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1.
L’amore a rischio |
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2.
L’aspetto funzionale dell’amore |
Quest’articolo è una libera sintesi di un capitolo presente nel
primo volume dell’opera «Sesso & Affini» (Sessualità
e contesti, p. 33-42).
La sua attenta lettura può produrre una feconda riflessione su questo tema
atavico ed entusiasmante, che coinvolge tutti gli esseri viventi. Esso può
essere anche l’occasione per riallacciare un dialogo proficuo all’interno della
coppia.
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1. L’AMORE A RISCHIO: Per
alcuni l’amore è una «risorsa», essendo inteso come una forza
motrice che agisce nella vita individuale e in quella pubblica. Per altri l’amore
è un «rischio», essendo concepito come una passione distruttrice, le cui
conseguenze sono sconvolgenti a causa di effetti collaterali, come la
trasmissione di malattie di vario genere, e di drammi esistenziali (cfr. anche
suicidi e perdite patrimoniali).
Quando si parla di «amore», gli uni pensano agli aspetti del corpo (sesso),
gli altri a quelli del cuore (sentimenti). La stessa cosa vale per la
parola «intimità». Inoltre, l’espressione «fare l’amore» è del tutto ambigua,
poiché non indica che cosa effettivamente si incontra: i cuori o solo gli organi
sessuali.
L’amore può diventare tirannico. Sembra un controsenso, poiché «l’amore
oblativo», ossia quello che dà in modo disinteressato, dovrebbe nascere dalla
generosità e dalla condivisione gratuita. Ad esempio, una donna che compensa
l’assenza di un marito, riversando sul figlio avuto tutte le energie e
«l’amore», si sente tradita da quest’ultimo, quando se ne va di casa o si
sbanda. Il destino è considerato ingiusto e ci si sente privati di qualcosa di
legittimo. Willy Pasini afferma: «L’amore oblativo... sfuma spesso in emozioni
che nulla hanno a che fare col sentimento originario: nell’amore in sé o nel
narcisismo, nell’amore tirannico e possessivo, o nell’amore dell’amore che
finisce per dare all’altro l’illusione di essere desiderato mentre non è che un
attaccapanni di un bisogno pulsionale del soggetto» (Il sesso & il cuore,
Mondadori, Pomezia 1993, p. 6).
La passione amorosa è considerata la sola forza in grado di mobilitare le
energie più recondite nell’uomo. Ora, nel corso della storia si sono alternate
continuamente diverse concezioni dell’amore. Nel periodo greco classico si
vedeva nell’amore una «forza vitale» (eros) considerata perlopiù
universale, indistinta e incontrollabile. Agli albori della cristianità l’amore
fu considerato come una «forza interpersonale» (agape) e propriamente
tale solo rispetto all’oggetto a cui si rivolge. L’inversione di tendenza,
avvenuta nel 1968 per mezzo di Herbert Marcuse, fu un ritorno alla concezione
della «forza vitale» universale. Essa è diventata una delle idee forti della
cosiddetta «rivoluzione sessuale» e ha avuto grandi conseguenze sulla cosiddetta
«liberazione sessuale». Marcuse, basandosi sulla concezione dello psicanalista
Wilhelm Reich, ha visto nell’amore e nella sessualità un’energia positiva —
sebbene indistinta — che sta al servizio della vita. «Per lui, nuovamente, non
ha priorità l’oggetto d’amore sul quale la pulsione si condensa e si realizza.
Il che ci spiega in parte la recente moltiplicazione dei casi di crisi
dell’identità sessuale» (Pasini, p. 7).
Il fenomeno amoroso è ambivalente. L’amore e la sessualità non sono
fenomeni univoci e uniformi, ma soggettivi e spesso ambigui. Essi sono
strettamente legati alla struttura della natura umana, come l’aggressività —
definita da Freud emozione fondamentale. Pasini afferma: «L’amore, così come la
sessualità o l’aggressività, ha radici nel profondo dell’anima. È viscerale,
ambiguo: tutto meno che un fenomeno omogeneo od ottimizzabile» (p. 7). La
conflittualità in cui l’uomo si trova, non deriva solo da qualcosa che è legato
col mondo esterno, ma soprattutto con la stessa ambivalenza dei sentimenti
umani.
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Visto che l’amore dovrebbe rendere felici, perché molti non lo sono? E visto che
è così, perché fanno finta di esserlo? La realtà è che molti, mentre vogliono
apparire felici, inseguono amori effimeri o li comprano nei
fast food del sesso a pagamento.
