UN’OSCENA
CARNEVALATA?
Mi è arrivata la comunicazione del prossimo «Gay Pride» (lett. orgoglio
omosessuale), ossia la manifestazione in cui gli omosessuali ostentano
pubblicamente la loro diversità sessuale. Essa mi è arrivata dal sito gay
«evangelico» gionata.org [►
Martin Luther King: un modello da imitare?]
che, come altri del genere, vuole coniugare l’essere gay con l’essere cristiani.
Il titolo provocatorio è «Cos’è il gay pride? Una “carnevalata oscena” o “una
manifestazione per i diritti negati”? Discutiamone...».
Lesbiche, gay, bisessuali e transessuali sfileranno a Roma il 7 giugno 2008,
reclamando i loro diritti. Anche i cosiddetti «gay cristiani» chiamano alla
raccolta. Poi l’8 giugno avranno insieme un «culto ecumenico», pretendendo così
di esprimere un’unità nel messaggio di Cristo. Cristo. Che pensarne alla luce
della sacra Scrittura?
Le tesi
Anche quest’anno avranno luogo in Italia i Gay Pride, manifestazioni in cui
migliaia di lesbiche, gay e trans rivendicheranno i loro diritti «in quanto
cittadine e cittadini di questo paese», mentre per molti italiani e tanti
credenti questa manifestazione è soltanto una «carnevalata oscena» che
«danneggia proprio chi vi partecipa».
Ma allora serve il gay pride? E per i cristiani, sopratutto se sono gay e le
lesbiche, ha senso parteciparvi? È solo una sfilata osé o è un momento di
testimonianza importante?
Parliamone senza ipocrisie... Scrivi anche tu la tua opinione... Su
gionata.org due credenti omosessuali dicono la loro, arrivando a conclusioni opposte. E tu cosa ne pensi?
Ecco le loro riflessioni:
■ «Quale
testimonianza per i gruppi di gay cristiani? Non certo il GayPride», d’Andrea Panerini della Refo di Firenze.
■ «Perché
come cristiani e come omosessuali dobbiamo esserci al GayPride»,
di Gianni Geraci del gruppo credenti omosessuali il Guado di Milano.
{27-05-2008}
Osservazioni e
obiezioni
Si noti che sia il gestore di «Gionata», sia i due contraenti (l’uno evangelico,
l’altro cattolico), pongono solo un’alternativa, ossia se andarci o meno al «gay
pride». Non pongono neppure come possibilità il fatto che essere omosessuali e
cristiani siano due termini che si escludono a vicenda. Si discute se il gay
pride sia o meno una «carnevalata oscena», indegna o meno per un cristiano, ma
non se essere omosessuale sia indegno per un seguace di Cristo. Oramai si è
raggiunto un consenso checché ne dica la Bibbia, quindi Dio stesso.
Bisogna chiedersi se Pietro, Paolo e gli altri apostoli ci sarebbero mai andati
a una manifestazione omosessuale, in cui ostentano il loro «orgoglio». Ma ciò
non basta: bisogna chiedersi che cosa pensavano dell’essere omosessuale e se ciò
si armonizzava con l’essere un seguace di Cristo.
■ Per gli apostoli l’omosessualità praticata è fornicazione e fa parte dei vizi
contro natura (Gd 1,7).
■ Quest’ultima appartiene allo stile di vista dei pagani e non si addice ai
cristiani, al pari del costume effeminato e sodomita (1 Cor 6,9), essendo ciò
cosa contraria alla sana dottrina (1 Tm 1,10).
■ Essi mettevano in guardia che la fornicazione esclude dal regno di Dio (1 Cor
6,9s) e, se non ci si ravvede, il proprio destino eterno è segnato, meritando lo
stagno di fuoco, l’inferno (Ap 20,8).
Quindi il consenso
ottenuto in certi ambienti non sostituisce la verità biblica. Dio non ha
cambiato opinione in merito. La sacra Scrittura vede nell’omosessualità
praticata e nell’essere cristiano un’antinomia. La conversione a Cristo
significa un mutamento di mentalità, costume e stile di vita al riguardo: «E
tali eravate alcuni, ma siete
stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome
del Signor Gesù Cristo, e mediante lo Spirito del Dio nostro» (1 Cor 6,11).
CONSENSO NELLA
CONFUSIONE?
Sempre dallo stesso gruppo «Gionata» di sedicenti «gay cristiani» mi è arrivata
un’altra comunicazione che annunciava la loro presenza al Gay Pride di Roma.
