1. ENTRIAMO IN TEMA: Qualcuno ha
chiesto fra il serio e l’ironico, se tra i doni dello Spirito esista anche il
dono di difensore della fede; in tal modo questi intendeva mettere in dubbio
tale evenienza. Rispondiamo qui di seguito a questa convinzione, anticipando che
non condividiamo tale dubbio.
Inoltre,
questo tipo di credenti pensa che confutare le convinzioni erronee di falsi
maestri sia solo polemico e infruttuoso. Da quanto in qua,
avvertire i credenti riguardo al pericolo di falsi maestri è attività
inutile? Secondo tale logica, dovremmo lasciare che la «zizzania dottrinale»
dei falsi maestri continuai a infestare le menti dei credenti, specialmente se
giovani. Dovremmo permettere ai «pifferai magici» di continuare a
incantare i «topolini» sprovveduti? Coloro, che sono trascinatori
specialmente di giovani, sono elementi molto pericolosi per la stabilità delle
chiese. Un po’ di lievito fa lievitare tutta la massa. Altri usano
un’altra tattica contro l’apolo-getica. Essi suggeriscono addirittura che chi
scrive articoli di confutazione contro falsi maestri e le loro dottrine, in tal
modo voglia sentirsi «più a posto» degli altri; si rimane perplessi. |
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A ciò si aggiunga che siccome non dovremmo combattere contro carne e sangue,
si afferma che non dovremmo denunciare i cattivi maestri, sebbene essi scrivano
pubblicamente. Che cosa pensano che le potenze spirituali della malvagità
non si servano di uomini, per propagare le loro convinzioni e portare avanti i
loro piani? Che succede laddove credenti fanno posto al diavolo? (Ef
4,27). Che succede laddove alcuni permettono che
Satana riempia
così il loro cuore,
da farli mentire allo Spirito Santo? (At 5,3).
Alcuni citano volentieri questo brano: «Demoliamo i ragionamenti e
tutto ciò, che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo
prigioniero ogni
pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo»
(2 Cor 10,4s). Dimenticano però, che «non si può fare la frittata senza rompere
le uova», ossia chiamando per nome chi propaga falsi insegnamenti e
confutando con la Scrittura le loro erronee convinzioni. Paolo parlò della
«nostra guerra» e del fatto che bisogna «distruggere le fortezze» (v. 4); se non
si sa chi è il nemico e non si conoscono convinzioni e tattiche, ogni battaglia
è persa. Inoltre, visto che le idee sono incarnate dagli uomini, tutto
ciò ha sempre a che fare con uomini specifici: «Siamo pronti a punire ogni
disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà completa» (v. 6).
Singolare è pure che tali
credenti non vedano alcuna differenza fra apologetica e
edificazione e affermano che le Scritture non farebbero una tale
distinzione. Possibile che non conoscano la differenza fra un «proclamatore»
(gr.
profḗtēs) e un «insegnante» (gr.
didáskalos)? Se non ci fosse alcuna differenza, perché il medesimo Spirito
avrebbe dato carismi differenti? (1 Cor 12,4ss). È evidente che il linguaggio e
il modo di presentare i contenuti del «proclamatore» (1 Cor 14,3) e
dell’«insegnante» (Tt 1,9; cfr. 2 Tm 2,15.24ss) sono completamente diversi, come
pure i loro obiettivi.
La cosa preoccupante è che mettono l’apologeta e i falsi maestri sullo stesso
livello. Invece di essere grati per il ministero di apologetica, presente in
tutti i secoli, che denuncia i diabolici imbrogli di coloro, che vogliono
intorbidire «l’insegnamento risanante» del NT e confondere le menti dei
credenti, si accaniscono contro tali insegnanti. Addirittura, fanno intendere
che chi difende la verità dai falsi maestri, che pubblicamente spandono il loro
«lievito», siano una specie di calunniatori! Ciò è incredibile e mostra
il poco discernimento spirituale e morale, che si possiede. Anche Gesù
e gli
apostoli misero in guardia dai falsi maestri, loro avversari, senza
andare troppo per il sottile (Mt 7,15ss; 16,11; 23,13-36; Mc 12,38; Fil 3,2; 2
Tm 4,14). Pietro affrontò di petto Simone il Mago in Samaria (At
8,20-23); Paolo fece similmente con il mago giudaico Elima, che si
spacciava per «Bar-Gesù» (= figlio di Gesù; At 13,6-11). Avevano sbagliato pure
loro?
Inoltre essi vorrebbero vedere solo cose «edificanti». Quando leggo cose
del genere mi chiedo, se tali credenti abbiano perso del tutto la «bussola
scritturale», spirituale e morale, per ritirarsi in un «pietismo
fai-da-te» tutto mistica e contemplazione. Gli scrittori del NT facevano
ambedue le cose in ogni loro epistola: edificavano qui, e difendeva la verità
là, denunciando pure chi propagava false dottrine (cfr. 2 Cor 11,3ss.13ss).
2. GLI APPROFONDIMENTI BIBLICI:
Qui di seguito riportiamo semplicemente dei brani biblici in modo ragionato,
dando opportunità ai lettori di leggerli, meditarli e di trarre da essi le
debite conclusioni sull’argomento di discussione.
