1. LE QUESTIONI:
Una credente mi ha scritto quanto segue: «Si è accesa una controversia tra due
sorelle, poiché una frequenta una comunità con la guida del pastore,
mentre l’altra frequenta un’altra comunità con la guida di quattro fratelli,
che hanno fondato questa piccola cellula. Come s’esprime la Bibbia in merito
alle autorità e quale delle due rispetta o s’avvicina di più alla sacra
Scrittura. Grazie per la risposta».
{Anna Raglia; 4 dicembre 2009}
2. LE RISPOSTE: Bisogna
distinguere fra i propri gusti e l’esegesi della Parola. Si tenga presente
quanto segue in sintesi.
■ Il termine «pastore» nel NT non è una carica o
un titolo, ma una funzione ministeriale, ossia pastore è chi pratica la cura
pastorale, e questo è il compito d'ogni responsabile di chiesa, che abbia egli
un carisma più marcatamente di insegnante o di evangelista.
■ Nella cultura ebraica era preferita di più una
conduzione collegiale sullo stile del «sinedrio»; i conduttori si chiamavano
presbiteri o anziani. Nella cultura greca erano abituati di più alla
conduzione unica, che si circondava di collaboratori; i conduttori si chiamavano
episcopi o sorveglianti (o sovrintendenti). È chiaro che gli uni corrispondevano
agli altri, di là dal numero.
■ Non è importante quanti siano a guidare la comunità,
ma la loro precisa corrispondenza ai prerequisiti posti dalla Bibbia
perché i credenti accedano a tale carica (1 Tm 3; Tt 1). Si può fallire o
riuscire sia col conduttore unico, sia con un collegio di conduttori. Dipende
tutto dalle loro qualità, se tagliano «rettamente la Parola della Verità»
(2 Tm 2,15), se curano o tiranneggiano il gregge, se si attengono a ciò che è
scritto o vanno di là da ciò (2 Cor 4,6), e così via.
■ La locuzione «collegio degli anziani» presente
nelle nostre Bibbie non c’è nel testo greco. 1 Timoteo 4,14 recita dal greco: «Non
trascurare il carisma che è in te, il quale ti fu dato mediante proclamazione
[ispirata] con imposizione delle mani dell’anzianità» (carisma = «azione di
grazia»). Paolo parlava di se stesso e non di altri; «anzianità» è un titolo
onorifico per sé, secondo il principio il più anziano impone le mani al più
giovane. Ciò corrisponde a quanto detto altrove: «Per questa ragione ti
ricordo di ravvivare il carisma di Dio, che è in te per la imposizione
delle mie mani» (2 Tm 1,6).
■ Un
esempio negativo di conduzione monocratica si trova qui: «Ho scritto
qualcosa alla chiesa; ma Diotrefe che cerca d’avere il primato fra loro,
non ci riceve» (3 Gv 1,9). D’altra parte, però, nelle lettere di Gesù ai
sette conduttori di chiesa, troviamo sia esempi negativi, sia positivi (Ap 2-3);
tali lettere non furono scritte a chiese, come spesso si scrive e si dice, ma al
loro singolo inviato o rappresentante (gr. anghelos) della relativa
ekklesia.
■ Ammetto che la conduzione collegiale mi è più simpatica. Se, però, per
avere un «collegio degli anziani», bisogna fare dei «conduttori di paglia»,
tanto per fare numero, allora tale chiesa è condannata alla paralisi, a una
grande tribolazione, se non alla sua rovina. Chiaramente ci può anche essere una
conduzione collegiale fatta di fratelli timorati di Dio e con i prerequisiti
prescritti; allora non c’è nulla in contrario.
Per l’approfondimento
cfr. Nicola Martella (a cura di),
Uniti nella verità, come affrontare le
diversità
(Punto°A°Croce, Roma 2001). Nell’articolo «La conduzione quale
chiave dell’unità», pp. 30-36, cfr. pp. 35s: Lettere alle sette chiese. Si veda
qui inoltre l'articolo «Caratteristiche di una conduzione funzionale», pp.
37-44. |
►
Conduzione monocratica o collegiale? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
Per
l’approfondimento si vedano i seguenti scritti
►
Per forza un collegio di anziani? {Nicola Martella} (D)
►
Per forza un collegio di anziani? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
Sistema congregazionalista o presbiteriano? {Luciano Leoni - Nicola
Martella} (T/A)
►
Sistema congregazionalista o presbiteriano? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Conduz_monocrat_collegio_Avv.htm
27-01-2010; Aggiornamento: 30-11-2010 |