Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all’ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l’ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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La lieve danza delle tenebre

 

Etica

 

 

 

 

L’occultismo viene presentato quale problema sociale, razionale e biblico.

  Alcuni dei temi principali sono i seguenti:
■ La superstizione
■ La divinazione
■ L’astrologia
■ Medianismo e fenomeni extra-sensoriali
■ Lo spiritismo
■ La magia
■ La massoneria
■ La neostregoneria
■ Il satanismo
■ Il paranormale
■ La religione
■ I fenomeni estatici e la falsa profezia
■ L’esoterismo
■ La dottrina occulta
■ I fenomeni occulti nella prospettiva biblica

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL GIOCO DELLE CARTE

 

 di Nicola Martella

 

Ciao, Nicola, sono un anziano della assemblea di Reggio Calabria, volevo farti i miei complimenti per il sito web... Alcuni neoconvertiti mi hanno chiesto un parere sulle carte da gioco (in particolare quelle napoletane). Non sono riuscito a trovare materiale a riguardo! Mi potresti aiutare? Con gratitudine fraterna. {Giuseppe Russo; 2007}

 

► Quanto alle carte da gioco, ho controllato nel mio libro «La lieve danza delle tenebre», ma ho constatato che ho affrontato in esso solo il tema della divinazione mediante le carte (pp. 109ss). In ogni modo, non voglio lasciarti senza una risposta sui principi generali, senza scendere nei particolari per questo o quel gioco.

     Riguardo a qualsiasi gioco individuale o di società — quindi anche sulle carte napoletane o su altri tipi di carte — bisogna avere un equilibrio: sono degli strumenti, che si possono usare per compiere il bene o il male. Bisogna distinguere fra l’origine e l’uso. Alcuni autori fanno riferimento al fatto che le carte in origine avevano un significato particolare nella società monarchica (re, regina, fante...) o nella massoneria (coppe, bastoni, spade, denari). La questione è però controversa. Ogni autore attribuisce loro un significato magari differente, a seconda dell’origine, da cui le fa derivare. Esecrare o demonizzare qualcosa, che non è esplicitamente tale, crea degli inutili tabù. Si fa sempre meglio a discutere sugli intenti di chi le usa.

     Noi, a casa nostra, abbiamo diversi tipi di giochi con le carte, ad esempio: Uno, Skip-Bo, carte napoletane, forse carte tipo poker e altro. Chi è capace, può inventare con le stesse carte giochi differenti, come a volte succede a noi. Ammetto che, sebbene raramente, ho giocato con mia moglie o con i miei figli anche con le carte napoletane, magari quando eravamo in visita dai miei genitori, ad esempio alla scopa o a rubamazzo. Ma non per questo ci siamo sentiti colpevoli. Gli obiettivi erano di socializzare in modo onesto e buono, ad esempio tra nipoti e nonni, o magari tenere occupati i figli, che si annoiavano, dopo aver già fatto altro. I miei figli ora sono adulti e, in genere, hanno altri tipi di interessi nei giochi di natura più sofisticata e interattiva, dove è richiesta una maggiore fantasia e un maggior ingegno. Può succedere però che in certe occasioni (p.es. visita di mio figlio), dopo cena tiriamo fuori uno dei tanti giochi di carte e giochiamo insieme; magari c’è un nuovo gioco, che mio figlio ci vuole insegnare con le carte di Skip-Bo. Ho un nipote, figlio di mia sorella, che da bambino era un vero asso della «Scopa»; quando raramente ero in visita dai miei genitori, vedevo come nonno e nipote socializzavano, giocando insieme.

     Una cosa diversa è il gioco d’azzardo, giocare a carte per soldi, il gioco compulsivo e la dipendenza da gioco. Tuttavia, non è di questo che parliamo qui.

 

Ecco, qui di seguito, alcuni consigli, su cui vale la pena di riflettere.

   ■ 1. Ogni gioco, se portato all’estremo, oltre a creare stati d’ansia e aggressività, può rendere dipendenti, come fosse una vera e propria droga.

   ■ 2. Non giocare mai nessun gioco per soldi, ma per socializzare. Alcuni hanno cominciato a giocare per pochi spiccioli ma, diventati succubi della dinamica di gruppo e dalla pretesa della «rivincita», hanno rovinato il patrimonio di famiglia.

   ■ 3. Tale gioco non deve diventare l’occupazione centrale e dominante di ogni tipo d’incontro socializzante, né il motivo principale per cui ci si incontra.

   ■ 4. Se, a un certo punto, il gioco diventa più importante delle persone, si fa bene a suonare il campanello d’allarme.

   ■ 5. Se il gioco, qualunque esso sia, diventa fonte di discordia e alimenta la carnalità, si fa bene a smettere e a cercare altre occupazioni comuni.

   ■ 6. Non dimenticare l’etica della libertà e della responsabilità: ogni cosa buona e onesta mi è lecita, ma non ogni cosa è utile e concorre al mio bene (1 Cor 6,12) e non tutto edifica e concorre al bene comune (1 Cor 10,23s).

 

La dipendenza da gioco: un male trascurato {Nicola Martella} (T)

La vincita che ti cambia la vita {Vincenzo Russillo - Nicola Martella} (A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Carte_gioco_Oc.htm

12-04-2007; Aggiornamento: 10-03-2015

 

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