Qui di seguito
discutiamo l’articolo «Margherita
Hack tra scienza e ideologia atea».
Alcune persone sanno proprio tutto su un certo campo, ma sanno solo
quello, ad esempio: le formiche rosse dello Zaire; il triangolo delle Bermuda e
i suoi misteri; la «materia oscura» nella cintura di Orione. Non fidarti di tali
«idioti specializzati», ossia conoscitori di un campo ristretto del sapere,
quando vogliono sentenziare in modo assoluto e definitivo sulla vita e
sulla morte, sull’inizio e sulla fine d’ogni cosa, del mondo e dell’umanità.
Tanto meno fidati di uno studioso di un capo specifico (p.es. astronomia), che
sentenzia l’inesistenza di Dio, usando le sue ipotesi scientifiche,
vendute come cosa certa. Egli assomiglia a un ragazzo che, stando dinanzi a un
enorme mucchio di tessere, ne incastra una decina, dopo lungo e laborioso
impegno, e afferma di sapere come sarà il disegno finale del grande puzzle.
L’apostolo Paolo affermava giustamente: «Or l’uomo psichico non riceve le
cose dello Spirito di Dio, perché gli sono pazzia; e non le può conoscere,
perché le si giudicano spiritualmente» (1 Cor
2,14). «L’uomo psichico», come recita il testo greco (psychikòs
ánthropos), è una persona che si fida della sua psiche, ossia dei suoi sensi e
dei suoi ragionamenti. Col suo raziocinio egli non può capire né conoscere le «cose
dello Spirito di Dio», ossia quelle «insegnate
dallo Spirito» (v. 13), anzi gli appaiono astruse.
Secondo la Bibbia, per
accedere alle «cose dello Spirito»
serve un giudizio pneumatico, ossia dato dallo Spirito di Dio (pneumatikōs
anakrítenai «si giudicano spiritualmente»), cosa che ha soltanto chi è «spirituale»
(pneumatikòs; v. 15), ossia chi ha lo Spirito Santo, chi ha la «mente di
Cristo» (v. 16). Soltanto chi possiede queste «organo spirituale», dato da
Dio alla rigenerazione, può comprendere che cosa significano le seguenti parole:
«Per fede intendiamo che i mondi sono stati formati
dalla parola di Dio; cosicché le cose che si vedono non sono state tratte da
cose apparenti» (Eb 11,3). Tale «intendere per
fede» corrisponde a tale «percezione pneumatica» data dallo Spirito circa
le cose di Dio. È una conoscenza, che l’uomo psichico non può avere,
basandosi soltanto sui suoi sensi e sui suoi strumenti che, quantunque
sofisticati, sono solo limitati. In tal senso, l’apostolo Paolo scrisse: «La
predicazione della croce è pazzia per quelli, che periscono, ma per noi,
che veniamo salvati, è la potenza di Dio. […] ma noi predichiamo Cristo
crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per i Gentili, pazzia;
ma per quelli i quali son chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo
Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio» (1 Cor 1,18.23s). Per
l’uomo psichico è «pazzia» tutto ciò, che non può essere compreso con i
suoi sensi; quanto i sensi siano ingannevoli e raggirabili lo dimostrano
al riguardo proprio vari studi basati su esperimenti scientifici.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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I contributi sul tema ▲
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1. {Rita Fabi}
▲
Purtroppo troppo
spesso gli scienziati si sono basati sul fatto che l’uomo medio non è in
grado di valutare criticamente la correttezza delle affermazioni da loro date,
dimostrando in questo modo la loro malafede, mentre la buona divulgazione
non dovrebbe mai travisare i risultati consolidati della ricerca scientifica,
soprattutto quando, come in questo caso, servono solo a provare il proprio
ateismo.
Ci sono comunque molti scienziati, che hanno trovato Dio, proprio
studiando le scienze. Riporto il pensiero di uno di loro: William D. Phillips,
1948, fisico e Premio Nobel, cristiano. Egli è stato Nobel per la fisica nel
1997 per lo sviluppo di metodi di raffreddamento degli atomi tramite laser.
«Molte persone sono convinte che scienza e religione siano inconciliabili. Io
sono un fisico, faccio ricerca tradizionale, pubblico nelle riviste
peer-reviewed, formo gli studenti e i ricercatori, cerco d’imparare dalla
natura come essa lavora. In altre parole, sono uno scienziato. Sono anche
una persona di fede
religiosa. Io frequento la chiesa, canto nel coro gospel, alla domenica vado al
catechismo e prego regolarmente, cerco di «essere giusto, misericordioso e
camminare umilmente con Dio». In altre parole, sono una comune persona di fede.
Uno scienziato serio che seriamente crede in Dio. [...] Come
faccio a credere in Dio? Questa non è una questione scientifica. Una
dichiarazione scientifica deve essere «falsificabile» [...], mentre i
contenuti a carattere religioso non lo sono necessariamente. Non c’è bisogno che
ogni dichiarazione sia scientifica, e queste non sono inutili o irrazionali
semplicemente perché non sono scientifiche: «lei canta splendidamente», «lui è
un uomo buono», «io ti amo»…queste sono tutte dichiarazioni non scientifiche ma
di grande valore. La scienza non è l’unico modo utile per guardare la
vita. Perché credo in Dio? Come fisico, guardo la natura da una
particolare prospettiva: vedo un universo bello e ordinato, in cui quasi tutti i
fenomeni fisici possono essere compresi con poche equazioni matematiche. Vedo un
universo che, se fosse stato costruito in modo leggermente diverso, non avrebbe
mai dato vita a stelle e pianeti, batteri e persone. E non vi è una buona
ragione scientifica, che spieghi perché l’universo non avrebbe dovuto essere
differente. Molti grandi scienziati hanno concluso da queste osservazione che un
Dio intelligente deve aver scelto di creare l’universo con queste belle e
semplici proprietà adatte alla vita. Altri buoni scienziati hanno deciso
tuttavia di rimanere atei. Entrambe sono posizioni di fede.
