Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.
 Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ACCUSE DI CALUNNIA

Quando non si comprende l’apologetica biblica

 

 di Nicola Martella

 

1. La questione

2. Alcuni casi concreti

3. Che cos’è la calunnia

4. Distinguere i diversi piani

5. Aspetti conclusivi

 

 

1.  LA QUESTIONE: Mi arrivano spesso lettere da parte di lettori, i quali, invece di entrare nel merito del tema che viene affrontato al momento, hanno il grilletto facile e me ne sparano addosso di tutti i colori. Una delle accuse, che mi vengono mosse è quella di calunnia.

     In genere i temi aperti sul sito «Fede controcorrente» nascono da richieste e suggerimenti di lettori. Spesso si riferiscono a pubblicazioni o filmati altrui, su cui essi vorrebbero sapere, oltre alla mia opinione, quella degli altri lettori. Che il mio sito non sia principalmente di edificazione, ma di discussione e confronto, non viene compreso da vari lettori. Essi non abituati a dire la loro opinione sulla base della Bibbia e non sapendo distinguere i vari piani del nostro approccio verso il prossimo (p.es. «non giudicare» sul piano personale e privato e «giudicate voi» sul piano ecclesiale e pubblico), si turbano in fretta e passano alle «prediche morali». Sebbene nelle loro argomentazioni mostrino di essere ancora al «latte», si trasformano in breve in «maestri».

     Così, invece di portare argomenti, passano a dare bacchettate spiritualiste o devozionali, non di rado, fuori luogo. Secondo loro, solo Dio dovrebbe giudicare; e già analizzare ciò che un autore ha scritto o mostra in un filmato, sarebbe calunnia e cose del genere. La cosa singolare è che, quando invito tali lettori a considerare tutti i brani, in cui veniamo esortati a vegliare, a provare gli spiriti e a giudicare le cose inerenti alle chiese, e a lasciare tali atteggiamenti di predica e di entrare nel merito delle cose discusse, portando argomenti validi, tali credenti così spiritualistici all’inizio, si trasformano in persone, che mostrano tutta la loro carnalità e riversano su di me mucchi di illazioni, brutte parole, impropri e accuse di vario genere. Dove poi non basta che mi accusino di calunnia, mi minacciano del giudizio divino e di aver commesso il famoso «peccato imperdonabile» o la famigerata «bestemmia contro lo Spirito».

 

 

2.  ALCUNI CASI CONCRETI: Qui riporto soltanto alcuni dei casi concreti, accaduti ultimamente. Ho pubblicato un articolo di Antonio Capasso su un libro di Carlos Annacondia (con annesso tema di discussione) e un tema dal titolo «Testo e musica dello Spirito Santo: Corrado Salmé e il copyrighter dei suoi canti», discussione suggerita da un altro lettore.

 

2.1.  AUTORI VARI: Inutile chiedere a tali persone, che scrivono sulla mia bacheca di un social network, delle prove documentarie. Preferiscono buttare le pietre e scappare. Eppure si credono credenti particolari, più eccellenti in carismi, devozione e spiritualità; basta andare sulle bacheche del loro social network per accorgersene. Chiaramente ho corretto e redatto al meglio i loro messaggi, che oltre a contenere sproloqui, sono pieni di errori e sgrammaticature.

     ■ Biagio Biagetti: «Guerino, e chi sarebbe costui che fa della sana esegesi biblica? Il Nicola Martella? Ah, ah, ah». {02-07-2010} Guerino De Masi: «Caro Biagio, con gli anni, spero che capirai!». {02-07-2010}

     ■ Caterina Frega:‎ «Ma Nicola nella foto sembra Lucio Dalla e nell’articolo sembra canti: Attenti al Lupo! Hihihihi». {03-07-2010} «...pseudo apologeta delle chiacchiere profane ammantate di pietà!» {12-07-2010}

     ■ Silvia Paone: Mi aveva scritto vari e lunghi messaggi, ripetendo sempre le stesse cose. Ecco una parte dell’ultimo: «Voi criticate e Dio si usa dei suoi uomini umili e disposti a ubbidirlo. Chi fa l’opera del nemico sono coloro che sparlano e scandalizzano. Voi parlate e il fratello [Annacondia] mostra la potenza di Dio in azione. Ripeto sono i vostri messaggi a turbarmi, non il fratello Annacondia (…) …pensiamo a noi, va’ che è meglio, e non al fratello argentino... e con questo chiudo perché non voglio contristarmi più!». {03-07-2010} Per metterla a tacere, poiché ha continuato a tediarmi, ho dovuto toglierle l’amicizia.

