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1.
Entriamo in tema
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2.
Che cos’è il counseling?
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3.
Osservazioni sul primo articolo
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4.
Osservazioni sul secondo articolo
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5.
Counseling ed esoterismo?
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1. ENTRIAMO IN TEMA: Avevo mandato
a vari lettori del sito «Fede controcorrente» l’invito alla lettura del seguente
articolo: ►
Dinamica bipolare della grazia (Tito 2,11-14 {Tonino Mele}. In risposta ricevetti da Maurizio
Secondi due suoi articoli sul tema del counseling. Tra altre cose, mi
scriveva: «Grazie per la tua preziosa attività di ricerca e sinergia tra le
varie discipline teologiche. […] Riguardo al tema della “dinamica bipolare della
grazia”, condivido alcuni articoli che ho scritto e che sono stati pubblicati su
www.counselingitalia.com. Nella mia attività di counselor pastorale, sono consapevole che “la tensione
spirituale” è irrinunciabile e che, anzi, è fondamentale nella nostra esperienza
cristiana. Se opportunamente usata, produce risultati postivi, altrimenti è
motivo di disorientamento e colpevolizzazione interiore. Invio quindi questi
articoli, nella speranza che possano essere utili alla consapevolezza di tale
dinamica, in un’ottica relazionale».
Trovai molto interessante tale sinergia e tale
possibilità di riflettere insieme su tale soggetto. Feci la redazione di ambedue
gli articoli e ne misi uno subito sul sito «Fede controcorrente», mentre l’altro
l'avrei messo in rete in seguito. Purtroppo dopo alcuni giorni l’autore mi
chiedeva di togliere dalla rete i suoi articoli. Probabilmente c’è stato un
grosso «fraintendimento». Le mie insistenze verso l’autore di rendersi
disponibile ad andare avanti nella collaborazione e di spiegare che cosa io e
altri non abbiamo eventualmente capito, non sono servite a niente.
In ogni modo, avendo fatto un lavoro di introduzione,
d’analisi degli articoli e del sito che li ospita, ho ritenuto necessario non
disperdere le mie osservazioni al riguardo. Al posto degli articoli, da cui
citerò solo pochi passaggi, metto qui di seguito i link, mandatimi dallo stesso
autore. In tal modo salvaguardo la correttezza e il mio diritto d’analisi e di
critica.
►
Counseling e tensione spirituale
►
Christian Counseling.
Chi è Maurizio Secondi? Dalla sua corrispondenza avuta con me evinco che partecipa a
Evangelitalia con diversi siti, tra cui il Bible Training & Counseling Ministry.
I suoi due articoli in oggetto sono estratti dalla sua tesi per il corso di «counselor
nella relazione d’aiuto», presso la Scuola di Psicoterapia Comparata di Firenze. Egli è «counselor
pastorale». È il fondatore del «Ministero di Formazione Biblica & Counseling» (Bible Training & Counseling Ministry).
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2.
CHE COS’È IL COUNSELING?: Negli articoli redatti di Maurizio
Secondi avevo
lasciato i termini originali usati da lui. In una nota redazionale introduttiva
avevo
cercato di aiutare il lettore medio a comprendere meglio la tematica.
Il termine inglese
counseling corrisponde in italiano a «cura pastorale», a «cura d’anime» e
addirittura a «consulenza [spirituale]». Si può parlare anche semplicemente
della «pastorale». Il termine corrispondente counselor corrisponde in
italiano a «curatore» o «pastore» e addirittura a «consulente [spirituale]».
Infatti, per correttezza di
termini, «pastore» nel NT non è il titolo di una guida ecclesiale, ma uno dei
ministeri affidato ai «conduttori» (gr. episkopoi «sorveglianti») o
«anziani» (gr.
presbyteroi), se si posseggono i carismi e le capacità tecniche
corrispondenti. Addirittura si può essere «pastore» (o «curatore [d’anime]») ed
esercitare quindi un ministero «pastorale», senza neppure essere «conduttore» o
«anziano» di una chiesa. Questo è, ad esempio, il caso di chi esercita un
ministero (diaconale) di recupero o di cura all'interno di certe strutture.
