1. IL PROBLEMA: Un
capogruppo di un gruppo giovani mi ha scritto quanto segue.
Fratello Nicola, ti scrivo per chiederti un aiuto spirituale. Come ben sai
abbiamo un gruppo giovani, del quale io sono responsabile. Tuttavia, ultimamente
io vedo agire sempre di più la carne e non lo Spirito. Nonostante gli
studi, che facemmo con la tua presenza, nonostante le mie continue esortazioni e
riprensioni, io non vedo in loro il desiderio di crescere nelle vie del
Signore, anzi ci manca poco che a tale incontro ci sia solo io in chiesa. Tutto
questo mi dà molta amarezza. Avevo pensato di togliere di mezzo il
gruppo giovani, ma non ce la faccio, perché è un’iniziativa e un impegno, che ho
preso io davanti a Dio. Non so però se si può continuare così; oppure devo saper
aspettare. Per favore, ti chiedo nel nome del Signore di aiutarmi con la Parola
di Dio... {Gian Paolo Castelli, ps.; 27-05-2011}
2. LE TANTE CAUSE: Capisco
la
delusione di questo capogruppo col suo gruppo giovani. Non metto in dubbio
che lui ce l’ha messa tutta per fare le cose al meglio. Quando le cose non
vanno, certamente si cercano le cause negli altri; questo è certamente una parte
del problema. L’altra parte della medaglia è rappresentata da una serie
di cose, che bisogna chiedersi. Ecco alcuni miei pensieri ad alta voce; così
facendo, cerco di rappresentare diversi problemi ovvi, che possono affliggere un
gruppo giovani. Alla fine si trovano alcuni interrogativi, a cui invito a
rispondere.
■ In alcuni gruppi di giovani, tali incontri sono solo finalizzati allo
spasso
insieme; chiaramente mancano obiettivi spirituali. In altri gruppi, tali
riunioni non si differenziano da altri incontri di chiesa; allora perché
fare un altro doppione? In un gruppo di giovani non si può adottare la stessa
«liturgia» di una riunione di chiesa.
■ In alcuni gruppi di giovani, chi li guida non è adatto a tale compito.
Ciò è dovuto a mancanza di visione al riguardo, ossia non ha le idee chiare
sulla finalità di tale gruppo. Inoltre non sa amalgamare, ma solo rimproverare.
A volte gioca un ruolo l’enorme differenza di età sia tra guida e gruppo,
sia tra i partecipanti. Se a tale gruppo partecipano coloro che giovani non
sono, perché troppo vecchi o troppo piccoli, ciò condizionerà i partecipanti sia
nella libertà, sia nei temi affrontati. Altri condizionano troppo il gruppo con
la loro visione massimalista e autoritaria; chi partecipa non si sente libero
di essere giovane, ma partecipa a qualcosa, che sente come stretto e
artificiale, trovandosi dinanzi a un domatore. Il gruppo non sente tale persona
come una parte di sé, ma come un’imposizione esterna.
■ Se le persone non vengono a tale incontro, significa che non lo trovano
abbastanza
attraente e interessante. Non si può andare a un gruppo giovani per
ascoltare una «predica»; i giovani vogliono dialogare su temi interessanti e che
li riguardano. Non vogliono neppure ascoltare temi artificiosi, che nulla hanno
a che fare con la loro vita concreta e con i loro problemi. Ci vuole anche un
equilibrio fra le cose dottrinali (studi, dialoghi, ecc.) e quelle sociali
(giochi, cose pratiche, iniziative, ecc.); ad esempio, giovani, che sanno ridere
insieme in modo sano, desiderano stare insieme.
3. ALCUNE PROPOSTE
■ Propongo questa
via verso una possibile terapia. Il capogruppo scriva le seguenti
domande su un foglio e lo dia a tutti i partecipanti, chiedendo loro di
rispondere per iscritto: Secondo te, che cosa dovrebbe essere un «gruppo
giovani»? Qui da noi c’è veramente necessità di averne uno e perché? Chi
dovrebbe frequentarlo? Quali dovrebbe essere le sue finalità? Che cosa stiamo
sbagliando? Che cosa dovremmo modificare nei contenuti e nella forma? Che cosa
stiamo trascurando di fare?
Per
facilitare le risposte sincere e schiette, si può scegliere di far
rispondere in modo anonimo; alla fine dovrebbe esserci la possibilità di
aggiungere spontaneamente altri pensieri e suggerimenti. Poi il capogruppo
raccolga tali fogli, ne faccia un elenco secondo le diverse domande e ne
faccia una copia per tutti i membri. Poi, il gruppo potrà leggere tale foglio
insieme e discuterlo. Il capogruppo si meraviglierà delle analisi, della
diagnosi e delle terapie prospettate dai membri del gruppo giovani, oltre ai
loro suggerimenti.
■ Oltre a ciò, sarebbe opportuno che un capogruppo vada a visitare diversi
altri gruppi giovani della sua zona e oltre, per vedere come fanno gli
altri, per ricevere stimoli e impressioni. Chiaramente è profittevole anche
avere uno scambio con altri capigruppo, per accumulare esperienze, annotarsi
consigli specifici e per correggere il tiro nel proprio gruppo giovani.
4. ASPETTI CONCLUSIVI: Il
capogruppo di tale gruppo giovani mi ha risposto come segue. Grazie di
cuore; e ringrazio Dio che mi ha risposto servendosi di te. Ti assicuro che al
prossimo incontro dei giovani metterò in atto questo piano; anzi, già domenica,
dopo l’adorazione al Signore, distribuirò i fogli da compilare. {Gian Paolo
Castelli, ps.; 28-05-2011}
A questo punto, sarà interessante sapere quali sono le risposte alle
domande da me suggerite. Oltre a ciò, sarebbe interessante e importante
ascoltare qui tutti coloro, che hanno esperienza con gruppi giovani e con
la loro conduzione. I loro contributi saranno certamente utili e benvenuti.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Gruppo-giovani_funz_EdF.htm
29-05-2011; Aggiornamento: 30-05-2011 |