Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.

  Ecco le rubriche principali:
■ Scenario biblico
■ Vita di comunità
■ Abbecedario riflessivo
■ Ad acta
■ Dietro il velo
■ Casella postale biblica
■ Variazione delle costanti
■ Puntigli e indovinelli
■ Sapienza da quattro soldi
■ Massime e minime
■ Col senno del poi.

 

È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

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CERVELLI IN FUMO

Sigarette ed ermeneutica biblica

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Questo è uno dei temi, in cui facilmente fumano i cervelli, per le opinioni contrastanti e per le accese discussioni. Premetto che non ho molte simpatie per il fumo di sigaretta, ma qui non devono interessarci le preferenze personali, ma l’accertamento della verità.

     La piramide delle verità bibliche contiene le verità essenziali (decidono sull’essere fuori dottrina), le verità importanti (specialmente sull’etica biblica) e le verità derivate, le quali attengono alle libertà personali. Sebbene per me la questione del fumo della sigaretta sia da ascrivere in quest’ultima categoria, i problemi nascono laddove alcuni la mettono volentieri nella seconda categoria, se non addirittura nella prima, facendone una questione quasi di salvezza.

     Qui di seguito ci interessano specialmente gli aspetti ermeneutici, ossia quelli che attengono a una corretta interpretazione della Scrittura, senza strumentalizzazioni o speculazioni. Il prossimo punto contiene la lettera, che un conduttore ha inviato a un membro di chiesa. L’analisi del suo modo di argomentare, usando la Bibbia e servendosene a proprio arbitrio, è rivelatrice di un atteggiamento strumentale, che parte da una tesi prestabilita e usa l’indebita versettologia per sostenere la propria tesi. Quindi, questo tema diventa occasione per approfondire una corretta ermeneutica, basata sull’esegesi contestuale.

 

 

2.  TESI CHE AFFLIGGONO: Carissimo fratello Nicola, so bene che non è la prima volta che mi rivolgo a te per tale problema e so bene che hai già trattato l’argomento. Lo scritto sottostante mi è stato mandato dal mio conduttore in risposta a una mia affermazione, secondo cui il fumo non è peccato. Te lo presento in modo anonimo qui di seguito [N.d.R.: lo riporto in una versione corretta e formattata].

     «Guai a quelli che tirano l’iniquità con le corde del vizio, e il peccato come con le corde di un cocchio» [Is 5,18].

     È vero che nella Bibbia non troverai mai il «vietato fumare». Le abitudini malsane sono peccati comunque. Immaginati il popolo di Dio, tutti con le sigarette o con le canne in mano. La Parola di Dio dichiara che ogni impurità è peccato. «Fate dunque morire ciò, che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria» (Col 3,5). Non possiamo imputare come peccato il fumarsi una sigaretta di tanto in tanto, ma ogni vizio è peccato, per cui il fumare non è solo un abitudine malsana, ma un vero è proprio vizio, di cui se ne è schiavi. Chi fuma ha bisogno di liberazione, a volte, anche spirituale. «Infatti, Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione» (1 Ts 4,7). «Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com’egli è puro» (1 Gv 3,2s). Gesù sicuramente non avrebbe mai avuto il vizio del fumo.

     «Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro!» (Isaia 5,20).

     Spero adesso sia chiaro per te che il vizio del fumo è un peccato, che va confessato. E ciò va fatto, anche se a volte non abbiamo la forza di abbandonarlo, perché non è cosa facile. Dio ti possa darti liberazione e forza. Non cadere dietro nell’inganno del diavolo, che vuole che tu non ammetta che tale schiavitù è un peccato. Con affetto in Cristo… [N.d.R.: Fin qui lo scritto; ora seguono le impressioni del lettore. ]

 

Più leggo tale scritto e più sto male. Come devo comportarmi in base a tale dichiarazione fattemi? Non è certo la prima volta che nella mia comunità mi si fanno tali sermoni. Tuttavia, mi chiedo: se questo viene da Dio, perché sto così male? Mi sento dentro a una setta, e più mi parlano così più la mia mente sembra trovare il blocco per dire no a un vizio, che sicuramente non fa bene né alla mia salute né alle mie tasche. So di aver parlato molto confusamente, perché io sono confusa in questo momento. Non so che posizione assumere, perché non riuscirò ad andare alle riunioni né a parlare con il conduttore. Qual è la posizione migliore secondo la Parola di Dio per me, ora? In Cristo… {Gianna Luccioni, ps.; 11-06-2011}