Recentemente, il filosofo e per lungo tempo ateo, Anthony Flew ha cambiato
idea e ha deciso che, sulla base di precisi elementi di prova, si deve
credere in Dio. Ho trovato questi elementi suggestivi e sostenitori della fede,
ma non conclusivi. Io credo in Dio innanzitutto perché posso sentire la sua
presenza nella mia vita, perché vedo l’evidenza di Dio nella mia vita. Credo
più a causa della scienza che nonostante essa, ma ultimamente è esclusivamente
una questione di fede». (grassetto redazionale).
Il seguente
video è interessante che spiega come la maggior parte degli scienziati
cerchi di evitare l’idea di un Creatore, ma come sia anche difficile farlo.
{27-08-2012}
2. {Paolo Bola}
▲
■
Contributo:
Ottimo, a me Margherita è simpatica e sono pronto a scusarla, perché a me
interessa quello che dice scientificamente che sia stato scoperto o ancora da
scoprire ecc. Per il resto spiace quando esce dal seminato e vuole
influenzare, in base alla sua personalità, le persone, che la stanno ascoltando;
a questo punto non ha rispetto degli altri, di nessuno. Chiunque può
mettere in rete le proprie esperienze, pro e contro l’esistenza di Dio, ma dopo
tutto rimane come prima; tuttavia, per chi è incerto, sentendola parlare,
potrebbe essere influenzato dal suo pensiero. Di questo lei è responsabile
di fronte a questi fratelli; la sua ideologia dovrebbe tenerla per
sé, farebbe più bella figura e così avrebbe rispetto del pensiero di tutti.
Coraggio, sorella, alza gli occhi al cielo senza il microscopio e
forse... ci potrebbe essere una luce nuova. {27-08-2012}
▬
Nicola Martella:
«…alza gli occhi al cielo senza il microscopio»: sebbene ciò sia un
lapsus
(lei usa il telescopio, se ancora ci vede), dinanzi ai
grandi misteri dell’universo,
uno studioso settoriale vede tutto proprio come in un
microscopio, ossia un parte
infima del creato e dell’esistenza. Margherita Hack, tenendo in mano
relativamente poche tessere del tutto, pretende di affermare cose
fondamentali sull’intero puzzle del creato e dell’esistenza e conclude
che non c’è un Creatore. Gli «idioti specializzati» (così si chiamano in gergo
gli «studiosi settoriali», nella Bibbia prendono il nome di «stolti» (Sal
14,1; 53,1). Essi vogliono «esser dottori della legge, quantunque non
intendano quello, che dicono, né quello che danno per certo» (1
Tm 1,5ss).
Una tale persona ideologicamente atea, che
propaga le sue idee sotto il paravento scientifico, non può essere certo mia «sorella»,
ossia una nata spiritualmente nella famiglia di Dio.
3. {Eliseo
Falla}
▲
Mi ricordo, tanti anni fa, quando viaggiammo
insieme con Margherita Hack nello stesso scompartimento del treno da Bologna
a Firenze (allora ella non era famosa come oggi). In tale circostanza, io e mia
moglie avemmo la possibilità di parlarle del Signore. Vedo che da allora
non ha cambiato opinione. Mi ricordo benissimo l’affermazione che fece di
Dio. Disse testualmente che Dio è un Padre Padrone. Ha anche una certa
età la Margherita, fra breve si troverà al cospetto di Dio e del suo
giudizio. Cambierà sicuramente opinione, ma sarà troppo tardi ormai.
{27-08-2012}
4.
{Giovambattista Mele}
▲
■
Contributo:
Negli anni Cinquanta del 20° secolo, quando la Russia mandò nello spazio l’uomo,
questi aveva un segreto da scoprire, oltre a quello scientifico. Quando
la navicella tornò sulla terra, il capo di Stato maggiore domandò al capitano
della spedizione quanto segue: «Avete incontrato Dio?» La risposta fu:
«No». Da allora Stalin dichiarò: «Dio non esiste», e nacque l’ateismo.
Oggi non cambia niente, bisogna solo pregare affinché il Signore li tocchi!
{27-08-2012}
▬
Nicola Martella:L’ateismo
esisteva già da molti secoli e non nacque certo con Stalin. Ma questo dittatore
credette di trovare in ciò una conferma per il suo ateismo. Egli è il
classico esempio di che cosa possa compiere di empio e malvagio, quando è
convinto del suo ateismo, che vede tutto dall’ottica del «materialismo
scientifico». Similmente accadde in Cina e in tutte le dittature, sia in
quelle atee, sia in quelle che si asservirono la religione per i loro obiettivi.
■
Giovambattista Mele: Sapevo
questo, ma ho voluto citarlo per il fatto che, voleva incontrare Dio così da
poterlo toccare. {28-08-2012}
5. {Antonio
Nappo}
▲
■
Contributo:
Oltre a dimostrarsi nell’opera del creato, il Signore ha fornito l’uomo
della coscienza
(Romani 2,15); e se uno scienziato, con tesi discutibili, mette in dubbio
l’esistenza del Creatore, non può assolutamente scusarsi riguardo all’opera
della coscienza, sempre presente nella sua vita. {28-08-2012}
▬
Nicola Martella:
La coscienza non è un’entità stabile e affidabile, ma anch’essa può essere
«drogata». Uno dei termini per ciò, che noi chiamiamo coscienza, è cuore. Nello
stesso contesto Paolo affermò che «l’insensato cuore loro s’è ottenebrato»
(Rm 1,21). È vero che i Gentili, adempiendo «per natura le cose della legge»,
«mostrano che quel, che la legge comanda, è scritto nei loro cuori per la
testimonianza, che rende loro la coscienza», tuttavia «i loro
pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda» (Rm 2,14s).
Ciò significa che gli uomini sono esseri morali, avendo scrupoli di coscienza.
La coscienza, quantunque sia importante, da sola non basta per cercare e trovare
Dio e la verità, poiché essa si fa annebbiare, sedurre, corrompere e travisare;
l’uomo necessita di rivelazione biblica.
■
Antonio Nappo:
Non ho parlato di
conversione; quella è l’opera, che svolge lo Spirito Santo (Giovanni 16,8).
