomo. ● Quali sono i versetti che più di altri hanno influenzato
tutta la storia della salvezza? Penso Genesi 12,1ss, ossia le promesse che
Dio ha fatto ad Abramo (cfr. Galati 3). ●
L’ultimissima domanda... No, guarda, penso che tu debba proprio studiare con
l’I.B.E.I., allora avremo tanto tempo per domande e risposte... Šalôm
Una prima versione di questo articolo è stata preparata per la rivista «Oltre».
Post scriptum: Sono passati oramai tanti anni, da quando ho lasciato
l’insegnamento presso l’I.B.E.I., dopo più di 22 anni, in cui ho insegnato con
passione; così hanno dovuto fare, purtroppo, anche altri insegnanti. Nel
frattempo, la Scuola Interna (o residenziale) non esiste più. È un gran peccato
e una grande perdita. Tralascio di spiegare le motivazioni per tutto ciò.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-I.B.E.I._interv_Ori.htm
28-04-2007; Aggiornamento: 02-05-2014
|