1. LE QUESTIONI: Nel corso
del tempo mi arrivano domande sullo stesso argomento, a cui spesso rispondo
brevemente in privato. In seguito, ritrovo tali risposte e, approfondendole, le
compendio in un tema unico.
■ 1. Caro Nicola, […] Avrei bisogno del materiale riguardo alla donazione
degli organi, di come un cristiano deve comportarsi. Se ce l’hai, ti
sarei grato se tu potessi inviarmelo. Ti ringrazio anticipatamente. {Giuseppe
Longo; 09-05-2008}
■ 2. Caro fratello in
Cristo, […] Mi permetto di rivolgermi a te per un parere biblico su un argomento
che suscita in me un forte interesse: la donazione di organi a scopo
umanitario. È un argomento di cui si parla tanto; come credente ho cercato
di capire cosa afferma la Bibbia su questo argomento, ma non ho trovato niente
di specifico, oltre al fatto che il nostro corpo non ci appartiene, in quanto ci
è stato dato solo in «gestione» dal Signore. Questo credo voglia significare che
non possiamo decidere nessuna donazione dei nostri organi, anche se per
scopo umanitario, perché, di fatto, tali organi non sono nostri. Gradirei
sapere, se possibile, il tuo punto di vista biblico sull’argomento. {Sergio
Fanzecco, Sestu; 07-12-2009}
■ 3. Ciao, fratello
Nicola, volevo sapere cortesemente, se biblicamente la donazione degli organi,
quando un uomo muore,
è consentita. Grazie. {Giovanni Cecere Palazzo; 29-07-2010}
2. LE RISPOSTE: Come
vediamo, le questioni riguardano essenzialmente questi punti: ▪ 1. Hai del
materiale sulla donazione di organi? ▪ 2. La donazione di organi a scopo
umanitario non è possibile, vero? ▪ 3. La donazione degli organi è biblicamente
consentita?
Non avendo materiale già pronto sul soggetto,
qui di seguito cercherò di esprimere alcune riflessioni sulla donazione degli
organi, di cui la sacra Scrittura mi convince, sperando che possano aiutare
anche i lettori nel loro orientamento morale riguardo a questo tema. Qui di
seguito, rispondendo alla precise domande, tratto solo della donazione
dei nostri organi ad altri e, quindi non il caso, in cui noi credenti
necessitiamo di organi.
2.1.
ASPETTI DI BASE: Partiamo da alcuni
presupposti basilari.
■
«Ama il tuo prossimo come te stesso» (Mt
22,39). «Chi ama il prossimo ha adempiuto la legge» (Rm 13,8).
■
«Nessuno ha amore più grande che quello di dare la
sua vita per i suoi amici» (Gv 15,13). Qui era Gesù che parlava ai suoi
intimi discepoli.
Secondo il principio ermeneutico «dal maggiore
al minore», si evince il seguente convincimento: Se è concesso dare il
massimo, ossia la vita per i propri amici quale segno di sublime amore,
quanto più è concesso dare di meno, ossia i propri organi. Espresso
diversamente, si può dire: se il principio del donare vale per la vita stessa
(il bene maggiore) quanto più vale per i propri organi! (il bene derivato).
Su tale base biblica si può
avere una buona coscienza nel fare un gesto d’amore verso il prossimo,
donandogli i propri organi. Infatti, se noi o uno dei nostri cari ci trovassimo
nella stessa situazione disperata, vorremmo anche che ci succedesse similmente.
A tutto ciò si aggiunga quanto segue. La possibilità
di donare organi sono due: dopo la morte e in vita.
■
In genere, da vivi si dà il consenso a donare i propri
organi, una volta avvenuta la morte fisica. Una volta morti, il proprio
corpo diverrebbe comunque polvere. L’uomo è, fisicamente parlando, «polvere
della terra» (Gn 2,7). La polvere diventa comunque polvere alla sua morte
(Gn 3,19; Gb 34,15; Sal 90,3). Alla morte, gli organi deperiscono o, se
donati, possono sostenere la vita altrui.
■
Ci sono casi, in cui persone donano, in vita,
un organo (un rene, un pezzo di fegato, del midollo, ecc.) al parente stretto
(genitori, figli, fratelli, coniugi). Nel caso del fegato, esso si
rigenera completamente sia nel donatore, sia nel ricevente; lo stesso vale per
il midollo. Di reni il Signore ce ne ha forniti due, per
sicurezza. Donare qualcosa del proprio corpo a un parente, è un grande
sacrificio e un estremo atto d’amore in accordo con tali versi.
