Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Generi & ruoli 1

 

Prassi di chiesa

 

 

 

 

L’uomo e la donna nella Bibbia— Generi e ruoli 1:

   Ecco le parti principali:
■ Entriamo nel tema (la problematica)
■ I generi nella Bibbia
■ Il matrimonio nella Bibbia

 

La donna nel Nuovo Testamento — Generi e ruoli 2

   Ecco le parti principali:
■ La posizione della donna nella chiesa
■ Il ministero della donna nella chiesa
■ Aspetti conclusivi
■ La mia donna  

 

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Generi & ruoli 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CERIMONIE NUZIALI RELIGIOSE

 

Nicola Martella

 

1.  LE QUESTIONI: Salve fratello Nicola, ho letto alcuni articoli sul tuo blog e sul sito web. Ti scrivo per chiedere un tuo parere, ovviamente alla luce della Scrittura.

     Un fratello, che conosco, ha una testimonianza molto forte: nato in una famiglia non-credente, ha subito violenza nell’infanzia sia da donne che da uomini. Da adolescente ha avuto contatto con la pornografia, ma poi ha conosciuto il Signore. Tuttavia, pur avendo conosciuto il Signore, non è riuscito subito a vincere il peccato sessuale. Oggi, grazie a Dio, cammina nella purezza sessuale ed è fidanzato con una sorella in Cristo, che si è tenuta pura e con cui si vuole sposare.

     Il pastore delle ADI, nella chiesa che frequentano, gli ha detto che non lo sposerà in chiesa e che per lui può sposarsi al comune o andare da un pastore di una chiesa libera, per farsi sposare.

     Ti chiedo: questo atteggiamento viene da qualche dottrina delle ADI? Oppure è un’idea del pastore?

     Se il Signore lo ha perdonato, perché non può sposarsi nella chiesa, dove va? Cosa dice la Parola di Dio al riguardo?

     Aspetto una tua risposta. Dio ti benedica. {Clementina Polvere, ps.; 18/06/2018}

 

2. ALCUNE RISPOSTE: Chiaramente, in questioni del genere dovrei ascoltare l’altra campana, ossia tale conduttore, per sapere il suo punto di vista e le argomentazioni da lui portate. Mi rendo conto che ciò non è possibile, poiché creerebbe molti più problemi per gli interessati. Perciò, rispondo a prescindere.

 

     ■ Dalle tenebre alla luce: Ognuno di noi, come tale credente, di cui mi parli, ha un passato, in cui ha disonorato Dio a vario titolo. Nessuno può dire di avere le mani nette dinanzi a Dio (Rm 3,10.23). Volenti o nolenti siamo molteplicemente coinvolti in una «connessione di colpa» (cfr. Sal 106,6; Gr 3,25; 14,20; Dn 9,8.16). Paolo fece un lungo elenco di trasgressioni e stili di vita, che toccava a diverso titolo i suoi lettori riguardo al loro passato: fornicatori, idolatri, adulteri, effeminati, sodomiti, ladri, avidi, ubriachi, oltraggiatori, rapaci (1 Cor 6,9s), e ne avrebbe potuto aggiungere altri; come si vede, diversi peccati riguardano proprio la sfera sessuale. Per Paolo l’importante non era il passato, ma quello che si era attualmente in Cristo, dopo una verace conversione e una reale rigenerazione: «Or tali eravate già alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù e mediante lo Spirito del nostro Dio» (v. 11).

     La chiesa locale non è un «museo delle cere», in cui si possano ammirare i campioni della fede. Essa è un pronto soccorso e una casa di cura!

     L’importante è, come tu scrivi, che dopo un periodo di travaglio, tale credente sia riuscito a vincere il peccato sessuale e che sia riuscito a non forzare la mano alla sua fidanzata, in vista del matrimonio.

 

     ■ La questione del matrimonio: Prescindo in questo luogo da quelle cerimonie nuziali, in cui il conduttore, essendo diventato un «ministro di culto», a tutti gli effetti funge da funzionario dello Stato. È una prassi, che porta con sé commistioni fra fede e Stato, su cui nutro molte perplessità, che dà nelle mani di un conduttore spirituale un potere civile (se non politico) e che, quindi, crea una possibilità di equivoci, di arbitrio e di abuso.

     Al tempo della Bibbia, il matrimonio non era un’istituzione religiosa, non veniva sancita nel tempio mediante un sacerdote, né nella sinagoga mediante un rabbino, né in un’assemblea mediante i conduttori. Al tempo, in cui sorse la sacra Scrittura, il matrimonio era una convenzione sociale fra due famiglie, quelle degli sposi. Dalle nozze in poi, le famiglie coinvolte e la gente del posto prendevano atto che tale donna era diventata la moglie di tale uomo e che, quindi, era sotto la sua autorità.

     In tale atto nuziale, dichiarato dalla Scrittura come «patto» (matrimoniale), Dio era presente come testimone e vindice: «L’Eterno è testimone fra te e la moglie della tua giovinezza, verso la quale ti sei comportato perfidamente, benché ella sia la tua compagna e la moglie del tuo patto» (Mal 2,14). Come detto, non esisteva una cerimonia religiosa specifica al riguardo.

     Il matrimonio religioso è nato con l’insorgere del clericalismo, che inventò il sacramentalismo, proveniente dalla «religione dei misteri» (lat. sacramentum = gr. mysterium), per così esercitare il potere sulle anime, arrogandosi il diritto divino esclusivo di amministrare tali «misteri» quali «persone consacrate». Purtroppo, tale virus del clericalismo ha infetto anche le chiese protestanti prima e quelle evangeliche poi.

     In conformità con le Scritture, l’unico matrimonio valido è quello civile, ossia quello che avviene dinanzi alle autorità costituite e nel modo come la nostra legge prescrive. E ciò è plausibile anche secondo criteri razionali e giuridici. Se una coppia sale al comune, e lui inciampa e muore, lei non è erede di alcunché. Se la coppia appena sposata scende dal comune, e lei inciampa, lui è erede di tutto ciò, che ella possiede. Le cerimonie ecclesiali susseguenti non vi aggiungono nulla sul piano del diritto; ed esse da sole non bastano per costituire un matrimonio legalmente valido. Perciò, in verità, nessun conduttore può «sposare» una coppia, se essa è già legalmente sposata da un funzionario dello Stato.

 

     ■ La questione del pastore: Come detto sopra, bisognerebbe conoscere nel dettaglio il punto di vista di tale conduttore e le sue particolari argomentazioni in merito a tale caso specifico. Non sono al corrente di una specifica dottrina delle ADI, che induca tale conduttore ad agire così. Presumo, quindi, che sia una sua convinzione.

     Con le premesse spirituali e morali fatte sopra, se tale giovane ha veramente emendato la sua vita al presente, è sbagliato fare figli e figliastri, se questa è la prassi normale di tale chiesa locale. Se effettivamente ha demandato tale coppia al solo comune o a un’altra chiesa, ciò mostrerebbe molte lacune dottrinali, teologiche, ecclesiologiche e spirituali in lui stesso. Perché dovrei fare una cerimonia nuziale in una chiesa e poi frequentarne un’altra? È una contraddizione in molteplici maniere.

     Purtroppo, non ho occasione di potermi confrontare con tale conduttore. Perciò, mi sono attenuto solo a una cornice biblica e a linee razionali, morali e spirituali generali. Spero che già questo dia lumi.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cerim_nuzial_GeR.htm

29/06/2018; Aggiornamento:

 

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