 

 

3.  RISPOSTE SENZA FACILI SCORCIATOIE: Sul fumo ho già scritto e ci siamo confrontati con i lettori: «Segnali di “fumo”: Il vizio del fumo e l'etica cristiana». Dopo aver letto la nuova richiesta, m’è venuto da pensare: Non saprei che cosa aggiungere. Ma come vedo, bisogna continuamente riflettere a nuovo sulle cose, analizzando gli argomenti adottati pro e contro qualcosa.

 

Fumare fa male alla salute

     Sul piano razionale, medico e scientifico saprei dire tutto il male possibile del fumo. Potrei portare una persona, che ha tale vizio, in un centro, in cui sono ricoverati pazienti con patologie ai polmoni e anche il cancro. Potrei citare il verso: «Quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà» (Gal 6,7); pur togliendolo dal suo contesto, ha una validità generale.

     Eppure, non tutto può essere capito solo razionalmente! Ho visto ultimamente un reportage, in cui veniva mostrata proprio la routine di una tale ospedale specializzato per malattie da fumo. Venivano mostrate le varie patologie, vari casi di persone malate e vari interventi chirurgici, alcuni molto invasivi e drastici (amputazione dei polmoni). Eppure, mi hanno sorpreso due cose che in tale ospedale ci sono luoghi per soli fumatori, dove si recano non solo i visitatori, ma anche gli stessi pazienti. Inoltre a ciò si aggiunga un fatto sconcertante: tra una pausa e l’altra (dopo un intervento, che dura ore), gli stessi chirurgi e infermieri fumano per «rilassarsi»! Eppure avevano appena estirpato del tessuto canceroso o avevano amputato mezzo polmone… Essi stessi non sanno spiegarsi tale cosa.

     Esistono persone, a cui il fumo di sigaretta procura il cancro abbastanza presto. Altri sono stravecchi e fumano come i turchi (penso a politici come il nostrano Marco Pannella o il tedesco Helmuth Schmitt). Il fumo fa male comunque all’organismo, sebbene ci sia una componente genetica. Tuttavia, lo si sa solo quando per alcuni è troppo tardi. Quindi, io scoraggerei il fumo per tali motivi.

 

Risposte alla lettera di tale conduttore

     Sul piano biblico, morale e spirituale, le convinzioni non si possono discutere, ma solo comprendere e magari cambiare nel tempo. Leggendo ciò, che afferma tale conduttore, vedo che il suo modo di ragionare si basa sulla «indebita versettologia», accumulo di versi, tolti dal loro contesto naturale e assemblati insieme a vantaggio della propria tesi.

     È vero che esistono le dipendenze e sono una cosa negativa. Spesso però si indicano così solo alcune cose, che riguardano i vizi altrui, quelli appariscenti. Se guardassimo la vita di tali persone, scopriremmo che neppure loro sono del tutto esenti da dipendenze, chi da sostanze (p.es. caffè, alcolici), chi da persone (p.es. prestigio, adulazione), chi da bisogni compulsivi (p.es. sessuali, cibo), chi da cose (p.es. oggetti, lusso, giochi), chi da strumenti (computer, internet, social network, TV).

     L’altro aspetto è applicare il termine «impurità» al fumo, mentre nella Bibbia indica il contagio specialmente morale; ciò è fuorviante. Non a caso, il termine impurità segue fornicazione e dissolutezza (2 Cor 11,21), è associata a fornicazione (Ef 5,3) e si trova fra fornicazione e lussuria (Col 3,5). Non credo che chi fuma sia di per sé un fornicatore e un dissoluto.

