Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Riuscire nella vita

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CONVIVERE CON LA CELIACHIA

 

 di Nicola Martella - Sabrina Giannicola

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA (Nicola Martella): Tempo fa, avevo pubblicato un articolo dal titolo «Convivere con la fibromialgia», servendomi dell’esperienza di una sorella, che ne è stata colpita. Tale articolo è servito ad altri credenti, che si trovano nella stessa situazione. Tale sorella, che vive all’estero, ha aperto gruppi di auto-aiuto, a cui altre donne (credenti e non) hanno partecipato, scambiandosi le esperienze.

 

     ■ Un nuovo problema: La lettura di tale articolo ha stimolato una credente a scrivermi e a comunicarmi, in breve, la propria «via crucis»: la celiachia. Ecco le sue parole:

     Ciao Nicola, volevo condividere con te il fatto che ho scoperto di essere celiaca. Ho fatto analisi, avevo anticorpi nello stomaco alle stelle. Ringrazio Dio per averlo scoperto: quando mi hanno consigliato di fare analisi, mi sembrava impossibile che potessi esserlo, e inizialmente ho fatto un po’ di fatica ad abituarmi all’idea. Nonostante stia attenta all’alimentazione, attualmente difficilmente mi sento bene. Mi sento meglio, sì, so cosa mi danneggia e a cosa devo stare attenta, ma ho notato che influisce molto anche lo stile di vita. Dopo aver scoperto questo, ho avuto di nuovo un brutto periodo, peggio del precedente, in cui il Signore mi ha messo faccia a faccia con ciò, che sono. Sono stata talmente male, da non riuscire neanche a dormire la notte, pensando di non meritarlo. (Credo che se avessi preso qualche ansiolitico in quel periodo mi avrebbe aiutato). Leggere, pregare, e riuscire ad accettare determinate cose, sapendo che Dio ne ha il controllo, sono state un’efficiente terapia. Ringrazio Dio per avermi aiutata. Mi ha aiutata molto leggere le riflessioni contenute nel libro «L’impegno per l’altissimo» di Oswald Chambers. {Sabrina Giannicola; 21-05-2015}

 

     ■ La sfida: Conosciamo alcune persone, che hanno lo stesso problema. Penso che se i celiaci trovassero altre persone credenti con lo stesso problema, già parlare e confrontarsi con loro sarebbe terapeutico. Lanciai a questa credente la sfida di scrivermi una testimonianza un po’ più dettagliata sulla tua malattia, promettendole di pubblicarla. Le feci notare che, aprendo un dibattito in merito, esso potrebbe fare del bene a lei e ad altri credenti. Le suggerii di tener presente i seguenti elementi: prima della scoperta di essere celiaca, scoperta della patologia e prime reazioni, come è arrivata ad accettarla o almeno a conviverci, come ella ha cambiato il suo stile di vita, com’è cambiato il suo rapporto col Signore, ecc.

 

2.  CHE COS’È LA CELIACHIA? (Nicola Martella): La celiachia (morbo celiaco o sprue celiaca

non tropicale) è una malattia intestinale, dovuta a intolleranza verso il glutine contenuto nel grano, ossia verso una particolare proteina, la gliadina, che è una particolare frazione del glutine. Essa si trova, ad esempio, nei seguenti cereali e loro derivati (farina, pane e pasta): grano, orzo, segale, farro, kamut. Sull’origine della patologia si legge in particolare: «La patogenesi non è del tutto chiarita: è stato individuato un deficit enzimatico, a carattere ereditario, che riguarda una peptidasi intestinale, donde una incompleta degradazione della gliadina con formazione di polipeptidi che danneggiano l’epitelio

 

intestinale, soprattutto in soggetti con ipersensibilità tessutale» (Treccani: Morbo celiaco).

     Di per sé «celiaco» (dal greco koiliakós, passando per il lat. coeliacus) significa «addominale» (cfr. koilía «ventre, grembo, cavo addominale»; Lc 11,27; 1 Cor 6,13; Fil 3,19; Ap 10,10; sede degli intestini o viscere cfr. LXX 2 Sm 20,10; 2 Cr 21,15.19; Gb 30,27; Cc 5,4; Is 16,11; Lam 1,20; Ez 3,3). Già l’etimologia mostra, quindi, che la celiachia è una patologia addominale e intestinale.

     Il morbo celiaco è detto anche più propriamente «enteropatia (= malattia intestinale) da intolleranza al glutine». Essa consiste in un malassorbimento intestinale di grassi e di carboidrati, cosicché viene compromesso lo stato di nutrizione. Tale patologia causa evacuazioni abbondanti, carenza alimentare, anemia e ritardo nella crescita. La celiachia colpisce soprattutto nell’infanzia, comparendo in genere nei primi cinque anni di vita, ma tende spesso a guarire in prossimità della pubertà; laddove compaia in età adulta, ha in genere una sintomatologia più sfumata. Il malassorbimento intestinale, oltre a compromettere lo stato nutrizionale dell’organismo, produce nel tempo gravi danni alla mucosa intestinale, cosicché i villi presenti nell’intestino si possono progressivamente atrofizzare al punto che le pareti intestinali si appiattiscono completamente.