{28-08-2012}
▬
Nicola Martella:
Neanche io ho parlato della conversione, ma della fase precedente:
l’illuminamento mediante la rivelazione divina. Chiaramente, con tutti i
limiti della coscienza umana, la sua testimonianza, sebbene possa essere
flebile, non è da trascurare. Tale testimonianza, associata alle altre
(natura, comportamento dei credenti, predicazione biblica, ecc.) può concorrere
alla ricerca della verità.
■
Antonio Nappo:
Illuminazione significa che lo Spirito Santo parla all’uomo e lo
convince, cosicché l’uomo possa rispondere all’amore di Dio. Quindi, la
coscienza gioca un ruolo solo umano; quello che occorre è la voce di Dio
(Gv 16,8). {28-08-2012}
6. {Emiliano
Musso}
▲
■ Nota
redazionale: Emiliano Musso ha importato la mia nota sulla sua bacheca di
Facebook. Il seguente dialogo è avvenuto lì. Per questo non intervengo. Una
lettrice, visibilmente atea, parte da una mia affermazione, contenuta
nell’articolo di riferimento.
■
Violet Cassandra Perseo:
«Nell’ateismo uno o
ci crede o non ci crede». Ma andiamo, che ridere... {27-08-2012}
■
Emiliano Musso: È vero,
però, non c’è modo da dimostrare che Dio non esista. Il volerlo affermare a ogni
costo equivale a una fede, che poi viene supportata da convinzioni spesso
impropriamente mutuate dalla scienza (che non mi risulta abbia mai apportato
contributi su questo tema). Nonostante l’etimologia, l’a-teismo è una
convinzione di stampo religioso, che ha bisogno di propri dogmi, sacerdoti,
e perfino templi, il tutto ovviamente collocato a modo. {27-08-2012}
■
Violet Cassandra Perseo: È
una religione solo quando vi fa comodo, poi quando di mezzo ci sono
religioni attestate, a prevalere sono sempre quest’ultime. Vuoi anche perché
all’ateo viene negata persino la dignità di una spiritualità.
Stesso discorso per la scienza, cui fate appello solo ed esclusivamente
quando vi fa comodo. Perché prima di pretendere che si neghi l’esistenza di
qualcosa, bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di dimostrarla,
prima. Ma la credulanza viene sempre prima di ogni cosa, quindi una scimmia
rasata è un alieno, e un’idea, qualcosa che per essere negata, ha bisogno di
dimostrazioni scientifiche. Paradossale.
E l’ateismo, quello veramente sentito, è un’attitudine, non una
fede. Ma è più facile accusare di appartenere a una setta deviata che
riconoscere l’identità dell’altro, dopotutto. Che dire, complimenti.
{27-08-2012}
■
Emiliano Musso: Io non ho la
pretesa di dimostrarti Dio. Posso dirti che nella mia vita la sua
presenza è reale; e che ciò, che imparo dai testi sacri, lo riscontro nel
mio cammino personale. Posso dirti che come me ci sono
molte altre persone, nelle quali vedo lo stesso tipo di approccio, persone
che riesco a capire, quando mi parlano di ciò che vivono, perché è quello che
vivo anch’io. Per noi, è reale in quanto materia di fede, ma poi lo
diventa anche sul piano pratico, in tutte le espressioni in cui troviamo
conferma (lungi comunque dalla dimensione «mistica», d’altra parte è lo stesso
apostolo Paolo a ricordare che «camminiamo per fede, e non per visione»
[2 Cor 5,7, N.d.R.]). Insomma, si tratta di una dimensione di base, a cui la
fede aggiunge elementi.
L’ateismo, proprio per sua connotazione privativa, è la mancanza di
qualcosa. Non può essere un’attitudine, perché è la semplice pretesa
negazionale verso qualcosa, di cui l’ateo non ha alcuna certezza. Assume i
contorni della fede, perché esclude a priori ciò, che non può sapere, e
lo accetta come dogma.
Peraltro, la scienza passa appunto per tesi e dimostrazioni, vedasi il
metodo galileiano. Per questa ragione, se qualcosa sfugge all’esame, vuoi per
incapacità, mancanza di strumenti, o altro, non si può affermare nulla a
suo riguardo. La Bibbia afferma che Dio «schernisce gli schernitori, ma fa
grazia agli umili» [Pr 3,34, N.d.R.]; e inoltre afferma che Dio ha
nascosto le sue verità agli arroganti, per rivelarle ai semplici. Dio non lo
si conoscerà mai in un laboratorio, o attraverso un telescopio, perché
l’unico luogo, in cui lo si può incontrare per la prima volta, è dentro il
nostro cuore, ammettendo la nostra inadeguatezza e riconoscendo che solo in
Lui c’è la soluzione al nostro problema. {27-08-2012}
■
Violet Cassandra Perseo: Sì,
cuore, vita reale… poi, appena è possibile, ci rifili il discorso scientifico.
E un discorso da brivido sull’ateismo, ma non voglio ripetermi. Ho già risposto
a questo commento. {27-08-2012}
■
Emiliano Musso: Mai fatto
riferimento alla
scienza come concorrente della fede: per me sono due materie, che possono
andare tranquillamente d’accordo, tant’è che sono appassionato di fisica da
sempre. Per il resto, liberissima di mantenere le tue convinzioni,
ovviamente lasciando da parte le illazioni sul vissuto altrui, dal
momento che lo ignori in toto. {27-08-2012}
■
Violet Cassandra Perseo:
Illazioni? Ma di che parli? «Convinzioni», quanto cadiamo in
basso, quando siamo a corto di risposte. Poi pretendi rispetto? Che ridere
quando calano gli altarini.
Solo una cosa, quello che non perde occasione
di parlare di come Dio abbia rivoluzionato la propria vita e d’infuriarsi
ogni volta che qualcuno ci metta bocca, sei tu (io non mi sono mai permessa di
dir nulla, nemmeno stavolta), se vuoi affrontare l’argomento fallo con criterio,
altrimenti evita che ci fai più bella figura. Se non altro più matura.
