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La questione del lettore
Riguardo al divorzio e al matrimonio, ritengo vada chiarito che la situazione di
una persona che riguarda il suo passato prima della conversione è irrilevante.
Se un uomo è stato sposato anche tre volte e ha divorziato tre volte, quando si
converte al Signore è liberissimo di sposarsi nel Signore. Se invece è sposato e
sua moglie (non convertita) decide di lasciarlo a motivo della sua fede nel
Signore, è comunque libero di risposarsi come dice Paolo in 1 Cor 7.
Se poi un credente lascia la moglie credente per un
altra donna, e dopo alcuni anni si pente e vorrebbe tornare con lei, ma non può
più tornare con la moglie (che nel frattempo si è legittimamente risposata
secondo Mt 19,9), è davvero dopo questo fatto costretto da Dio al «celibato
forzoso» a vita? Se Dio perdona gli assassini, come possiamo pensare che non
perdoni i divorziati e non dia loro la giusta possibilità di sposarsi di nuovo?
(analoghe osservazioni sono riferibili anche invertendo i generi qui descritti,
ad esempio se una donna credente lascia il marito credente, ecc.). {Stefano
Ferrero}
La risposta ▲
Le prime due questioni
Affrontiamo brevemente le prime due questioni, per poi
dedicarci specialmente alla terza.
■ Divorziato prima della conversione: Sebbene
Stefano abbia espresso il primo punto in modo così estremo (tre volte sposato e
divorziato prima della conversione), non posso che dargli ragione. Questo
solo perché la Scrittura afferma con chiarezza: «Se qualcuno è in Cristo,
egli è una nuova creazione; il vecchio è passato, ecco è diventato nuovo» (2
Cor 5,17). E a ciò si aggiunga che una precisa norma biblica lo attesta (1 Cor
7,24.27s).
■ Quando il non credente si separa: Anche nel
caso di un matrimonio misto la parte non credente decide di lasciare la parte
credente per andarsene per la propria via, il matrimonio è da considerarsi
nullo. Anche qui però,
solo perché c’è una chiara direttiva apostolica (1 Cor 7,12ss) che contiene
una formula liberatoria: «In tali casi, il fratello o la sorella non sono
schiavizzati» (v. 15). Sebbene il NT mitighi la prassi dell’AT sui matrimoni
misti (1 Cor 7,12s), sullo sfondo ha la prassi usuale dell’AT (Esd 10,19; cfr.
vv. 2.10.14.17s; Ne 13,23ss) e del giudaismo.
Si fa quindi bene a non fare affermazioni senza
argomentazioni bibliche chiare e solide, altrimenti si inganna se stessi e gli
altri.
Credente divorziato da coniuge credente: si può risposare?
Il terzo aspetto, che riguarda un matrimonio fra
credenti, è quello più controverso. È chiaro che al riguardo ci sono opinioni
differenti fra i credenti e le chiese. Stefano farebbe qui bene ad argomentare
in modo strettamente biblico, cosa che però non fa nella sua argomentazione. Si
notino comunque i seguenti aspetti.
■ C’è un prima e un dopo rispetto alla conversione,
cosa che porta un mutamento di mente e di morale. Paolo, dopo aver fatto un
elenco degli ingiusti che non erediteranno il regno di Dio, tra cui fornicatori
(o prostituti), adulteri, libidinosi (o libertini) e pedofili (1 Cor 6,9s),
ribadì segnando un confine di demarcazione: «E
tali eravate alcuni,
ma siete stati lavati,
ma siete stati santificati,
ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo, e
mediante lo Spirito del nostro Dio» (v. 11).
■ Il caso specifico, in cui una moglie credente si
separa dal marito credente (per motivi non esplicati ma che non ricadono
nell’eccezione della «parola [o fatto] di fornicazione», menzionata da Gesù), è
trattato da Paolo come segue: «La moglie…, se mai si separa, rimanga senza
maritarsi o si riconcili col marito» (1 Cor 7,10s).
■ Riguardo agli assassini che Dio perdona,
l’argomentazione è singolare. Una persona «generata da Dio» e assassina è
biblicamente un controsenso. Nell’elenco di 1 Cor 6,9s sono menzionati anche gli
assassini, ma poi anche per loro segue: «E
tali eravate alcuni, ma…» (v. 11). Quindi non è un
argomento molto valido, anzi contiene in sé una certa insidia. Ritengo che
bisogna argomentare in modo biblico chiaro e specialmente in modo esegeticamente
corretto.
■ Sebbene l’argomentazione non sia biblicamente valida
né esegeticamente corretta, il problema presentato da Stefano rimane. Un
credente lascia il coniuge per una terza persona, commettendo così una
trasgressione che cade abbondantemente sotto la l’eccezione menzionata come
valida da Gesù; ciò ha permesso intanto al coniuge abbandonato di risposarsi. Un
ritorno al primo coniuge sarebbe un grave abominio dinanzi a Dio (Dt 24,4). Come
dovrà affrontare una chiesa locale tale caso?
Per onestà devo ammettere che la Bibbia non affronta
direttamente un caso del genere. A seguire 1 Cor 7,11 si dovrebbe rimanere senza
sposarsi. Devo però aggiungere che ogni semplificazione può essere drammatica
per la persona credente, caduta nel peccato, che ritorna pentito al Signore.
Devo ammettere che molti elementi del tempo della chiesa apostolica ci sfuggono,
ad esempio a quel tempo esisteva la poligamia anche fra i credenti (altrimenti
non avrebbe senso la norma di 1 Tm 3,2; Tt 1,6). Non sappiamo come gli apostoli
e le chiese avrebbero affrontato un caso del genere.
Bisogna anche ammettere che le chiese in tutto il mondo
danno oggigiorno differenti risposte a tale problema. Da una parte bisognerebbe
avere compassione col credente quale peccatore penitente (Gcm 5,19s; 2 Cor
2,7ss). Dall’altra bisogna stare attenti a non diventare colpevoli dinanzi a Dio
per i peccati altrui (1 Tm 5,22). Questa tensione non la toglierà nessuno alle
coscienze e alle chiese che dovranno scegliere e decidere. In tale questione
forse non esiste una risposta valida per tutti i casi, ma bisognerà affrontare
ogni situazione a sé, senza facili soluzioni (liberalismo o legalismo). La
questione rimane quindi aperta.
°*°*°*°*°*°*°*
Per mettere a
fuoco la problematica generale, rimandiamo ai seguenti contributi:
►
Divorzio 1: Atto estremo per uscire da un labirinto?
{Nicola Martella}
►
Divorzio 2: Interrogativi e tesi a confronto {Nicola Martella}
►
Divorzio e ministero {Nicola
Martella}
►
Divorzio e nuove nozze in Luca 16,18 {Argentino Quintavalle}
►
Divorzio e seconde nozze {Nicola Martella}
Per l’approfondimento della tematica, consiglio di leggere nel mio libro
Tenerezza e fedeltà,
(Punto°A°Croce, Roma 1998), l'articolo «Divorzio e seconde
nozze», pp. 138-151; a ciò si aggiungano gli articoli connessi sul matrimonio. |
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Credente_divorziato_penitente_GeR.htm
27-03-2007; Aggiornamento: 12-04-2007 |