Un lettore ci ha presentato la seguente questione.
Caro Nicola, grazie tanto per il tuo lavoro con il tuo sito... è una miniera di
ottimi insegnamenti! Tra i tuoi articoli, hai mai parlato della frase «del
Giudeo prima, e poi del Greco»? C’è chi dice che dobbiamo prima
evangelizzare gli Ebrei e poi i Gentili, dovunque andiamo. Personalmente non
sono convinto di questa interpretazione. Secondo te, Paolo cosa voleva
intendere? Tuo fratello in Cristo. {Wesley Copperwheat; 17 aprile 2010}
Ad aspetti
rilevanti di tale questione rispondiamo qui di seguito. |
Il divenire
storico
Era scontato che gli apostoli, essendo Ebrei, evangelizzassero a
Pentecoste e nei primi tempi dopo soltanto Ebrei. Pur avendo dato il Signore
Gesù il «grande mandato» di rendere i popoli suoi discepoli, essi filtrarono ciò
con le loro convenzioni culturali, ostili ai Gentili, e fecero orecchio di
mercante. Non a caso il Signore dovette costringere Pietro a recarsi dal pagano
Cornelio (At 10). È scritto: «E tutti i credenti circoncisi che erano venuti
con Pietro, rimasero stupiti che il dono dello Spirito Santo fosse sparso
anche sui Gentili» (v. 45; 11,1.18ss).
Gesù aveva questo programma con Paolo: «Egli è uno strumento, che ho
eletto per portare il mio nome davanti ai Gentili, e ai re, e ai figli d’Israele»
(At 9,15); si noti la sequenza degli elementi! Anche lui, essendo un Ebreo, in
ogni città, dove si recava con la sua squadra missionaria, usò la strategia di
recare a loro per prima l’Evangelo. Ciò era evidentemente più facile, poiché gli
Ebrei conoscevano l’AT e le promesse messianiche; un Ebreo convertito poteva
essere una gran luce per la testimonianza di Gesù quale Messia là, dove viveva,
e, conoscendo le Scritture, poteva diventare in breve tempo un maestro della
dottrina del nuovo patto per gli altri.
Quando però la massa dei Giudei rifiutava l’Evangelo e addirittura osteggiava o
perseguitava Paolo, egli separava i discepoli ebrei dagli altri Giudei e si
rivolgeva ai Gentili (At 13,45s.48; 14,2.5).
Onori e oneri
della precedenza storica
L’espressione «del Giudeo prima, del Greco poi» si trova tre volte nel
NT.
■ «Io sono debitore tanto ai Greci quanto ai Barbari, tanto ai savi quanto
agli ignoranti; cosicché, per quanto sta in me, io sono pronto ad annunziare
l’Evangelo anche a voi che siete in Roma. Poiché io non mi vergogno dell’Evangelo;
perché esso è potenza di Dio per la salvezza d’ogni credente:
del Giudeo prima e poi del Greco»
(Rm 1,16ss).
Paolo era «l’apostolo dei Gentili» (Rm 11,13; Gal 2,8; cfr. 1 Tm 2,7).
Come tale sentiva un debito verso tutti. L’espressione «l’Evangelo… è potenza
di Dio per la salvezza d’ogni credente:
del Giudeo prima e poi del Greco»,
non intende che bisogna recarsi prima ai Giudei, ma che la salvezza mediante
l’Evangelo è arrivata prima a loro. Infatti, le promesse erano state fatte agli
Israeliti ed essi erano i destinatari naturali (At 13,34; Rm 9,4; 15,8). Tale
brano esprime la precedenza storica, come è espresso anche qui dal Signore: «Mi
sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino
all’estremità della terra» (At 1,8).
■ «Dio… renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli
che, con la perseveranza nel ben operare, cercano gloria e onore e immortalità;
ma a quelli che sono contenziosi e non ubbidiscono alla verità ma ubbidiscono
alla ingiustizia, ira e indignazione. Tribolazione e angoscia
sopra ogni anima d’uomo che fa il
male: del Giudeo prima, e poi del Greco;
ma gloria e onore e pace a
chiunque opera bene:
al Giudeo prima e poi al Greco;
poiché dinanzi a Dio non c’è riguardo a persone» (Rm 2,6-11).
Qui troviamo il risvolto della medaglia. Agli onori corrispondono poi gli oneri.
Al privilegio di aver ricevuto per primi le promesse, corrisponde poi la
severità del giudizio verso coloro che hanno rifiutato la grazia di Dio.
Lo stesso vale poi per chi fa ciò che piace a Dio, ossia cercarlo e accettare la
sua salvezza. Si noti qui che Paolo con tale espressione voleva indicare
semplicemente la totalità degli uomini rispetto al giudizio e alla
salvezza: «ogni anima d’uomo… chiunque… poiché dinanzi a Dio non c’è riguardo
a persone». Si trattava quindi soltanto di un modo retorico d’esprimersi.
Aspetti
conclusivi
D’una
sedicente dottrina (quindi, di un comando esplicito), secondo cui bisogna
andare prima a evangelizzare gli Ebrei e soltanto dopo i Gentili, non v’è
traccia nel NT! Paolo insegnava che «…Dio, nostro Salvatore… vuole che tutti
gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità» (1 Tm
2,3s). Gesù disse: «Andate per tutto il mondo e predicate l’Evangelo a ogni
creatura» (Mc 16,15); ossia: «Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli…
insegnando loro d’osservare tutte quante le cose che v’ho comandate» (Mt
28,19s).
►
Del Giudeo prima poi del Greco? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Giudeo-prima_poi-Greco_Avv.htm
12-05-2010; Aggiornamento: 14-05-2010 |