{27-08-2012}
■
Emiliano Musso: Intendo dire
che cuore
e vita reale, anche se non posso farti vedere fisicamente come vengano in
effetti vissute, risentono della mia fede in una maniera per me
tangibile. Mi rendo perfettamente conto che questo discorso possa apparire come
una specie di «ultima parola», dal momento che io non posso dimostrarti
praticamente le ricadute nella mia fede (se non nelle azioni, ma quelle
non sono appannaggio dei credenti, anche se hanno motivazioni scatenanti
differenti). Sul discorso scientifico, come ti dicevo, non mi pronuncio
mai contro, anzi, sono sicuro che la scienza ci riservi ancora straordinarie
sorprese. Non mi sognerei mai di negare ciò che viene dimostrato, la mia
difficoltà — come credente — al massimo può essere quella di capire come
armonizzare argomenti, che paiono essere in contrasto con le argomentazioni
scritturali (tenendo naturalmente conto che la Bibbia non ha pretese di
dimostrazione di realtà scientifiche). {27-08-2012}
7. {Massimo
Trevisson}
▲
■
Contributo:
Il discorso e molto semplice! Avete le prove scientifiche che Dio esiste?
No! E allora quando le avrete, ne
riparliamo. Tutto il resto è un continuo arrampicarsi sugli specchi.
{30-08-2012}
▬
Nicola Martella:
Simili argomentazioni hanno poco vigore probatorio e si possono
semplicemente ribaltare: «Il discorso è molto semplice! Avete le prove
scientifiche che Dio non esista?
No! E allora quando le avrete, ne
riparliamo. Tutto il resto è un continuo arrampicarsi sugli specchi delle
congetture parascientifiche».
La vera scienza può affermare soltanto ciò, che ha scoperto con
l’esperimento, non ciò che possa esistere a priori. Essa dipende dallo stato
attuale dei suoi strumenti d’indagine. Ogni nuova scoperta
fa eclissare molte «certezze» precedenti; ogni nuovo strumento d’analisi
getta nuove prospettive su ciò, che esiste, permettendo un nuovo punto di vista
delle cose. Quindi, nella scienza non c’è nulla di veramente definitivo,
ma soltanto le attuali acquisizioni.
Per esempio, fino a pochi anni fa molti casi di
omicidio non potevano essere risolti per i limiti degli strumenti
investigativi. Le prove a carico di qualcuno erano insufficienti. Con l’arrivo
della prova del DNA (quindi con gli strumenti, che ne permettevano la
lettura e la decodificazione), cambiò in molti aspetti l’approccio investigativo
stesso; a ciò si aggiunga che casi non risolti fino ad allora, risalenti a
decenni prima, laddove c’erano ancora tracce biologiche conservate, potevano
essere improvvisamente riaperti. Non era la realtà a essere mutata, ma
gli strumenti scientifici.
Di là da tutti i mirabili successi della scienza e della tecnica, ogni progresso
mostra parimenti i loro limiti; ciò dovrebbe tenere i suoi operatori
umili, grattando essi appena sulla
superficie dell’iceberg della realtà e dell’esistenza. Perciò, la vera
scienza non può affermare ciò, che esiste o meno, ma solo confermare ciò, che ha
scoperto finora. Affermare di più o è ipotesi scientifica, che la
scia il tempo che trova, visto che altri scienziati la smonteranno presto, o è
ideologia; ma allora tale presunto scienziato faccia altro, ad esempio il
filosofo.
■
Massimo Trevisson: Non
rigirare la frittata. Chi afferma che Dio esiste è tenuto a provarlo. Da
quando in qua si deve provare la non esistenza di una cosa non provata? Troppo
comodo. Siccome non ci riuscite dovete per forza affidarvi alla fede.
Siete voi che sbandierate verità assolute
senza dimostrarle. Le verità assolute non esistono e la scienza non ha mai avuto
questa presunzione. {30-08-2012}
▬
Nicola Martella:
Abbiamo capito, è la solita tiritera degli atei, che si ammantano di
concetti filosofici, che poi chiamano scienza. Qui il punto non è un confronto
asettico fra assiomi della scienza e quelli della fede, ma di un caso
concreto: ciò che ha affermato Margherita Hack in una determinata
manifestazione. È lei che ha affermato in modo fideistico che Dio non
esiste. Questa non è un’affermazione scientifica, ma religiosa. Quindi, lei
riveste i panni di una «sacerdotessa» di una religione filosofica, dedita
al culto dell’ateismo. Nell’articolo di riferimento (lo si legga per favore)
siamo partiti da una sua arrogante affermazione; è, quindi, lei che deve
dimostrare la veracità della sua affermazione, apportando prove. La vera
scienza non può affermare che Dio non esista; non ha semplicemente strumenti
d’analisi per accertare o meno tale realtà, almeno finora.
La ragione mi dice che dove c’è un orologio, c’è un
orologiaio. Orologi o macchine ancora più complesse, che si sono formati
da soli non se ne sono ancora visti. Forse Massimo Trevisson ne ha uno
strumento sofisticato particolare, che si è fatto tutto da sé; ce lo mostri.
I cristiani biblici non si affidano alla «fede»,
ma alla rivelazione, che Dio ha dato di sé durante la storia e nella
Sacra Scrittura. Essa ci attesta che il Dio vivente ha creato ogni cosa, traendo
tutto dal nulla e dando vita a ciò, che esiste. Essi credono per convincimento
interiore mediante lo Spirito di Dio che ciò sia verità. Altro non hanno
da dimostrare. La vera scienza non è contraria alla testimonianza della
sacra Scrittura. A essere contrarie a essa sono le ideologie scientifiche
fideistiche, come l’ateismo, una religione basata su una negazione (a-theos
= senza Dio).
■
Massimo Trevisson:
Affermazione :
Dio esiste — negazione: Dio non esiste. È chi afferma una cosa, che deve
provarlo, ed eventualmente chi la nega dimostrare il contrario. Come faccio io a
provare che non esiste quello, che voi non sapete dimostrare? Altrimenti io
potrei dire che esistono gli elefanti verdi, che volano. Dimostratemi il
contrario! Su Margherita Hack hai ragione: il suo è un atteggiamento
fideistico, che non è il mio. {30-08-2012}
▬
Nicola Martella:
L’accertamento dell’esistenza di elefanti
verdi, che volano, non è un problema, visto che la scienza ha gli strumenti
adatti per investigare tale apparente «mistero». Il problema è un altro.
