1.
LE QUESTIONI: Salve fratello Nicola, ho letto alcuni articoli
sul tuo blog e sul sito web. Ti scrivo per chiedere un tuo parere, ovviamente
alla luce della Scrittura.
Un fratello, che conosco, ha una
testimonianza molto forte: nato in una famiglia non-credente, ha subito violenza
nell’infanzia sia da donne che da uomini. Da adolescente ha avuto contatto con
la pornografia, ma poi ha conosciuto il Signore. Tuttavia, pur avendo conosciuto
il Signore, non è riuscito subito a vincere il peccato sessuale. Oggi, grazie a
Dio, cammina nella purezza sessuale ed è fidanzato con una sorella in Cristo,
che si è tenuta pura e con cui si vuole sposare.
Il pastore delle ADI, nella chiesa
che frequentano, gli ha detto che non lo sposerà in chiesa e che per lui
può sposarsi al comune o andare da un pastore di una chiesa libera, per farsi
sposare.
Ti chiedo: questo atteggiamento
viene da qualche dottrina delle ADI? Oppure è un’idea del pastore?
Se il Signore lo ha perdonato,
perché non può sposarsi nella chiesa, dove va? Cosa dice la Parola di Dio
al riguardo?
Aspetto una tua risposta. Dio ti
benedica. {Clementina Polvere, ps.; 18/06/2018}
2.
ALCUNE RISPOSTE: Chiaramente, in questioni del genere dovrei
ascoltare l’altra campana, ossia tale conduttore, per sapere il suo punto
di vista e le argomentazioni da lui portate. Mi rendo conto che ciò non è
possibile, poiché creerebbe molti più problemi per gli interessati. Perciò,
rispondo a prescindere.
■ Dalle tenebre alla luce:
Ognuno di noi, come tale credente, di cui mi parli, ha un passato, in cui
ha disonorato Dio a vario titolo. Nessuno può dire di avere le mani nette
dinanzi a Dio (Rm 3,10.23). Volenti o nolenti siamo molteplicemente coinvolti in
una «connessione di colpa» (cfr. Sal 106,6; Gr 3,25; 14,20; Dn 9,8.16).
Paolo fece un lungo elenco di trasgressioni e stili di vita, che toccava
a diverso titolo i suoi lettori riguardo al loro passato:
fornicatori, idolatri, adulteri, effeminati,
sodomiti, ladri, avidi, ubriachi, oltraggiatori, rapaci (1 Cor 6,9s), e ne
avrebbe potuto aggiungere altri; come si vede, diversi peccati riguardano
proprio la sfera sessuale. Per Paolo l’importante non era il passato, ma quello
che si era attualmente in Cristo, dopo una verace conversione e una reale
rigenerazione: «Or tali eravate già alcuni; ma siete stati
lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del
Signore Gesù e mediante lo Spirito del nostro Dio» (v. 11).
La
chiesa locale non è un «museo delle cere», in cui si possano ammirare i
campioni della fede. Essa è un pronto soccorso e una casa di cura!
L’importante è, come tu scrivi, che dopo un periodo di travaglio, tale credente
sia riuscito a vincere il peccato sessuale e che sia riuscito a
non forzare la mano alla sua fidanzata, in vista del matrimonio.
■ La questione del matrimonio:
Prescindo in questo luogo da quelle cerimonie nuziali, in cui il conduttore,
essendo diventato un «ministro di culto», a tutti gli effetti funge da
funzionario dello Stato. È una prassi, che porta con sé commistioni fra fede e
Stato, su cui nutro molte perplessità, che dà nelle mani di un conduttore
spirituale un potere civile (se non politico) e che, quindi, crea una
possibilità di equivoci, di arbitrio e di abuso.
Al tempo della Bibbia, il matrimonio
non era un’istituzione religiosa, non veniva sancita nel tempio mediante un
sacerdote, né nella sinagoga mediante un rabbino, né in un’assemblea mediante i
conduttori. Al tempo, in cui sorse la sacra Scrittura, il matrimonio era una
convenzione sociale fra due famiglie, quelle degli sposi. Dalle nozze in
poi, le famiglie coinvolte e la gente del posto prendevano atto che tale donna
era diventata la moglie di tale uomo e che, quindi, era sotto la sua autorità.
In tale atto nuziale, dichiarato
dalla Scrittura come «patto» (matrimoniale), Dio era presente come testimone e
vindice: «L’Eterno è testimone fra te e la moglie
della tua giovinezza, verso la quale ti sei comportato perfidamente, benché ella
sia la tua compagna e la moglie del tuo patto» (Mal 2,14). Come
detto, non esisteva una cerimonia religiosa specifica al riguardo.
Il matrimonio religioso è
nato con l’insorgere del clericalismo, che inventò il sacramentalismo,
proveniente dalla «religione dei misteri» (lat. sacramentum = gr.
mysterium), per così esercitare il potere sulle anime, arrogandosi il
diritto divino esclusivo di amministrare tali «misteri» quali «persone
consacrate». Purtroppo, tale virus del clericalismo ha infetto anche le chiese
protestanti prima e quelle evangeliche poi.
In conformità con le Scritture,
l’unico matrimonio valido è quello civile, ossia quello che avviene
dinanzi alle autorità costituite e nel modo come la nostra legge prescrive. E
ciò è plausibile anche secondo criteri razionali e giuridici. Se una coppia sale
al comune, e lui inciampa e muore, lei non è erede di alcunché. Se la coppia
appena sposata scende dal comune, e lei inciampa, lui è erede di tutto ciò, che
ella possiede. Le cerimonie ecclesiali susseguenti non vi aggiungono nulla sul
piano del diritto; ed esse da sole non bastano per costituire un matrimonio
legalmente valido. Perciò, in verità, nessun conduttore può «sposare» una
coppia, se essa è già legalmente sposata da un funzionario dello Stato.
■ La questione del pastore:
Come detto sopra, bisognerebbe conoscere nel dettaglio il punto di vista di tale
conduttore e le sue particolari argomentazioni in merito a tale caso specifico.
Non sono al corrente di una specifica dottrina delle ADI, che induca tale
conduttore ad agire così. Presumo, quindi, che sia una sua convinzione.
Con le premesse spirituali e morali
fatte sopra, se tale giovane ha veramente emendato la sua vita al presente, è
sbagliato fare figli e figliastri, se questa è la prassi normale di tale chiesa
locale. Se effettivamente ha demandato tale coppia al solo comune o a un’altra
chiesa, ciò mostrerebbe molte lacune dottrinali, teologiche, ecclesiologiche e
spirituali in lui stesso. Perché dovrei fare una cerimonia nuziale in una chiesa
e poi frequentarne un’altra? È una contraddizione in molteplici maniere.
Purtroppo, non ho occasione di
potermi confrontare con tale conduttore. Perciò, mi sono attenuto solo a una
cornice biblica e a linee razionali, morali e spirituali generali. Spero che già
questo dia lumi.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cerim_nuzial_GeR.htm
29/06/2018; Aggiornamento: |