Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
06. Gesù Cristo
07. Lo Spirito Santo
08. La salvezza dell’uomo
09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
14. Le cose future
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BATTEZZARE CONVIVENTI?

 

Nicola Martella

 

 Buongiorno, Nicola; prima di tutto ti ringrazio per il lavoro che svolgi; sono un tuo fedele lettore non solo del tuo sito, ma anche della tua letteratura.

     Sono membro di una assemblea cristiana, che io e mia moglie abbiamo iniziato a frequentare alcuni anni fa e in cui da subito ci siamo trovati bene. È una chiesa in crescita e in espansione. Il conduttore è un ottimo strumento nelle mani del Signore, specialmente nell’evangelizzazione, essendo capace di coinvolgere le persone e di portare anime a Cristo. Perciò, si sono aggiunte nuove persone. E anche alcuni amici, che hanno frequentato la chiesa per anni come «simpatizzanti», da qualche tempo hanno espresso il desiderio di essere battezzati. Ciò non poteva che creare una grande gioia in tutti. Il giorno dei battesimi è stato quindi programmato.

     Ora, però, tra questi simpatizzanti ce n’è uno, che frequenta la nostra chiesa da molto tempo. Chiamiamolo Vincenzo. Dopo la separazione da sua moglie, aveva conosciuto una donna straniera, che si era precedentemente convertita e battezzata nel suo paese d’origine; chiamiamola Elide. Fu lei a portare Vincenzo alle riunioni della nostra chiesa. Ambedue convivevano in questa zona e hanno generato insieme una prole! Vincenzo non è legalmente divorziato dalla sua precedente moglie; le motivazioni, che dà, sono abbastanza complicate e sibilline, e non sto qui a cercare di elencarle, poiché non le abbiamo capite.

     Il problema è sorto nel momento in cui, è stato dato l’annuncio dei prossimi battesimi: Vincenzo si è alzato in piedi e ha pubblicamente chiesto di essere battezzato. Per svariati anni, il conduttore ha cercato di rimandare la questione; anche questa volta, imbarazzato com’era, rispose pubblicamente a Vincenzo che la sua situazione sarebbe stata valutata come chiesa e che le persone più ragguardevoli avrebbero preso una decisione in merito. Varie persone nella sala, di cui il conduttore ha fatto i nomi, si sono guardate imbarazzate (tra cui io stesso), meravigliandosi di essere investiti inaspettatamente di tale responsabilità e chiedendosi che cosa volesse significare ciò, che appariva come uno scaricabarile. Credo che oramai sia proprio arrivato il momento in cui il conduttore debba chiarire la situazione di Vincenzo con lui e con la comunità.

     A mio parere, Vincenzo è sinceramente convertito, e durante le riunioni spesso prega e legge pubblicamente qualche versetto, che lo ha toccato durante la settimana. Anche conoscenti comuni confermano che continuamente parla di Cristo ed evidenziano come insista sulla salvezza.

     Tuttavia, non essendo battezzato Vincenzo non partecipa ai simboli; e naturalmente così fa anche Elide. Dall’altra parte, a parer mio, il conduttore, volendo aiutare Vincenzo, vorrebbe che egli si pazientasse fino a un suo completo ravvedimento anche per le questioni del suo passato; dall’altra parte, non vorrebbe che si allontanasse dalla comunità, se lo prendesse di petto.

     Caro Nicola, cosa ne pensi? Bel pasticcio! Cosa consiglieresti in tale situazione? Come ci si deve praticamente muovere? Ti ringrazio fin da subito per la tua eventuale risposta, ringraziandoti ancora per il servizio che svolgi. Io ho la mia convinzione, che persegue una linea rigida al riguardo. Ma vorrei anche il tuo parere, che è sempre di grande consiglio, riflessione e benedizione. {Alberto Gatti, ps.; 26.09.2016}

 

Caro Alberto, grazie di avermi fatto parte di questo caso della tua chiesa. Non si tratta di essere rigidi o flessibili, ma di mettere in pratica la verità mostrata con amore e misericordia, ma senza innacquarla.

     Su divorzio e nuove nozze ci sono differenti convincimenti, anche per coloro, che si sono convertiti dopo una catastrofe matrimoniale e dopo una separazione. Avendo espresso altrove ciò, di cui la Bibbia mi convince [ Etica: Divorzio], prescinderò da questi aspetti e chiedo anche ai lettori di farlo. Limitiamoci qui al tema: «È legittimo battezzare chi vive in una convivenza?».

     Per prima cosa, è scritto che fornicatori, adulteri e simili, se non si ravvedono, non erediteranno il regno di Dio (1 Cor 6,9s). Prima di ritenerli non solo «credenti», ma anche «rigenerati», bisogna che si possa dire di loro: «E tali eravate alcuni di voi...» (v. 11).

     Io ritengo che si possa passare sopra alla situazione prima della rigenerazione, poiché così fa Dio e perché Egli ci chiama a conversione dalla situazione, in cui ci si trova (appunto vv. 9s). Poi, però deve avvenire il lavaggio, la santificazione e la giustificazione «nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio» (v. 11).