Come si fa a dimostrare o negare qualcosa o qualcuno, che si sottrae
ai parametri dell’esperimento, o per l’accertamento del quale non esistono
ancora strumenti d’investigazione? Dio è spirito, non semplicemente
materia o energia; inoltre, Egli non è disponibile come una «cavia da
laboratorio», che si possa controllare, analizzare e assoggettare ai parametri
di una ricerca. Essendo il Creatore, è comprensibilmente più grande di tutto il
creato ed è esistente di là da esso. Per fare un parallelo, sarebbe un po’ come
se i batteri, presenti in una provetta, volessero dimostrare
sperimentalmente l’esistenza o meno del tecnico del laboratorio!
Diverse teorie scientifiche si basano su degli
«a priori», ossia su delle premesse indimostrate o su cause o principi,
che si danno per certi, veri e indiscutibili già di per sé. Ora, fissare delle
apriorità è un atteggiamento fideistico. Perché non dovrebbe essere ciò per Dio,
Creatore dei cieli e della terra?
8. {Giovanni M.
Caltana}
▲
■
Contributo:
Da filosofo cristiano dico che qualunque discorso su Dio, condotto dalla
ragione, può lambire solo superficialmente quelli, che venivano chiamati i
preamboli della fede, come fece Paolo a Atene, nulla più. Dimostrazioni
dell’esistenza di Dio non sono possibili, né ovviamente il contrario. La fede
è solo un dono di Dio, ed è la fede in Cristo e nella Bibbia non nel Dio
impersonale di un vago teismo deista, se non panteista, della religione
naturale, come sostenuto dal cattolicesimo. L’ateismo
in realtà non esiste; la prova è la bestemmia, un chiaro atto di ribellione e
non un qualcosa d’irrazionale. Oggi c’è anche la religione
scientista-materialista che, grazie a Darwin, ha un suo profeta (il
comunismo infatti per combattere la religione, anche se questa non è la fede,
metteva l’origine della specie al posto della Bibbia), secondo cui l’uomo è un
animale sviluppato. Freud è un altro profeta di questa religione. Chi ha
ragione, si scoprirà alla fine. {31-08-2012}
■
Massimo Trevisson:
Solo una osservazione: a
bestemmiare sono i credenti. Io come ateo non posso insultare chi non
esiste! {31-08-2012}
▬
Nicola Martella:
Hai mai sentito bestemmiare un ateo marchigiano?
Inoltre, quello degli
«elefanti verdi, che volano», come esempio è un po’ banale, visto che la
scienza ha per tale «mistero trevissoniano» gli strumenti sufficienti per
accertarlo. ☺
■
Massimo Trevisson: Non ho
mai sentito bestemmiare un marchigiano ma non m’interessa neanche
sentirlo. E un problema suo. Io non bestemmio.
Quello degli elefanti verdi, che volano, sarà anche un esempio banale ma
rende l’idea.
Quando si afferma che un dato fenomeno esiste, lo si deve provare.
Nessuno è riuscito a portare le prove scientifiche del fenomeno chiamato Dio,
ergo non esiste!
Come vedi il mio non è
un atto di fede, ma una semplice constatazione. {31-08-2012}
▬
Nicola Martella:
No, non è una semplice constatazione, ma questo è un cortocircuito mentale,
chiamato falso sillogismo in negativo. Per appurare se gli «elefanti verdi
volanti» esistono o meno, abbiamo strumenti d’analisi sufficienti allo stato
attuale della scienza. Per sondare la trascendenza non esistono ancora
strumenti scientifici in grado di farlo.
Alcuni secoli fa, una malattia fu chiamata «malaria», ritenendo
responsabile la «mala aria»; in seguito furono sviluppati strumenti d’analisi
sufficienti, per appurare che si tratta di una parassitosi. Qui l’elenco
potrebbe essere lungo. Secoli fa, già l’ipotesi dell’esistenza di
germi, batteri, virus e simili avrebbe fatto gridare medici e scienziati
d’allora, abituati a clisteri e salassi, che tali microrganismi, virus, viroidi
e prioni erano un’invenzione dell’immaginazione. Se gli strumenti
d’indagine sono inadatti, sarà difficile affermare alcunché su ciò, che
ancora sfugge alle analisi.
Che i ciechi
non vedano la luce, non è colpa della luce. Ci vuole più fede nel credere
che un orologio si sia creato da solo, che credere all’esistenza di un
orologiaio. La fede biblica è razionale.
9.
{Massimo Trevisson}
▲
■
Contributo:
Credere che un orologio si sia creato da solo e credere nel Dio della
Bibbia sono ambedue scelte fideistiche, assurde e irrazionali. Bisogna indagare
con i mezzi a nostra disposizione.
Dire che i mezzi attuali sono inadatti, per provare l’esistenza di Dio,
esprima solo una speranza, anche questa irrazionale, che un giorno lo saranno.
La verità è che se si
legge bene la Bibbia senza preconcetti, si diventa atei. {01-09-2012}
▬
Nicola Martella:
● Credere che un orologio si sia creato da solo, è una delle «scelte
fideistiche, assurde e irrazionali». Ciò è giusto. Tuttavia, gli atei credono e
scrivono che l’universo, il nostro mondo e la vita stessa siano
sorti da soli. Ad esempio, il più potente e sofisticato laboratorio chimico del
mondo risiede nel naso di un cane. Esso da risposte in pochi secondi!
Nessuno strumento, creato dall’uomo, gli eguaglia, e noi dovremmo dare credito
agli atei scientisti, che affermano che tale sofisticato meccanismo biologico si
sarebbe progettato, creato e ottimizzato da solo? Crederlo è un
incredibile atto di fede!
● Come mostra la
storia, la verità è che atei, che hanno letto la Bibbia con l’intento di
trovare argomenti contro di essa, al fine di screditarla e ridicolizzarla
pubblicamente, si sono convertiti al Dio vivente. Massimo Trevisson,
attento a leggere i quattro Evangeli senza preconcetti: potrebbe esserti fatale
per la tua «antifede fideistica»!
