1.
LE TESI: CRISTIANI E TATUAGGI: Molti – soprattutto giovani – che
si professano Cristiani hanno pensato di conformarsi al mondo anche facendosi
fare dei tatuaggi addosso. Fratelli, ricordatevi che il nostro corpo è il tempio
dello Spirito Santo (1 Cor 6,19) e che va conservato in santità e onore (1 Ts
4,4)
Guai a coloro che lo profanano o guastano con tatuaggi, piercing e altre
diavolerie!
RICORDATEVI che la legge, che è fatta per qualsiasi cosa contraria alla sana
dottrina (1 Timoteo 1,8-11), CONDANNA IL FARSI TATUAGGI o cose simili dicendo: «Non... vi stamperete segni addosso. Io sono l’Eterno» (Levitico
19,28).
Siate santi, e non vi conformate al presente secolo malvagio, che giace tutto
quanto nel maligno. {Andrea
Piccolo; 18-08-2017;
formattazione redazionale}
2.
ALCUNE OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: Premetto che
sono contrario a qualsiasi cosa, che
deturpa o rovina il corpo. Per amore di verità bisogna ammettere che — citando
completamente Levitico 19,28 e non a mozziconi, come fanno alcuni — tale brano
intendeva creare un contrasto con riti allora legati al
culto dei morti. Mi meraviglio che Andrea Piccolo e altri come lui
citino solo ciò, che aggrada loro, torcendo così la vera intenzione del brano.
Esso recita così: «E
non vi farete incisioni nella carne per
un morto, né vi stamperete segni addosso. Io sono l’Eterno» (Lv
19,28). Meglio di tutti traduce la vecchia Diodati: «Parimente
non vi fate alcuna tagliatura nelle
carni per un morto, e non vi fate
bollatura alcuna addosso». Per «bollatura» si intendeva la
«marchiatura» o apposizione di un marchio (bollo, sigillo, timbro). Ciò, che
viene tradotto impropriamente con «tatuaggio», intendeva verosimilmente i segni
prodotti per marchiatura, specialmente mediante bruciatura o scottatura. In ogni
modo, non si trattava dei tatuaggi moderni, durante la cui produzione vengono
portati pigmenti sottocute mediante microincisioni con un ago. Nell’antichità
tali segni (incisioni, marchiature) venivano fatti sul corpo in onore del
defunto all’interno di un rito particolare (danze liturgiche, assunzione di
sostanze alcooliche e stupefacenti, stato di trance, ecc.). Tale prassi si trova
ancora oggigiorno presso alcune tribù indigene perlopiù animiste; in esse si
esprime così la devozione verso i loro defunti, mentre in altre i segni sul
corpo vengono usati anche come amuleti
contro gli spiriti. Non credo che oggigiorno chi si fa fare un semplice
tatuaggio o simile, lo faccia consapevolmente e in genere per tali scopi.
Tuttavia io scoraggio la prassi di
farsi segni addosso di qualsiasi tipo, ma con altri argomenti (medicina e
malattie, estetica e deturpazione, mutamento di mode e di gusti, imbruttimento
nel tempo di tatuaggi e altri segni, ecc.), e non usando una parte di un brano
biblico, preso fuori contesto (letterario, storico, culturale, religioso, ecc.).
È vero che il corpo è il tempio dello
Spirito Santo, tuttavia non lo è solo per i segni fatti sul corpo (tatuaggi,
incisione, scarnificazioni, branding o
marchiatura a fuoco, impianti sottocutanei, piercing, ecc.), ma lo è
anche riguardo ad altro. Perciò, bisogna parlarne anche di
queste cose: obesità, bulimia,
anoressia, alimentazione in genere (alimentazione squilibrata, diete yo-yo,
carne piena di ormoni e antibiotici, frutta e verdura piene di pesticidi),
vestiario (p. es. troppo stretto che modifica la struttura ossea; metalli
pesanti nelle fibre), cibi ricchi di additivi e grassi (troppo sale, zucchero,
glutammato, coloranti), bevande strapiene di zucchero e altro, onde
elettromagnetiche e uso dei telefonini, consumo e dipendenza da medicine, e così
via, compresi i tatuaggi e simili.
Perché non si parla anche di queste cose? Perché si parla del corpo quale tempio
dello Spirito Santo e del conformarsi al presente secolo malvagio solo
unilateralmente per i segni fatti sul corpo?
Per l’approfondimento si veda il seguente articolo: ►
Il tatuaggio: fregio o peggio?
{Nicola Martella} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Corpo_Tatuaggi_MT_AT.htm
31-08-2017; Aggiornamento: |