 

2.2.  SALVATORE IACHELLA: Ogni tanto ha pubblicato sulla mia bacheca di un social network o mi ha scritto cose che mi hanno lasciato perplesso, ramanzine e prediche moraleggianti. Quando gli ho chiesto prove documentarie, esse non sono arrivate o ha rincarato la dose. Ecco qui l’ennesimo e ultimo suo intervento; si notino le incongruenze: accuse senza prove, ferimenti vari e pretesa di equilibrare ciò usando «cerotti» devozionali e spiritualistici, il grassetto è redazionale.

     ■ La sua missiva: Caro Nicola, questi nostri fratelli si danno da fare con amore per il Vangelo di Cristo. Non e bello che chi sta a guardare senza fare nulla, sia cosi indaffarato nella maldicenza e nella critica. Ti consiglio vivamente nell’amore, che ci lega, di provare a prendere la Bibbia e andare per strada, come fanno loro, mettendoci la faccia, il cuore, il tempo, il danaro, solo per amore come fanno loro; e poi vedrai che la smetterai di esercitare il ministero dello sdirrupo [? dialetto: distruzione, demolizione; N.d.R.] e della critica maldicente. Ciao, Nicola io ti amo e, amandoti, ti dico queste cose. Prega per me, come io sto pregando per te. {13 luglio 2010}

 

     ■ Gli ho risposto: Salvatore Iachella, se hai da dire qualcosa in merito alle cose trattate sei il benvenuto. Mi sono sinceramente stancato di ascoltare le tue ramanzine. Che ne sai tu del mio ministero? Dio non ha dato carismi diversi ai membri del corpo di Cristo?

     Tu non riesci a distinguere fra il «non giudicate» personale e il «giudicate voi» dottrinale; questo è un tuo problema di maturità spirituale, intellettuale e soprattutto dottrinale. Perciò, o collabori da persona matura e leale, oppure dovrò fare a meno dei tuoi commenti... angoscianti.

     Saluti e benedizioni... Nicola Martella

 

     ■ La sua nuova missiva: Perdonami, se ti ho angosciato, non era mia intenzione volevo solo farti notare che Corrado [Salmé] è su Facebook e quindi come dice la Scrittura, e tu la conosci, se hai qualcosa con tuo fratello, vai da lui e diglielo. Quindi se ritieni che lui e Julim stanno facendo qualcosa che non e conforme alla Parola, diglielo direttamente. Cosi come stai facendo, non e biblico e altresì sconveniente, e un uomo della tua cultura dovrebbe saperlo.

     Per quel che riguarda il «giudicate voi», ti informo che a Poggio Ubertini di studi sul tema ne ho seguiti parecchi nei miei 51 anni di vita, so esattamente a cosa è riferito. Ma quello che stai facendo tu, prendendo spunto da quei versetti, non è altro che maldicenza, perche non esorta né tantomeno edifica il corpo di Cristo, anzi lo divide in fazioni; e Cristo non e diviso. So bene qual è il tuo ministero, essendomi informato sulla tua persona e ringrazio Dio per quello che fai per Gesù; ma questo criticare e generare critiche è demoniaco; è mio dovere esortarti a non farlo. Poi tu sei libero di proseguire nella critica, io non posso impedirtelo. Ciao, Nicola, ricorda che sono tuo fratello e ti voglio bene. {13 luglio 2010}

 

     ■ Osservazioni e risposta: Si noti anche qui la macedonia fra illazioni e devozionalismo soggettivo. Si noti anche il pressapochismo con cui si cita la Scrittura. Gesù non disse: «Se hai qualcosa contro il tuo fratello», ma: «Se poi il tuo fratello ha peccato contro di te, va’ e riprendilo fra te e lui solo» (Mt 18,15). Sotto mostrerò che le questioni pubbliche (scritti, filmati, ecc.) e che investono dottrina e morale, devono essere affrontate pubblicamente. Faccio notare che quando pubblicai le mie analisi critiche sugli scritti di Corrado Salmé, lo contattai e gli mandai il link in anteprima, chiedendogli di fare osservazioni e obiezioni. Lui mi rispose con ironia e declinò l’invito. Si noti la contraddizione sul mio ministero nelle due missive. Da una parte mi dà del calunniatore, maldicente e addirittura esecutore di una prassi demoniaca, dall’altra ci mette sopra il «cerotto» del «ti voglio bene». Tale atteggiamento incoerente e irresponsabile è tipico.

            Ecco la mia risposta, dopo opportuna riflessione: Salvatore Iachella, visto che non hai portato nessuna prova documentaria delle gravi accuse che tu mi hai mosso, sebbene io te le abbia richieste, a questo punto la mia risposta alle tue pesanti e angoscianti illazioni non potrà essere che pubblica. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità dinanzi a Dio e agli uomini. Saluti... Nicola Martella

 

2.3.  ETTORE SOCRATE E PAOLO FITTAIOLO: Dopo che hanno scritto tali cose perlopiù sulla mia bacheca di un social network, anche a loro ho chiesto di entrare nel merito delle cose, mostrandomi con prove documentarie, dove io abbia fatto ciò, che essi mi addebitano. Essi hanno soltanto aumentato la dose. Si noti l’ingenuo spiritualismo senza maturità dottrinale, che poi si trasforma nella carnalità più virulenta.

     ■ Ettore Socrate: Shalom Nicola, non pensi di fare male, scrivendo male di Corrado, che tanti evangelici amano? Scusa il gioco di parole... {12-07-2010}

 

     ■ Paolo Fittaiolo: Noi amiamo tutti coloro che fanno la volontà del nostro Signore Gesù Cristo, quindi non si può parlare male di nessun fratello in Cristo Gesù, perché non fa parte della sana dottrina. Se poi sbagliano, sarà Dio a giudicare, io non guardo i difetti dei fratelli, ma guardo i pregi, come Gesù Cristo guarda i nostri; perché se Gesù Cristo guardava tutti i nostri difetti, per certo eravamo già tutti condannati. Pace di Dio a tutti voi {12-07-2010}

 

     ■ Ettore Socrate: Amen! Sono d’accordo con te Paolo! Purtroppo il fratello Nicola, che io stimo sinceramente (perché nelle sue critiche lui ci crede davvero e crede di farlo per un senso di giustizia), spesso, presso dalla sua euforia di super discernimento, a volte offende le persone senza rendersene conto... {12-07-2010}

 

     ■ Ecco la mia risposta: ‎Ettore Socrate e Paolo Fittaiolo, i vostri «sfoghi» non aggiungono nulla nel merito dell’argomento trattato. Se avete veramente qualcosa da dire, leggete l’intero scritto e poi intervenite nel merito delle cose; altrimenti lasciate perdere

 

     ■ Ecco la risposta che Raffaele Di Bari si è sentito di dare loro: ‎Ettore, hai detto «a volte offende le persone...»; per correttezza, potresti citare le offese? Non mi pare di aver letto offese in questi post.

     Paolo, capisco che ci siano fratelli che, essendo amati da molti, godano di una certa immunità (tema molto attuale), ma credici, se c’è una cosa che è giusto fare all’interno della chiesa (e non verso quelli di fuori), è proprio quella di discernere il comportamento di chi, chiamandosi cristiano, ha degli atteggiamenti controversi.

     Qui non si tratta di giudicare, ma di parlare insieme per arricchirsi a vicenda, di vagliare al millimetro l’operato di chi fa proclamo di Cristo in pubblico, che ha una responsabilità enorme e che, se sbaglia una virgola, deve saperlo, per il suo bene e per quello di coloro che lo ascoltano e che devono essere «ritrovati dal Pastore».

     Ricordiamoci sempre dell’esempio della sentinella, e del concetto importante che, se non ti avviso che stai sbagliando, sono corresponsabile.

     Ricordiamoci sempre che le nostre opinioni scritte su una pagina web, sono davvero abbastanza lapidarie, perché rimangono scritte per molto tempo e chi le legge non percepirà mai la sfumatura di sarcasmo o di leggerezza che potrebbe esserci.

     Tu scrivi su Nicola Martella che sarebbe «preso dalla sua euforia di super discernimento»: è pesante da leggere, fosse anche rivolta all’ultimo degli insegnanti. C’è una sottile invidia e cattiveria dietro questa frase.

