Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
06. Gesù Cristo
07. Lo Spirito Santo
08. La salvezza dell’uomo
09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
14. Le cose future
15. Aspetti dell’etica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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BATTESIMO E DINTORNI

 

 di Nicola Martella

 

Caro Nicola, mi sono ritrovato in mezzo a una discussione presente qui nella nostra regione. Non voglio scendere troppo sul personale, ma ti racconto brevemente i fatti, prima di arrivare alle domande.

     Nel gruppo, che frequento attualmente [N.d.R.: ne parliamo come «Monbello»], siamo poche persone. Ultimamente una ragazza di un’altra chiesa locale [N.d.R.: ne parliamo come «Civitale»], fidanzata con un credente locale, ha deciso di battezzarsi proprio a Monbello, per dare testimonianza sulla spiaggia. Da Civitale l’hanno subito bloccata. Arrivo, quindi, alle questioni sul battesimo.

     ■ 1. I conduttori di Civitale affermano che sia necessario fare un corso di discepolato, prima di fare il battesimo. Il conduttore attuale di Monbello, invece, cita Matteo 28 e Marco 16, facendo presente che in nessuna parte è previsto un corso di discepolato. Sempre a suo parere, basta credere in Gesù, e poi il discepolato lo si fa nella riunione settimanale e la domenica. Conclusione, una persona può essere battezzata anche dopo una settimana, se la sua richiesta è sincera.

     ■ 2. I conduttori di Civitale affermano che il battesimo lo possono ministrare solo gli anziani della ragazza e non chiunque altro lì a Monbello. Secondo il conduttore di Monbello, invece, Gesù ha detto ai discepoli di andare a battezzare, quindi chiunque può battezzare, basta che abbia accettato pubblicamente Gesù (sempre citando Matteo 28 e Marco 16).

     ■ 3. I conduttori di Civitale affermano che per la Cena del Signore è necessario il battesimo. Il conduttore di Monbello, invece, citando Romani 4, afferma che Abramo è stato salvato prima della circoncisione. Se uno vuole partecipare alla Cena del Signore, perché impedirglielo?

 

Ora, io ho cercato di parlare col conduttore di Monbello, ma è fermo nelle sue convinzioni. Comunque, di là da queste problematiche e dal caso specifico, vorrei chiedere a te delle direttive, per meglio approfondire la questione legata al battesimo. Io sto facendo una ricerca particolare e, visto che lui vuole una risposta su base biblica, voglio prepararmi al meglio. Ti ringrazio in anticipo e ti saluto con amore fraterno. {Innocenzo Palmita, ps.; 13-05-2013}

 

Per poter dire alcunché su una situazione locale e sul rapporto fra due comunità, bisognerebbe conoscere le questioni nel dettaglio e personalmente. Quindi, mi limiterò agli aspetti generali, dando il mio punto di vista, risultante dallo studio costante della sacra Scrittura, dalle mie esperienze di fondatore e conduttore di chiesa e dalla mia attività pastorale.

     Chi si converte in una comunità, fa bene a camminare con quest’ultima e a seguire i consigli dei suoi conduttori, che in genere sono molto più lungimiranti e sanno ciò, che è il bene dei credenti e dei neofiti. Il conduttore di un’altra comunità, sebbene abbia buone intenzioni (p.es. dare occasione di testimonianza nella sua zona), fa una cosa sbagliata a voler battezzare nella propria comunità chi si è convertito altrove, senza cercare il consenso dei conduttori naturali di tale neofita. Infatti, così facendo, si trasmette un insegnamento poco coerente ai neo-credenti, che così potranno sempre scegliersi arbitrariamente ciò, che aggrada loro meglio.

     Ora passo a rispondere i vari punti, seguendo la stessa numerazione.