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Visto che l’amore è considerata una «forza vitale» e una «potenza illimitata»,
perché tanti soffrono di crisi d’identità e tanti altri tentano il suicidio? La
realtà è che molti, mentre affermano di amare, non hanno intenzione di
condividere ma di sedurre, non intendono donarsi ma guadagnarci.
L’amore necessita di equilibrio. Esso è da cercare. Secondo
Pasini, l’amore, per non essere una «favola per adulti», dev’essere diverso da
un rapporto asimmetrico e interessato — qual è la pubblicità — ma «dovrebbe
essere simmetrico, reciproco e gratuito», quindi posto su una base paritaria (p.
8).
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Bisogna superare l’ambiguità. Per tenere vivo il proprio rapporto d’amore,
bisogna lavorarci su. L’amore è un equilibrio tenue che, però, mira in avanti e
si rafforza. Una certa dose di ambiguità nell’amore rimane sempre, perché non
sempre è chiaro cosa si ama dell’altro e perché, pur amando, non sempre
si è felici. Creare un amore maturo e adulto, richiede un grande investimento,
di cui solo dopo anni cominciano a maturare interessi.
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Bisogna coinvolgere le forze. L’amore è una forza universale e impalpabile e
non sempre si sa che cosa sia in effetti e quali centri vitali coinvolga:
le sensazioni, le emozioni e l’immaginario. Neppure si sa dove risieda
l’amore: nel cuore (sentimento), nella testa (riflessione) o nella pancia
(pulsione). In ogni modo, l’amore all’interno della coppia dovrebbe coinvolgere
l’intera persona.
L’amore ha i suoi simbolismi. Sia la sacra Scrittura sia scrittori
profani hanno paragonato l’amore all’acqua e al fuoco per mostrarne l’effetto
benefico e la pericolosità, le aspettative e le delusioni.
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L’acqua può essere canalizzata e resa produttiva, oppure straripa e
semina morte. L’amore può essere una fonte di vita e di benedizione, se legata
alla legittimità (Proverbi 5,15-19). La passione verso una donna estranea può
essere invece come un’acqua profonda e un pozzo stretto e pericoloso (Proverbi
22,14; 23,27).
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Il fuoco può riscaldare, illuminare e aiutare a forgiare, oppure può
diventare una potenza distruttiva. La passione d’amore legittima brucia come una
fiamma, anzi come il fuoco di Dio, in modo perenne e inestinguibile (Cantico
8,6s). L’amore illegittimo brucia come un incendio impetuoso e lascia dietro di
sé le ceneri (Osea 7,4).
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2. L’ASPETTO FUNZIONALE DELL’AMORE
2.1. COSTRUIRE UNA RELAZIONE APPAGANTE: Qui ci interessa soprattutto l’amore nel senso di passione
erotica all’interno della coppia eterosessuale.
Un primo importante obiettivo è comunicare. L’amore coniugale è uno
scambio di informazioni fra gli amanti che abbraccia l’intera esistenza. Laddove
il processo di comunicazione funziona, ognuno dei due partner constata che la
propria azione ha effetto sull’altro e sperimenta altresì l’attività del proprio
partner su se stesso. La molteplicità delle esperienze e delle azioni
interpersonali permette di accrescere continuamente la propria consapevolezza di
individuo nei confronti dell’altro.
È altresì importante l’integrazione. Laddove in una coppia la
comunicazione sentimentale funziona, ognuno dei coniugi sperimenta che la cosa
principale è posta aldilà di se stesso e che mediante l’amore si può
sperimentare l’integrazione e il completamento. Nella coppia cristiana la fede
in Dio testimonia che la ragione della vita, le risposte e il vero completamento
sono posti aldilà di se stessi, sia come individui sia come coniugi.
La metà è la reciproca edificazione. Viste le differenze che i coniugi
hanno, la comunione verso il Dio vivente e l’amore cristiano li spingono a
cercare e a realizzare insieme obiettivi comuni — quali, ad esempio,
orientamento, norme di comportamento, mete, valori, metodi — da porre alla base
prima
della coppia stessa e poi della famiglia.