■
Beniamino Romani: Tutte le
su esposte argomentazioni, in un senso e nell’altro, si limitato a evidenziare
la contrapposizione fra l’ateismo e il fideismo basato sulla Bibbia. Per
inciso, sembra che nella discussione non trovino cittadinanza altre forme di
fideismo; e questo è un bel limite. Ma anche se si volesse superare questo
limite, la discussione non ne trarrebbe giovamento. Si dovrebbe invece impostare
la questione in altri termini.
L’universo esiste, con le sue componenti di materia inanimata e di vita.
Esistono dubbi? Penso di no. Partendo da questa certezza dimostrata, poniamoci
una domanda: Come fa a esistere? Mi pare che gli atei pecchino
d’irrazionalità, affermando che è sempre in qualche modo esistito e quindi
non ha avuto bisogno di un Creatore. Che poi il
fideismo porti ad altre affermazioni, che violano la razionalità, anche
questo è vero. Per me è molto più arduo sostenere l’inesistenza del
Creatore che non il contrario.
Propongo quest’affermazione: Il Creatore deve esistere, perché esiste il
creato (non è solo un gioco di parole), al di là della Bibbia e di quanto
pensino gli atei. Corollario: Il Creatore deve esistere, anche se avesse deciso
nell’atto della creazione di fare un universo di sola materia inanimata.
Ma con la vita il creato ha raggiunto il proprio vertice. {02-09-2012}
■
Massimo Trevisson: Io
quello, che contesto di più, non è tanto il credere in una forza creatrice,
ma credere nel Dio della Bibbia. Un libro rimaneggiato più volte, che ha
subito tagli e aggiunte. Estrapolare dalla Bibbia verità assolute è veramente
ridicolo. {02-09-2012}
■
Beniamino Romani: Dopo
questa dichiarazione, te la senti ancora di dichiararti ateo?
{02-09-2012}
▬
Nicola Martella:
Qui mi riferisco specialmente a quanto detto da Beniamino Romani. Di là
da alcuni aspetti trascurabili (non è qui il luogo di affrontare la questione
del cristianesimo biblico e le altre religioni), le osservazioni
di Beniamino Romani sono pertinenti. Al riguardo rimando ai seguenti
scritti:
►
Disegno Intelligente
{Fernando De Angelis} (Diz)
►
Due opinioni sull’Intelligent Design {Fernando De Angelis}
►
Intelligent Design: tra teoria razionale e ideologia fondamentalista
{Nicola Berretta} (A)
►
Negli USA si diffonde l’insegnamento del «Progetto Intelligente» {F. De
Angelis} (A)
Lo stesso valga per le conseguenze adombrate da
Beniamino Romani, dinanzi alle quali egli ha messo Massimo Trevisson. La sua
fede in una «forza creatrice», purché non sia il «Dio della Bibbia»,
mostra il suo pregiudizio di partenza, che è appunto una «antifede
fideistica». In pratica, gli atei o presunti tali battono il sacco per
colpire il gatto, che si trova dentro. Alla base c’è un
odio viscerale e pregiudizievole verso il cristianesimo biblico, e i
presunti argomenti scientisti sono soltanto la maschera, dietro cui nascondersi
per colpire meglio.
▬
Nicola Martella:
Qui mi riferisco a Massimo Trevisson. Parlare della Bibbia
come di «un libro rimaneggiato più volte, che ha subito tagli e
aggiunte», significa non capirci proprio nulla della «critica letteraria».
Nessun libro al mondo ha tanti manoscritti nelle lingue originali come la
Bibbia ed è più simile al suo originale. Nessuno mette in dubbio i classici
greci e latini, sebbene non possediamo neppure un manoscritto dell’epoca, in
cui fu scritto (Aristotele fu salvato dagli Arabi, che lo avevano tradotto). Ad
esempio, del «De bello gallico» di Cesare la copia più recente dista
dall’originale 400-500 anni; eppure nessuno ha dubbi che sia autentico. I
cosiddetti «Pensieri di Buddha», dopo essere stati trasmessi oralmente,
furono trascritti ben 800 anni dopo la morte di costui; chi garantisce che siano
autentici?
Per contro, riguardo all’Evangelo di Giovanni si osservi quanto segue.
Questo Evangelista morì intorno all’anno 100; un frammento del suo Evangelo,
trovato casualmente nelle sabbie d’Egitto (che lo conservarono), è stato datato
dagli studiosi al 120 d.C. (metodo del carbonio 14), quindi ad appena alcuni
decenni dopo la morte dell’apostolo. Tali manoscritti erano trascritti a mano;
il manoscritto dell’Evangelo di Giovanni da Efeso arrivò in poco tempo in
Egitto!
Massimo Trevisson e i suoi accoliti farebbero bene a restare nell’ambito
delle cose, che veramente sanno. Altrimenti il ridicolo non lo è
delle «verità assolute», ma il loro. {02-09-2012}
10.
{Giovanni M. Caltana}
▲
■
Contributo:
C’è una barzelletta: un uomo ogni mattina ringraziava Dio per averlo
creato ateo. L’esperienza prova questo: milioni di atei bestemmiano
quotidianamente; non è una dimostrazione scientifica beninteso.
Dio non è un teorema, né un oggetto né una legge fisica e, quindi, non può
assolutamente essere dimostrato empiricamente in senso scientifico. Però, perché
lo fanno? Che giustificazione ne danno?
La scienza, come mostrato da Thomas
Kuhn, più che una rettilinea ricerca della verità, procede per
paradigmi di spiegazione in competizione e in lotta tra loro. E anche
Feyerabend e altri hanno messo in
evidenza che «La Scienza» non esiste, che i fatti (la realtà) sono in
realtà carichi di teoria (modi di vedere le cose e criteri
d’interpretazione), che la verità scientifica è basata spesso su un consenso
a convenzioni, «giochi linguistici»; e ogni scienziato ha in realtà
una ben definita filosofia (o teologia) alle sue spalle. In pratica, si tratta
di un dogma indimostrabile, di postulati e assiomi, di un principio base
necessario, su cui si regge il tutto. Detto altrimenti, una fede.
