Come «assaggio di lettura» del mio libro umoristico
«Motti di spirito» avevo messo il seguente testo «Come
uccido la mia chiesa locale». Chiaramente si trattava di ironia, un genere
letterario che afferma una cosa intendendo il contrario. Un giorno ho ricevuto
il seguente testo…
COME FAR CRESCERE LA CHIESA DI DIO
1. Và a tutte le riunioni!
2. Aspettati sempre qualcosa di eccezionale!
3. Evidenzia sempre e solo i pregi dei membri di chiesa e dei predicatori!
4. Evita di sparlare dei membri di chiesa («parla poco e ascolta assai e giammai
tu fallirai»).
5. Prega sempre per i membri della comunità e per i suoi conduttori!
6. Ricorda che gli incontri infrasettimanali sono quelli più importanti (è lì
che si prega e si studia la Parola).
7. Parla spesso con la gente che incontri di Gesù e invitali a venire in Chiesa
a vedere i nuovi nati come si comportano tra loro.
8. Porta i tuoi amici agli incontri e spiega loro in cosa consiste essere
Chiesa!
9. Assumi tutte le responsabilità che ti vengono date! Cercane se non te ne
danno!
10. Versa un contributo secondo le necessità della chiesa, lascia che sia il
cassiere a disporne.
Ricevetti tale
testo da Sandro Bertone, un caro cristiano e conduttore di chiesa; l'ho appena
ritoccato. Riconobbi subito il mio testo sottostante. Gli scrissi, tra altre
cose: «Sinceramente la tua versione mi sembra proprio quella mia, “stirata” però
in positivo, o mi sbaglio?». Egli mi rispose quanto segue:
Caro Nicola, probabilmente non si è colto il lato
ironico e la si è presa «di peso» per accertare un metodo per uccidere la
Chiesa locale. Poiché io penso che sia meglio trovare modi per farla vivere, mi
sono permesso di usare il tuo elenco come si usa fare con il metodo del
diagramma inverso (si fa un elenco di cose che più facilmente ci vengono in
mente per distruggere, un automobile, un elettrodomestico, un computer, ecc.) e
poi si verifica, se facendo il contrario, si salva l’oggetto in questione. Così
ho proposto di «positivizzare» l’elenco, per poi chiedere: «È vero che facendo
il contrario dell’uccidere (le cose scritte), risulti il metodo corretto per far
crescere, in questo caso, una chiesa locale?». Personalmente ho dei dubbi, ma
volevo stuzzicare il vostro «velopendulo» [=
palato molle, N.d.R]. Comunque grazie perché
tieni desta la nostra attenzione su tematiche sempre interessanti. Un abbraccio…
{28 settembre 2009}
Certamente si può
tendere allo stesso risultato (l’edificazione della chiesa locale) e usare gli
stessi metodi, pur formulandoli diversamente per stimolare l’intelligenza dei
credenti. Tuttavia, a volte le cose esplicite ci appaiono ordinarie, non
stimolano più il nostro intelletto né fanno colpo abbastanza; ma, se dette al
contrario con ironia, attirano la nostra attenzione e provocano una nostra
reazione salutare, facendoci dire: «Ma non è giusto!»; oppure: «Ma io non voglio
comportarmi così!».
Ecco qui di seguito un esempio biblico, che sebbene non contenga ironia,
è parimenti
provocatorio La gente aveva piacere di sentire parabole e parole
consolanti da parte di Gesù. Un giorno però Egli disse loro: «In verità, in
verità io vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete
il suo sangue, non avete la vita in voi» (Gv 6,53). Ciò fu una grande
provocazione e la gente si scandalizzò (vv. 60s). Ciò ebbe come effetto che la
fede e la sua mancanza furono messe a nudo (v. 64). Anche fra i molti discepoli,
alcuni sperimentarono le parole di Gesù come «dure», mormorarono scandalizzati
(vv. 60s), lo lasciarono e smisero di seguirlo (v. 66). I dodici (di per sé gli
undici più Giuda Iscariota) però capirono che non avevano alternative se non
seguire Gesù quale Messia, il solo che aveva parole di vita eterna (vv. 67ss).
Gesù spiegò ai suoi: «È lo spirito quel che vivifica; la carne non giova
nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita» (v. 63). Tuttavia, se
Gesù avesse detto: «Vi dico chiaramente che se non credete veramente in
me, non avete la vita in voi» — sarebbe stato esplicito, ma nessuno si sarebbe
sentito provocato e scandalizzato e avrebbe continuato ad ascoltare le di
belle parole di Gesù.
Questo lettore, quindi, a cui questo testo appariva troppo provocante, lo
ha ribaltato nella sua espressione esplicita, facendone una lista di precetti
ecclesiali ovvi. Ho pensato che egli ha fatto come chi, guardando ad esempio il
quadro surrealista di Pablo Picasso «Guernica»
(tale cittadina basca fu bombardata a tappeto dai tedeschi) e ritenendolo troppo
inquietante per la mente, lo ridipinge in modo «normale». Chiaramente ora tutti
capiscono meglio, ma ha tolto ogni provocazione per l’intelletto e ha snaturato
un’opera d’arte. L’esperimento è riuscito, ma il paziente è ancora vivo?
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Come (non) uccido la mia chiesa locale? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Come_uccido_chiesa_no_Mds.htm
30-09-2009; Aggiornamento: 02-10-2009
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