1. ENTRIAMO IN TEMA: Questo
è uno dei temi, in cui facilmente fumano i cervelli, per le opinioni
contrastanti e per le accese discussioni. Premetto che non ho molte simpatie
per il fumo di sigaretta, ma qui non devono interessarci le preferenze
personali, ma l’accertamento della verità.
La piramide delle verità bibliche contiene le verità essenziali (decidono
sull’essere fuori dottrina), le verità importanti (specialmente sull’etica
biblica) e le verità derivate, le quali attengono alle libertà personali.
Sebbene per me la questione del fumo della sigaretta sia da ascrivere in
quest’ultima categoria, i problemi nascono laddove alcuni la mettono volentieri
nella seconda categoria, se non addirittura nella prima, facendone una questione
quasi di salvezza.
Qui di seguito ci interessano specialmente gli aspetti ermeneutici, ossia
quelli che attengono a una corretta interpretazione della Scrittura, senza
strumentalizzazioni o speculazioni. Il prossimo punto contiene la lettera, che
un conduttore ha inviato a un membro di chiesa. L’analisi del suo modo di
argomentare, usando la Bibbia e servendosene a proprio arbitrio, è rivelatrice
di un atteggiamento strumentale, che parte da una tesi prestabilita e usa
l’indebita versettologia per sostenere la propria tesi. Quindi, questo tema
diventa occasione per approfondire una corretta ermeneutica, basata sull’esegesi
contestuale.
2. TESI CHE AFFLIGGONO:
Carissimo fratello Nicola, so bene che non è la prima volta che mi rivolgo a te
per tale problema e so bene che hai già trattato l’argomento. Lo scritto
sottostante mi è stato mandato dal mio conduttore in risposta a una mia
affermazione, secondo cui il fumo non è peccato. Te lo presento in modo anonimo
qui di seguito [N.d.R.: lo riporto in una versione corretta e formattata].
«Guai a quelli che tirano l’iniquità con le corde del vizio, e il peccato
come con le corde di un cocchio» [Is 5,18].
È vero che nella Bibbia non troverai mai il «vietato fumare». Le abitudini
malsane
sono peccati comunque. Immaginati il popolo di Dio, tutti con le sigarette o con
le canne in mano. La Parola di Dio dichiara che ogni impurità è peccato.
«Fate dunque morire ciò, che in voi è terreno:
fornicazione, impurità, passioni,
desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria» (Col 3,5). Non possiamo
imputare come peccato il fumarsi una sigaretta di tanto in tanto, ma ogni
vizio è peccato, per cui il fumare non è solo un abitudine malsana, ma un
vero è proprio vizio, di cui se ne è schiavi. Chi fuma ha bisogno di
liberazione, a volte, anche spirituale. «Infatti, Dio ci ha chiamati non
a impurità, ma a santificazione» (1 Ts 4,7). «Carissimi, ora siamo
figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che
quand’egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è.
E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com’egli è puro» (1
Gv 3,2s). Gesù sicuramente non avrebbe mai avuto il vizio del fumo.
«Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che
cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in
dolce e il dolce in amaro!» (Isaia 5,20).
Spero adesso sia chiaro per te che il vizio del fumo è un peccato, che va
confessato. E ciò va fatto, anche se a volte non abbiamo la forza di
abbandonarlo, perché non è cosa facile. Dio ti possa darti liberazione e
forza. Non cadere dietro nell’inganno del diavolo, che vuole che tu non
ammetta che tale schiavitù è un peccato. Con affetto in Cristo… [N.d.R.:
Fin qui lo scritto; ora seguono le impressioni del lettore. ]
Più leggo tale
scritto e più sto male. Come devo comportarmi in base a tale
dichiarazione fattemi? Non è certo la prima volta che nella mia comunità mi si
fanno tali sermoni. Tuttavia, mi chiedo: se questo viene da Dio, perché sto così
male? Mi sento dentro a una setta, e più mi parlano così più la mia mente
sembra trovare il blocco per dire no a un vizio, che sicuramente non fa
bene né alla mia salute né alle mie tasche. So di aver parlato molto
confusamente, perché io sono confusa in questo momento. Non so che
posizione assumere, perché non riuscirò ad andare alle riunioni né a
parlare con il conduttore. Qual è la posizione migliore secondo la Parola
di Dio per me, ora? In Cristo… {Gianna Luccioni, ps.; 11-06-2011}
3. RISPOSTE SENZA FACILI SCORCIATOIE:
Sul fumo ho già scritto e ci siamo confrontati con i lettori: «Segnali
di “fumo”: Il vizio del fumo e l'etica cristiana». Dopo aver letto la
nuova richiesta, m’è venuto da pensare: Non saprei che cosa aggiungere. Ma come
vedo, bisogna continuamente riflettere a nuovo sulle cose, analizzando gli
argomenti adottati pro e contro qualcosa.