Anche, infatti, Nietzsche
paragonava gli scienziati a dei «sacerdoti della Verità», anche la loro è
una religione. Spesso la scienza di oggi (prodotto umano, fallibile,
falsificabile) sono gli errori di ieri e viceversa; la Verità sarà sempre
oltre, e molte teorie scientifiche si sono ispirate e teorie filosofiche
o credenze.
Dopo Galileo e Keplero c’è stato Newton, poi Planck, Einstein, Heisenberg…
domani chi lo sa. E poi la scienza è in grado di dimostrare il bello? Il
buono? Uno studio scientifico di un’opera d’arte, di un’azione ne
dimostrerebbe il
valore etico o estetico?
Ora la domanda non è se si possa dimostrare o meno l’esistenza di Dio
(tuttavia se Dio è Dio dovrebbe essere dimostrata l’esistenza dell’uomo,
semplice creatura, o la mia esistenza, che 30 anni fa non esistevo e tra 200 non
esisterò, o quella dell’Universo, che anche per la scienza prima non
esisteva e non si sa da dove venga e per quale causa e motivo sia venuto
all’esistenza). Ma la domanda è
perché non crederci e combattere in maniera così accanita. È una lotta
tra valori in opposizione, e anche la scelta tra valori è una scelta
di fede. Allora è una lotta contro le proprie paure? i propri sensi
di colpa? per la propria libertà di fare qualunque cosa si
desideri? una lotta per il proprio orgoglio e contro l’umiltà?
Non voglio arrivare ragionamenti come la «scommessa» di Pascal, perché
non credo che la fede si possa provare razionalmente, né voglio convincere che
sia più conveniente dell’essere atei, dato che è un’esperienza del tutto
personale. Ma voglio indagare, chiedendo: che cosa c’è dietro
l’agnosticismo? cosa dietro l’ateismo? cosa dietro l’anti-teismo? cosa dietro
l’anti-cristianesimo? quali sono le conseguenze? quali valori sono
portati avanti? perché? La Bibbia dà una spiegazione a tutto questo e, se
guardiamo nel nostro cuore, dobbiamo essere sinceri con noi stessi prima
che con le nostre convinzioni. {01-09-2012}
▬
Nicola Martella:
Sono molto grato per questa
disamina di Giovanni M. Caltana, che ha posto i
giusti accenti alla questione generale. Egli ha confermato la mia tesi di
partenza, ossia che non esiste la cosiddetta «Scienza» quale ricerca neutrale
della Verità, ma che gli scienziati partono da apriorità filosofiche,
quindi da un atteggiamento fideistico, che pone premesse fondamentali alla loro
visuale di scienza. Gli scienziati atei pongono la fede nella non-esistenza
di un Creatore quale causa causante e non causata.
Vedo che
Massimo Trevisson, ha del tutto ignorato le cose dette da Giovanni M.
Caltana. Ciò mi deve meravigliare, o non più di tanto?
Quanto alla barzelletta dell’ateo credente, un’altra versione si trova da
alcuni lustri nel mio libro «Motti
di spirito», p. 28 e recita così: Un ateo a un’altra persona: «La
religione non m’interessa. Come sai, sono ateo. E sono orgoglioso che, ora,
grazie a Dio, lo è anche mio figlio» (cfr. sul mio
sito al lemma «Ateo credente»).
11. {Gianni
Siena}
▲
Di fronte
all’affermazione arciconvinta della signora Hack, c’è poco da replicare: per
lei Dio non esiste!
Da duecento anni (dalla rivoluzione francese), il mondo della cultura subisce il
vento ideologico dell’ateismo: non è scienza, ma è seducente.
Chi vuole credere che Dio non esiste, ignora volutamente le prove che lo
affermano.
Genesi 1 non è un
racconto «religioso» delle origini, ma la spiegazione che Dio ne fu il Creatore.
In Genesi 1,9-10 c’è la spiegazione della formazione di un unico continente
emerso ai primordi, in modo che le orme di Adamo e dei primi uomini furono
lasciate su una superficie anteriore (temporalmente) alla stessa pangea.
Nel 1492 d.C., anno del viaggio di Cristoforo Colombo, secondo la
concezione tolemaica-ipparchiana della geografia, il pianeta diviso in due
superfici equivalenti per forma ed estensione, la terra asciutta e il mare. Lo
stesso Colombo, come annota nei diari di bordo, sbarcando nei Caraibi era certo
d’essere in Giappone.
In Genesi 1,2 «lo spirito di Dio aleggiava sulle acque». Questo verbo
ebraico descrive il volteggiare dell’aquila sui suoi piccoli (in un altro
riferimento scritturale).
Or dunque, Dio cosa faceva nel gesto di «aleggiare» intorno all’oggetto della
sua creazione? Infatti, il testo parla di «sopra la superficie delle acque»,
non parla di «ghiaccio» a zero gradi della scala di Kelvin. In fisica la
scala di Kelvin serve a misurare le temperature estreme degli elementi: «0°
Kelvin» è lo zero assoluto, a questa temperatura l’olio da cucina è buono solo
per fare utensili simili al widia, essendo estremamente duro. Ma a zero Kelvin
la vita non può esistere: ecco il motivo per cui Dio era lì a fare il suo dovere
di Creatore e impedire che la sua creatura «congelasse», compromettendo la
successiva formazione degli ambienti ed esseri descritti nello stesso capitolo.
Se l’universo non avesse conosciuto un Creatore, noi non esisteremmo,
l’affermazione secondo cui «tutto continua come dal principio», non ha
fondamento.
Dal caos non nasce l’universo, e il processo «spontaneo» di raffreddamento della
materia avrebbe avuto un contrasto con il suo processo di riscaldamento, con il
risultato di annullarsi a vicenda. Mentre la creazione dimostra che il primo
processo era contrastato da un’azione del Creatore, che sapeva i limiti del suo
creato.
Possiedo ancora l’articolo del 1995, in cui la rivista Panorama pubblicò una
notizia clamorosa: nella costellazione della vergine erano state identificate
stelle
più vecchie del big bang. Cosa significa? Che l’universo ha conosciuto
un’architettura precedente a quell’attuale.
