Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ELEMENTI DI COSMOLOGIA DELL’AT? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito diamo occasione di discutere l’articolo «Elementi di cosmologia dell’Antico Testamento».

     Il senso di osservazione degli scrittori biblici è incredibile. Il loro linguaggio non è scientifico, ma qui sapienziale e lì poetico, qui predicativo e lì pastorale, eppure le cose che dicono sono vere e sono state corroborate dalla scienza. Bisogna pensare che tali asserzioni furono fatte da persone che non avevano tutti gli strumenti tecnici e scientifici che oggi possediamo!

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Vincenzo Russillo

2. Nicola Martella

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1. {Vincenzo Russillo}

 

Trovo le domande molto interessanti. Vorrei aggiungere poche cose, poiché l’intervento di Nicola è più che esaustivo. Mi vengono da fare queste considerazioni. Innanzitutto bisogna precisare che gli autori degli scritti biblici non usino sempre un linguaggio descrittivo ed empirico, come si confà a scritti scientifici, bensì soprattutto nel libro di Giobbe s’usa uno stile poetico (come già detto da Nicola); infatti si ha un esempio quando si parla dell’ippopotamo: «Le sue ossa sono tubi di bronzo; le sue membra, sbarre di ferro». (Giobbe 40,18).

     Detto questo però vorrei aggiungere altri versetti che potrebbero essere interessanti, se presi in osservazione, come ad esempio: «Egli distende il settentrione sul vuoto, sospende la terra sul nulla» (Giobbe 26,7). Analizzando tale affermazione, con le nostre attuali conoscenze scientifiche ci sembrerebbe più che scontata. Ma sappiamo che fu Newton in epoca moderna a stilare per la fisica moderna le leggi sulla gravitazione universale.

     Rimanendo in tema, vorrei proporre un versetto che mi pare abbastanza interessante. Infatti in Geremia si afferma che «non si può contare l’esercito del cielo…» [Gr 33,22, N.d.R.], non essendo un esperto di lingue non so quale sia la migliore traduzione. Ma se nel testo si fa riferimento alle stelle del firmamento, potrebbe ampliare la nostra ricerca sulle conoscenze degli antichi. Poiché all’epoca dei greci si pensava che le stelle potessero essere contate. Oggi sappiamo che si sbagliavano.

     Infine derogando un po’ al titolo del testo, mi sembra molto esplicativo un versetto del NT, dove ci dice: «In quel giorno, chi sarà sulla terrazza e avrà le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così pure chi sarà nei campi non torni indietro… Io vi dico: in quella notte, due saranno in un letto; l’uno sarà preso, e l’altro lasciato» (Luca 17,31.34); pare proprio che qui si faccia una netta differenzazione d’illuminazione tra le due parti del globo. {14-08-2009}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Il libro di Giobbe è un vero capolavoro della letteratura mondiale. È permeato da un incredibile spirito d’osservazione della natura e dell’animo umano. Comunica conoscenze incredibili delle persone d’allora. E in più il tutto viene presentato come poesia! [Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, «Giobbe», Radici 1-2 (Punto°A°Croce, Roma 1994), pp. 79-87.] Il linguaggio poetico è ricercato e le cose espresse sono precise. Si pensi alla descrizione fatta dei minatori che, già allora scavavano nelle viscere della terra in cerca di minerali preziosi (Gb 28,1-11; cfr. vv. 15-19).

     Giobbe non solo sapeva che la terra è sospesa sul nulla, ma anche che essa, «nelle sue viscere, è sconvolta come dal fuoco» (Gb 28,5).

     Dio aveva sfidato già Abramo (2° millennio a.C.) così: «Mira il cielo e conta le stelle, se le puoi contare» (Gn 15,5). E l’autore della lettera agli Ebrei conclude: «E perciò, da uno solo, e già svigorito, è nata una discendenza numerosa come le stelle del cielo, come la rena lungo la riva del mare che non si può contare» (Eb 11,12). Al contrario viene detto di Dio: «Egli conta il numero delle stelle, le chiama tutte per nome. Grande è il Signor nostro, e immenso è il suo potere; la sua intelligenza è infinita» (Sal 147,4s).

     Luca 17,31-35 è interessante, visto che descrive situazioni che accadono nello stesso momento, qui di giorno e lì di notte. Ciò è effettivamente possibile solo con due fusi orari diversi e antipodici. La concezione di una terra sferica spiega come ciò possa essere possibile: qui di giorno si è nei campi e lì di notte si è a letto.

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/T1-Cosmologia_AT_MT_AT.htm

15-08-2009; Aggiornamento:

 

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