Fumare fa male
alla salute
Sul piano razionale, medico e scientifico saprei dire tutto il male
possibile del fumo. Potrei portare una persona, che ha tale vizio, in un centro,
in cui sono ricoverati pazienti con patologie ai polmoni e anche il cancro.
Potrei citare il verso: «Quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà»
(Gal 6,7); pur togliendolo dal suo contesto, ha una validità generale.
Eppure, non tutto può essere capito solo razionalmente! Ho visto ultimamente un
reportage, in cui veniva mostrata proprio la routine di una tale ospedale
specializzato per malattie da fumo. Venivano mostrate le varie patologie,
vari casi di persone malate e vari interventi chirurgici, alcuni molto invasivi
e drastici (amputazione dei polmoni). Eppure, mi hanno sorpreso due cose che in
tale ospedale ci sono luoghi per soli fumatori, dove si recano non solo i
visitatori, ma anche gli stessi pazienti. Inoltre a ciò si aggiunga un fatto
sconcertante: tra una pausa e l’altra (dopo un intervento, che dura ore), gli
stessi chirurgi e infermieri fumano per «rilassarsi»! Eppure avevano appena
estirpato del tessuto canceroso o avevano amputato mezzo polmone… Essi stessi
non sanno spiegarsi tale cosa.
Esistono persone, a cui il fumo di sigaretta procura il cancro abbastanza
presto. Altri sono stravecchi e fumano come i turchi (penso a politici
come il nostrano Marco Pannella o il tedesco Helmuth Schmitt). Il fumo fa male
comunque all’organismo, sebbene ci sia una componente genetica. Tuttavia, lo si
sa solo quando per alcuni è troppo tardi. Quindi, io scoraggerei il fumo
per tali motivi.
Risposte alla
lettera di tale conduttore
Sul piano biblico, morale e spirituale, le convinzioni non si possono
discutere, ma solo comprendere e magari cambiare nel tempo. Leggendo ciò, che
afferma tale conduttore, vedo che il suo modo di ragionare si basa sulla «indebita
versettologia», accumulo di versi, tolti dal loro contesto naturale e
assemblati insieme a vantaggio della propria tesi.
È vero che esistono le dipendenze e sono una cosa negativa. Spesso però
si indicano così solo alcune cose, che riguardano i vizi altrui, quelli
appariscenti. Se guardassimo la vita di tali persone, scopriremmo che neppure
loro sono del tutto esenti da dipendenze, chi da sostanze (p.es. caffè,
alcolici), chi da persone (p.es. prestigio, adulazione), chi da bisogni
compulsivi (p.es. sessuali, cibo), chi da cose (p.es. oggetti, lusso, giochi),
chi da strumenti (computer, internet, social network, TV).
L’altro aspetto è applicare il termine «impurità» al fumo, mentre nella
Bibbia indica il contagio specialmente morale; ciò è fuorviante. Non a caso, il
termine impurità segue fornicazione e dissolutezza (2 Cor 11,21), è associata a
fornicazione (Ef 5,3) e si trova fra fornicazione e lussuria (Col 3,5). Non
credo che chi fuma sia di per sé un fornicatore e un dissoluto.
Dichiarare il fumo come «peccato» apre porte e portoni all’arbitrio nella
definizione dello stesso. Allora ognuno applicherà il suo proprio concetto di
«peccato» agli altri, con conseguenze disastrose per l’etica e per la comunione
fraterna, poiché verranno messi sugli altri pesi morali, che la Scrittura non
mette. Ciò porta inevitabilmente a creare una nuova casistica religiosa e
un nuovo fariseismo. La cura a tutto ciò e alla discrezionalità del singolo è
accettare la definizione biblica di peccato: è solo la legge (nel NT la
«legge di Cristo»), che deve convincere quali sono le trasgressioni, indicandole
mediante una norma chiara e incontrovertibile. «Chi fa il peccato commette
una violazione della legge; e il peccato è la violazione della legge» (1 Gv
3,4; cfr. Gcm 2,9). Solo allora un Daniele può dire: «Sì, tutto Israele ha
trasgredito la tua legge, s’è sviato per non ubbidire alla tua voce» (Dn
9,11), o lo può dire Dio stesso (Os 9,1). E solo allora si potrà convincere
qualcuno di un peccato reale (cfr. Gcm 2,8-11).
