Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
06. Gesù Cristo
07. Lo Spirito Santo
08. La salvezza dell’uomo
09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
14. Le cose future
15. Aspetti dell’etica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ESSERE E DARE TESTIMONIANZA

 

 di Nicola Martella

 

Caro Nicola, vorrei porti una questione: spesso mi capita di non sapere quale sia il modo migliore per dire ai miei amici non credenti che sono cristiano e quale sia il modo migliore per farlo. Ovvero ad alcuni ho detto, senza che mi chiedessero niente: «Sai ho iniziato a leggere la Bibbia… mi ha cambiato la vita, adesso sono cristiano». Con alcuni ho rapporti, con altri no. È bene dirlo prima? O è meglio farlo, quando si pongono delle situazioni lampanti, ad esempio: «Stasera andiamo a bere alcolici e a un night club, vieni pure tu?». Infine, quale è il modo migliore per dirlo e come fare testimonianza al meglio? (Vincenzo Russillo; 23-08-2010).

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Non esiste un «modo migliore» per dire ai propri amici non credenti di essere cristiano. Bisogna essere sensibili a Dio e usare le occasioni che si presentano per dare magari piccole pillole di verità o, se c’è interesse, l’intera via della salvezza. Al riguardo bisogna evitare di fare due errori.

     ■ 1. Seppellire il proprio talento, pur di stare nel «giro» di tali amici, agendo così come se la presentazione dell’Evangelo non ci riguardasse (per non aggiungere il fatto di tacere quando qualcuno bestemmia il nome di Dio); ciò sarebbe una disubbidienza al grande mandato e ci renderebbe colpevoli. ●→ Dio pone ogni seguace di Cristo come una sentinella nel suo ambiente (cfr. Ez 3,17ss; 33,2ss). Stai facendo il tuo dovere?

 

     ■ 2. Mettere le perle dinanzi ai porci (Mt 7,6): In tal modo si dà occasione che l’Evangelo venga deriso; anche ciò ci renderebbe colpevoli, se torniamo a insistere, invece di scrollarsi di dosso la polvere e andare altrove (Mt 10,14). ●→ Sei così insistente e litigioso da dare occasione che il buon nome di Cristo venga bestemmiato? (cfr. Rm 2,24).

 

 

2.  ASPETTI DI UNA TESTIMONIANZA EFFICACE: Ecco qui di seguito alcune pillole di riflessione, che possono aiutarci a mettere a fuoco la nostra responsabilità di figli di Dio nel mondo, specialmente in vista di una testimonianza efficace.

 

     ■ La piena identificazione con Cristo: Il nostro cuore è lì, dove riteniamo essere il nostro tesoro (Mt 6,21). Se c’identifichiamo completamente con Cristo, ossia nella sua morte, risurrezione e glorificazione (Gal 2,20), non avremo difficoltà a vivere dinanzi agli altri secondo tale identificazione e vocazione. Allora potremo dire con Paolo che «le cose che m’erano guadagni, io le ho reputate danno a motivo di Cristo. Anzi, a dir vero, io reputo anche ogni cosa essere un danno di fronte alla eccellenza della conoscenza do Cristo Gesù, mio Signore, per il quale rinunziai a tutte tali cose e le reputo tanta spazzatura alfine di guadagnare Cristo…» (Fil 3,7s). ●→ Quale priorità ha Cristo veramente nella tua vita? Visto che diamo maggior tempo a ciò che amiamo, quanto ne dai a Cristo? Ritieni veramente che Cristo sia il migliore investimento della tua vita? Puoi dire che il Signore vanga, ad esempio più del tuo hobby migliore?

 

     ■ Esercitare la coerenza morale: È difficile voler dare una testimonianza di Cristo, quando non si è una buona testimonianza nella vita. «Siate irreprensibili e schietti, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la Parola della vita» (Fil 2,15). ●→ È possibile che il tuo giudizio verso la tua generazione non sia così drastico, poiché le stai assomigliando sempre più?

 

     ■ Avere una vita esemplare e trasparente: Come il sale dà condimento alle pietanze, così dev’essere la vita dei discepoli in mezzo alla gente del mondo e alla società. Come una piccola luce nella notte riesce a dare orientamento a chi cammina, così dev’essere la vita del discepolo. La gente non sempre capisce l’Evangelo subito, ma nota le buone opere. «Voi siete il sale della terra; ora, se il sale diviene insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può rimaner nascosta; e non si accende una lampada per metterla sotto il moggio; anzi la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro, che è nei cieli» (Mt 5,13-16). ●→ Se non sta dando sapore e luce agli altri, è possibile che sei tu oramai ad esserti completamente assimilato agli altri?