Per il raggiungimento di tutto ciò c’è bisogno di
pianificazione: Nella coppia esiste certamente l’amore quale attaccamento
«naturale» all’altro. Dal punto di vista della fede, ciò si accompagna anche a
un amore razionale e riflettuto, pronto a elaborare insieme il passato (perdono,
guarigione) e a progettare il futuro (speranza, prospettive).
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Tutto ciò dà stabilità e ha un «effetto serra» verso gli altri. La
relazione d’amore verso Dio (1 Gv 4,8) e verso il coniuge diventa così il
fondamento sicuro che permette di esprimere, nella famiglia e fuori di essa, un
amore sincero verso gli altri, e ciò diventa la dinamica di base per incarnare e
vivere una vita cristiana feconda.
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2.2. INGREDIENTI PER MANTENERE VIVA UNA RELAZIONE EMOTIVA:
La relazione emotiva all’interno della coppia ha bisogno dei seguenti elementi
indispensabili.
Œ
Meta comune: Perché una relazione sia durevole e appagante, c’è bisogno di
sapere che l’altro sta tirando la corda dalla stessa parte, che sta portando il
giogo insieme e che sta protendendosi nella stessa direzione.
Unicità dell’altro: La coppia deve considerarsi unica e ognuno dei partner
deve sentirsi (e far sentire l’altro) come uno che conta nella relazione.
Ž
Mobilitazione energetica: Sono necessari slanci d’entusiasmo, altrimenti si
rischia di cadere in rapporti misurati, basati unicamente sul calcolo e sul solo
ricambio di quanto ricevuto.
Fattore tempo: L’amore dev’essere un «sentimento adulto»: la ricerca del
bene dell’altro e una risorsa feconda che unisca. Esso ha, perciò, bisogno, tra
altre cose, del tempo sufficiente perché ognuno approfondisca la conoscenza
dell’altro, lo esperimenti in modo nuovo e sia disposto ad essere temprato
nell’impresa comune di superare le ineluttabili crisi di coppia.
Generosità: Essa è la capacità di amare il proprio partner, di creare una
relazione feconda con lui e di mostrare gratuità nel rapporto. Non basta essere
disponibili e avere la volontà di investire nel rapporto, ma bisogna fare dei
crediti all’altro, e questi devono essere a fondo perduto. In tal modo, tutti ci
guadagneranno; ma ciò deve essere una conseguenza naturale, non un preambolo.
‘
Fiducia: Non c’è vera intimità senza un rapporto di fiducia. In caso
contrario, all’amore si sostituiranno diffidenza, sospetto e volontà di
possesso.
’
Apprezzamento: Difficilmente il rapporto amoroso dura nella coppia, senza
una buona dose di stima di sé e dell’altro partner. Ciò si concretizza, ad
esempio, nell’attenzione, nella considerazione, nell’ammirazione e nella lode
esercitate nei confronti dell’altro.
“
Passioni canalizzate: La relazione di coppia, per durare, ha bisogno di un
giusto equilibrio fra ciò che si fa insieme e ciò che ognuno fa per conto suo.
Chi è ricco in se stesso, arricchisce anche l’altro. Chi impoverisce
interiormente, rischia di stare morbosamente addosso all’altro.
”
Perdono: Per il cristiano l’amore va oltre la stima, perché laddove si
fallisce dinanzi all’altro o si è feriti da lui, si può realizzare il perdono e
il ripristino della comunione. Chi si sperimenta indegno e immeritevole dinanzi
a Dio, diventa libero di concedere il perdono anche all’altro.
n
Queste riflessioni sono basate sulla seguente opera:
Nicola Martella, Sesso & Affini
(Punto°A°Croce, Roma 1998), tre volumi:
² 1)
Sessualità e contesti (la sessualità nella
società e nella Bibbia; p. 368);
² 2)
Tenerezza e
fedeltà
(come vivere una sessualità matrimoniale felice; p. 368);
² 3)
Disturbi e abusi (i problemi del sesso e
le sue deviazioni; p. 448).
1184 pagine complessive, prezzo unico dei tre volumi € 45,45.
n
Si veda pure:
Nicola Martella,
Generi e ruoli (Punto°A°Croce, Roma
1996), due parti:
² 1) I generi nella Bibbia;
² 2) La
donna nella chiesa; p. 328; € 18,08.
n Una prima versione di
quest’articolo è comparsa su «Oltre» (EPA
Media, Aversa aprile 2004), pp. 16s.
► URL di origine:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Amore_eros-S&A.htm
12-04-2007; Aggiornamento:
11-05-2013
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