     Fino ad oggi, non esiste alcuna terapia risolutoria, ma solo una dieta appropriata, basata sulla sostituzione degli alimenti contenenti glutine con altri (p.es. riso, mais, soia, legumi). Avvenuta la ricostituzione dei tessuti intestinali, dopo pochi mesi, si ottiene la completa scomparsa dei sintomi. Ciò porta nuovamente a godere una buona qualità della vita. Per l’approfondimento cfr. le seguenti fonti: Treccani: Celiaco; Treccani: Celiachia; Wikipedia: Celiachia; Associazione Italiana Celiachia; Farmaco e Cura: Celiachia.

 

3.  LA TESTIMONIANZA DI UNA CELIACA (Sabrina Giannicola): Dopo il parto, ebbi un lento declino fisico. Più passava il tempo e più, invece di riacquistare le forze, mi sentivo sempre più debole e svuotata. Avevo continui mal di testa, forti bruciori di stomaco e non riuscivo più a digerire quasi nulla. Dimagrivo. Ed ero arrivata al punto che mi metteva pensiero anche farmi una doccia o lavare i piatti, per le poche forze che avevo.

     In questo precario stato fisico, iniziai a sentirmi molto depressa. Alcune persone mi dicevano che il problema era nella mia testa, così iniziai a mettere in discussione scelte fatte in passato e diversi aspetti della mia vita, alla ricerca di una valida motivazione per cui mi sentissi così. In tutto questo il Signore non mi ha abbandonata. Ricordo ancora le parole di alcuni canti, che in quel periodo m’infondevano speranza e sollievo; cercavo in Dio la forza di andare avanti. Mi chiedevo: «Perché? Signore cosa vuoi insegnarmi?».

     Su consiglio di mia madre, andai da un medico, che mi consigliò di fare le analisi per la celiachia. Non riuscivo a credere che potessi esserne affetta; e anche quando ne parlai con mio marito, lui fu molto scettico al riguardo. Decisi comunque di fare le analisi. Ma per avere le risposte dovetti aspettare all’incirca un mese. Ero confusa e non vedevo l’ora di avere tra le mani i risultati delle analisi: desideravo sapere se il problema fosse realmente quello oppure no; il dubbio mi tormentava. Finalmente andammo a ritirare i risultati, che erano positivi! Il ferro era evidenziato e corrispondeva al numero 2, quando il valore minore di riferimento era 6; inoltre gli anticorpi nello stomaco erano altissimi, a tal punto che quando andai in ospedale, per prendere l’appuntamento per la gastroscopia, la dottoressa mi disse che non sarebbe stata neanche necessaria per confermare il morbo. Da una parte mi sentivo sollevata e dall’altra mi metteva un po’ pensiero il nuovo stile alimentare, che avrei dovuto intraprendere. Mi dissero inoltre che ci sarebbe voluto del tempo, affinché tornassi a stare bene. Mi chiedevo: quanto ci vorrà?

     Inizialmente mi sentivo un po’ giù, perché pur stando attenta, dopo mesi, non notavo tutti quei miglioramenti attesi. Devo dire che il glutine influisce in maniera negativa nel mio corpo non solo a livello fisico, ma anche mentale ed emotivo. Prima d’iniziare la dieta, ero molto nervosa, irritabile, facevo molta fatica a mantenere l’attenzione in un discorso o altro. Stando attenta all’alimentazione, iniziai a riacquistare lucidità e serenità.

     Ringraziai Dio, per aver portato alla luce tutto questo; e la malattia mi portò a pensare al cibo anche in termini spirituali: così come non tutti possiamo mangiare le stesse cose, perché ne siamo sensibili in maniera diversa, pensavo, così è anche per tutto il resto; ciò che ci contamina e costituisce una debolezza varia da individuo a individuo. I motivi di caduta possono essere diversi per ogni persona. Questo mi ha portato a realizzare che, se ognuno si conosce e si rispetta per ciò che è, riuscirà ad amare e ad apprezzare di più anche gli altri e a non giudicare le scelte altrui. Ho capito l’importanza di accettare sé stessi, di non vivere la vita degli altri, bensì la propria con la certezza che Dio conosce i nostri limiti e non ce ne fa una colpa.

     Pensavo che, stando attenta, avrei risolto tutti i miei problemi, ma a distanza di circa un anno dalla scoperta della celiachia, ho attraversato un periodo di crisi fisica, come mai prima di allora, e spirituale. Feci non so quanti controlli, per sapere cosa avessi, ma niente, risultava che stavo bene; i medici mi dicevano che era la celiachia il motivo, per cui mi sentivo così. A distanza di tempo, penso che fosse anche stress. In quel periodo ho imparato a togliere tutto ciò, che non mi occorreva, per lasciare a Dio il potere di ricostruire sulle ceneri della mia vita, derivate dal periodo prima della scoperta della malattia, in cui l’avevo messa in discussione sotto ogni punto di vista.

     Nonostante la moltitudine dei peccati, che sentivo, dopo la scoperta della malattia, mi sono sentita per la prima volta unica e speciale agli occhi di Dio. Dio ci riprende, attraverso il suo Spirito ci rende consapevoli dei nostri errori, e questo ci causa sofferenza; ma l’altra faccia della medaglia è la sua grazia e il suo immenso amore. Io trovo che in questo ci sia un equilibrio perfetto! {29-05-2015}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Celiachia_MT_AT.htm

06-07-2015; Aggiornamento:

 

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