     Dichiarare il fumo come «peccato» apre porte e portoni all’arbitrio nella definizione dello stesso. Allora ognuno applicherà il suo proprio concetto di «peccato» agli altri, con conseguenze disastrose per l’etica e per la comunione fraterna, poiché verranno messi sugli altri pesi morali, che la Scrittura non mette. Ciò porta inevitabilmente a creare una nuova casistica religiosa e un nuovo fariseismo. La cura a tutto ciò e alla discrezionalità del singolo è accettare la definizione biblica di peccato: è solo la legge (nel NT la «legge di Cristo»), che deve convincere quali sono le trasgressioni, indicandole mediante una norma chiara e incontrovertibile. «Chi fa il peccato commette una violazione della legge; e il peccato è la violazione della legge» (1 Gv 3,4; cfr. Gcm 2,9). Solo allora un Daniele può dire: «Sì, tutto Israele ha trasgredito la tua legge, s’è sviato per non ubbidire alla tua voce» (Dn 9,11), o lo può dire Dio stesso (Os 9,1). E solo allora si potrà convincere qualcuno di un peccato reale (cfr. Gcm 2,8-11).

     Dichiarare il fumo come un’impurità morale e un peccato, può far comodo, ma non corrisponde al vero; ciò che non è verità, non può liberare veramente. Dichiarare il fumo un «peccato, che va confessato» e abbandonato, è poco serio, poiché lo ascrive impropriamente a categorie morali e spirituali; le cose non stanno così, poiché chi fuma può avere una vita morale e spirituale integerrima. Se la diagnosi è sbagliata, la terapia sarà fasulla e, non riuscendo, creerà inutili sensi di colpa; oltre a ciò, impedirà di cercare soluzioni veramente utili e confacenti al problema. All’inizio del movimento del Risveglio (19° sec.), non era inusuale vedere i credenti fuori delle sale di culto fumarsi un Toscanino, senza che avessero sensi di colpa o credenti che li accusassero di peccare. Nel mondo protestante non è inusuale vedere pastori, che fumano la pipa; chi vorrebbe tacciarli di impurità morale o mettere in forse la loro irreprensibilità etica? Io non ho alcuna simpatia per il fumo, ma ci sono cose che riguardano la libertà personale, che bisogna rispettare. Per essa vale questo principio, dopo aver espresso la propria opinione: «V’esortiamo, fratelli, che… vi studiate di vivere in quiete, di fare i fatti vostri» (1 Ts 4,10s).

     Pensare poi al fumo come una specie di «possessione», per la quale si necessiterebbe di «liberazione, a volte, anche spirituale», siamo alla paranoia mistica. Qui ci manca solo la «pastorale esorcistica» anche per il fumo!

     Bisogna ricondurre il fumo a quello che è: un vizio tra i tanti, che ognuno ha; è una dipendenza come altre meno appariscenti. Solo così sarà possibile valutare utilità, costi e rischi e informarsi su come diminuire tale attività o smetterla del tutto. Ciò vale per ogni vizio e per ogni forma di dipendenza.

     Sebbene io non ami il fumo, amo i fumatori. Non dirò loro che sono impuri, peccatori e, addirittura, dei posseduti da un sedicente «spirito del fumo». Gli argomenti, che userò con loro, sono solo di natura medica e scientifica, evitando presunte lezioncine morali, che fanno stare solo bene chi le fa e fanno pensare loro di essere dei «tutto a posto nella mia vita». Tutto ciò nasce dalle «nevrosi ecclesiogene» di alcuni cristiani e produce solo nuove casistiche e, perciò, nuove ipocrisie. Preferisco allora chi fuma in privato, senza danneggiare gli altri, ma che ha una condotta morale irreprensibile, a un credente nevrotico e instabile nella sua condotta. Conduttori che alimentano nei credenti lo zelo per il servizio al Signore, la devozione, la santificazione morale, la consacrazione e quant’altro, che serva alla crescita e all’edificazione, non hanno bisogno di fare crociate contro la nicotina. Credenti ripieni di Spirito Santo e appagate nel Signore e nella comunione di servizio saranno molto più propense a mettere da parte le loro dipendenze, quali esse siano. Quando ci si accanisce contro chi fuma, ciò mostra che si sono perse di vista le battaglie molto più importanti (cfr. Ef 6,12).

     Poi, chi fa sermoni contro il fumo dai pulpiti e punta il suo indice contro tali «peccatori», faccia misurare tale dito da un medico, poiché potrebbe essere pieno di colesterolo maligno. Può darsi che il loro vizio e la loro dipendenza sia ben celata, ma maggiore. Ognuno provi se stesso! E chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere!

 

Cervelli in fumo? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cervelli_in-fumo_Mds.htm

20-06-2011; Aggiornamento: 22-06-2011

 

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