Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Sessualità e contestiSesso & affini 1: Qui è trattata la sessualità nella società e nella Bibbia. Ecco le parti principali:
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■ Società e sesso
■ Sessualità e Bibbia
■ Etica e Bibbia
■ Fra etica ed estetica
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Tenerezza e fedeltàSesso & affini 2: Qui sono presentati alcuni consigli per vivere una sessualità matrimoniale felice. Ecco le parti principali:
■ Fra rinuncia e attesa
■ Prima del matrimonio
■ Il matrimonio
■ Matrimonio e sesso
■ Questioni di sessualità coniugale
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■ Relazioni eterosessuali proble-matiche

 

Disturbi e abusiSesso & affini 3: Qui sono trattati i problemi del sesso e le sue deviazioni. Ecco le parti principali:
■ Aspetti della consulenza
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■ Le deviazioni sessuali
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DIVORZIO E SECONDE NOZZE

 

 di Nicola Martella

 

Caro fratello, desideravo un tuo parere sul seguente brano 1 Cor 7,10-11: «Ai coniugi poi ordino, non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito (e se si fosse separata, rimanga senza risposarsi o si riconcili con il marito) e che il marito non mandi via la moglie».

     L’apostolo Paolo al v. 10 fa notare che l’indissolubilità del matrimonio è un principio assoluto al quale è prevista la sola eccezione: la separazione in caso di adulterio perché in questo caso il patto matrimoniale in realtà è già stato infranto. In ogni caso, ricorda ancora Paolo al v. 11, in armonia con il principio enunciato, si può giungere alla separazione, mentre l’eventualità di un nuovo matrimonio non viene presa nemmeno in considerazione appunto perché Paolo considera il patto matrimoniale indissolubile. {Gianfranco Rosa}

 

Per mettere a fuoco la problematica generale, rimandiamo ai seguenti contributi:

Divorzio 1: Atto estremo per uscire da un labirinto? {Nicola Martella}

Divorzio 2: Interrogativi e tesi a confronto {Nicola Martella}

Divorzio e nuove nozze in Luca 16,18 {Argentino Quintavalle}

 

In 1 Corinzi 7 Paolo affrontò diversi aspetti del problema «separazione, divorzio (o ripudio) e seconde nozze», ma non tutta la questione. Egli non trattò tutti gli aspetti e non procedette in modo sistematico, ma si limitò a rispondere alle domande dei suoi interlocutori. Questi ultimi appartenevano a diverse sensibilità culturali e religiose, che andavano dai credenti «materialisti» (nulla ci può più contaminare) a quelli «spiritualisti» (tutto ci può contaminare). Sul tema in questione molti aspetti erano già conosciuti, perché evidenti nella Legge mosaica, nell’insegnamento di Gesù o in quello apostolico, che Paolo aveva trasmesso ai Corinzi. In particolare affrontò i seguenti aspetti:

     ■ Il principio generale: Una persona credente è vincolata al proprio coniuge per tutto il tempo che quest’ultimo. Inoltre bisogna maritarsi nel Signore (v. 39).

     ■ Il matrimonio fra credenti (vv. 10s)

     ■ Il matrimonio misto (vv. 12-16)

     ■ Il matrimonio di divorziati prima della conversione (vv. 17ss.24.27s).

 

Qui di seguito ci dedichiamo al solo matrimonio fra credenti. Due coniugi credenti non dovrebbero separarsi per alcun motivo (vv. 10s). Può accadere che le prevaricazioni continue dell’uno verso l’altro portino la parte, che subisce le vessazioni, a separarsi dal coniuge, che nel caso normale è la moglie. Può anche succedere che una parte scopra, col tempo, incompatibilità di carattere tali che, in tale stato di continuo conflitto, ritenga di non riuscire più a stare sotto lo stesso tetto col coniuge. Paolo prevede, nel caso normale, solo due sole possibilità del credente, che abbandona il coniuge: ▪ 1. rimanere senza risposarsi; ▪ 2. riconciliarsi col coniuge.

     Certamente la norma, ricordata da Gesù in caso di fornicazione, si applica anche in questi casi; Gesù non parlò solo di adulterio, per il quale allora c’era la pena di morte, ma già della «parola (o fatto) di fornicazione», riferendosi a Dt 24,1. Una riconciliazione è possibile, fintantoché il problema di base venga rimosso (p.es. prevaricazione, vessazione) e fintantoché l’altro coniuge non contrae un altro vincolo (ci sono anche credenti carnali o disubbidienti).

