1. ENTRIAMO
IN TEMA: In realtà, non ricordo di essermi posto la questione di quanti
doni un credente possa ricevere o che ci sia un limite numerico. A chi me
lo chiedesse, risponderei: Tanti quanti bastano per servire in una certa
situazione e per adempiere a una certa funzione ministeriale; in ogni modo,
come minimo uno prevalente. Alcune tesi, che ho letto da qualche parte, mi
hanno fatto riflettere nuovamente sulla questione. In pratica, si afferma che
ogni credente può avere un solo «dono»
spirituale di numero, né di più e né di meno. Presento dapprima tale tesi, poi
riporto la mia risposta.
2. UN SOLO
«DONO» PER CIASCUNO?
■ La tesi: In 1 Corinzi 12,7-11 Dio ha dato a ogni credente un dono, come
ha voluto, e cioè a ognuno uno solo. Quindi, si tratta della proporzione
di uno a uno: un credente un dono, non di più di uno solo di numero.
Evidentemente tale credente non è l’unico a pensarla così. In un sito «apostolico»
si legge sullo stesso brano della possibilità del dono unico: «Il carisma è un
dono di grazia e tutti potrebbero avere un unico carisma, un unico dono».
▬ La risposta: In tale brano il termine «dono» non esiste, ma si parla di
fanérōsis tū pneúmatos «manifestazione dello
Spirito». Poi segue un elenco formale; esso serve a elencare le differenti
manifestazioni date dall’unico Spirito e a evidenziare che ogni credente ne
possiede almeno una. Alla fine, il verso 11, riconnettendosi al verso 7, recita:
«Ma tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, distribuendo
particolarmente a ciascuno, come vuole»; qui il termine «dono» non compare
in greco.
Tale trattazione di Paolo derivava dal fatto che nella chiesa di Corinto
si erano accreditati i cosiddetti pneumatofori, ossia i «detentori dello
Spirito», i quali si vantavano di avere particolari carismi e potenza, mettendo
in ombra gli altri e coloro, che ritenevano di non averne alcuno. Paolo ribadì,
invece, che lo Spirito è sovrano di dare le sue manifestazioni come, a chi e
nella quantità che vuole; e che nessuno è privo di almeno una di tali
manifestazioni. Precedentemente (vv. 4ss) aveva parlato delle «diversità di
carismi» (diairéseis charismátōn),
delle «diversità di servizi» (diairéseis diakoniõn)
e delle «diversità di operazioni» (diairéseis energhēmátōn).
Faccio notare che il termine greco chárisma
non significa semplicemente «dono», ma intende «grazia, favore, azione
(manifestazione, ecc.) di grazia». Qui sia
«diversità» sia «carismi» sono al plurale.
3. TIMOTEO
AVEVA UN SOLO «DONO»?
■ La tesi: Paolo aveva esortato Timoteo a rimanere a Efeso per mettere a
posto alcune questioni dottrinali (1 Tm 1,3). E per svolgere bene quest’incarico
doveva ravvivare il dono, che aveva ricevuto (2 Tm 1,6). Quindi,
Timoteo possedeva un unico dono fra i tanti disponibili.
Ho letto in rete che alcuni, volendo identificare tale unico «carisma» con
qualcosa di più alto e riflettendo sul fatto che, nelle alterne vicende della
vita (e nella vecchiaia), non è sempre possibile vivere la propria funzione
ministeriale, lo identificano con quello della «comunione-amore», che
vale per tutte le stagioni (cfr. p.es.
qui). Altri lo identificano con la spiritualità o la «fraternità
spirituale (o carità)», spesso di un gruppo particolare, da cui derivano
vocazione, comunione e missione di carità (cfr.
p.es.
qui). Altri parlano del carisma come «un unico dono dello Spirito», e cioè
sarebbe la «spiritualità apostolica» o «spiritualità educativa» (cfr. p.es.
qui). Tuttavia, Paolo intendeva proprio questo?
▬ La risposta: Un brano più contiguo a 1 Tm 1,3 è 1 Tm 4,14, che recita:
«Non trascurare il carisma, che è in te». Si noti che in tale contesto si
parla particolarmente d’insegnamento (vv. 13.16). La domanda è la seguente:
Timoteo sapeva solo insegnare? Si noti che nel verso 13 si parla anche di
esortazione (e di
anágnōsis «conoscenza» mediante la
lettura), che appartiene a un’altra categoria (cfr. 1 Cor 14,3).
Perché allora Paolo parlò di «carisma» al singolare? (cfr. anche 2 Tm
1,6). Lo fece perché il termine greco
chárisma non
significa propriamente «dono», ma «azione di grazia» e addirittura solo «grazia»
(cháris).