 

     ■ 1. Un corso di discepolato basilare è essenziale per ogni neofita. Ciò dovrebbe avvenire subito dopo la conversione e dovrebbe portare poi al battesimo con consapevolezza di ciò, che si crede. Tempo fa ho constatato ciò, traducendo dal greco l’epistola agli Ebrei, dove l’autore affermò: «E, infatti, dovendo voi essere maestri da tempo, avete di nuovo bisogno che vi s’insegni quali siano gli elementi dell’inizio degli oracoli di Dio; e siete diventati coloro, che hanno bisogno di latte e non di cibo sodo» (Eb 5,12; traduzione propria). Ciò significa che a tali neofiti furono trasmessi tali «elementi iniziali degli oracoli di Dio», solo che essi rimasero a tale «latte» e non andarono oltre, rimanendo «infantili» (v. 13) e senza discernimento (v. 14). Tale insegnamento basilare fu chiamato letteralmente anche «la parola dell’inizio di Cristo» e «il fondamento» (Eb 6,1s). Esso fu impartito subito dopo che tali neofiti giudei furono «illuminati, sia assaggiarono il dono sopracceleste, sia furono fatti partecipi dello Spirito Santo, e gustarono la buona parola di Dio e le potenze del secolo avvenire» (Eb 6,4s; traduzione propria). In tale stadio spesso non si sa neppure, se tali neofiti sono solo «credenti» o già «rigenerati», ma conviene lo stesso discepolarli. Per mia esperienza posso dire che alcuni nascono dall’Alto durante tale cammino; e certuni, sebbene amano Gesù come Salvatore, lo accettano anche come Signore (quindi, permettendo allo Spirito di rigenerarli), durante l’eventuale lotta, che precede il battesimo e non di rado nella cura pastorale connessa.

     Penso che ogni missionario, fondatore di chiesa o conduttore abbia, suo malgrado, immerso nelle acque «credenti» sulla base della dichiarazione della loro bocca, che poi sono tornati nel mondo. Tali «aborti» e tale leggerezza rimangono sempre un neo e un problema di coscienza per tali servitori. Io personalmente sono diventato molto prudente; durante il corso di discepolato, chiedo al Signore di mostrarmi coloro, che non sono veramente nati di nuovo e di creare le condizioni, in cui tali neofiti stessi abbiano o diano motivo per rimandare il loro battesimo. Sono grato al Signore che Egli è intervenuto così anche nell’ultima tornata di discepolato.

     Appellarsi a Matteo 28 (e Marco 16) per affermare che da nessuna parte sarebbe previsto un corso di discepolato, mostra la propria scarsa conoscenza del testo biblico originale. Conviene, quindi tradurre letteralmente Matteo 28,18ss: «E Gesù, accostatosi, parlò loro [= apostoli], dicendo: “Ogni autorità mi è stata data in cielo e sulla terra. [19] Andando, ammaestrate tutti i popoli, immergendoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, [20] insegnando loro di custodire tutte quante le cose, che vi comandai. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino al completamento dell’era”».

     Si tenga presente che l’azione principale (un imperativo!) nel v. 19 è «ammaestrate tutti i popoli». Il verbo mathēteúō significa «essere discepolo (seguendo precetti e istruzioni), ammaestrare, insegnare, istruire, discepolare». Quindi, l’attività principale degli apostoli doveva essere quella di ammaestrare i neofiti. Il resto del v. 19 e il v. 20 indicano le circostanze, espresse in greco con dei participi, che indicano le espressioni secondarie. Anche in tali circostanze gli elementi sono due, concomitanti fra loro, l’immersione nell’acqua e l’istruzione relativa agli ordini di Cristo, lasciati agli apostoli. Il verbo didáskō intende «insegnare, dare istruzione, spiegare o esporre la dottrina, così che l’allievo la comprenda». Il discepolo, da parte sua, dev’essere disposto a praticare ciò, che è espresso dal verbo tēréō «osservare, conservare, custodire».

     Non si può trascurare il fatto che l’immersione in acqua sia compresa fra due azioni: ammaestrare prima e insegnare poi, suggerendo che l’istruzione di base avviene prima e l’insegnamento dettagliato segue poi, dopo l’immersione in acqua.

     Ecco una nota al margine. L’esperienza mostra che chi afferma che «basta credere in Gesù», palesa una grande ingenuità. Come abbiamo detto, non sempre coloro, che affermano di credere in Gesù, sono dei rigenerati né sono disposti a prendere la propria croce e seguire Cristo a tutti i costi. Una richiesta può essere sincera, ma il tutto può essere solo un sentimento, poiché la comprensione della salvezza può essere deficitaria e la rigenerazione inesistente. Abbiamo visto tante persone venire, infiammarsi per Gesù e poi sparire per sempre.