     Anche in quest’ultimo caso il vincolo matrimoniale sarebbe infranto. La risposta in tali casi sarà differente da chiesa a chiesa. Gli uni daranno licenza all’altro coniuge di risposarsi. Gli altri faranno riferimento al principio generale, non riconoscendo eccezioni, e impediranno un nuovo matrimonio.

 

Ora seguono alcuni spunti pastorali, su cui conviene riflettere. Penso che le chiese debbano porsi il problema, in cui uno dei due coniugi credenti si separa dall’altro senza un vero motivo oggettivamente rilevante o perché lo abbandona per seguire l’impulso di un nuovo «amore», ad esempio verso un collega di lavoro.

     Immaginiamoci il seguente caso, in cui due giovani credenti si sposano. Dopo soli sei mesi uno dei due si separa dal coniuge e vuole il divorzio perché afferma di aver capito di non amare veramente l’altro. In che cosa ha fallito qui la pastorale prematrimoniale? (non c'è stata? oppure è stata superficiale o inadeguata?). Se, dopo la separazione, tutti gli sforzi di intervenire e di aiutare non ottengono un risultato e si addiviene realmente a un divorzio, che cosa bisognerà consigliare a tale giovane (anche vista la giovane età) che faccia per il resto della sua vita? Questo è un caso vero.

     Immaginiamoci un altro caso, in cui due giovani credenti che si sposano. Un giorno, quando lui ha circa 26 anni, la moglie lo abbandona per andare a convivere con un collega di lavoro. Anche qui tutti gli interventi pastorali non servono a risolvere il problema. Che faranno i conduttori di chiesa nei confronti di tale giovane, che è la parte lesa? La giovane donna adultera era veramente una figlia di Dio? (non tutti i «credenti» sono anche «generati da Dio»). Si punirà tale giovane, già leso da una moglie fedifraga, ancora una volta, impedendogli di risposarsi? Anche questo è un caso vero.

 

Come detto, questi non sono esempi di fantasia, ma fanno parte insieme ad altri della triste realtà di un mondo imperfetto. Matrimoni si rompono prima che qualcuno si converta. Addirittura c’è chi viene abbandonato dal coniuge proprio nel momento in cui si converte e cambia vita in meglio.

     In 1 Corinzi 7 Paolo rispose alle domande, che i diversi gruppi gli posero nella loro situazione concreta; non trattò quindi tutti i casi immaginabili. Bisogna stare attenti a tutte le radicalizzazioni, sia a quelle liberali, sia a quelle legalistiche. In un modo o nell’altro ci si può rendere colpevoli delle decisioni ecclesiali prese nei confronti delle persone, che stanno nel problema.

     Nei casi reali non si tratta di casistiche, ma di persone concrete con le loro problematiche e tragedie. Essi non hanno bisogno di «cerotti consolatori», ma di concrete vie d’uscita da situazioni piene di tribolazione. A chi sta in uno scottante problema non bisogna neppure prospettare facili «uscite d’emergenza», altrimenti si fa render colpevoli tali persone e se stessi. In ogni modo, non ci si può lavare le mani. Bisogna calarsi fino in fondo nel problema del credente, che è stato abbandonato dal coniuge, il quale oramai vive altri «amori» e non ha nessuna intenzione di tornare indietro. A chi arde e non riesce a contenersi (cfr. 1 Cor 7,9) non si può semplicemente dire di pregare di più; nella maggior parte dei casi non funziona. Bisogna cercare vie praticabili e piene di buon senso. E qui nei casi concreti, per non avere un cuore troppo stretto o per non prendere lucciole per lanterne, ci vuole tutto il discernimento biblico e tutta la sapienza di Dio.

 

Per l’approfondimento della tematica, consiglio di leggere nel mio libro Tenerezza e fedeltà, (Punto°A°Croce, Roma 1998), l'articolo «Divorzio e seconde nozze», pp. 138-151; a ciò si aggiungano gli articoli connessi sul matrimonio.

 

Divorzio e nuove nozze di credenti {Nicola Martella} (D)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Divorzio_2nozze_S&A.htm

27-03-2007; Aggiornamento: 22-03-2012

 

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