Oggigiorno il termine
«pastore» è così inflazionato ed è usato in modo così poco specifico che si è
costretti ad attingere a termini stranieri e a usare termini pleonastici come «counselor
pastorale»! Un motivo dell’uso di una terminologia
anglo-americana deriva dal fatto che questo tipo di ministero e l’istruzione
corrispondente sono sviluppati specialmente nei paesi anglofoni.
Invitiamo comunque gli
addetti ai lavori a ripensare la materia della «cura pastorale» in termini e
cultura italiani e di sviluppare in merito un approccio terminologico, teologico
e tecnico che faciliti la comprensione e l’istruzione della materia. In tal modo
la «cura pastorale» apparirà meno esotica e misteriosa.
Nella corrispondenza
intercorsa, Maurizio Secondi mi ha fatto osservare però quanto segue.
Secondo lui i termini counseling e counselor sarebbero intraducibili e perfettamente integrati nella
terminologia evangelica; al riguardo ha rimandato al seguente articolo:
www.facoltavaldese.org/it_03_bottazzi.html. Inoltre ha affermato che il counselor non sarebbe un «consigliere» o un
«consulente» e che il counseling non sarebbe un «consiglio» o una
«consulenza». Peccato che ha mancato di spiegare che cosa siano allora in verità
un counseling e un counselor.
È interessante notare che nel suo articolo di
presentazione Roberto Bottazzi usa più volte il termine «consulente», oltre che
(una sola volta) «Counseling e counseling pastorale».
Per l’approfondimento delle questioni qui esposte, cfr. Nicola Martella,
Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996). |
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3. OSSERVAZIONI SUL PRIMO ARTICOLO: Qui di seguito mi limito a fare
solo alcune osservazioni all’articolo
«Counseling e tensione spirituale». La cosa che mi ha sorpreso è che Maurizio Secondi abbia ripreso acriticamente le
seguenti quattro tesi di Rollo May riguardo al processo di consapevolezza nella
persona. [Rollo May, L’arte del counseling (Casa Editrice Astrolabio,
Roma 1991), pp. 17.22.27.32.]
■ 1.
Libertà: «La funzione del counselor è quella di portare il cliente
ad accettare la responsabilità della propria condotta e degli esiti della
propria vita».
■ 2.
Individualità: «Compito del counselor è quello d’assistere il
cliente nella ricerca del vero sé e poi d’aiutarlo a trovare il coraggio
d’essere quel sé».
■ 3.
Integrazione sociale: «È compito del counselor
aiutare il cliente ad accettare di buon grado la responsabilità sociale, dargli
il coraggio che lo libererà dalla coazione del senso d’inferiorità, e aiutarlo a
orientare i suoi sforzi verso scopi socialmente costruttivi».
■ 4.
Tensione spirituale: «È compito del counselor, nell’aiutare il
cliente a liberarsi dalla morbosità del suo senso di colpa, aiutarlo anche
coraggiosamente ad accettare e ad affermare la tensione spirituale insita nella
natura umana».
Pur
non avendo ancora approfondito abbastanza le componenti esoteriche del sito
«Counseling Italia», facevo notare a Maurizio Secondi che,
conoscendo la casa editrice «Astrolabio», ho
una qualche preclusione verso i testi da essa pubblicati (in genere sono ad alta
concentrazione di esoterismo), perciò li analizzo sempre con uno spirito molto
critico.