 

     ■ 2. Il principio dei conduttori di tale ragazza mi sembra sano: sono i conduttori, che hanno le direttive sulle anime, che vengono al Signore nella loro comunità. Chiaramente essi possono demandare ad altri credenti della chiesa di praticare l’immersione in acqua. Io, personalmente, coinvolgo anche i collaboratori della chiesa, mantenendo la supervisione e dedicandomi alla Parola.

     Gesù non aveva incaricato chiunque lo avesse accettato pubblicamente di rappresentarlo, e ciò non risulta da Matteo 28, ma diede tale incombenza solo ai suoi apostoli e a quanti essi avrebbero incaricato in seguito col consenso della chiesa (cfr. At 6 collaboratori; At 15 anziani). Fu Gesù, che incaricò Anania riguardo a Paolo (At 9,10-18); questi non era un credente qualunque, ma un «discepolo» (gr. mathētḗs), ossia uno che era stato ammaestrato o discepolato (gr. mathēteúō; vedi sopra) a sua volta, ben sapeva il fatto suo e godeva di autorità in ciò, che faceva.

 

     ■ 3. Concordo con quanto affermano tali conduttori: prima l’onere e poi l’onore: prima l’immersione e poi la Cena del Signore. Romani 4 non c’entra nulla, poiché al tempo di Abramo la Pasqua non esisteva; nell’ultima cena Gesù festeggiò la Pasqua. A nessun estraneo era permesso di prendere dell’agnello pasquale (Es 12,43). Se voleva parteciparvi, doveva prima identificarsi col popolo di Dio e diventare Ebreo, facendosi circoncidere: «Quando uno straniero soggiornerà con te e vorrà fare la Pasqua in onore dell’Eterno, siano prima circoncisi tutti i maschi della sua famiglia. Poi venga pure a fare la Pasqua, e sia come un nativo del paese; ma nessun incirconciso ne mangi» (v. 48). Lo stesso principio resta nel nuovo patto: prima uno creda col cuore e lo testimoni col battesimo, poi acceda ai simboli.

     Non basta la dichiarazione delle labbra, ma ci vuole l’ubbidienza. Non basta avere Gesù come Salvatore, bisogna accettarlo anche come l’unico Signore personale, disponendosi a ubbidirlo in tutto. L’immersione in acqua è uno di questi comandi di base, che il Messia ha lasciato.

     Abbiamo visto venire tante persone entusiastiche per Gesù, fare grandi fiammate e poi sparire nel mondo. È vero che l’apostolo Paolo ha scritto: «Ognuno provi se stesso, e così mangi del pane e beva del calice» (1 Cor 11,28); tuttavia, qui parlava non a neofiti, ma a credenti normali. Egli parlò anche del giudizio per mancanza di discernimento e delle amare conseguenze anche fisiche (vv. 29s).

     I conduttori, che permettono l’accesso ai simboli del pane e del vino a coloro, che fanno una dichiarazione verbale, diventano correi, esponendoli a eventuali giudizi da parte del Signore nel caso, in cui non sono veramente rigenerati. Fare un atto ecclesiale precipitoso, qualunque esso sia, senza legittimità, rende colpevoli e fa «partecipare ai peccati altrui» (1 Tm 5,22). Ciò vale specialmente, quando una tale persona, che è stata appena illuminata e ha un po’ gustato la grazia di Dio, si ritira indietro a propria perdizione (Eb 10,39).

     Per andare sul sicuro, è bene che «ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine» (1 Cor 14,40). Se siamo contro la convivenza e i rapporti prematrimoniali e a favore del matrimonio, dobbiamo evitare che i neofiti accedano ai privilegi del nuovo patto, senza essere entrati in esso mediante una vera rigenerazione, di cui il segno è l’immersione in acqua.

 

Battesimo e dintorni: parliamone {Nicola Martella} (D)

Battesimo per immersione e compagine ecclesiale {Nicola Martella} (D)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Battes_dintorni_EdF.htm

14-05-2013; Aggiornamento: 17-05-2013

 

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