È immancabile che un tema come la depressione accenda gli animi. C’è chi
ritiene che essa sia l’effetto di una situazione peccaminosa, chi una
punizione divina, chi di una mancanza di vera spiritualità, chi di carenza
di una sana devozione, chi di disordine morale, e così via. Di per sé
bisognerebbe parlare di depressioni, visto le tante varianti e i tante
cause. Io stesso ho vissuto momenti di grande depressione e la conosco,
quindi per esperienza personale; ho anche fatto ricerche di studio al
riguardo, visto che ho dovuto confrontarmi con essa nella cura pastorale.
La depressione può essere una vera e propria
malattia. Ci sono depressioni continue e quelle cicliche. La causa può
essere biologica o fisiologica (p.es. assenza di certe sostanze, scompenso
ormonale), psicosomatica, esistenziale (p.es. trauma, dramma) o sociale
(p.es. abbandono, isolamento, maltrattamento).
Ad esempio, riguardo a una donna che cade in
depressione dopo il parto o durante la menopausa, non si possono ricercare
cause spirituali o devozionali. Lo stesso dicasi per chi ha perso
improvvisamente il coniuge o per chi ha subito un abuso sessuale.
Al riguardo rimandiamo ai seguenti articoli:
►
Cause e cura della depressione {Egle Paolucci} (A)
►
Gesù è mai caduto in depressione? {Tonino Mele} (A)
►
Può un cristiano essere depresso? {Tonino Mele} (A)
Per l’approfondimento della depressione cfr. Nicola Martella, «I disturbi psichici e le loro cause»,
Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996), pp. 141-161. Cfr. Qui anche «Psicologia e cura
d’anime», pp. 162-178. |
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
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1.
{Stefano Frascaro}
▲
Ho letto con piacere l’intervento di Egle Paolucci, che conosco come valida
neurologa e splendida sorella.
Non posso far altro che confermare quanto da lei detto. Vivo la depressione
quotidianamente perché mia moglie ne soffre e posso assicurare che leggere
quell’articolo pubblicato sul «Cristiano» mi ha fatto sobbalzare.
È mai possibile trattare una malattia così grave alla stessa stregua di una
dipendenza? Con quale autorità si può trattare un argomento così delicato a
margine di un convegno sulle dipendenze! E sono anche sorpreso poiché, se non
vado errato, l’oratore è anche laureato in psicologia.
La sorella non ha voluto approfondire la problematica sia fisiologica che
psicologica di un malato di depressione ma la sprono a farlo, affinché tutti
possano capire che la depressione non viene alle persone «che non confidano in
Dio» o che non hanno abbastanza fede. Quanti casi di ottimi predicatori sono
stati colpiti dalla depressione!
Mia moglie è una brava credente da molti anni, il Signore per lei è sopra ogni
cosa, ma è depressa. E non è una colpa, è una malattia!
Perché però anziché puntare il dito, non propongono e parlano di quello che, a
mio parere, è l’unica cosa che effettivamente può fare la chiesa (intesa come
adunanza) a sorelle o fratelli malati, ovvero come dare la comunione, la
preghiera e l’esortazione a questi fratelli? Siamo certi di avere dato tutto
quello che si poteva dare, in termini di comunione, a queste sorelle? Oppure ci
siamo semplicemente allontanati? Sanno che significa avere in casa dei farmaci
«pericolosi» ma indispensabili e avere paura di trovarli vuoti? Sanno di visite
da psichiatri e psicologi più frequenti di visite pastorali? Sanno che significa
addormentarsi con la paura perché magari sul giornale si era letto di qualche
«dramma famigliare»? I malati di depressione vanno amati in maniera speciale
perché, specialmente se maturi nella fede, si sentono anche in colpa per via di
queste caricature di convegni o opinioni che girano in alcuni ambienti anche
evangelici.
La nostra preghiera quotidiana è che il Signore abbia pietà. Sappiamo che Egli è
l’unico che in un istante può tutto, ma se noi abbiamo un tumore, non facciamo
la chemioterapia? Se abbiamo un’appendicite, non ricorriamo alla chirurgia? A me
non risulta che il Signore abbia detto: queste malattie potete tentare di
curarle, quest’altre no!
Quando un fratello o sorella deve essere operato, preghiamo che «il Signore
guidi le mani dei medici». Quale è la differenza nei confronti di uno psicologo
o psichiatra?
Quello che penso è che della depressione si ha paura. È una malattia subdola,
non si vede, l’hai dentro, ti attanaglia il cuore ma non si manifesta
all’esterno ed è per questo motivo che si giudica. Penso che il malato di
depressione sia l’unico che venga «giudicato» per la sua malattia. Non
dimentichiamoci che fino a qualche anno fa, e in alcuni luoghi della nostra
«superpotenza» Italia ancora oggi, avere un figlio malato di mente era una
vergogna. Ancora oggi l’epilessia è chiamato «il piccolo male» perché chiamare
la malattia con il proprio nome è vergogna. E non diciamo «ma questa è
ignoranza». È la stessa ignoranza che oggi condanna la depressione.
Attenzione, però, la depressione di cui stiamo parlando non è quella causata da
cose soggettivamente «futili», parliamo di quella depressione che si manifesta
anche con crisi di panico. Probabilmente questi fratelli non hanno mai ricevuto
una telefonata dicendo di correre a prendere la moglie perché magari è
aggrappata a un palo e non si vuole più muovere, oppure vederla inebetita e
completamente vuota. Prego il Signore che mai debbano vederla.
Concludo dicendo a questi fratelli che il Signore prima di tutto ci ha insegnato
la pietà e l’amore per il prossimo, pietà e amore che devono essere manifestati
in ogni occasione.
2.
{Charles Spurgeon}
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«Questa depressione mi piomba addosso ogni qualvolta il Signore sta preparando
una ancora più grande benedizione sul mio ministero; la nube è nera e oscura
prima di riversare il suo diluvio di grazia. La depressione mi è diventata,
quindi, come un profeta coperto di rozzi... abiti, come un Giovanni Battista,
che preannuncia la prossima venuta delle ricche benedizioni divine».
3. {Nicola
Martella}
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Si
adatta al riguardo un mio motto: «La depressione è una camera oscura, in cui si
sviluppa il negativo. Può essere anche il banco di prova, su cui testare
innovazioni».
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/T1-Depressione_fede_MeG.htm
2006; Aggiornamento: 06-04-2010 |