 

     ■ Vivere come segno e presagio dinanzi gli altri: La vita del discepolo deve parlare di Cristo già di per sé, diventando già la sua presenza un pungolo alla coscienza degli altri. «Ecco me, e i figli, che l’Eterno m’ha dati; noi siamo segni e presagi in Israele da parte dell’Eterno degli Eserciti, che abita sul monte Sion» (Is 8,18). ●→ Se la tua presenza lascia indifferenti gli altri, è possibile che tu non stai più dimorando in Cristo e che Egli stia oramai fuori della tua porta? (Ap 3,20).

 

     ■ Praticare una buona condotta: Non si può predicare bene e razzolare male, se si vuole essere e dare una testimonianza efficace. «Diletti, io v’esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dalle carnali concupiscenze, che guerreggiano contro l’anima, avendo una buona condotta fra i Gentili; affinché laddove sparlano di voi come di malfattori, essi, per le vostre buone opere che avranno osservate, glorifichino Dio nel giorno che Egli li visiterà» (1 Pt 2,11s). ●→ È possibile che ti sei talmente accomodato nel mondo, che nessuno vede oramai una differenza fra te e loro?

 

     ■ Non associarsi al male: Quando si presentano occasioni scabrose o poco pulite per un cristiano biblico, bisogna tirare l’allarme e spiegare semplicemente: «Mi dispiace, ma questa cosa non posso farla per motivi di coscienza (a causa della mia fede, ecc.)». «E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; anzi, piuttosto riprendetele» (Ef 5,11).

     Non so se conviene dire preventivamente tutto agli amici, presentando tutta la propria dichiarazione di fede e le cose che si vogliono o meno fare da cristiani biblici. Forse è più sensato spiegare, di volta in volta, quale sia il pensiero biblico su una certa cosa. Il tutto dipende però dalla situazione concreta. Ad esempio, dinanzi agli appetiti della carne è inutile fare discorsi razionali, è meglio fuggire e basta (1 Tm 6,11; 2 Tm 2,22).

 

     ■ Usare le occasioni, così come vengono: Verso coloro, che sono timorati di Dio, si può praticare questa ingiunzione: «Predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo» (2 Tm 4,2).

     Verso la gente, che non conosce Dio, si può applicare questo altro comando: «Guardate dunque con diligenza come vi conducete; non da stolti, ma da savi; approfittando delle occasioni, perché i giorni sono malvagi. Perciò non siate disavveduti, ma intendete bene quale sia la volontà del Signore» (Ef 5,15ss). Facciamo bene a chiedere a Dio la saggezza nelle singole occasioni.

 

 

3.  ASPETTI CONCLUSIVI

     ■ Altri accorgimenti: Prima di dare qualcosa da leggere a un analfabeta, bisogna alfabetizzarlo; lo stesso vale in campo spirituale: prima di annunciargli l’Evangelo, bisogna sincerarsi che capisca quanto diciamo (pre-evangelizzazione). È meglio non investire le persone con troppe informazioni, che forse non riescono a capire, ma è meglio costruire nel tempo, assecondare le domande degli altri o stimolare la loro riflessione con una singola questione (magari d’attualità). Bisogna confidare che lo Spirito Santo saprà guidarci a che cosa dire, se saremo sensibili verso di lui (Mt 10,19; cfr. Gv 14,26).

     Invece di contrapporsi agli altri, si fa bene ad alimentare la luce che è presente in loro, incoraggiando al bene e alla verità. Gesù simpatizzò con il giovane ricco, quando disse cose buone (Mc 10,21); poi certo gli indicò la via particolare, in conformità con la sua situazione particolare. Aquila e Priscilla approfondirono meglio con Apollo la dottrina biblica, riguarda alla quale egli aveva ancora delle lacune (At 18,26). Paolo si adattava alla relativa cultura e all’indole dei suoi interlocutori (1 Cor 9,19ss), non buttando mai via il bimbo con tutta l’acqua sporca, ma cercando punti di contatto (cfr. At 13,16ss sinagoga; 22,1ss; At 17,16ss Atene).

 

     ■ Coerenza e centralità: Bisogna entrare nelle scarpe dell’altro e fare un miglio con esse, per sapere come cammina; ciò significa che bisogna conoscere bene con chi si ha a che fare. Non è saggio parlare a un agnostico (o ateo) con argomenti validi per uno gnostico (o esoterista), e viceversa. Bisogna calarsi nel modo di pensare dell’altro, per argomentare in modo tale che egli capisca e ci segua nel ragionamento. In ogni modo, come facevano Gesù e gli apostoli, dobbiamo rimanere coerenti con la verità biblica, senza fare compromessi con la menzogna. Dobbiamo compiacere al nostro prossimo nel bene e non nel male. Tale coerenza biblica, unita a sensibilità e disponibilità, è la testimonianza migliore. Dobbiamo imparare a portare i discorsi sulle cose essenziali, al cuore della verità biblica.

 

Essere e dare testimonianza? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Essere_dare_testimonia_EdF.htm

01-09-2010; Aggiornamento: 09-12-2012

 

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