2.1. GLI
INSEGNANTI: Non esiste un «dono» specifico di difensore della fede,
essendo un compito di tutti i credenti. Tuttavia, ricordiamo che
difendere la fede è il compito primario dell’insegnante (1 Cor 12,28s; Ef
4,11).
■ Paolo ingiunse al suo collaboratore: «Predica la Parola, insisti a tempo e
fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre
istruendo» (2 Tm 4,2).
■ Il conduttore deve ritenere «fermamente
l’insegnamento secondo la fedele parola, per essere in grado di esortare nella
sana dottrina e di convincere quelli che contraddicono» (Tt
1,9).
■ Al conduttore della chiesa di Efeso Gesù fece scrivere: «Io conosco le tue
opere e la tua fatica e la tua costanza e che non puoi sopportare i malvagi
e hai messo alla prova quelli, che si chiamano apostoli e non lo sono,
e li hai trovati bugiardi. [...] Ma tu hai questo: che odii le opere dei
Nicolaiti, le quali odio anch’io» (Ap 2,2s.6; cfr. invece v. 20 la falsa
tolleranza verso la falsa profetessa Iezabel).
2.2. DIFESA
DELLA FEDE: Si vedano anche i seguenti brani biblici, che parlano del
combattimento e della difesa della fede.
■ «Mi sono trovato costretto a scrivervi per esortarvi a combattere
strenuamente per la fede, che è stata una volta per sempre tramandata ai
santi» (Gd 1,3).
■ «State fermi in uno stesso spirito, combattendo assieme d’un
medesimo animo
per la fede dell’Evangelo» (Fil 1,27).
■ «Combatti il buon combattimento della fede» (1 Tm 6,12). «Io
ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede»
(2 Tm 4,7).
2.3.
APOLOGETICA: Nei seguenti brani si parla dell’apologetica e
della confutazione dei falsi maestri.
■ «Ora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, e
dei Cirenei, e degli Alessandrini, e di quelli di Cilicia e d’Asia, si levarono
a disputare con Stefano. E
non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito, con cui egli parlava»
(At 6,9s).
■ «Ora Saulo si fortificava sempre di più e
confondeva i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il
Cristo» (At 9,22).
■ «Giunto là, egli [= Apollo] fu di grande aiuto a quelli che avevano creduto
mediante la grazia; perché con gran vigore confutava pubblicamente i
Giudei, dimostrando per le Scritture che Gesù è il Cristo» (At 18,28).
■ «A costoro non cedemmo neppure per un momento per sottomissione,
affinché la verità dell’evangelo dimorasse salda fra di voi» (Gal 2,5).
■ «Infatti vi sono molti ribelli, ciarloni e seduttori delle menti,
specialmente tra quelli della circoncisione, ai quali bisogna chiudere la
bocca» (Tt 1,10).
3. ASPETTI CONCLUSIVI: In tal
modo, usando la sola Scrittura, abbiamo confutato la convinzione di chi
pretende che il cristiano biblico debba occuparsi soltanto di ciò, che promuove
devozione ed edificazione, pressoché senza occuparsi della difesa
della verità e senza confutare le tesi di certi personaggi pubblici. Si
suggerisce palesemente o velatamente che questo sarebbe il compito del Signore,
non il nostro. Quindi, la cosa singolare sarebbe questa: mentre i cattivi
maestri, falsi proclamatori e operai fraudolenti hanno il campo libero per
dire e scrivere tutto ciò, che vogliono, i credenti biblici dovrebbero stare
pressoché solo a guardare, dedicandosi perlopiù solo alla contemplazione
e all’edificazione.
Abbiamo mostrato che il NT ci mostra un’altra realtà. Nella stessa epistola
gli scrittori del NT sapevano edificare, esortare, insegnare, difendere la
verità e denunciare i falsi maestri. Così hanno fatto gli scrittori dei primi
secoli e i riformatori di tutti i secoli. Paolo, congedandosi dai conduttori
dell’assemblea di Efeso, convenuti a Mileto, disse loro fra altre cose quanto
segue: «Io so che dopo la mia partenza, entreranno fra voi dei lupi rapaci,
i quali non risparmieranno il gregge. E dal mezzo di voi stessi
sorgeranno uomini, che proferiranno cose perverse, per trascinarsi dietro
i discepoli. Perciò vegliate» (At 20,29ss). Non
si veglia solo, per stare a guardare, ma per difendere il gregge dai
falsi maestri esterni e da coloro, che si pervertono al suo interno.
Per l’approfondimento:
►
Accuse di calunnia: Quando non si comprende l’apologetica biblica {Nicola Martella} (A)
►
A ognuno la sua «missione possibile» {Nicola Martella} (D)
►
Apologetica e giudizio {Nicola Martella} (T/A)
►
«Giudicate voi…»: Responsabilità apologetica d’un osservatorio religioso {N. Martella} (T)
►
L’importanza dell’apologetica {Nicola Martella} (T/A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Difend_fede_UnV.htm
15-09-2015; Aggiornamento: |