Nella mia nota
redazionale finale, facevo le seguenti considerazioni. Quanto qui segue non
vuole sminuire l’importanza del
counseling, ma intende formulare delle osservazioni che possano aiutare
ad approfondire la questione. A mio parere, uno degli aspetti controversi del
counseling riguarda la questione della verità. Infatti, sebbene il
counseling sia nato in ambito cristiano, esso ha subito una profonda
secolarizzazione e una trasformazione mediante la permeazione da parte della
psicologia, della psicologia del profondo, della psicosomatica e, in certi casi,
dello spiritualismo esoterico. Anche laddove si occupa di «faccende spirituali»,
non sempre pone in prima linea le questioni morali e di verità biblica, ma si
aggancia alla fenomenologia religiosa generale (figlia dell’antropologia della
religione) e tutt’al più allo «spiritualismo». Gli stessi criteri verranno usati
da questi per condurre una pastorale cristiana, da quegli per svolgere
addirittura un counseling esoterico!
Riguardo all’aspetto morale, prendiamo i quattro punti
di Rollo May e applichiamoli esemplarmente alla omosessualità. Il
counselor, che non ha precise radici bibliche, direbbe al suo cliente quanto
segue.
■ 1.
Libertà: Accetta la responsabilità della tua condotta e degli esiti della
tua vita omosessuale.
■ 2.
Individualità: Accetta che il vero te stesso è omosessuale e trova il
coraggio d’esserlo.
■ 3.
Integrazione sociale: Accetta la responsabilità sociale derivante del tuo
essere omosessuale, liberati dalla coazione del senso d’inferiorità derivante
dal tuo essere omosessuale e orienta i tuoi sforzi verso scopi socialmente
costruttivi in conformità col tuo essere omosessuale.
■ 4.
Tensione spirituale: Liberati dalla morbosità del tuo senso di colpa,
legato al tuo essere omosessuale, accetta e afferma la tensione spirituale
insita nella natura umana omosessuale.
Sarebbe interessante sapere come i counselor e, in particolar modo,
Maurizio Secondi affronterebbe questa questione; al posto di omosessuale si
potrebbe mettere anche fornicatore, adultero, pederasta, pedofilo, eccetera.
Dove sta allora la verità biblica, derivante da un’esegesi corretta e rigorosa?
Qual è la caratteristica di una pastorale prettamente cristiana? È chiaro che le
domande qui potrebbero continuare.
Peccato che Maurizio Secondi si sia sottratto a tale
confronto, optando per la via più facile di non interagire.
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4. OSSERVAZIONI SUL SECONDO ARTICOLO:
Anche qui mi limito a fare solo alcune osservazioni all’articolo
«
Christian Counseling». Anche qui la cosa che mi ha sorpreso è che Maurizio Secondi abbia ripreso
acriticamente le tesi di Rollo May riguardo al peccato, affermando: «Nel suo
significato originale, il peccato è essenzialmente: mancare
l’obiettivo della responsabilità, perdere riferimento, non ritrovare il Sé,
mancare il Sé, alienazione morale. Da questa prospettiva, il peccato è visto non tanto quanto
inadempienza, piuttosto come distacco, smarrimento, scissione, conflittualità,
fragilità. Questa condizione d’instabilità genera appunto la colpa morbosa
evidenziata da Rollo May; non colpa teologica
per un "peccato teologico", ma colpa psicologica
interiorizzata, perché la persona si percepisce frammentata
interiormente». Egli cita Rollo May anche letteralmente: «È compito del
counselor, nell’aiutare il cliente a liberarsi dalla morbosità del suo senso di
colpa, aiutarlo anche coraggiosamente ad accettare e ad affermare la tensione
spirituale insita nella natura umana». [Rollo May, op. cit., p. 32.]
Nella mia nota
redazionale finale scrivevo quanto segue. Per alimentare la discussione, voglio
fare qualche osservazione solo su un punto particolare. La concezione del
peccato di Rollo May, ridotta a istanze psicologiche, non è compatibile con la
visione biblica del peccato quale infrazione della Legge divina (1 Gv 3,4; cfr.
