Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Elementi della fede

 

Etica

 

 

 

 

Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
06. Gesù Cristo
07. Lo Spirito Santo
08. La salvezza dell’uomo
09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
14. Le cose future
15. Aspetti dell’etica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ETICA DELLA FEDE NEL MONDO

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Le seguenti riflessioni sono nate come efflusso del confronto sul tema «Arti marziali tra Oriente e Occidente: 1 | 2». Ho trattato già altrove cose simili riguardo all’etica in generale e a quella settoriale (p.es. del lavoro, della politica). I seguenti principi, sebbene partano dalle particolari questioni connesse a sport, atletica e agonismo, valgono come confronto per tutto il comportamento umano.

     Premetto che esistono mestieri e attività che sono specificamente contrari alla sana dottrina, ad esempio la prostituzione, l’impurità morale, la produzione e lo smercio di idoli, l’usura e tutto ciò che incoraggia l’uso della disonestà, dell’immoralità verbale e visiva, dell’oltraggio, del sopruso, di vizi e di dipendenze (1 Cor 5,11; 6,15.18; Ef 5,3ss). In ogni modo, esistono mestieri e attività che non rientrano di per sé in tali categorie, ma che possono essere usati sia in bene, sia in male. Tuttavia, ogni attività umana (lavoro, sport, passione, hobby, tifo), se prende il sopravvento, può diventare una «religione sostitutiva», quindi una certa forma di idolatria, oltre che una patologia psico-fisica, che rende dipendenti.

 

 

2.  ALCUNI PRINCIPI ETICI: Ecco qui di seguito alcuni principi generali che possono aiutare noi cristiani biblici a orientarci nel mondo nelle scelte che facciamo noi o nel valutare quelle altrui.

     ■ Le proprie preferenze non sono tutto: Esistono delle legittime opinioni personali su cose non pienamente rivelate, ma bisogna nutrirle nel rispetto di quelle altrui (Rm 14). Il medesimo Spirito ha dato carismi differenti (1 Cor 12,4.11) e una diversa chiamata (Tt 3,13 Zena faceva il legista); anche le doti naturali o il proprio mestiere (Col 4,14 Luca era medico) possono essere usate per la gloria di Dio e per l’avanzamento del suo regno.

 

     ■ Non tutto è illecito: «E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signor Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui» (Col 3,17). Bisogna però separarsi da tutto ciò che diviene una dipendenza: «Ogni cosa m’è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa m’è lecita, ma io non mi lascerò dominare da cosa alcuna» (1 Cor 6,12; 10,23).

 

     ■ Non solo bianco e nero: «Del rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8). L’Evangelo può portare luce e sale nella variegata cultura e nobilitare ciò che c’è.

 

     ■ Non si deve voler uscire dal mondo: «V’ho scritto nella mia epistola di non mischiarvi coi fornicatori; non del tutto però coi fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i rapaci, e con gli idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo; ma quel che v’ho scritto è di non mischiarvi con alcuno che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, o un avaro, o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un rapace; con un tale non dovete neppure mangiare» (1 Cor 5,9ss). Il problema maggiore sono i falsi fratelli nelle chiese e non tanto i cristiani fedeli nei vari ambiti del mondo.

 

     ■ Separarsi non dal mondo ma dal male: Daniele non rinunciò a essere un funzionario del re persiano, rifiutò solo di fare compromessi; così fecero i suoi tre amici. In tal modo furono di grande testimonianza per la corte persiana. I re (e regni) passarono, ma lui rimase come una luce luminosa.

 

     ■ Non prestarsi al male: Nel male sia ideologico sia pragmatico si può scivolare lentamente. Si fa quindi bene a non farsi indottrinare con falsi contenuti dottrinari né a coinvolgere in pratiche chiaramente contrarie alla fede biblica. Bisogna sottrarsi da tutte quelle attività che alimentano di per sé la concupiscenza in sé stessi e negli altri (Rm 6,12). L'unico antidoto al riguardo è ubbidire «di cuore a quel tenore d’insegnamento che v’è stato trasmesso» e comportarsi da «servi della giustizia» (vv. 17s). Nello sport e in altre attività della vita vale quindi questo principio: «Non prestate le vostre membra come strumenti d’iniquità al peccato; ma presentate voi stessi a Dio come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio... al servizio della giustizia per la vostra santificazione» (vv. 13.19; cfr. Rm 12,1s).

 

     ■ L’austerità di uno sport non impedisce la carnalità: Bisogna rifiutare filosofie ingannevoli. Inoltre ogni tipo di sport, quanto austero possa essere l’allenamento, non rende la «carne» sottomessa. «Nessuno a suo talento vi derubi del vostro premio per via d’umiltà e di culto degli inviati, affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di nullità dalla mente della sua carne. […] …le quali [cose] hanno, è vero, una sembianza di sapienza nella venerazione volontaria e nell’umiltà e nel trattamento austero del corpo, [quindi] non in una certa valorizzazione, [ma] nella soddisfazione della carne» (Col 2,18.23). Qui sono importanti il discernimento e le motivazioni, per non diventare prigionieri e dipendenti di qualcosa e di qualcuno. Ciò vale chiaramente per lo sport come per altre discipline e per altri aspetti della vita, dove c’è il pericolo concreto di capitare nelle mani di fuorvianti e ingannevoli maestri e di mettere false priorità nella propria vita.