2.2.
APPROFONDIMENTI: Sebbene nessuno di noi vuole
mai trovarsi nella situazione di aver bisogno di un trapianto di organi,
sarà grato che ci sia un donatore, quando ciò dovesse mai succedere. Sebbene
nessuno di noi vuole mai trovarsi nella situazione di dover donare un organo
al proprio coniuge o a uno dei propri figli, in ogni caso ciò sarebbe una
dimostrazione di amore estremo.
Abbiamo visto che Gesù
insegnò che «dare la sua vita per i suoi amici» sia una
prova estrema d’amore (Gv 15,13). Gesù insegnò addirittura l’amore verso i
nemici quale segno di distinzione dei figli di Dio: «Ma amate i vostri
nemici, e
fate del bene e prestate senza
sperarne alcunché, e il vostro premio
sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; poiché Egli è benigno verso gli
ingrati e i malvagi» (Lc 6,35). Donare i propri organi è una specie di
prestito a tempo, vista la brevità della vita.
2.3.
QUANDO È UN CREDENTE A RICEVERE UN ORGANO: Ho
visto in Internet un
filmato, in cui Silvano Masullo, un
conduttore di chiesa, testimonia della sua tragedia esistenziale e della sua
guarigione grazie alla sostituzione del fegato. Riguardo a tale
testimonianza qualche santone massimalista di nostra conoscenza direbbe
che tale conduttore ha peccato contro Dio, non avendo abbastanza fede per essere
guarito ed essendosi rivolto ai medici. Tale sorta di santone non solo manca di
misericordia e di amore, ma anche di verità. Il credente chiede l’aiuto
soprattutto a Dio, e il Signore è sovrano di agire come vuole: non dando
guarigione ma forza nella malattia, guarendo direttamente o guidando la mente e
le mani dei medici. Mi chiedo che cosa farebbero tali santoni, se si trovassero
essi stessi o un loro parente stretto (moglie, figlio, genitore) in una grave
malattia e, dopo ogni altro tentativo, necessitassero di un trapianto.
Come afferma giustamente Silvano Masullo, i Galati non solo non ebbero
ripugnanza della pesante malattia, probabilmente agli occhi, che ebbe Paolo, ma
essi sarebbero stati pronti a cavarsi perfino gli occhi e a donarli a
Paolo. «...quella mia infermità corporale, che era per voi una prova, voi non
la sprezzaste né l’aveste a schifo... io vi rendo questa testimonianza: che, se
fosse stato possibile, vi sareste cavati gli occhi e me li avreste dati»
(Gal 4,14s). È un brano molto bello e profondo, anche per il nostro attuale
tema.
3. ASPETTI CONCLUSIVI: Ci
sono vari motivi per cui non si donano gli organi; eccone alcuni.
■ Alcuni hanno
riserve di tipo medico-scientifiche, ossia timore che l’espianto avvenga
quando la persona non è veramente morta. In particolare si ha timore che
l’evidenza di un elettro-encefalogramma piatto per alcune ore non sia garanzia
certa di decesso, allorquando tutti gli altri organi sono ancora funzionanti, in
particolar modo il cuore. Questi sono aspetti tecnici, a cui deve dare risposta
la scienza medica. [Si vedano i seguenti articoli esterni: ▪
Morte clinica e morte cerebrale; ▪
Morte cerebrale] In Italia una morte cerebrale dev’essere accertata da tre
medici differenti (un medico legale, uno specialista in anestesia e rianimazione
e un neurologo), dopo accurate indagini. In ogni modo, non si muore solo di
morte cerebrale, ma anche per altri motivi, p.es.: infarto, incidente, malattia.
■ Altri hanno specialmente riserve di tipo spirituale, credendo che una
donazione di organi non sia nella volontà di Dio e che possa inficiare
addirittura la risurrezione. A ciò abbiamo risposto in parte già sopra.
Chi crede nella risurrezione dei corpi (Gv
6,54; Rm 8,11; 1 Cor 15,42ss), non deve temere la donazione degli organi post
mortem. Dio è l’Onnipotente ed è colui, che vuol fare ogni cosa nuova (Ap
21,4s).
■ Ci sono anche argomenti di tipo speculativo, dettati da
iper-spiritualismo, massimalismo, misticismo e altro. Non è qui il luogo per
dare a ciò una risposta (cfr. 2.3.).
►
Donazione di organi? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Donazione_organi_EdF.htm
29-07-2010; Aggiornamento: 22-05-2012