Gcm 2,9). Il peccato è sì «mancare l’obiettivo», ma non solo in riferimento a se
stessi, ma agli impegni presi verso Dio oppure ricevuti da Lui in quanto
Creatore o Dio del patto. Non si può ridurre la colpa alla frammentazione
percepita dal soggetto in se stesso, poiché c’è gente che, apparendo forte e
decisa, sguazza nel fango come i maiali e sembra si senta a suo agio (cfr. Gb
21,7ss; Sal 73,3-12; Gr 12,1s). Si tratta di una visione secolarizzata e
antropocentrica del peccato e della colpa. Il superamento di una «colpa
psicologica
interiorizzata» non risolve, biblicamente parlando, tutta la portata
teologica della colpa e, perciò, il complesso problema dell’animo umano. È
chiaro che poi si debba mettere l’evidenza specialmente sul
«perdono di sé»,
un dato antropologico raramente o difficilmente riscontrabile nella sacra
Scrittura.
Non si diventa però colpevoli solo verso se stessi, ma
anche verso gli altri (singoli o gruppo) e specialmente verso Dio. Biblicamente
parlando, peccato e colpa sono questioni dell’uomo soprattutto verso Dio; chi
non conosce alcun timor di Dio, diventa empio, superbo e crudele. Il cuore
indurito può allora percepire la propria grettezza d’animo e la propria
spietatezza come un punto di forza e può arrivare interpretarla ideologicamente
come una specie di
«eroismo» (cfr. il fenomeno perverso
dei kamikaze, dei serial killer specialmente a sfondo sessuale, dei sadici, dei
razzisti militanti e violenti, ecc.). Allora si può trarre addirittura
piacere e godimento nella sofferenza altrui e compiacersi di chi segue la stessa
via (cfr. Rm 1,29-32).
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5. COUNSELING ED ESOTERISMO?: Ero stato sul sito di «Counseling Italia», che
ospita gli articoli di Maurizio Secondi. Già a una prima ricognizione
superficiale mi ero meravigliato di trovare nel download l’elogio della
floriterapia di Bach e l'invito a seguirla. Come si sa, ho scritto al riguardo e
sulle altre «discipline» delle cosiddette «medicine alternative» nella mia opera
«Malattia e guarigione» [Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003)]. Avevo scritto a Maurizio Secondi che mi
sarebbe interessato il suo pensiero al riguardo; ma non ho ricevuto risposta in
merito.
Gli scrissi che, a prescindere dal suo caso,
nutro un certo timore che i counselor — prendendo a prestito elementi
tipici dello gnosticismo (New Age, esoterismo, spiritualismo estatico,
carismaticismo esoterico) e della «psicologia del profondo» (attinti da Jung che
era un occultista) — si trasformino in «piccoli guru» fra le chiese e le
inquinino con elementi pagani cristianizzati, così come accaddeeva al tempo
degli apostoli (cfr. Simone il Mago) e nei secoli post-apostolici mediante i
filosofi gnostici (platonici, pitagorici, ecc.) e i seguaci delle «Religioni dei
Misteri». I frutti sono stati disastrosi per le dottrine e la prassi cultuale e
morale delle chiese.
Durante la stesura di questo articolo, sono tornato per sicurezza sul sito di «Counseling Italia» e,
cliccando tra le pagine, mi sono alquanto meravigliato di trovare su di
esso un articolo come «Nosodi del secondo Hahnemann; lo sconosciuto percorso che conduce alla floriterapia»
di Alessandro Lungarini. Il massone e occultista Samuel Hahnemann fu il
fondatore dell’omeopatia, una costruzione ideologica fondata sulle sedicenti
«potenze», che un preparato acquista a mano a mano che viene diluito. Dai suoi principi Edward Bach trasse
la sua floriterapia, basata su una concezione sia animistica sia omeopatica.