     Nella penultima opera, che ci ha visti coinvolti come missionari fondatori, avevamo avuto due casi di convivenza, a distanza di anni; abbiamo discepolato i credenti coinvolti, ma prima di battezzarli, abbiamo detto loro di mettere a posto la loro vita morale. In meno di un mese, tali credenti si sono sposati e li abbiamo potuti battezzare.

     Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, come recita il proverbio. Capisco che Vincenzo si sia convertito nella situazione, in cui si trovava; tuttavia, Elide era credente e si era messo con un non credente, ha convissuto con lui e ha generato una prole con lui. Dove sono stati il conduttore e gli altri responsabili di chiesa in tutto ciò? Perché non hanno ammonito e poi disciplinato tale donna?

     Ora, secondo Vincenzo, ci sarebbero tutti quegli impedimenti al divorzio, che egli elenca La questione è questa: Vincenzo vive in fornicazione e adulterio; ne vuole uscire o no? Egli vuole essere sottomesso al Signore o no? Se sì, spieghi con le carte alla mano come stanno le cose al conduttore e agli altri responsabili di chiesa. Con loro trovi la via giusta e santa dinanzi a Dio, non quella che gli fa comodo, per motivi ancora da accertare.

     Battezzare chi vive in adulterio e fornicazione, è una grande leggerezza, un precedente nella chiesa e un grave errore dottrinale, spirituale e morale, che graverà sull’opera locale del Signore e la priverà della benedizione di Dio.

     Se Vincenzo è sinceramente convertito, come tu affermi, ciò si mostra nell’ubbidienza della fede proprio in cose del genere, che sono basilari. Se non è disposto a emendare la sua vita, mostra che non ha ancora sperimentato una vera rigenerazione spirituale, ma è solo cristianizzato.

     Per cui è un errore trattarlo come un discepolo di Cristo e quasi membro di chiesa. Farlo pregare e leggere brani, durante le riunioni, è un inganno per Vincenzo stesso e un abituarsi a trattarlo «come se fosse» un membro della famiglia di Dio. Chiaramente è Dio che conosce i cuori, ma sono altresì i frutti, che mostrano l’albero. Inoltre, ecco la prova del nove, ossia la medaglia con due facce: «Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: “Il Signore conosce quelli che sono suoi”, e “Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome del Signore”» (2 Tm 2,19). Una parte non può stare senza l’altra.

     Per cui, non basta amare il Signore, parlare di Cristo e insistere sulla salvezza; questo fa parte dell’indottrinamento. Poi, devono seguire le opere degne del ravvedimento. Se non è così, tale «credente» è un pericolo per la testimonianza e un cattivo esempio per gli altri.

     Se si volessero mettere in pratica le direttive apostoliche, bisognerebbe concludere che chi si chiama «fratello», ma vive da fornicatore (o in una delle altre cose elencate), dovrebbe essere giudicato dalla chiesa come «malvagio» e allontanato da essa (1 Cor 5,11ss), a meno che non si ravvede e mette a posto la sua vita. Chiaramente non sto affermando che in tale assemblea debbano procedere così riguardo a questo caso, che non conosco direttamente, ma questo dovrebbe scuoterli e farli agire con discernimento. Come si fa ad ascoltare preghiere e brani scritturali da parte di colui, di cui Paolo richiede questo: «Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi»? E come si può mai battezzarlo, se non emenda del tutto la sua vita?

     Tenendo presente tali cose, di là da un primo periodo, in cui si voleva essere indulgenti, per recuperare coloro che vivevano in fornicazione, penso che il conduttore e i responsabili abbiano agito con leggerezza in tale situazione. Ogni discepolato non deve contenere soltanto le «quattro leggi spirituali» (la via della salvezza), ma anche l’istruzione nella morale cristiana. La troppa indulgenza verso il «caso umano» ha prodotto tolleranza verso la convivenza; poi, la cosa ha preso tale piega verso la «brava gente», e si è preferito procrastinare le questioni al giorno lontano, che sarebbe venuto. Come se tutto si risolvesse con l’astensione da pane e vino. No, la questione è di carattere morale (e spirituale). Chi è quasi dentro al regno di Dio, è ancora fuori. Chi persevera nel peccato, non ha conosciuto veramente Dio (1 Gv 3,6; cfr. v. 9), sebbene magari parli di Lui.

     Ora la richiesta del battesimo rende tutto più drammatico. Coloro, che sono vissuti come «quasi rigenerati» e «quasi entrati» nel regno di Dio, avranno difficoltà a capire un tale diniego. Infatti, il ferro si fa bene a batterlo, fintantoché è caldo. E ora il conduttore e gli altri responsabili di chiesa si prenderanno le loro responsabilità? Andranno fino in fondo a tale questione, applicando le direttive scritturali? E Vincenzo sarà disposto a uscire da tale ravvedimento «quasi completo», per entrare nella piena ubbidienza, che ci si aspetta dai figli di Dio? Chi vuol piacere al Signore fa opere degne di ravvedimento, a qualunque costo.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Batt_conviv_EdF.htm

29-09-2016; Aggiornamento:

 

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