Le tesi
Lesbiche, gay, bisessuali, transessuali ed eterosessuali il 7 giugno 2008
sfileranno nel cuore della «città eterna». Parità, Laicità, Dignità, saranno le
parole fulcro del Pride romano, base d’una vera democrazia libera e matura.
Perché un paese mostra il suo valore, la sua solidità e la sua giustizia sociale
se c’è una cittadinanza piena per tutti.
Ci saranno anche i gay cristiani al Pride del sabato mentre domenica 8 daranno
vita a un culto ecumenico presso la Comunità Cristiana di Base di San Paolo di
Roma che vedrà insieme diverse confessioni religiose, diverse provenienze,
diversi orientamenti sessuali e diverse identità sessuali unite nel messaggio di
Cristo, «Misericordia voglio e non sacrifici». {05-06-2008}
Osservazioni e
obiezioni
Due degli slogan sono «Parità» e «Dignità». I presunti «gay cristiani»
sfileranno insieme a omosessuali atei, agnostici, gnostici, pagani, idolatri,
satanisti, massoni, lascivi, ecc. Sarà certamente una «grande testimonianza»! Ho
dovuto pensare a questo testo biblico: «Non vi mettete con gli infedeli
sotto un giogo che non è per voi;
perché qual comunanza v’è fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la
luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di comune tra
il fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e gli idoli? Poiché
noi siamo il tempio del Dio vivente, come disse Dio: “Io abiterò in mezzo a loro
e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Perciò
Uscite di mezzo a loro e separatevene,
dice il Signore, e non toccate nulla d’immondo; ed io v’accoglierò, e vi sarò
per Padre e voi mi sarete per figli e per figlie, dice il Signore onnipotente”.
Poiché dunque abbiamo queste promesse, diletti, purifichiamoci d’ogni
contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel
timor di Dio» (1 Cor 6,14-7,1).
Al primo posto stanno quindi primariamente categorie di questo mondo, non il
timore di Dio e la volontà del Signore. Al centro c’è un «culto ecumenico» fra
consenzienti presso una comunità cattolica alternativa, non il «pari
consentimento» di persone lavate, santificate e giustificate «nel nome del
Signor Gesù Cristo e mediante lo Spirito del Dio nostro» (1 Cor 6,11), dopo
aver abbandonato la condotta di prima (v. 9 fornicatori, adulteri, effeminati,
sodomiti, ecc.). Un tale consenso della legittimità di «diversi orientamenti
sessuali e diverse identità sessuali» corrisponde veramente al «messaggio di
Cristo»? Questo è proprio strano, visto che Gesù di Nazareth ha affermato che
dal cuore vengono, tra altre cose, proprio gli adulteri e le fornicazioni e che
«queste sono le cose che contaminano l’uomo» (Mt 15,19s). Come si può
quindi pretendere di essere uniti nel «messaggio di Cristo», facendo proprio il
contrario di ciò che egli insegna?
Infine si cita a sproposito anche «Misericordia voglio e non sacrifici»
(Mt 9,13). Qui Gesù non parlava però di indulgenza verso gli omosessuali. Egli
come un medico benigno si occupava dei malati, i peccatori (vv. 11s), per
portarli nel regno di Dio, mentre i Farisei se ne stavano lontani per paura di
contaminarsi. Ma il messaggio di Gesù rimaneva: «Ravvedetevi, perché il regno
dei cieli è vicino» (Mt 4,17). All’adultera Gesù disse: «“Donna, dove
sono quei tuoi accusatori? Nessuno t’ha condannata?” Ed ella rispose: “Nessuno,
Signore”. E Gesù le disse: “Neppure io ti condanno;
va’ e non peccare più”» (Gv 8,10s). Questo vale per ogni peccato
sessuale, anche per l’omosessualità praticata.
Per
l’approfondimento si vedano in Nicola Martella,
Disturbi e abusi, Sesso & Affini 3 (Punto°A°Croce, Roma 1998), gli articoli: «L’omosessualità»,
pp. 157-171; «Omosessualità e Bibbia», pp. 172-184; «L’amicizia fra uomini», pp.
185-193. |
►
I gay dicono che anche Gesù e alcuni
apostoli fossero tali 1 {Nicola Martella} (A)
►
I gay dicono che anche Gesù e alcuni apostoli fossero tali 2 {Nicola Martella} (A)
►
I gay dicono di amare Gesù, pur rimanendo tali {Nicola Martella} (A)
►
Per i gay anche Gesù e alcuni apostoli erano tali? Parliamone 1 {Nicola Martella} (T)
►
Per i gay anche Gesù e alcuni apostoli erano tali? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-GayPride_cristiani_S&A.htm
06-06-2008; Aggiornamento:
|