Per l’approfondimento cfr. in Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003), gli articoli: «Bach Edward», pp. 80s;
«Floriterapia di Bach 1: presentazione», pp. 190-195; «Floriterapia di Bach 2:
osservazioni critiche», pp. 196s; «Hahnemann Samuel», pp. 231-235; «Occultismo e
medicina alternativa: criteri di verifica», pp. 351-353; «Omeopatia 1:
presentazione», pp. 359-385; «Omeopatia 2: osservazioni critiche», pp. 385-396;
«Omeopatia 3: problematica cristiana», pp. 396-400; «Fatti: Floriterapia di
Bach», p. 570; «Fatti: Omeopatia», pp. 576ss. Si vedano anche gli articoli
connessi. |
Inoltre sullo stesso sito nell’articolo «Counseling e Sport»si afferma: «Fiori di Bach, Fitoterapia, o anche Riflessologia
fanno parte integrante della lampada magica del Counselor in ambito sportivo» (grassetto nostro).
Nell’articolo «IBS
Libri di Psicologia» si fa pubblicità al seguente libro di
psicologia esoterica: Rodríguez Boris C. - Orozco Ricardo, Intelligenza
emozionale e fiori di Bach. Tipi di personalità nella psicologia contemporanea
(Centro Benessere Psicofisico, 2007).
Nell’articolo «Fiori
di Bach - Corso di base» la
redazione di «Counseling
Italia» annuncia tale corso e lo descrive, menzionando varie discipline usate
dalla medicina esoterica.
Se tutto ciò non bastasse, già nell’articolo «Benvenuto
su Counseling Italia, il sito dei counselor italiani» la
redazione di «Counseling Italia» presenta gli intenti dell’organizzazione con
queste parole: «Counseling Italia, comunità & rivista di counseling e
psicologia, ma anche ipnosi, terapia della gestalt, psicanalisi, omeopatia,
fiori di Bach e naturopatia». Tutto chiaro no?
Per l’approfondimento
cfr. in Nicola Martella,
Dizionario delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2
(Punto°A°Croce, Roma 2003), anche gli articoli: «Medicina esoterica», pp.
317s; «Medicina olistica 3: medicina esoterica», pp. 321-324. Si vedano anche
gli articoli connessi. |
Possibile che Maurizio Secondi non si sia reso conto di tutto ciò? Gli
avevo scritto le mie perplessità e gli facevo notare, di là dal suo caso
specifico, che le mie ricerche in campo occulto, gnostico ed esoterico mi
hanno portato al seguente convincimento. Chi come cristiano crede d’avere una
missione in qualcosa, dovrebbe usare
l’occasione per spiegarla, discuterla e convincere il suo prossimo in merito
(certamente prima dovrebbe verificare tutto ciò con la Parola di Dio). Solo chi
ritiene d’essere un sacerdote di particolari
«misteri», preferirà tenerli occultati, di parlarne in modo cifrato e di
palesarli come un sacramentum solo a pochi
iniziati. Ma ciò distingue un «guru» da un servo di Dio e i messaggi gnostici
dalla Buona Novella.
Fino a prova contraria, posso solo ritenere che
Maurizio Secondi sia un credente timorato di Dio e desideroso di fare la sua
volontà. Mi sorprende però che si sia avventurato in una commistione del genere
con un’organizzazione, che usa filosofie e metodi chiaramente esoterici, e abbia
preferito, nonostante tutto, di far ospitare lì i suoi articoli e non, ad
esempio, su «Fede controcorrente». L’ammonizione di Paolo ai Corinzi dovrebbe
farci certamente pensare: «Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che
non è per voi; perché qual comunanza v’è egli fra la giustizia e l’iniquità? O
qual comunione fra la luce e le tenebre? 15E quale armonia fra Cristo
e Beliar? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele? 16E quale
accordo fra il tempio di Dio e gli idoli?» (2 Cor 6,14ss).
A questo articolo è connesso il seguente tema di discussione:
►
Il vasto spettro del counseling? Parliamone.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Counseling_spettro_EnB.htm
10-10-2007; Aggiornamento: 29-05-2010
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