1. ENTRIAMO IN TEMA
Un credente, che qui lascio anonimo, senza volerlo, mi
ha offerto l’occasione per affrontare questo tema. Ecco la massima esortativa:
«Scrivi pubblicamente in modo biblicamente irreprensibile, ossia in modo così
confacente alla Scrittura e comprensibile, che nessuno, fraintendendoti, debba
farti obiezioni, debba riprenderti o correggerti». Ogni giorno, incontro casi in cui ci sarebbe da fare
errata corrige
con ciò, che leggo in rete. Alcuni reagiscono con gratitudine, essendo
essi consci che li voglio aiutare a migliorare il loro «prodotto». Altri
reagiscono irritati, come se fare loro alcune osservazioni sui contenuti
significasse mettere in forse le loro stesse persone.
2. UN CASO ESEMPLARE
Riporto il seguente fatto casuale, poiché non
rappresenta nulla di grave, ma si presta bene a esprimere il concetto. Inoltre,
questo fratello ha reagito bene alle mie osservazioni. ■ Errata: Tale credente aveva scritto: «Dio
guarda l’uomo in Cristo e il peccato gli è cancellato. Dio guarda Cristo
nell’uomo e la morte non lo tocca». {02-05-2014}
■ Corrige: Gli scrissi che formulerei tutto ciò
come segue: Dio guarda il rigenerato in Cristo, e il peccato è cancellato al
credente penitente. Dio guarda Cristo nel rigenerato, e la morte eterna non
tocca il credente.
■ Spiegazione: Chiaramente, quando questo caro
credente scrisse tale testo, dava per scontato, sebbene non specificato, che gli
altri capissero ciò, che intendeva dire, specialmente se credenti. Il problema è
che in Internet coloro che leggono qualcosa, lo interpretano con il loro
vissuto, le
loro esperienze, la loro cultura, la loro conoscenza e la
loro ideologia; e questo tanto più se scriviamo generalizzazioni e frasi
stereotipate. Non è scontato, quindi, che tutti capiscano proprio ciò, che
noi intendiamo. Per questo motivo, dobbiamo scrivere in modo tale che tutti
comprendano proprio quello, che intendiamo esprimere.
3. APPROFONDIMENTO
Comprendo che a volte si voglia esprimere una verità
generale e magari in modo originale; tuttavia, non sempre si riflette
sull’impatto di alcune affermazioni. Tali asserzioni generaliste, così espresse,
sono un po’ ambigue e possono essere facilmente fraintese nel senso di un
condono universale da parte di Dio, valido per tutti, credenti biblici e
non, sia che entrino nel patto di Cristo, sia che vivano a loro piacimento
(universalismo). Si noti, invece, quanto segue:
● Dio non cancella il peccato a chiunque, ma
solo a chi crede in Gesù quale Messia (personale Salvatore e
Signore). ● Dio non vede Cristo in qualsiasi uomo, ma solo
in chi è stato riscattato col sangue del suo Figlio ed è stato rigenerato dallo
Spirito di Dio. ● La morte naturale tocca ogni uomo, credenti e
non; la morte eterna, invece, è il destino degli increduli rispetto
all’Evangelo e dei ribelli rispetto a Dio.
4. ALCUNE APPLICAZIONI DERIVANTI: Ringrazio quel caro fratello per avermi
dato, suo malgrado, l’occasione per affrontare questo argomento. Nella scrittura pubblica, forma e contenuto sono
ambedue importanti, per comunicare efficacemente, per non essere
fraintesi e per raggiungere gli obiettivi. [►
Sostanza e forma in Internet] In Internet è facile scrivere, e tale
fruibilità e velocità facilitano anche molto le approssimazioni. Può succedere
pure che facilmente si confondano le proprie idee, poco decantate, col pensiero
biblico in sé. Perciò, non si ha tempo per far passare quanto affermato per
diverse porte, chiedendosi, ad esempio: ▪ 1. È scritturalmente giusto? ▪ 2.
È scritto comprensibilmente? ▪ 3. È utile? ▪ 4. Edifica? ▪ 5. Porterà dei buoni
frutti?
Certo, essere fraintesi può accadere anche laddove abbiamo espresso tutto
in modo corretto scritturalmente, nella forma e nel contenuto; ciò è successo
anche agli scritti dello stesso
apostolo Paolo da parte di «uomini ignoranti e instabili [che] torcono,
come anche le altre Scritture, a loro propria perdizione» (2 Pt 3,14ss).
Tuttavia, non dobbiamo per forza prestare il fianco a coloro, che
vorranno polemizzare.
5. ASPETTI CONCLUSIVI: Scrivere dev’essere
come distillare il profumo del profumiere, quindi un’attività lunga ed
elaborata. Basta poco e tutto il profumo si rovina. Ben lo sapeva Salomone,
quando scriveva: «Le mosche morte fanno puzzare e imputridire
l’olio del profumiere; un po’ di follia guasta il pregio della sapienza e
della gloria» (Ec 10,1).
Facciamo sì di produrre il
profumo di sapienza anche in ciò, che scriviamo. Solo allora realizzeremo
questo: «Grazie siano rese a Dio che sempre ci conduce in trionfo in
Cristo, e che per mezzo nostro spande da per tutto il profumo della sua
conoscenza. Poiché noi siamo dinanzi a Dio il buon odore di Cristo
fra quelli, che sono sulla via della salvezza, e fra quelli, che sono sulla via
della perdizione: a questi, un odore di morte, a morte; a quelli, un odore di
vita, a vita. E chi è sufficiente a queste cose? Poiché noi non siamo come
quei molti, che
adulterano la parola di Dio; ma parliamo mossi da sincerità, da parte
di Dio, in presenza di Dio, in Cristo» (2 Cor
2,14-17).
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URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Errata_corrige_S23.htm
03-05-2014; Aggiornamento:
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