Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Dall’avvento alla parusia

 

Missione

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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NUOVA CHIAMATA E CAMPO NUOVO

 

 di Nicola Martella

 

1. I MALI NELLA MISSIONE E LA LORO CURA

     Il «campo nuovo» di Geremia 4,3 è una nuova ripresa morale e spirituale e altresì una nuova opportunità missionaria. Seminare fra le spine, porterebbe a far soffocare le nuove piantine di frumento (Lc 8,7.14). Per questo, chi vuol iniziare un uovo capitolo esistenziale e missionario, deve prima dissodare il nuovo terreno, liberandolo da tutti gli ostacoli ed erbacce. Per iniziare un «campo nuovo», bisogna lasciare quello vecchio.

 

     Ora, non tutte le opere missionarie nascono da progettazione, ma a volte dalla risposta a necessità, ad avversità incontrate e addirittura alle trame altrui. Eppure, come servitori del Signore, in mezzo alle più grandi prove, a situazioni spinose, in cui sembra che tutto si sia rivoltato contro di noi, facciamo esperienze sorprendenti. Il Signore ci tocca il cuore, ci dà una pace che supera ogni intelligenza (Fil 4,17). Ci dona un intenso spirito di lode. È come se ci portasse al monte della trasfigurazione, dove vediamo la gloria di Gesù Messia. Allora non ci interessa più difenderci dagli altri, ma solo contemplare il Signore e servirlo.

     Tutto ciò è incomprensibile per alcuni, ossia come nelle più grandi prove possiamo avere il dono di grandi slanci spirituali, della presenza del Signore e addirittura di promesse personali, che Egli ci fa. Ciò avviene quando si va ai piedi della croce, là dove siamo morti con Cristo, là dove cessano tutte le pretese e tutti i vanti, là dove i titoli non valgono, là dove le posizioni di potere finiscono, là dove è morto il vecchio uomo, là dove è solo grazia e tutta grazia.

 

2. ALCUNI EFFETTI IMMEDIATI

     Quando ciò avviene, diventi impermeabile alle accuse dei calunniatori. Non dai più peso alle frecce infuocate, che gli uomini scagliano per ferirti. Allora rinunci a difenderti dinanzi ai tuoi agguerriti detrattori, lasciando il campo a Dio, che sa ogni cosa e saprà difenderti a modo suo e meglio che tu sappia fare. Allora ti fa eco quel motto a te caro: «La macina di Dio gira piano, ma trita fino». Allora non dai più attenzione alle piume al vento, che i malevoli mettono in giro. Non ti impressionano più gli schizzi di fango, che persone infelici spruzzano intorno a sé per colpirti.

     Allora ti interroghi, se i fatti spiacevoli e le prove Dio non li abbia permessi, perché Egli vuole che vai oltre a ciò, che hai acquisito fin qui, che metti nuovamente mano all’aratro per fare solchi dritti di confine intorno a un «campo nuovo» di missione tutto da dissodare. A volte, il Signore non ha altro modo per spingerci verso altri campi bianchi da mietere.

     Ultimamente mi sono successi due fatti indipendenti l’uno dall’altro. Un conduttore di chiesa mi ha scritto, fra altre cose, all’incirca così: «Parlando con mia moglie, mi ha detto una cosa: Ma perché Nicola non vede che tutte queste spiacevoli cose siano, forse, un modo che Dio sta utilizzando, per farlo andare altrove? È così che le persecuzioni dei primi cristiani li hanno fatto allontanare da Gerusalemme, allargando la testimonianza altrove!”. Dio ti benedirà sicuramente lavorando in un altro posto e non rimanendo con questi lacci e pesi, che deprimono il tuo dono e ministero. Che ne dici?». Siamo stati a trovare una cara sorella, la quale quasi come un fulmine a ciel sereno, ci ha detto all’incirca quanto segue: «Dio ha probabilmente permesso quanto è successo, perché voi vi eravate troppo legati alla situazione locale, mentre come missionari dovreste portare l’evangelo altrove, fondando altre chiese». Rimasi certo sorpreso e meravigliato di queste due distinte «proclamazioni»; era come se Dio ci parlasse e ci spiegasse una motivazione altra, rimasta nel substrato. Era come se Dio ci spiegasse che, di là dalle cose spiacevoli successe e dalle responsabilità, Dio ha permesso tutto ciò, perché non aveva altro modo per farci capire il suo linguaggio e la sua volontà.

 

3. DALLA REAZIONE ALL’AZIONE

     Il servo di Dio deve porsi nuovamente dinanzi al suo Signore e dirgli: «Parla, poiché il tuo servo ascolta!» (1 Sm 3,10). Al suo cospetto, dinanzi all’eccellenza della conoscenza del Signore Gesù, scopri che ogni umano vanto è diventato danno e spazzatura (Fil 3,8). Allora, dinanzi alle pretese altrui, non hai posizioni di potere da difendere, una fama da proteggere, una reputazione da tutelare e cose simili (cfr. vv. 5ss); nel Signore hai già tutto. Identificandoti pienamente e in tutti gli aspetti con Cristo (vv. 10s), lasci quello, che sta dietro, e ti protendi verso ciò, che sta davanti (vv. 13s). Molli la morsa dalle cose vecchie, perché il Signore riempia le tue mani di quelle nuove. Vuoi mettere il vino nuovo in otri nuovi (Mt 9,17). Vuoi solo essere una nuova pasta, dopo esserti purificato dal vecchio lievito (1 Cor 5,7). Vuoi smettere di seminare tra le spine e ti metti a dissodare un campo nuovo (Gr 4,3; Os 10,12).

     Questa è la dinamica della nuova chiamata, il segreto di una nuova vocazione. Essa ha un solo fondamento: la grazia bastevole di Dio per servitori deboli, ma capaci di essere forti in Cristo e di essere da Lui resi capaci di passare per ingiurie, necessità, persecuzioni, angustie (2 Cor 12,9s). Essa ha un solo bilancio: «Ora per la grazia di Dio sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; ma, ho faticato più di tutti loro; non io però, ma la grazia di Dio che è con me» (1 Cor 15,10).

 

4. CRISTO È SUFFICIENTE PER TUTTI

     Diverse volte nella nostra vita abbiamo fatto un nuovo inizio ministeriale. A volte ci siamo chiesti con rimpianto e preoccupazione: Signore, che sarà di quanti abbiamo lasciati dietro? Ecco la risposta: «Pietro dunque, vedutolo [= il discepolo che Gesù amava], disse a Gesù: “Signore, e di lui che sarà?”. Gesù gli rispose: “Se voglio che rimanga, finché io venga, che t’importa? Tu, seguimi”» (Gv 21,21s). Dio si curerà anche di quanti lasciamo dietro, se lo cercheranno con cuore puro. Coloro che partono, possono continuare a essere una benedizione per coloro che restano, se questi ultimi lo vorranno. Anche per chi resta il «campo nuovo» può rappresentare uno stimolo e una sfida da accompagnare, almeno con interesse e in preghiera.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Camp_nov_Avv.htm

21-05-2015; Aggiornamento: 11-06-2015

 

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