È evidente che per esplicare un servizio o una funzione ministeriale di
primo piano, si necessita di vari carismi e non soltanto di uno di
numero. Un
missionario (apóstolos), ad esempio, per piantare una nuova realtà
ecclesiale in una nuova zona dev’essere capace di evangelizzare, discepolare,
istruire, esortare e così via.
Torniamo alla domanda del principio: Timoteo possedeva un unico dono e sapeva
esplicare una sola funzione ministeriale? La risposta è no.
Paolo esortò il suo collaboratore a esercitare varie funzioni, per le quali si
necessita di talenti, facoltà e competenze differenti. «Annunzia
la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con
grande pazienza e sempre istruendo» (2 Tm
4,2). «Ma tu sii sobrio in ogni cosa, soffri afflizioni, fa’
l’opera di evangelista, il tuo servizio» (2
Tm 4,5). «Queste cose insegna e a esse esorta»
(1 Tm 6,2; cfr. Tt 2,15 + «riprendi con ogni autorità»).
È evidente che Timoteo esercitasse varie funzioni, a cui corrispondevano
differenti «doni» spirituali.
4.
EXCURSUS SU CHÁRISMA: Il
termine chárisma non esiste nel greco classico né in quello koiné, ossia
nel greco parlato al tempo del NT; si trattava di un neologismo di Paolo (lo usò
16 volte), che si accreditò nelle chiese e che anche Pietro usò una sola volta.
Bisogna tener presente che lo spettro semantico di cháris «grazia» è
molto vasto: «grazia, bellezza, piacevolezza, gentilezza, incanto, amabilità;
gioia, festività, letizia, gaudio, delizia, piacere, diletto; gratitudine,
riconoscenza; ecc.». Sebbene Paolo usasse tale termine per il favore divino,
preferì caratterizzarlo con un termine derivato specifico. Mentre cháris
«grazia» compare nel NT soltanto al singolare e intende l’aspetto generale,
chárisma «azione di grazia» intende (al sg. e al pl.) l’attuazione pratica
della grazia nei singoli credenti.
Perciò, tradurre
chárisma con «dono» è limitativo e, a volte, equivoco. Ad esempio, in
Romani 1,11
chárisma è da tradurre con «grazia» e non «dono»; sarebbe stato
presuntuoso che Paolo scrivesse a credenti sconosciuti, per offrire loro
ulteriori doni spirituali, mentre si trattava della grazia concreta derivante
dall’edificazione comune (v. 12). Lo stesso vale per Romani 5,15, dove
chárisma «azione di grazia», cháris «grazia» (di Dio) e dōreà
en cháriti «dono in grazia», come pure
dṓrēma
«dono, generosità, beneficenza» e chárisma «azione di grazia» (v. 16),
sono semplicemente sinonimi; si noti qui che i termini greci per «dono» sono
dōreà
e dṓrēma.
Si veda pure Romani 6,23: la grazia di Dio è concretamente la vita
eterna per il singolo. In 2 Corinzi 1,11 viene tradotto in italiano con
«favore, beneficio»; in greco ricorre la locuzione tò eis hēmãs
chárisma «la grazia nei nostri confronti»
(cfr. vv. 12.15 cháris). In 1 Corinzi 7,7 è riferito alla
differente grazia di sposarsi o di rimanere celibi. Chárisma «azione di
grazia» e cháris «grazia» sono sinonimi in 1 Pietro 4,10; il primo
termine intende la grazia ricevuta concretamente dal singolo, mentre il secondo
termine intende quella generale.
5. ASPETTI
CONCLUSIVI: Come si vede, è facile capire
fischi per fiaschi, partendo da una tesi preconcetta e usando poi versi biblici
per corroborarla, trascurando per altro in essi il significato reale dei termini
greci.
I servitori menzionati nel NT esplicavano funzioni ministeriali differenti, che
non si possono ridurre a un solo «dono», ma a una varietà. Mi limito a un
esempio eloquente: Paolo. Egli definì se stesso annunciatore (kẽryx),
missionario (apóstolos
«mandato, incaricato»), insegnante (didáskalos)
dei Gentili (1 Tm 2,7; 2 Tm 1,11). Il primo termine riguarda l’annuncio
dell’Evangelo (1 Tm 1,11; 2 Tm 4,17). È evidente che Paolo non possedesse
soltanto un «dono» dello Spirito, ma che la «grazia» (cháris) di Dio si
manifestasse in una «azione di grazia» (chárisma) ricca e a largo
spettro.
►
Quanti «doni» riceve ogni credente? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Doni_x-credente_UnV.htm
02-11-2013; Aggiornamento:
07-11-2013 |