 

     ■ Esiste un compito a chi è dato: Esso è per gente matura, con i carismi necessari e con una chiamata specifica, oltre che con la passione per tale ambito specifico. «Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo a tutti, per guadagnarne il maggior numero; e coi Giudei, mi sono fatto Giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge, mi sono fatto come uno sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge; con quelli che sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza legge (benché io non sia senza legge riguardo a Dio, ma sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge. Coi deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi faccio ogni cosa a tutti, per salvarne a ogni modo alcuni. E faccio tutto a motivo dell’Evangelo, alfine d’esserne partecipe anch’io» (1 Cor 9,19-23; vv. 24-27 sport come metafora). Paolo aveva «l’ambizione di predicare l’Evangelo là dove Cristo non fosse già stato nominato» (Rm 15,20). Perché quindi non tra gli sportivi, se il Signore chiama a essere da sportivo o da allenatore sale e luce in tale ambito?

 

     ■ Ogni servo ha il suo padrone: «Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Se sta in piedi o se cade è cosa che riguarda il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piè, perché il Signore è potente da farlo stare in piè» (Rm 14,4; cfr. vv. 7-13). In questioni non chiaramente rivelate, possiamo dissentire dalle convinzioni altrui, ma non per questo esse sono sbagliate.

 

     ■ Rifiutare i compromessi: Persone mature, dovunque siano e qualunque cosa facciano, non sono «più dei bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore» (Ef 4,13s). Ciò vale sia per le insane ideologie sia per le insane pratiche. Ho detto sopra che Daniele e i suoi amici rifiutarono i compromessi, sebbene ciò costò loro molto. Il rischio in ogni attività umana è di perdere il primo amore per il Signore (Ap 2,4) e di diventare tiepidi verso di Lui (Ap 3,15ss).

 

     ■ Ogni mela può avere il suo verme: Laddove un credente cade nel peccato o si svia, che sia sportivo o meno, bisogna ammonirlo ed esortarlo con umiltà e fargli recuperare la via giusta (Gcm 5,19s). «Ora, fratelli miei, sono io pure persuaso, a riguardo vostro, che anche voi siete ripieni di bontà, ricolmi d’ogni conoscenza, capaci anche d’ammonirvi a vicenda» (Rm 15,14; 1 Ts 5,14). Uomini faziosi esistono fra gli sportivi e non; se non accetta la riprensione, bisogna schivarlo (Tt 3,10).

 

 

3.  ALTRI PUNTI DA PONDERARE: Certamente ci si potrebbe chiedere se un credente debba fare il militare di carriera, l’esattore delle tasse o il calciatore professionista, se debba lavorare per un’agenzia che riscuote crediti, per le pompe funebri e così via. Non è qui il luogo dove dare risposta a tutti ciò. Mi limiterò ad alcuni pochi punti come stimolo alla riflessione.

     Nell’attesa del Messia-Re e del suo regno, gli apostoli non intendevano stravolgere le società correnti, in cui l’Evangelo stava radicandosi; ma per mezzo di quest’ultimo, che rigenerava le persone, intendevano nobilitare ciò che c’era di buono (Fil 4,8), ammonire riguardo al male e separare i discepoli dalle cose chiaramente contrarie alla sana dottrina.

     Anche Giovanni Battista, in attesa del Messia, fu interrogato dai soldati riguardo a come comportarsi nel loro mestiere, per così corrispondere all’etica del regno di Dio. Egli non ingiunse loro di smettere di fare tale mestiere, ma diede loro queste direttive: «Non fate estorsioni, né opprimete alcuno con false denuncie e accontentatevi della vostra paga» (Lc 3,14). Per capire ciò, bisogna tener presente che, a quei tempi, i soldati facevano anche funzioni di polizia. Non so se a qualcuno verrebbe in mente di abrogare oggigiorno i Carabinieri, visto che sono un corpo militare con funzioni anche di polizia, oppure di scoraggiare un credente a fare il carabiniere. Anche i pubblicani, gli esattori delle tasse per conto dei Romani, chiesero che cosa dovessero fare per piacere a Dio, e anche a loro il battista diede delle direttive (vv. 12s).

     In genere gli apostoli non solo non parlarono male dei soldati, ma li presero a modello sia la loro disciplina (2 Tm 2,3s), sia anche il rapporto fra chi assoldava e chi faceva il soldato (1 Cor 9,7; cfr. v. 11). Come abbiamo ricordato, lo stesso accadde per certi tipi di sport (1 Cor 9,24-27; 2 Tm 2,5).

     Gesù chiamò i suoi seguaci «sale della terra» e «luce del mondo» (Mt 5,13ss). Ciò vale per i cristiani qualunque mestiere essi facciano. Il sale rischia di diventare insipido e, quindi, inutile (v. 13). Chi ha la luce, rischia di nasconderla. Allora come già detto le attività umane, invece di diventare un campo in cui distinguersi per fede, timor di Dio ed etica biblica (Fil 2,15), diventano una «religione sostitutiva»; allora, oltre a essere fine a se stesse, rendono pure dipendenti (1 Cor 6,12).

 

Etica cristiana e rapporto col mondo {Nicola Martella} (D)

Etica cristiana nel mondo? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Etica del lavoro quale banco di prova della fede {Nicola Martella} (D)

Il lavoro e l’etica biblica {Nicola Martella} (A)

L’astuzia e la morale {Nicola Martella} (D)

L’etica della libertà e della responsabilità {Nicola Martella} (A)

La morale dei cristiani {Nicola Martella} (T)

La pratica della giustizia {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Etica_fede_mondo_EdF.htm

13-11-2009; Aggiornamento:

 

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce