Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Escatologia 1

 

Scienza (generale)

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Norme di fair-play

 

 

Questa opera contiene senz’altro alcune novità. Leggendo i brani escatologici della Bibbia sorgono vari interrogativi, ad esempio i seguenti:
■ I credenti, quando muoiono, vanno in cielo o in paradiso?
■ I morti nell’aldilà sono solo inattivi o anche incoscienti?
■ I bimbi morti dove vanno?
■ Se nessuno sa il giorno e l’ora dell’avvento del Messia, perché diversi cristiani hanno fatto predizioni circostanziate per il loro futuro imminente?
■ Qual è la differenza fra escatologia e utopia?
■ In che cosa si differenzia la speranza biblica dalla speranza secolarizzata di alcuni marxisti?
■ Il «rapimento» precederà o seguirà la tribolazione finale?
■ Quando risusciteranno i credenti dell’AT?
■ Il regno millenario è concreto o solo spirituale?
■ Durante il suo regno futuro col Messia regnerà sono Israele o anche la chiesa?
■ Nella nuova creazione i credenti abiteranno in cielo o sulla nuova terra?
■ Lo stagno di fuoco esisterà per sempre?
■ I morti si riconoscono nell’aldilà?
■ Non sarà noioso vivere nel nuovo mondo?
■ Ci sarà il tempo nel nuovo mondo?
■ Ci sarà il matrimonio nel nuovo mondo?
■ Eccetera...

 

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Escatologia 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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VERITÀ AUTOREVOLE E AUTORITÀ VERACE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Tutto era partito dal tema «Le traduzioni della Bibbia sono fiori e spine», a cui un lettore (Antonio Leonelli), rispose in modo lapidario e sibillino: «Non perdete tempo! Leggete Darwin ed Einstein». {21-05-07}

   Secondo lui occuparsi della Bibbia è una perdita di tempo. Propone di leggere un autore del 19° secolo e uno del 20° secolo come fonte per avere maggior lumi di conoscenza. Si pone quindi il tema della fonte della conoscenza. Qual è quindi la garanzia di una conoscenza verace e autorevole?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Nicola Martella

2. Antonio Leonelli

3. Nicola Martella

4. Antonio Leonelli

5. Nicola Martella

6. Antonio Leonelli

7. Nicola Berretta

8. F. De Angelis

9.

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Nicola Martella}

 

Simpatica frase concisa e a effetto. Purtroppo il lettore non dice il perché. Umiltà sua, dà però un consiglio impellente! Perché leggere Darwin, visto che le sue tesi sono considerate con «sufficienza» da diversi autorevoli evoluzionisti odierni? Lo stesso Darwin aveva rispetto della Bibbia, non era agnostico. Di Einstein abbiamo diverse affermazioni su Dio e la Bibbia, a cui non era contrario; anzi ha attinto dalla Bibbia diversi tratti del suo pensiero.

   In ogni modo, ricordiamo le parole di Gesù: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mt 24,35). Tutti i pensatori e filosofi troveranno altri che li smentiranno. Gesù ha preso qui un impegno che le sue parole non passeranno di moda né di attualità. Quindi vale la pena occuparsi delle parole di Dio e di quelle di Gesù.

 

 

2. {Antonio Leonelli}

 

La Bibbia (escluso il Vangelo) è un insieme di turpitudini e nefandezze e quindi non può essere stata ispirata da Dio. La parola di Dio è nei libri di Voltaire, Beccaria, Einstein. {24-05-07}

 

Desidero chiarire il mio pensiero. Ho parlato di Darwin e Einstein, di Voltaire o di Beccaria, ma avrei potuto aggiungere i nomi di tutti coloro che, con i loro scritti, hanno cambiato drasticamente la visione del mondo, sia dal punto di vista etico che cosmologico. Sono convinto che Essi hanno potuto distinguersi dal resto dell’Umanità proprio perché ispirati da Dio, esattamente come gli autori della Bibbia. Con una differenza: quando Dio ha ispirato i testi biblici, ha dovuto usare un linguaggio elementare per essere compreso dagli uomini del tempo, come fa un padre quando parla al suo bambino di cinque anni. Mano a mano che il bambino cresce, quel padre cerca di dare spiegazioni sempre più precise, approfondite e veritiere. La stessa cosa fa Dio, che è Padre di tutti noi, e non può aver cessato di parlarci dopo i tempi della Bibbia. Ha continuato a farlo e in modo sempre più preciso, adeguando via via il Suo linguaggio alla nostra sempre maggiore capacità di capire. È per questo che, se vogliamo illuminarci nella ricerca della Sua verità, non dobbiamo fermarci a elucubrare sulla Parola che ci ha detto quando non eravamo ancora in grado di capire molte cose (come bambini di cinque anni, ai tempi della Bibbia) ma ci dobbiamo sforzare a studiare la Sua parola più recente, certamente più difficile da capire, ma degna del livello di maturità da noi raggiunto oggi. È stato Lui ad aprire le menti di Voltaire, Beccaria, Einstein. Anche di Darwin, che non è affatto «guardato con sufficienza» dagli scienziati, perché l’evoluzione non è una semplice teoria, ma un dato di fatto confermato ogni volta che viene completata la mappatura del genoma d’una nuova specie animale (tra le più recenti, il babbuino e l’ornitorinco) e si scopre che una grossa percentuale è identica a quella del genoma umano. Bisogna tenersi al corrente di queste scoperte, perché è soprattutto attraverso d’esse che Dio ci parla oggi e ridimensiona la nostra pretesa di sentirci speciali. Lo aveva già fatto quando ha ispirato Galileo, Copernico, Keplero, rivelandoci che noi uomini non siamo al centro dell’Universo, come invece ci aveva fatto credere da bambini, per infonderci sicurezza. Ce lo ha rivelato solo nel Seicento, perché ha ritenuto che in quel momento eravamo ormai maturi per accettare una verità così sconvolgente, molto più di quella di Darwin. Possiamo sempre illuderci che la Terra sia al centro dell’Universo, né che siano mai esistiti i dinosauri (vissuti per centinaia di milioni d’anni e poi scomparsi milioni d’anni prima della comparsa dell’Uomo), e ignorare le Parole che Dio ci sta dicendo oggi, attraverso il lavoro serio e intelligente di milioni di studiosi di tutto il mondo che trovano, analizzano, confrontano, enormi quantità di reperti fossili in Paleontologia o di geni in Biologia Molecolare. Come ogni adulto che non vuole crescere, possiamo sempre cullarci nelle Parole tranquillizzanti che nostro Padre ci ha detto quando eravamo bambini, ma questo non ci aiuta a trovare l’illuminazione della Verità. {28-05-7}

 

 

3. {Nicola Martella}

 

Ho mandato il tutto a Fernando De Angelis, curatore del settore «creazione-evoluzione» del sito [► Proiezioni Culturali; ► Dizionario sull'evoluzione] perché ti risponda. Egli ha pubblicato opere su questo particolare tema. Sta pubblicando attualmente un libro proprio su creazione ed evoluzione [► Trattato critico sull’evoluzione]. Appena la risposta sarà disponibile, ti metterò al corrente. Inoltre ho chiesto anche il parere di Nicola Berretta, biologo; anch'egli ha scritto su creazionismo ed evoluzionismo su «Lux Biblica», una rivista teologica.

 

 

4. {Antonio Leonelli}

 

Non so quali titoli abbia il sig. Nicola Martella per parlare di evoluzione. Ha partecipato a campagne di scavi paleontologici?  Sa come si datano i fossili? Ha idea di come si mappa un genoma?  Quante mandibole di ominidi ha confrontato? Consiglio a tutti e anche a lui di leggere l'illuminante testo di Juan Luis Arsuaga, Luce si farà sull'origine dell'uomo (Feltrinelli, 2001).  {28-05-7}

 

 

5. {Nicola Martella}

 

Antonio, vedo che non sei interessato a un confronto, ma solo a fare illazioni. Perché? Ti ho appena scritto che ho passato la tua e-mail all'esperto di creazionismo-evoluzionismo di «Fede Controcorrente»; egli ha già scritto libri sull'argomento e molteplici articoli sul mio sito. Ma pare che non ti interessa ascoltare, ma ti ritieni l'unico sapiente e l'unico esperto in materia.

    Il mio non è un forum, dove arriva tutto ciò che si manda, ma è un portale, dove si pubblicano solo cose serie e documentate. Finora ho letto solo proclami e nell'ultimo contributo solo domande retoriche che si possono semplicemente rigirare al mittente («E tu hai mai...?»), insieme con tante altre domande che mi risparmio. Se non hai la pazienza di aspettare una risposta da un tuo interlocutore, mi sembra che non vuoi discutere, ma fare solo ideologia. Ciò non getta buona luce su di te.

 

 

6. {Antonio Leonelli}

 

Intanto mi scuso perché avevo capito che Nicola Martella fosse l'autore del libro in uscita. Per il resto, concordo sul fatto che non sono interessato a confrontarmi con Voi, ma ho solo risposto alla Vostra e-mail del 19 maggio che non avevo sollecitato. Mi rendo conto che non posso dialogare con chi pensa di trovare le Verità cosmologiche (sull'Universo, sulla vita, ecc.) e quelle etiche nelle pagine di vecchi libri ormai superati sia dal dal punto di vista scientifico (dai tempi di Copernico) che da quello etico (dopo i crimini nazisti, l'obbedienza cieca non è più un valore e non lo sono mai stati l'intolleranza, l'inganno, l'incesto, praticati largamente dai principali protagonisti del Vecchio Testamento). Quanto alle mie «domande retoriche» sono il minimo che si può chiedere a chi pretende di scrivere su argomenti così specialistici. Per quanto mi riguarda, riconosco la mia ignoranza, che cerco indegnamente di colmare leggendo libri come quello che vi ho consigliato o altri che sono il frutto del lavoro sul campo di eminenti studiosi, che prima di avanzare illazioni sottopongono le proprie conclusioni alla critica basata non su vecchi libri ma su altre osservazioni sul campo. Nonostante ne abbia letti molti, non mi sognerei mai di scrivere un libro sull'evoluzione, dato che non sono in grado di distinguere un fossile di Homo Sapiens da uno di Neanderthal. Se altri, in analoghe condizioni, si sentono di farlo, facciano pure! {28-05-7}

 

 

7. {Nicola Berretta}

 

Credo che Antonio Leonelli confonda la necessità d’usare un linguaggio semplice nei confronti di chi non si reputa ancora in grado di comprendere, col plagio e la mistificazione. Se è pur vero che, quando ci rapportiamo con un bambino, siamo tenuti a comunicare con loro utilizzando termini accessibili alla loro comprensione, sarebbe del tutto errato se questa necessità d’essere semplici ci facesse sentire autorizzati a trasmettere loro delle fandonie. Col crescere, i bambini perderebbero la fiducia nei loro genitori.

     Che fiducia potrei avere io oggi in un Dio che mi ha comunicato cose errate, ritenendomi non in grado di comprendere la verità? Non potrebbero allora anche le «verità» che adesso Dio mi trasmetterebbe attraverso Voltaire, Einstein o Darwin essere altrettante bugie fuorvianti, rispetto a una «verissima verità» che forse, se proprio gli aggraderà, Dio comunicherà all’uomo tra un paio di miliardi d’anni?

     Noto infatti nel Signor Leonelli un ottimismo positivista di cui non mi è chiara l’origine oggettiva. Cosa gli assicura che l’essere umano sia oggi così «adulto», per cui Dio si è compiaciuto di rivelargli la verità? Non potrebbero quelle di Darwin essere bugie infantili, alla stessa stregua di quelle che avrebbe in precedenza rivelato attraverso la Genesi, o in altre parti della Bibbia? E se tali potrebbero teoricamente essere, perché dare a loro più credito della Bibbia stessa?

     Questa mia critica ha ovviamente un senso, a meno che non s’abbia una certezza del fatto che l’uomo sia oggi divenuto «adulto» e non sia più il «bambino» di 2 o 3.000 anni fa. Questa certezza però deve essere maturata «all’esterno di sé», non è infatti il «bambino» colui che è autorizzato a definire il momento quando non lo è più. Mi viene ad esempio in mente mia figlia, che già a quattro anni parlava del suo passato esordendo con un tenero, ma ridicolo: «Quando ero piccola,…» !!!

     Concordo in ogni caso con lui quando afferma l’alta considerazione di cui gode Darwin nella comunità scientifica, giusta o sbagliata che sia. Darwin, con la sua teoria, ha dato un contributo essenziale allo sviluppo della biologia, così come di altre discipline scientifiche, nel corso di tutto il 20° secolo. Il problema nasce, come sempre, dalle estrapolazioni non provate che sono nate da queste teorie. Forse Antonio Leonelli non considera il fatto che i nostri geni sono perlomeno al 30% uguali a quelli dei fiori (tralascio le percentuali relative a topi e maiali…). Se da questo dovessimo automaticamente dedurre che siamo per un 30% simili ai fiori, allora lo slogan dei ragazzi di Woodstock che si definivano «figli dei fiori» andrebbe forse preso un po’ più alla lettera... Spero che questo aiuti a riflettere sul fatto che l’utilizzo di percentuali di somiglianza nel patrimonio genetico possono avere un significato opinabile. L’affermazione oggettiva secondo cui il nostro genoma è simile per il 98% a quello d’uno scimpanzé può essere soggetta a una miriade d’interpretazioni, tra cui anche quella secondo cui noi e loro abbiamo progenitori comuni. La capacità di distinguere tra dato oggettivo e interpretazione del dato stesso è una dote molto rara, anche — e direi soprattutto !!! — tra gli scienziati.  {29-05-7}

 

 

8. {Fernando De Angelis}

 

Tornare bambini per dialogare?

 

In questa lettera lei non fa domande, ma espone con assoluta sicurezza la sua visione delle cose che, a quanto pare, la soddisfa pienamente. Ho via via avuto contatto con evoluzionisti che godono della massima stima sul piano nazionale e, in genere, abbiamo potuto avere dei dialoghi amichevoli, con un loro riconoscere la ragionevolezza di certe critiche che si possono fare all’evoluzionismo: queste persone le chiamo «gli sportivi» (o «gli atleti») dell’evoluzionismo. Altri invece sembra che abbiano tutto da insegnare e niente da imparare e, a volte in modo anche esplicito, non sono in realtà disposti a dialogare seriamente con chi non è della loro parte: questi li chiamo «i tifosi» dell’evoluzionismo ed evito d’intrattenermici.

   Quando lei scrive che «l’evoluzione non è una semplice teoria, ma un dato di fatto confermato ogni volta che viene completata la mappatura del genoma d’una nuova specie», ragiona più da tifoso che da sportivo e non tiene conto che lo stesso Einstein da lei citato ha dichiarato: «Considero le dottrine evoluzionistiche di Darwin, Haeckel, Huxley, come tramontate senza speranza» [H. Muschalek, Dio e gli scienziati (Paoline, Alba 1972), pp. 30s].

   Ogni giorno, sul sito www.dissentfromdarwin.org, nuovi scienziati firmano un manifesto antidarwinista e qualche mese fa erano già 600. Le nuove scoperte appoggiano al 100% l’evoluzionismo solo se sono interpretate con quel presupposto, ma a me pare invece evidente che, più si scopre la complessità degli esseri viventi, più diventa insostenibile attribuirne la loro origine a meccanismi darwiniani.

   Non sto comunque a ripeterle le mie argomentazioni contro l’evoluzionismo, che può comodamente trovare su «Proiezioni Culturali» (le consiglierei, in particolare, il «Dizionario sull'evoluzione»). Spero solo che possa rendersi conto che sulle questioni dell’origine della vita e delle specie, sulla non contraddittorietà dei messaggi ricavabili dalla cultura scientifica e umanistica, su chi è Dio e su chi era Gesù, le questione sono molto più complesse di quanto invita a supporre il quadretto idilliaco che lei ha fatto e che a me sembra un po’ infantile. Così le rendo la pariglia: non come vendetta, ma nella consapevolezza che per instaurare un proficuo dialogo bisognerebbe ambedue non abbandonare l’umiltà dei bambini, sempre coscienti della vastità di ciò che non sanno. {29-05-07}.

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/T1-Verita_autorita_Esc.htm

30-05-2007; Aggiornamento: 05-07-2010

 

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