Dichiarare il fumo come un’impurità morale e un peccato, può far comodo, ma non
corrisponde al vero; ciò che non è verità, non può liberare veramente.
Dichiarare il fumo un «peccato, che va confessato» e abbandonato, è poco
serio, poiché lo ascrive impropriamente a categorie morali e spirituali; le cose
non stanno così, poiché chi fuma può avere una vita morale e spirituale
integerrima. Se la diagnosi è sbagliata, la terapia sarà fasulla e, non
riuscendo, creerà inutili sensi di colpa; oltre a ciò, impedirà di cercare
soluzioni veramente utili e confacenti al problema. All’inizio del movimento del
Risveglio (19° sec.), non era inusuale vedere i credenti fuori delle sale di
culto fumarsi un Toscanino, senza che avessero sensi di colpa o credenti
che li accusassero di peccare. Nel mondo protestante non è inusuale vedere
pastori, che fumano la pipa; chi vorrebbe tacciarli di impurità morale o
mettere in forse la loro irreprensibilità etica? Io non ho alcuna simpatia per
il fumo, ma ci sono cose che riguardano la libertà personale, che bisogna
rispettare. Per essa vale questo principio, dopo aver espresso la propria
opinione: «V’esortiamo, fratelli, che… vi studiate di vivere in quiete, di
fare i fatti vostri…» (1 Ts 4,10s).
Pensare poi al fumo come una specie di «possessione», per la quale si
necessiterebbe di «liberazione, a volte, anche spirituale», siamo alla
paranoia mistica. Qui ci manca solo la «pastorale esorcistica» anche per il
fumo!
Bisogna ricondurre il fumo a quello che è: un vizio tra i tanti, che
ognuno ha; è una dipendenza come altre meno appariscenti. Solo così sarà
possibile valutare
utilità, costi e rischi e informarsi su come diminuire tale attività o
smetterla del tutto. Ciò vale per ogni vizio e per ogni forma di dipendenza.
Sebbene io non ami il fumo, amo i fumatori. Non dirò loro che sono
impuri, peccatori e, addirittura, dei posseduti da un sedicente «spirito del
fumo». Gli argomenti, che userò con loro, sono solo di natura medica e
scientifica, evitando presunte
lezioncine morali, che fanno stare solo bene chi le fa e fanno pensare
loro di essere dei «tutto a posto nella mia vita». Tutto ciò nasce dalle «nevrosi
ecclesiogene» di alcuni cristiani e produce solo nuove casistiche e, perciò,
nuove ipocrisie. Preferisco allora chi fuma in privato, senza danneggiare gli
altri, ma che ha una condotta morale irreprensibile, a un credente nevrotico e
instabile nella sua condotta. Conduttori che alimentano nei credenti lo
zelo per il servizio al Signore, la devozione, la santificazione morale, la
consacrazione e quant’altro, che serva alla crescita e all’edificazione, non
hanno bisogno di fare crociate contro la nicotina. Credenti ripieni di
Spirito Santo e appagate nel Signore e nella comunione di servizio saranno molto
più propense a mettere da parte le loro dipendenze, quali esse siano. Quando ci
si accanisce contro chi fuma, ciò mostra che si sono perse di vista le battaglie
molto più importanti (cfr. Ef 6,12).
Poi, chi fa
sermoni contro il fumo dai pulpiti e punta il suo indice contro tali
«peccatori», faccia misurare tale dito da un medico, poiché potrebbe essere
pieno di colesterolo maligno. Può darsi che il loro vizio e la loro dipendenza
sia ben celata, ma maggiore. Ognuno provi se stesso! E chi crede di stare in
piedi, guardi di non cadere!
►
Cervelli in fumo? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cervelli_in-fumo_Mds.htm
20-06-2011; Aggiornamento: 22-06-2011 |