Questa notizia non ha avuto più risalto nei media ma, domandiamoci, se c’è stato
un «big bang» o grande esplosione cosmica, che «cosa» esplose? Da
quarant’anni gli scienziati ci deliziano con le loro strabilianti teorie in
merito. Per esempio: la materia e l’energia erano concentrate, ad altissima
densità e temperatura, in un punto non più grande di un atomo.
Questo pseudo coacervo microscopico primordiale esplose, e si formarono i cieli
e la terra, con tempi lunghissimi e indeterminabili, se non nell’ordine di
miliardi di anni.
Questa «cosmogonia» moderna, secondo molti segnali del mondo scientifico, sta
per essere abbandonata, è questione di tempo.
Quando l’universo avrà esaurito la sua espansione, tenderà a ritornare verso il
suo primitivo assetto: anche questo coincide con i fenomeni che accompagneranno
la manifestazione del «Giorno del Signore» (Mt 24,29).
Nella Bibbia si parla di «palingenesi» o restaurazione di tutte le cose
(At 4,21). Questa parola implica la rimodellazione dei cieli e la terra secondo
il loro primitivo disegno.
La noncurante «sicurezza», con cui la signora Hack e soci affrontano il tema di
Dio e della Creazione, non ha nessuna base nella realtà: essi dipingono agli
occhi di coloro, che li ascoltano, un mondo modellato sui loro desideri, non sui
fatti che. Ciò lo ha anticipato un servo di Dio, che essi volutamente ignorano
(2 Pt 3,5). Pietro non aveva una preparazione rabbinica o universitaria
(At 4,13), ma aveva imparato da Gesù quanto gli occorreva per ricordarlo ai
credenti (2 Pt 1,14-15).
Lasciamo la signora suddetta nelle sue convinzioni illusorie noi preferiamo
basarci sulla Parola di Dio e (perché no?) sui fatti accertati dalla scienza.
{03-09-2012}
12. {}
▲
13. {}
▲
14. {}
▲
15. {Vari
e medi}
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■
Cristian Careddu: Uno dei
più grandi scienziati del 20° secolo, Spencer, dopo aver sbattuto il muso
più di una volta, ha dovuto ricredersi. Egli si è convertito, leggendo
Genesi 1,1: «Nel principio [tempo] Dio [forza] creo [azione] i cieli
[spazio) e la terra [materia]». La base primaria della scienza. {27-08-2012}
■
Maurizio Marino: «Quel
che si può
conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro;
infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono
chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo percepite per mezzo delle
opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto
Dio, non l’hanno glorificato come Dio, né l’hanno ringraziato; ma si sono dati a
vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato.
Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti» (Rom 1,19-22).
{27-08-2012}
■
Costanzo Cicioni: «Guai a
voi, dottori della legge, perché avete portato via la chiave della scienza!
Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l’avete impedito» (Lc
11,52).
«Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio!
Quanto
inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!»
(Rom 11,33).
«Se avessi il dono di profezia e conoscessi
tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da
spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla» (1 Cor13,2).
{27-08-2012}
■
Maurizio Todaro: «Se il
nostro evangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via
della perdizione, per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha
accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce dell’evangelo della
gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio. Noi infatti non predichiamo noi
stessi, ma Cristo Gesù quale Signore, e quanto a noi ci dichiariamo
vostri servi per amore di Gesù; perché il Dio che disse: “Splenda la luce fra le
tenebre”, è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce
della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo»
(2 Cor 4,3-6).
«In quella stessa ora, Gesù, mosso dallo
Spirito Santo, esultò e disse: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e
della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli
intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli! Sì, Padre, perché così ti è
piaciuto!”» (Lc 10,21). {28-08-2012}
■ Matteo Ricciotti:
Con queste affermazioni Mrgherita Hack da dell’infantile, dell’ingenuo anche a
Zichichi, che con migliori argomentazioni scientifiche riconosce in Dio il
Creatore di ogni cosa. La religione filosofica atea di Margherita Hack
sostiene che da un «boom», un’esplosione, possa conseguire l’ordine
perfetto dell’Universo; ma è un’assurdità della falsa scienza, poiché da
un’esplosione non è mai scaturito ordine, ma disordine e distruzione.
{29-08-2012}
16. {Vari e
brevi}
▲
■
Sebastiano Rignanese:
Sarebbe ora, però, che Dio ci facesse una tirata di orecchie, visto che sono
2000 anni che ci lascia liberi di fare come vogliamo. {27-08-2012}
■
Giovanni Sarruso:
Bisognerebbe far capire che l’universo comunque ha un principio in qualcosa.
Il problema è se questo qualcosa s’interessa di noi, non se c’è.
{27-08-2012}
■
Messina Giuseppe:
Dio smentisce le grandi opere con le piccole opere, i grandi della terra
con i più umili della terra. «A Dio, unico sapiente, sia la gloria in
eterno, per mezzo di Gesù Cristo. Amen» (Rm 16,27). {27-08-2012}
■
Claudia Biscotti: Sarà una
inspiegabile sorpresa la sua, quando verrà a trovarsi davanti al Creatore;
e ancora più inspiegabile sarà, quando il suo ginocchio si piegherà
davanti a Lui. {27-08-2012}
■
Alessio Rando: La Hack
dovrebbe cambiare professione: da «scienziata» a «ideologa»! {27-08-2012}
■
Antonio Strigari: La Bibbia
non si preoccupa di spiegare l’esistenza di Dio, ma inizia col dire: «Nel
principio Dio creò i cieli e la terra» (Genesi 1,1). Dio sa che il cuore
dell’uomo stolto, che nega la sua esistenza, non si convincerebbe neanche
se lo potesse vedere! {28-08-2012}
■
Pietro Calenzo: Non è la
prima volta che questa «scienziata» del nulla
bestemmia Dio e offende i suoi figli. Renderà conto a Dio di ogni
sua se pur minima parola, se non si convertirà. Dio abbia pietà di lei.
{28-08-2012}
■ Giovanni M. Caltana:
Piergiorgio Odifreddi
è sulla stessa scia. Prima di lui c’era Bertrand Russel e quelli del
neopositivismo del «Circolo di Vienna» come Carnap. {29-08-2012}
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/T1-MHack_scienza_atea_OiG.htm
28-08-2012; Aggiornamento: 07-09-2012
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