     Esaminiamo i nostri cuori, e intimamente cerchiamo dentro di noi se stiamo parlando di un gruppo o di una persona in modo fazioso e prendendo posizione per difendere un movimento o la propria famiglia o la propria storia; oppure, esaminandoci, scopriamo se stiamo solo cercando di capire se il dato fratello vada incoraggiato nel suo ministero, o se dobbiamo pregare per lui. {12-07-2010}

 

Dopo la mia ultima risposta, da parte di Ettore Socrate è seguita una raffica di impropri:

     ■ Bel critico che sei che ti tieni solo i commenti che più ti fanno comodo, la mia era una critica costruttiva! Sei solo un pallone gonfiato! {13-07-2010; ore 12.01} Gli risposi semplicemente: «Dio ti tratti secondo le tue parole». Poi ha fatto tutto da solo.

     ■ Ahahahahah, sei pieno di te stesso! {13-07-2010; ore 13.22}

     ■ Non hai l’umiltà di accettare critiche, le fai solo tu agli altri... ma stai tranquillo che ti sta finendo questo sparlare di tutti... {13-07-2010; ore 13.22}

     ■ Prima di parlare, dovresti imparare l’educazione. {13-07-2010; ore 13.23}

 

Come detto, questi sono soltanto alcuni casi di persone che si fanno dapprima «avvocati dei buoni sentimenti», per poi dirtene di tutti i colori e superare spesso ogni limite della buona creanza. Ho evitato di mettere quei casi di cacofonia e di ingiurie tipiche degli empi.

 

 

3.  CHE COS’È LA CALUNNIA: Mi meraviglia sempre di nuovo l’uso improprio della parole da parte di coloro che mi rimproverano di calunniare qualcuno. A volte un articolo riguarda l’analisi di un articolo, di un libro o di un filmato, che un lettore ha posto alla mia attenzione; si tratta quindi di un materiale pubblico, a cui io e altri rispondiamo pubblicamente.

     Per non accusare gli altri ingiustamente di calunnia, è assolutamente necessario definire che cosa essa sia. Il temine «calunnia» proviene dal latino (calumnia da calvi «ingannare») e secondo vari dizionari significa: «delitto commesso da chi incolpa di un reato una persona che egli sa innocente, o simula a suo carico le tracce di un reato»; quindi, per estensione: «falsa accusa; diffamazione, denigrazione» e anche «bugia, cosa non vera» (Sapere; cfr. qui).

     Ciò significa che, se si riportano correttamente le parole scritte (articolo, libro) o dette (filmato) da qualcuno, non c’è calunnia. Quando si pratica apologetica, ossia si analizzano tali parole alla luce della sacra Scrittura, facendo osservazioni e obiezioni, non c’è calunnia. Ciò è qualcosa di diverso dal portare una «accusa consapevolmente falsa contro qualcuno per infamarlo o comunque recargli danno» (Hoepli; cfr. qui).

     Coloro che accusano qualcuno di calunnia, dovrebbero portare le prove documentarie che ciò sia accaduto. A coloro che mi accusano ingiustamente di calunniare il mio prossimo, rispondo con le parole di Gesù, dopo che fu schiaffeggiato da una guardia, dicendo: «Così rispondi tu al sommo sacerdote?»; egli rispose: «Se ho parlato male, dimostra il male che ho detto; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,22s). Anche Paolo, quando si trovò dinanzi al Sinedrio, evidenziando di essersi «condotto dinanzi a Dio in tutta buona coscienza» e il sommo sacerdote Anania comandò di percuoterlo sulla bocca, egli reagì così: «Dio percuoterà te, parete scialbata; tu siedi per giudicarmi secondo la legge, e violando la legge comandi che io sia percosso?» (At 23,1ss).

     Tali risposte autorevoli sono abbastanza eloquenti verso i miei detrattori, che mi accusano ingiustamente di calunniare il mio prossimo. Essi, spesso per ignoranza, usano impropriamente il termine «calunnia». Quando poi chiedo loro fatti concreti e prove documentarie, in cui avrei calunniato qualcuno, secondo i casi, arriva da loro solo «aria fritta» (nessun argomento), altre parole pesanti o affermano candidamente: «No, io parlo in generale». In tal modo si rendono solo colpevoli.

 

 

4.  DISTINGUERE I DIVERSI PIANI: Se non si distinguono i diversi piani di rapporti sociali, oltre a palesare di essere ingenui e sprovveduti nelle cose che si affermano, si mostra mancanza di conoscenza umana e biblica. C’è il piano privato e quello pubblico, c’è l’aspetto personale e quello ecclesiale o dottrinale. Di là dal fatto che bisogna sempre rimanere corretti, nei due piani non valgono le stesse regole.

     Una cosa è «non giudicare» gli usi e i costumi altrui  (cfr. Rm 14), altra cosa è il «giudicate voi» riguardo all’operato morale e alle concezioni dottrinali, per così distinguere i falsi fratelli e separarsi da loro (1 Cor 5,11s). Sul piano personale e privato, Gesù comandò: «Se… ti ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te… va’ prima a riconciliarti col tuo fratello» (Mt 5,23s). «Se poi il tuo fratello ha peccato contro di te, va’ e riprendilo fra te e lui solo» (Mt 18,15); poi segue la regola in caso di intransigenza altrui.

     ■ Tale regola non vale sul piano pubblico e dottrinale. Giovanni Battista non si recò in udienza privata da Erode, per dirgli il suo disappunto riguardo all’adulterio, in cui viveva il re. A costo delle pesanti conseguenze, egli gli diceva pubblicamente: «E non t’è lecito di tenere la moglie di tuo fratello!» (Mc 6,17ss).

 

     ■ Gesù affrontò pubblicamente scribi, Farisei, Sadducei e quanti altri, le cui opinioni erano note. Egli non faceva maldicenza, quando si esprimeva su di loro. Gesù li apostrofò pesante modo, mostrando l’incoerenza del loro pensiero e del loro comportamento (Mt 23; Lc 6,25s; 11,42-52). Quando alcuni Farisei vennero a dirgli: «Parti, e vattene di qui, perché Erode ti vuol far morire», egli non si recò dal re per dirgli la sua opinione, ma disse pubblicamente: «Andate a dire a quella volpe…» (Lc 13,31); la volpe era considerato un animale negativo e nocivo (Cc 2,15).

 

     ■ L’apostolo Paolo sapeva distinguere il piano privato e personale da quello pubblico e dottrinale. Sul piano personale poteva dire: «Per questo io mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando son debole, allora sono forte» (2 Cor 12,10). Al suo collaboratore e discepolo confidò: «Alessandro, il ramaio, mi ha fatto del male assai. Il Signore gli renderà secondo le sue opere. Da lui guardati anche tu, poiché egli ha fortemente osteggiato le nostre parole. Nella mia prima difesa nessuno s’è trovato al mio fianco, ma tutti mi hanno abbandonato; non sia loro imputato!» (2 Tm 4,14ss). Già qui ci sono elementi personali (cfr. anche 2 Tm 1,15s) e ministeriali.

     Eppure, sul piano pubblico, dottrinale e morale Paolo non fece sconti a nessuno. Qui non si trattava della sua persona, ma dell’Evangelo. Quando in Galazia Pietro si mise a giudaizzare, trascinando con sé anche altri, non si trattava del piano personale, ma del procedere «con dirittura rispetto alla verità dell’Evangelo» o meno (Gal 2,14). Visto che i fatti erano noti, non leggiamo che Paolo andò a trovare Pietro personalmente, ma lo prese di petto «in presenza di tutti». Scrivendo proprio ai Galati, prese pubblicamente posizione verso coloro che predicavano un falso evangelo, maledicendo i giudaisti (Gal 1,6-9). Similmente accadde, scrivendo ai Corinzi: egli smascherò pubblicamente i falsi apostoli giudei di stampo gnostico (gli allora carismaticisti), chiamando tali seduttori in malo modo (2 Cor 11,3s.13ss). Qui smascherò anche un fornicatore e biasimò i Corinzi che lo tolleravano (1 Cor 5,1-5), comandando in fine: «Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi» (vv. 11s), ossia ogni falso fratello che vive in modo immorale.

     Per questi motivi Paolo diede la seguente istruzione riguardo a coloro che stavano nella luce della ribalta (conduttori, servitori, ecc.): «Non ricevere accusa contro un anziano, se non sulla deposizione di due o tre testimoni. Quelli che peccano, riprendili in presenza di tutti, affinché anche gli altri abbiano timore» (1 Tm 5,19s). È chiaro che i testimoni non servono laddove ci sono scritti (libri, articoli) e filmati, che testimoniano delle cose.

 

 

5.  ASPETTI CONCLUSIVI: Sarebbe ingenuo e drammatico voler accusare di calunnia Giovanni Battista, Gesù, Paolo e altri scrittori e personaggi del NT. Ciò che è pubblico e rispecchia i fatti evidenti e accertati, non è calunnia. Bisogna distinguere, come abbiamo visto, i diversi piani di relazione sociale.

     ■ Sul piano personale e privato sta al centro la riconciliazione: la confessione da parte del reo (Lc 15,18.21) e il perdono da parte della parte lesa (Mt 6,14s; 18,21s). Qui, per amore del Signore, si può subire anche qualche torto (1 Cor 6,7) e si può coprire col manto dell’amore moltitudine di peccati (1 Pt 4,8).

     ■ Sul piano pubblico, dottrinale e morale sta al centro la correzione. Chiaramente si deve cercare di recuperare chi ha deviato dalla verità (Gcm 5,19s). Laddove, però, si affermano cose in pubblico (libri, articoli, filmati, ecc.) e si propagano tali convincimenti, l’ovvia risposta dev’essere pubblica. Non si tratta più del piano personale, ma di quello delle idee e dei comportamenti. Come abbiamo visto, qui Paolo ingiunse a Timoteo di riprendere i rei «in presenza di tutti… senza prevenzione, non facendo nulla con parzialità» (1 Tm 5,20s). A Tito l’apostolo comandò di riprendere severamente i credenti, che davano retta «a favole giudaiche e a comandamenti d’uomini che voltano le spalle alla verità» (Tt 1,13s).

     Lo stesso Giacomo non andò per il sottile, quando mise alla berlina i ricchi (Gcm 2,6s) e gli amorali, chiamandoli «gente adultera», poiché vivevano in compromesso col mondo (Gcm 4,4). Gli esempi concreti li ho fatti sopra.

     Si potrebbe aggiungere la risposta che diede pubblicamente Pietro a Simone il Mago, che si era convertito, ma non era nato di nuovo, ma anzi voleva comprare lo Spirito Santo come una potenza da dispensare a proprio arbitrio (un po’ come vorrebbero fare i santoni carismaticisti d’oggi; At 8,18-24).

     Quando il mago giudaico Elima, dinanzi al proconsole Sergio Paolo, contrastava alle parole di Paolo e Barnaba, «cercando di stornare il proconsole dalla fede», Paolo lo rimproverò pubblicamente e severamente così: «O pieno d’ogni frode e d’ogni furberia, figlio del diavolo, nemico d’ogni giustizia, non cesserai tu di pervertire le diritte vie del Signore?» (At 13,8ss); poi seguì l’annuncio del giudizio personale. Abbiamo anche visto riguardo a Pietro che Paolo gli resistette «in faccia perché egli era da condannare» (Gal 2,11).

     Chi è incapace di distinguere questi due piani, ha una fede ingenua e nutre un falso pietismo e una pericolosa falsa tolleranza (cfr. 1 Cor 5). L’altra parte della medaglia è che costui, credendosi «maestro» pur necessitando ancora di «latte» quanto a conoscenza, angoscerà anche coloro che si prodigano per una corretta apologetica, accusandoli ingiustamente di calunnia e cose simili. Mentre gli uni scrivono e parlano pubblicamente alle masse, influenzandole con la loro visione dottrinale, si vorrebbe che chi pone osservazioni e obiezioni alle loro opinioni e al loro operato, si taccia! E che ciò avvenisse in nome di uno «spiritualismo dei buoni sentimenti», che la Bibbia non conosce, ma che è l’efflusso di una mancanza di vera conoscenza biblica e di un umanesimo cristianizzato.

     Chi ha aderito a una grazia che non costa nulla, vorrebbe anche solo un cristianesimo dei buoni sentimenti, un Dio a propria immagine e una verità addomesticata.

 

Accuse di calunnia? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Accuse_di_calunnia_UnV.htm

16-07-2010; Aggiornamento: 19-07-2010

 

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